Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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VIII. VIE PER MOLTIPLICARE IL BENE
Copiosa apud eum redemptio (Sl. 129,7): la redenzione operata da Gesù Cristo è stata copiosa, abbondante e cioè sufficiente per tutti gli uomini e tutti gli uomini ne possono approfittare.
La redenzione si compone di tre parti: Gesù ha predicato la verità; Gesù ha dato i suoi precetti, i suoi esempi; e Gesù ha dato il suo sangue e ci ha meritato la vita eterna.
Ora il vostro ministero, il vostro apostolato è di applicare, secondo la vostra condizione, nel vostro modo, con le vostre attitudini e il vostro apostolato, la redenzione che consiste nell'istruire il popolo nelle verità religiose.
Consiste nell'insegnare la pratica dei comandamenti, dei precetti del Signore e dare l'esempio buono alle popolazioni onde possano camminare nella via della salvezza.
E consiste ancora nel comunicare i mezzi di grazia, cioè insegnare a pregare, particolarmente insegnare la liturgia, sentir la messa, confessarsi, comunicarsi, i battesimi per tempo, il viatico per tempo, l'estrema unzione per tempo e i suffragi pei defunti.
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Tutto questo è prendere la redenzione che è stata compita da Gesù buon Pastore e darla. E darla! Come se tutto è preparato - per portare un esempio molto materiale - in cucina, tutto è preparato, le vivande sono pronte, il pane è pronto, ecc., si tratta di prendere e portare a tavola. Prendere e portare!
Gesù ha operato la redenzione completamente, si tratta di applicarla. È molto più la ricchezza della redenzione quale l'ha compiuta Gesù, di quanto ne venga fatta partecipe l'umanità. I beni che Gesù ci ha portato sono inesauribili, ma la partecipazione degli uomini non è completa. Apud Dominum misericordia, et copiosa apud eum redemptio [Sl. 129,7], sì!
Allora voi avete questo ufficio, e che grande ufficio a servizio di Gesù buon Pastore! Operanti nello spirito e secondo la missione compita da Gesù buon Pastore e secondo la missione che Gesù buon Pastore per mezzo della chiesa ha affidato a voi!
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Però e sempre molto importante che noi ricordiamo questo: di farci dei cooperatori. Crearsi, diciamo così, degli aiuti attorno a noi. E mi pare che ho già parlato dei cooperatori comuni, una volta. Ora dei cooperatori speciali volevo dire una parola.
Quali sarebbero questi cooperatori speciali? Sarebbero persone le quali vivono nel mondo, ma «non sono del mondo» [Gv. 17,14]. Vivono nel mondo ma non sono del mondo e nell'animo hanno due mire e cioè di amare il Signore tanto, amarlo quanto possono, e amare le anime come le ha amate Gesù. Due aspirazioni. E cioè: vorrebbero nel mondo praticare una vita quasi religiosa e sotto un certo aspetto davvero religiosa. E nello stesso tempo compiere quei ministeri nelle parrocchie, e poi in generale nella società, che sono possibili a loro.
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Oh, occorre pensare a quello che il santo Padre il Papa ha detto, e cioè [che] la perfezione cristiana non è esclusiva dei conventi. La perfezione si può raggiungere anche nel mondo, però gli stati di perfezione sono i tre stati che sono indicati (a).
Ma vi sono persone che vorrebbero essere totalmente di Dio, anime che vogliono consecrarsi intieramente a Dio. Ma parlando delle figliuole, delle donne [alcune] non possono ad esempio entrar nei conventi perché non hanno salute per una vita regolare, non possono entrar nei conventi perché hanno obblighi di famiglia che non possono abbandonare, per esempio genitori molto vecchi e genitori che non hanno altro aiuto.
Persone le quali compiono già nel mondo un ufficio di bene che non si potrebbe tralasciare senza tralasciare un bene che è necessario, supponiamo una direttrice didattica non sempre può lasciare il suo ufficio.
Pensiamo a persone le quali hanno nella società certi uffici di maggior responsabilità.
Persone le quali poi non si sentirebbero e non amano la vita comune, del tutto comune, e vorrebbero nella loro pietà avere una certa libertà; persone le quali non amano l'abito religioso. Tutte queste persone può essere che invece aspirino ad amare intieramente il Signore e fare i voti di povertà, castità e obbedienza continuando la loro vita nel mondo. Ecco, la loro vita nel mondo.
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Allora la chiesa ha pensato a queste persone e ha istituito i cosiddetti «Istituti Secolari» (a). Gli istituti secolari non sono propriamente religiosi nel senso vostro, tuttavia sono composti da anime che aspirano ad essere intieramente di Dio e quindi vivono religiosamente. I loro voti sono privati, ma non soltanto privati nel senso comune della parola, sono voti riconosciuti dalla chiesa, sono voti sociali e sono voti semi-pubblici. Hanno tre condizioni.
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Queste persone poi, ho detto, possono anche applicarsi ad apostolati. Vi può essere qualche giovane la quale non potrà <mai fare i voti> mai entrare in un convento, in un istituto religioso, perché - supponiamo - non ha salute e tuttavia vuol collaborare con le suore: aiuterà nei catechismi, aiuterà il parroco per la pulizia della chiesa, per il canto sacro, per la gioventù femminile, per gli infermi, ecc. Un apostolato! E ci possono esser tanti apostolati: persone che stando nel mondo si curano degli orfani, delle orfanelle; persone che stando nei mondo si curano dell'insegnamento nelle scuole e danno all'insegnamento un carattere cristiano come i «Fratelli delle Scuole Cristiane» (a); persone che fanno dei circoli di anime elette che si offrono vittima pei peccatori, persone le quali si dedicano a diffondere la stampa buona e le pellicole buone. Persone le quali compiono tanti apostolati. E il mondo è pieno di necessità! E noi abbiamo il precetto della carità che ci impone di amare i fratelli e di portare ai fratelli tutto quel bene che è possibile portare.
