Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XX. CREATIVITÀ PASTORALE
È utile adoperare le filmine nel catechismo, rende i bambini più attenti e la spiegazione più chiara e maggiormente *** E potete dire al parroco che vi compri la macchinetta e poi dopo che vi comperi la serie di filmine catechistiche; anche quelle liturgiche, ma forse prima quelle catechistiche, dove son rappresentati i misteri della fede, la vita di Gesù Cristo e poi i sacramenti ecc., tutto quello che è l'insegnamento del catechismo. Oggi bisogna progredire. Anche le piccole pellicole catechistiche certamente servono. Si lamentano che la spesa è un po' forte, ma intanto vedo che in tutte le nazioni i cortometraggi catechistici sono chiesti e, anche ieri [c'è stata una] richiesta dal Cile - il Cile è la regione più in fondo all'America meridionale, accanto all'Argentina - il vescovo ausiliare del Cardinale, e poi in generale i parroci. Ma forse le parrocchie in cui siete sono più povere. In questo bisognerà vedere. Del resto non sono sempre le parrocchie più ricche che facciano le cose più necessarie. Parlarne: qualche esempio negli esercizi, qualche esempio di proiezione si può fare? Ne avete? Sì. E i parroci hanno già comperato? Sì, insistete molto.
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E adesso volevo dire a riguardo delle filmine: le liturgiche ce le avete? I sacramenti sì, questi sono già anche liturgiche. Le varie azioni della messa? La estrema unzione? Sì! E poi è utile che abbiate anche le altre cose e supponiamo: la benedizione del fonte battesimale, la processione delle candele cioè [che si fa] il due febbraio, le ceneri con la spiegazione che è annessa per l'inizio della quaresima, le funzioni della settimana santa come sono state organizzate ora. Poi si possono rappresentare tutti i tratti della vita di Gesù: del presepio perché viene il Natale, poi la presentazione di Gesù bambino al tempio perché è la Presentazione, poi la Circoncisione di Gesù, l'Epifania coi magi, la sacra Famiglia, il Crocifisso, l'Ascensione al cielo. Così Maria: la natività, il nome di Maria, il rosario, l'Immacolata Concezione, l'Assunzione... e poi le divozioni: 25 di marzo, annunziazione; poi i vari titoli che si danno a Maria, per esempio: Maria Auxilium christianorum, Regina Apostolorum, Salus infirmorum, Consolatrix afflictorum i vari titoli ***.
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La liturgia in famiglia [che è] vedere e rappresentare una famiglia, tutto quello che occorre in una famiglia: ci siano i quadri, ci siano i quadri della Madonna, quadro di Gesù buon Pastore, quadro che rappresenta il santo del capo di casa, per esempio del padre di famiglia, e poi che ci sia sicuro il crocifisso, che ci sia rappresentato «l'acquasantino»; la famiglia che dice il rosario alla sera insieme o le orazioni, e poi quello che riguarda i sacramenti in punto di morte, quando vi è qualche malato grave in casa, ecc. Poi vi sono le grandi chiese e tutte le funzioni patriarcali, le funzioni episcopali, ecc.
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Poco a poco istruzione liturgica: insistere molto quest'anno sulla liturgia.
Vedete, se penetrassero bene la messa la sentirebbero ben diversamente questa messa! Non più impalati al fondo della chiesa contro il muro o contro un pilastro per paura che caschi addosso; o che arrivino più tardi possibile e aspettino che il parroco abbia finito la spiegazione del vangelo, perché sembra loro che una messa che duri più di venti minuti o un quarto d'ora, sia troppo lunga. Se sapessero che cosa è la messa! Non è vero? Se sapessero che cosa vuol dir morire in grazia di Dio, battezzare per tempo il bambino, fargli far per tempo la prima comunione, insegnargli le orazioni, esigere che vadano alla domenica a messa, che continuino il catechismo anche adulti. E dei libri di liturgia anche popolari ce ne sono? Abbiamo stampato vari libri di liturgia, il più considerevole è il «Dizionario liturgico», ma se si vuole discendere più al pratico: messalini. Messalini: <che> c'è il messalino dei piccoli, c'è il messalino dei mediani - dell'età di mezzo voglio dire - c'è il messalino del lavoratore, c'è il messalino per tutti: che diventasse cosa comune nella parrocchia. Fissatelo un po' quest'anno un programma.
