Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XI. PASTORELLE E APOSTOLI LAICI
Vi ho già parlato degli Istituti Secolari. Ricordando di nuovo, gli Istituti Secolari sono associazioni o unioni di persone le quali vivono nel mondo per lo più, oppure parte nel mondo e parte in comunità, e fanno due cose i membri: primo, il desiderio di tendere alla santità mediante l'osservanza dei voti di povertà, castità ed obbedienza e poi [in] secondo luogo, esercitare pienamente l'apostolato anche in quelle parti che non sono possibili al sacerdote né alla suora. Quindi due condizioni: sete di santità, amor a Dio; e secondo, amore alle anime e sete di anime, desiderio di aiutare in tutte le forme e secondo le circostanze le anime per la loro salvezza.
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Gli istituti possono essere maschili o femminili: l'istituto maschile san Gabriele dell'Addolorata e l'istituto femminile Maria SS.ma Annunziata. San Grabriele Arcangelo, non dell'Addolorata. San Gabriele Arcangelo portò l'annunzio a Maria della incarnazione e propose a Maria di accettare l'ufficio di madre di Dio, madre del buon Pastore, madre del Redentore. E Maria lo accettò e accettando questo ufficio proposto dell'arcangelo a nome di Dio, ecco: Verbum caro factum est et habitavit in nobis [Gv. 1,14], il Figliuolo di Dio si fece uomo e abitò fra gli uomini. Oh, si domanda se all'istituto «S. Gabriele Arcangelo» possano appartenere i sacerdoti secolari [nel]le parrocchie: certo, sì, non i sacerdoti religiosi i quali sono già legati a un istituto e hanno già seguito la loro vocazione. E all'istituto «S. Maria Annunziata» o delle Annunziatine possono appartenere le suore? No, perché hanno già abbracciato la loro vita e sono religiose nel proprio senso.
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I voti degli istituti secolari sono perfettamente uguali ai voti degli istituti religiosi come il vostro? No! Voi avete i voti religiosi pubblici, semplici però, e gli istituti secolari hanno i voti che non sono giuridici, ma sono riconosciuti e sono sociali e sono conosciuti sebbene hanno il valore di voto privato.
Vi è poi la differenza, che mi pare già di aver ricordato, fra gli istituti religiosi e gli istituti secolari: la differenza riguarda l'apostolato. Gli istituti religiosi come il vostro /hanno il loro/ (a) apostolato e tutte le persone devono compiere l'apostolato del l'istituto, che è l'apostolato della parrocchia, apostolato parrocchiale. Così un altro istituto religioso avrà un altro fine; potrebbe essere un fine, per esempio, delle opere di carità curare i malati negli ospedali. Invece gli istituti secolari non hanno un apostolato proprio.
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La direzione dell'istituto lavora perché tutte le persone tendano alla santità ed /esercitino/ (a) un apostolato, ma ogni membro dell'istituto fa l'apostolato che conviene e cioè quello che è secondo il suo stato, la sua età per esempio, la sua condizione, quello che è necessario nel suo posto. Ad esempio se una persona è sempre inferma e non può <darsi> dedicarsi alle opere, farà l'apostolato della sofferenza; invece la persona che si può dare alle opere, potrà essa dedicarsi al catechismo e forse anche suscitare delle figliuole e prepararle ad essere catechiste, oppure nel paese potrebbe fare un'altra missione.
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Una parrocchia grande, di circa trentamila abitanti, aveva una di queste persone la quale si era fatta come l'apostola dei malati. Il suo apostolato era questo: sempre tenersi al corrente dei malati che c'erano nella parrocchia. E aveva delle aiutanti, delle giovani e delle donne che l'avvertivano, anche degli uomini; poi andava a avvisarli perché ricevessero i sacramenti e per lo più li preparava. Poi qualche volta, quando c'era bisogno ed eran poveri, eh, cercava anche di farli ricoverare all'ospedale oppure procurava le medicine e in sostanza era l'apostola degli infermi della parrocchia. Una persona così che esercita un tale apostolato va molto bene in una parrocchia! Ed era difficile quindi che qualcheduno morisse senza sacramenti. Prima, tante volte il parroco non veniva neppur a conoscenza che ci fosse un malato, veniva poi a conoscenza quando magari il malato era passato all'eternità, e perciò molte volte [i malati] passavano all'eternità senza il sacerdote, senza i sacramenti.