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Amare il prossimo come noi stessi, cioè cercare /di dare e di procurare agli altri/ (a) quel bene che noi medesimi abbiamo ricevuto.
E voi avete ricevuto due beni: la vocazione religiosa che è per tendere alla perfezione mediante l'osservanza dei tre voti e della vita comune, e la vocazione apostolica che consiste nell'apostolato, nell'esercitare poi l'apostolato.
Queste anime faranno nel mondo qualche cosa o molto di quanto voi fate, di quanto voi fate, e cioè: la pratica dei voti e poi un apostolato il quale potrà essere vario.
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Vi sono molte cose in cui la suora non può entrare per il suo abito e per la sua posizione e non può neppure entrare il prete. E allora il Papa dice: queste persone faranno un apostolato completo, cioè completeranno l'apostolato della suora e del sacerdote. Completo. Prima che esistessero questi Istituti Secolari nella Chiesa - dice - vi erano persone che vivevano per tutta la vita in una specie di tristezza, sempre avendo di mente un segreto desiderio di vita perfetta, di vita religiosa, senza poterla mai raggiungere. Ora, potendo entrare in questi istituti, potranno raggiungere la perfezione coi mezzi che hanno i religiosi stessi (a). Poi, queste persone se non altro potranno fare l'apostolato della sofferenza, l'apostolato dell'esempio, l'apostolato se sono persone benestanti, della carità.
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Oh, ecco che queste persone possono trovarsi nelle parrocchie dove arrivate voi. E può essere che fra le persone che chiedono di entrar fra di voi, ve ne siano parecchie che non possono venir accettate, se hanno più di trent'anni ad esempio, mentre che negli istituti secolari possono entrare fino a trentacinque-quarant'anni e in certi casi anche di più, secondo le circostanze; eh, sì, secondo le circostanze di vita, di ambiente e anche di qualità e di occupazioni che hanno queste persone, e secondo già le prove che avranno dato nella vita veramente cristiana.
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Ecco, queste persone possono essere tante volte le più utili cooperatrici vostre. E se non sono proprio cooperatrici nel vostro apostolato, possono esser cooperatrici in altri apostolati a cui non dovete dedicarvi voi.
Ma la suora pastorella non è chiusa in un solo ambiente, diciamo così non è esclusiva del suo apostolato: «O questo o niente». La suora pastorella ha il cuore di Gesù buon Pastore, ama tutti quelli che operano per la salute delle anime. Ama quelle persone che si danno alle conferenze di san Vincenzo de' Paoli ad esempio, e ama quelle che si danno alla scuola, come sono le salesiane. La suora pastorella ha un cuore grande come e sul modello del cuore stesso del divin Pastore.
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Ora, è molto utile questa conclusione: vedere se attorno a voi vi sono di queste anime, nelle parrocchie, se arrivano a voi notizie <di queste> di persone tali. E così vedere se vi sono persone le quali, quando aspirano veramente a maggior perfezione, mostrano di essere ferme e di poter seguire la via della perfezione nel mondo, dove è più difficile tante volte; perché stare nel mondo e non esser del mondo è più difficile. E [vedere] se nello stesso tempo amano l'apostolato. Allora, per questo, credo che sia utile aprire la porta. E voi, in casi particolari che potrete riferire a me con lettere - sempre le cose per iscritto perché ci sia memoria di tutto e perché bisogna registrare, onde la cosa sia fatta regolarmente - e poi dopo aiutarle come <per> le migliori fra le persone che trovate nelle parrocchie o che trovate nel mondo.
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Oh, sì, la santa Sede ha già approvato, di questi istituti, quasi una trentina, e per un'altra trentina - trentasei - vi sono le domande in sospeso. In tutto sono quasi duecento.
Vedete, molti istituti hanno fatto questo: vedendo che non possono arrivare a tutto e non possono entrare in ogni posto, né la suora né il sacerdote, hanno creato di queste istituzioni attorno a sé che collaborano, aiutano. Ed allargano l'apostolato, ecco, perché queste persone vivono nelle famiglie, nella società. Si estendono anche... vi sono delle consigliere comunali, vi sono delle deputatesse. E in Spagna vi sono cinque ministri che sono veri religiosi, /appartenenti/ (a) a quell'istituto laicale, istituto secolare meglio, che si chiama di Santa Croce, o Opus Dei (b).
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Oh, qualche cosa di simile credo che sia venuto il tempo di fare. Anche la Famiglia Paolina deve seguire l'esempio di altri istituti grandi e così trovare le vie per moltiplicare il bene.
Potete incominciare dalle preghiere particolarmente adesso che celebrerete la novena di Gesù buon Pastore. E poi intanto, tenendo presente questo e con qualche foglietto che vi dò, potrete anche cooperare in qualche maniera ad allargare il bene e allargare tutta l'opera vostra e tutta l'opera della Famiglia Paolina.