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E se si arriva a far capir cos'è la benedizione del santissimo Sacramento, cos'è il confessarsi, come è vantaggioso confessarsi, portare a casa la grazia di Dio, tornare a casa con Gesù nel cuore per mezzo della comunione! Ma se penetrassero la messa sarebbe già una grande cosa, perché in principio c'è la parte istruttiva, poi c'è la parte sacrificale, poi c'è la comunione. Questa messa la quale sia sentita bene: si preparino, partano da casa non per andar là a stare un quarto d'ora, venti minuti senza sapere cosa si fa. Ma proprio «intelligenza» della messa.
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Mi è capitato questo: ero vice-curato e vedevo degli uomini che, quando c'era il mercato sulla piazza (la piazza era proprio daccanto alla chiesa, la piazza del (mercato) e alle volte o a metà del mercato o verso la fine, venivano un poco in chiesa, e una volta mi sono /fermato/ (a) lì (con qualcheduno avevo già un po' di conoscenza): «Ebbene, fate la visita a Gesù?» «E, senta, io domenica non sono venuto a messa, ma so che una messa deve durare venti minuti, un quarto d'ora, e sto un quarto d'ora in chiesa»... E così se l'aggiusta col Signore. Vedete quanta ignoranza, non è vero? Per portare un esempio. Eppure gente che se andava poi ancora in chiesa per un quarto d'ora /e [a] un sacerdote come si deve (b) diceva/: «Deve cavarsela in un quarto d'ora con la messa», vuol dire che aveva ancora un po' di fede, un barlume di fede. Prendere quel barlume di fede per allargare un po' la cognizione.
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Vedete, la liturgia è il libro dello Spirito Santo: la parte centrale è la messa e i sette rigagnoli che vengono daccanto sono i rigagnoli della grazia che sono i sacramenti, e poi questi rigagnoli si dividono ancora in piccoli rigagnoletti, piccoli rivi, non è vero? E allora che si fissino che in quel paese c'è una chiesa che è la casa di Dio, e in quella chiesa c'è un tabernacolo che è l'abitazione di Gesù Cristo, e che il cuore dei parrocchiani deve rivolgersi là: di là procede la vita eterna, procede la grazia, procede la pace, ecco... E con quel Gesù lì si ha da fare i conti dopo la vita.
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Lui dalla parrocchia ti guarda se la casa è vicino, se la casa è lontano e se la casa è lontano dalla parrocchia magari sei o sette chilometri, ti segue, vede cosa fai, vede come stai in famiglia, i lavori che fai, le pene che hai. Sentire che c'è Gesù Cristo vivo e vero in quel circuito, in quello spazio [che è (a) la] parrocchia. Sì, proprio sentire Gesù. Alle volte non sentono niente, non capiscono che il primo cittadino è quello, quello che ha fatto le vere leggi che son le leggi eterne, quello che dà la grazia per osservarle, quello che porta la consolazione, quello che darà il premio; quello che aiuta in famiglia, quello che fa sana la gioventù e l'avvia per le strade giuste, <da cui> colui da cui dipende tutto.
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Parlar con fede, eh? Non delle parole fredde. Siate piene di Gesù Cristo e allora il nome di Gesù Cristo vi viene in bocca tutti i momenti anche quando non vi sembrerebbe a proposito, almeno per alcuni, che vi sembrerebbe persino strano. Piene di Gesù Cristo, per dare Gesù Cristo, è lui in quo salus vita et resurrectio nostra (a), tutto.
Questo delle rappresentazioni liturgiche per mezzo delle filmine e questo spiegare abbondantemente, largamente la liturgia prendendovi qualche libro di guida è grande cosa, eh. Fa pensare che lì vi è uno il quale è Dio che ci ha creato, il quale è padrone della vita, che può richiamarti da un momento all'altro a sé nel giudizio suo, per premiarti o anche per castigarti; che tu non devi /offendere/ (b), [ma] devi farti amico perché ne hai bisogno per il presente e per l'eterno; che guai a chi lo contraddice, lo combatte perché, come si troverà poi? Combattuto Gesù Cristo, adesso vuoi andare a prendere il premio da Gesù Cristo? Come vuoi morire? Parlare di Gesù Cristo!
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Riempitevi di Gesù Cristo. Che Gesù Cristo venendo nell'anima, penetri tutte le facoltà dell'anima, l'intelligenza, la volontà e il sentimento, penetri tutto l'essere. Che siate proprio tante fiamme accese in quella parrocchia, fiamme accese, accese del fuoco del tabernacolo. E allora è un'altra vita, sapete. Sentiranno cosa vuol dire «Pastorelle». E vi vedranno devote in preghiera nelle vostre adorazioni e prenderanno l'esempio i grandi e i piccoli, i grandi e i piccoli! Perché il Curato d'Ars, parroco modello, ha cominciato a attirar la gente col far l'adorazione e allora si affacciavano alla porta a guardare: «Cosa farà? Star tanto tempo lì!» E lì è l'inizio, e dopo è seguito quel che è seguito.
