Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XXV. LA NOSTRA MISSIONE
In occasione della Vestizione e Professione
Abbiamo celebrata una funzione abbastanza lunga ma tanto e immensamente più consolante, perché un buon numero ha messo in mezzo, tra loro e il mondo, come un muro, che è l'abito religioso vestito; e poi abbiamo assistito all'offerta generosa di un numero consolantissimo di figliuole che, terminato il loro noviziato, con piena coscienza, dopo matura deliberazione e portate dalla forza della grazia dello Spirito Santo, si sono consecrate a Dio. E ora canteremo il Magnificat per ringraziare [Dio] con la Vergine santissima, la prima suora. Tutte le altre suore si son chiamate Maria, accettando il nome nuovo nella professione e perché Maria è la prima, e quella che precede. E in Oriente non si usa chiamare le suore con il nome comune, - in parecchie regioni, non in tutte - le chiamano semplicemente Maria. E questo è significativo.
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Tre brevi pensieri. In Francia, in questo anno, vi è un gran movimento di vescovi e comitati di parroci, per prepararsi a celebrare il centenario del grande parroco, piccolo e grande, piccolo perché il suo paese era piccolo, la popolazione piccola, ma grande per le opere che ha fatto: il Curato d'Ars (a). È un movimento, e ci sono pubblicazioni e si son preparati canti, ecc. Ecco, quel parroco ha convertito il paese, il quale era stato da tempo trascurato; ha convertito il paese in primo luogo con le sue adorazioni, con le sue preghiere. I primi passi erano molto difficili e d'altra parte egli era un uomo modesto e mite.
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In primo luogo rivolgersi a Gesù. Andando nelle parrocchie, il vostro primo ufficio non è quello delle opere esterne parrocchiali, è la preghiera per la parrocchia. Formare un centro di orazioni perché nella parrocchia il parroco possa egli avere una famiglia, la famiglia di Dio, cioè tutti siano in grazia e vivano in grazia. Non nella parrocchia della gente che è morta alla grazia di Dio, che magari esteriormente mostri attività ma che interiormente invece sia distaccata dal Signore; perché il Curato d'Ars è entrato in una parrocchia che si poteva chiamare il cimitero spiritualmente, ma l'ha lasciata una famiglia di viventi: anime che, vivendo la loro vita unita a Dio, ecco, si preparavano al cielo.
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Secondo pensiero. Quest'oggi celebriamo la festa di un grande santo, san Pio X (a), il grande parroco, il grande vescovo, il grande cardinale, il grande Papa! San Pio X. Tanto grande quanto era umile! E, nelle lezioni del breviario, leggiamo questo commento al vangelo di oggi, come il Signore Gesù esiga l'amore alle anime: «Mi ami tu Pietro?» [cf. Gv. 21,15], e ha voluto che san Pietro rispondesse tre volte «sì». E a ogni protesta di amore di Pietro a Gesù, Gesù rispondeva: «Pasci i miei agnelli... pasci le mie pecorelle» [Gv. 21,15; 17].
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Andate e amate la parrocchia dove andate. Amate tutti senza distinzione: sono tutti creature di Dio, anime redente dal sangue di Gesù Cristo e anime alle quali il Signore tiene il paradiso aperto, e voi avete da accompagnarle. Farvi un gran fondo di carità; domandare, per intercessione di san Pio X, questo: possedere un cuore come il cuore di Gesù buon Pastore, un cuore tutto acceso di amore al Padre celeste e tutto per le anime. «Nulla ho risparmiato per le anime» [cf. Gv. 19,30], poté dire Gesù, e non risparmierete nulla. In prudenza, ma attorno a voi ci sia sempre il clima della bontà. «Si guadagnano più mosche con un cucchiaio di miele che non con un barile di aceto», diceva san Francesco di Sales. La bontà! La bontà vera, quella che è veramente bontà, ed è bontà vera perché è anche unita alla fortezza! Come Pio X, tanto mite e tanto forte contro il male.
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Terzo pensiero: Oggi per voi è la festa di Maria, madre di Gesù buon Pastore ed ecco che noi mettiamo sotto la protezione di questa Madre, Sub tuum praesidium confugimus (a), mettiamo sotto la protezione di questa madre di Gesù buon Pastore, voi, i vostri cari, quelli che assistono qui oggi alla professione, i parroci che vi hanno preparato <a> in questa vocazione e che vi hanno mandate. Mettiamo sotto la protezione di Maria poi tutto il vostro apostolato futuro e tutte le anime che incontrerete. E sopra tutte, per mezzo di Maria, chiediamo a Gesù buon Pastore la benedizione.
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Vedete, Gesù buon Pastore ha voluto: nascer da Maria, essere cresciuto da Maria, accompagnato da Maria in tutti gli anni della vita privata, e poi ascoltato da Maria durante la vita pubblica, ed essere ancora da /lei/ (a) accompagnato nella via del calvario, durante la crocifissione e le agonie sulla croce.
Ecco Maria, che ha così accompagnato Gesù buon Pastore, accompagni tutti i sacerdoti e accompagni coloro che hanno da cooperare con i parroci nelle varie parrocchie. Umili e ferme, zelanti e ardenti cooperatrici dello zelo pastorale: i parroci, i vescovi, il Papa. Questa Madre celeste non vi lascerà, vi accompagnerà: Sub tuum praesidium! E nelle difficoltà avete udito la raccomandazione, nelle difficoltà interverrà e renderà facile le cose difficili. Le cose difficili prima, di esser sante noi, santi noi, e le cose difficili [poi] l'apostolato che in questi giorni, in questi tempi presenta nuove difficoltà. Eh, le difficoltà sostanzialmente son le antiche perché son sempre le tre concupiscenze, ma hanno aspetti nuovi e hanno quasi manifestazioni nuove. E allora quanto più i tempi son difficili tanto più ricordiamoci: Maria in cielo, la Madre che vede e che ama e che prega per noi: rivolgiamoci a lei!
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Fate bene a cantare quella lode che qualche volta ripetete, «Dammi la mano», a Maria; sì, come bambine! Le bambine dan la mano alla mamma quando si trovano nei passi difficili. Date la vostra mano a Maria, ella vi condurrà. E vi condurrà bene e vi darà consolazione, e renderete anche liete le popolazioni, servirete bene, accompagnerete bene i parroci nella loro azione, nel loro zelo. E poi tutti, tutti insieme, eh? Tutti per diverse vie, convergenti al paradiso. Avanti! Paradiso! Quella è la gran meta e quello deve essere il filo conduttore che ci guida nella via buona, tutti! Tutti! lassù in paradiso, dove si riuniscono le famiglie e si riuniscono le comunità e si riuniscono le parrocchie.

Albano Laziale (Roma)
3 settembre 1958

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355 (a) San Giovanni Maria Battista Vianney, la cui festa nel calendario liturgico rinnovato si celebra il 4 agosto.

357 (a) Nel calendario liturgico rinnovato la festa si celebra il 21 agosto.

359 (a) È la più antica preghiera alla Vergine che si conosca. Il testo originario è conservato in un foglio di papiro rinvenuto in località non nota d'Egitto. Si ispira a testi biblici. Il tono della preghiera sembra indicare un tempo di persecuzione (Valeriano, Decio) da cui si anela a esser liberati. E la preghiera è rivolta direttamente a Maria, come soccorritrice e salvatrice, essendo la madre di Dio. Con la chiara affermazione della maternità divina di Maria la preghiera ha una manifesta allusione anche alla sua immacolata purezza

360 (a) R: lui.