Albano Laziale (Roma)
5 aprile 1958
pomeriggio Sabato Santo

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107 (a) Cfr. la Costituzione Apostolica di Pio XII, Provvida Mater Ecclesia, 2 febbraio 1947, in «Atti e discorsi di Pio XII», EP Roma 1952, vol. IX, pp. 43-48.

108 (a) A questo punto si interrompe perché dei rumori, probabilmente di operai, disturbavano e dice: «Oh, non si potrebbe aspettare... aspettino un poco... eh, non sarò lungo meno!...».

109 (a) I Fratelli delle Scuole Cristiane, istituto laicale a voti semplici, fondato da san Giovanni Battista de la Salle. Le prime scuole iniziano già nel 1679 ma viene eretto canonicamente da Benedetto XIII solo il 26-1-1725. Ha come fine specifico «dare un'educazione cristiana ai fanciulli; e per questo si tengono le scuole...» (dalle Regole comuni, I, 4).

110 (a) R: agli altri di dare e di procurare...

111 (a) Questi concetti si trovano nel già citato documento di Pio XII, alle pp. 47-48 del vol. IX.

115 (a) R: appartenente.
(b) Opus Dei (Società sacerdotale della Santa Croce). Istituto secolare fondato il 2-10-1928 dal vescovo Josemaria Escriva de Balaguer y Albas, nato a Barbastro (Spagna) il 9-1-1902, morto a Roma, il 26-6-1975.