Pregare! Che in quella parrocchia non si bestemmi il nome di Gesù Cristo, che si cantino le lodi, che vengano tutti.
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E ieri domandavo notizie di una parrocchia che conoscevo da tanti tanti anni; beh, la notizia è stata quella: «Veda, lì c'è entrato un po' il diavolo, prima forse non c'erano che due o tre persone del paese che non andavano a messa, e son discesi a cinquanta per cento, andar a messa. Adesso, da un poco c'è il parroco nuovo, delle suore che sono brave, e in due anni dal cinquanta per cento che si era ridotta a andare a messa, son già «l'ottanta per cento», due-tre anni, forse non ancora tre anni che c'è quel parroco. È tutto vita.
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Oh, le suore che danno un grande aiuto e nell'asilo e all'Azione Cattolica e poi al culto. Anche tener bene la chiesa e cantar bene fa capire che quella non è la casa ordinaria e che bisogna tenerla meglio che un salotto. E non è una casa ordinaria che bisogna far bene le cose in quella casa, quindi: il canto, la presenza, star inginocchiati, rispettosi, non parlare, non ridere... Venire al pratico. Far sentire Gesù Cristo nella parrocchia. Farlo sentire. E se potete adoperare anche questo mezzo, adoperatelo: ci attacchiamo a tutto per far del bene, eh? Nessuna cosa, anche i piccoli mezzi, nessuna cosa va trascurata, i piccoli e i grandi mezzi. E se non vi sentite anche tante volte di parlare, la pietà parla da sé, eh? Il contegno parla da sé, la modestia con cui si comporta la suora parla da sé.
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Vi sono tante cose che non sono apostolato della parola ma sono apostolato della vita interiore, apostolato dell'esempio, apostolato della sofferenza, apostolato della preghiera, apostolato della parola spicciola. Due parole: «Eh, ricordati che hai da morire. Stai lì a bestemmiare, poi ci caschi nelle mani, a quel Dio che bestemmi, *** Ricordati che hai da morire». Basta! E qualche volta più incoraggiamento alle anime perché si mostran un po' sconfortate e poi Gesù Cristo consolerà, Gesù Cristo darà forza, darà la luce. Noi siamo piccoli servitori di Gesù e facciamo qualche cosa che lui ci chiede, poi la grazia è lui che la dà. Dunque coraggio, specialmente voglio dire: far sentire la vita di Dio! La natura è il libro del Padre, la rivelazione è il libro del Figlio, la liturgia è il libro dello Spirito Santo, quindi è il libro che deve fruttar la grazia e la vita eterna, applicazione cioè della redenzione operata da Gesù Cristo sul calvario.
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Parlare di Gesù buon Pastore eh, e cominciare - se è possibile - a vendere i quadri di Gesù buon Pastore anche perché sappiano che c'è un pastore in quella parrocchia; il pastore vero è Gesù Cristo, è il pastore, e chi lo rappresenta è il parroco. E se fate entrare la Madonna, il buon Pastore, il crocifisso in tutte le famiglie è già un apostolato liturgico importante. Perché, quel quadro sta là ma non è mica un quadro di ornamento, come sarebbe un quadro *** un quadro della natura, voglio dire un paesaggio ad esempio, è un quadro che basta guardare perché si senta che di là vi è qualche parola, qualche luce che arriva all'anima.
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Le pastorelle sante hanno un fuoco dentro e allora sono inventive, e quante cose mettono in attività, in azione, partendo da quel che è possibile giorno per giorno! Non immaginarsi subito cose grosse, ma va tanto bene che partiate dai bambini e poi si viene agli altri, agli adulti. Ma, fuoco nel cuore eh? Se non c'è Gesù Cristo dentro, con quel cuore che è sormontato da un globo di fuoco, sì, sarà così: che si compie una tecnica di apostolato pastorale, ma lo spirito, eh, non sarebbe così abbastanza vivo. Lo spirito dobbiam dare! Lo spirito.

Albano Laziale (Roma)
21 agosto 1958

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278 (a) R: parola non comprensibile.
(b) R: e credeva che a un sacerdote come si deve gli diceva.

280 (a) Nastro deteriorato.

281 (a) Dall'antifona d'ingresso della messa dell'Esaltazione della Croce, 14 settembre, messale d'altare, p.. 805 (cf. Gal. 6,14)
(b) R: offenderti.