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Così una di queste figliuole potrebbe nella parrocchia far centro delle opere caritative; zelare per esempio le conferenze di san Vincenzo, oppure farsi raccoglitrice di offerte per portare ai poveri, ai bambini che sono orfani, o a vecchi o in sostanza a gente bisognosa e poi organizzare la raccolta delle offerte. Ma mentre che si distribuiscono poi le offerte <e> si possono fare tante cose, per esempio ai bambini fare un po' di catechismo, i poveri vedere se vanno a messa e i disoccupati se potessero trovare lavoro, ecc.
Di conseguenza i membri dell'istituto non hanno un apostolato comune a «tutti», un solo apostolato: ci possono essere cento membri e esser /cento/ (a) apostolati.
E potrebbe essere una che raccolga gli abbonamenti o distribuisca il bollettino parrocchiale, sostenga la buona stampa per esempio con la biblioteca parrocchiale nel paese. E allora questo apostolato va benissimo, sia benedetto dal Signore, e coloro o colei che lo esercita fa un'opera molto utile nella parrocchia.
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Vi sono poi di quelle persone che non si contentano del bene nella loro parrocchia, ma fanno un bene più largo nella diocesi, appartengono all'Azione Cattolica ad esempio, e esercitano gli uffici principali nell'Azione Cattolica, compiono, oppure sostengono le opere catechistiche diocesane, le opere missionarie, le opere che non riguardano - supponiamo - la Università Cattolica, il giornale quotidiano, ecc. Quel che deve rimaner impresso si è che tutte sono obbligate a fare l'apostolato, ma quello a cui si sentono più portate e quello che è più necessario nel loro ambiente, ecco.
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Oh, si domanda come possono praticare la povertà e l'obbedienza e la castità. Quanto al voto di castità, è uguale tanto per questi istituti secolari come per i religiosi, le religiose propriamente dette. Giuridicamente tali! Ma hanno più pericoli, vivendo nel mondo, queste persone, e allora ci vuole un noviziato più lungo e un succedersi di anni di voti temporanei più abbondante - otto anni in generale prima che possano fare i voti perpetui, eccetto che poi, con la direzione, si veda il caso di anticipare o anche di posticipare -.
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Quanto al voto di povertà è chiaro, queste persone devono spendere perché devono vivere, quindi devono maneggiare denaro e non possono mica per ogni singola spesa chiedere alla superiora. Domandano negli esercizi un permesso generale e presentano un preventivo delle spese che prevedono che dovranno fare. Poi alla fin dell'anno presentano il consuntivo e sentiranno se, come hanno fatto, andava bene oppure vi sarà da rimediare per l'anno successivo. Vi è poi la difficoltà che fanno riguardo al caso di malattia oppure per la vecchiaia, ma sopra questo punto ci sono due soluzioni che sono /tutte/ (a) due buone, ma adesso per voi non è il caso di ricordarle.
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Ugualmente diverso è il modo di compiere l'obbedienza. È sempre obbedienza, ma è un'obbedienza la quale non è così minuta /da/ (a) sentire ogni momento le disposizioni. Durante gli esercizi si espone quello che si dovrà fare e si chiede il permesso per tutto l'anno. E si deve compiere!
Poi, perché rimanga sempre vivo il legame fra la direzione e i membri, ogni mese mandano un resoconto spirituale: come hanno fatto, che cosa hanno trovato di difficoltà e quali consigli possono chiedere, domandano i consigli necessari per il mese seguente.
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Oh, è chiaro che in questi casi le osservanze dei voti, eh, sono più difficili e perciò ci vuole molta virtù. Quindi non molte persone, ma persone scelte, persone già di vera virtù e provata; non giovani come può essere per un istituto religioso, [ma] un po' più avanti negli anni, che abbiano già le esperienze e la sicurezza di poter mantenere poi i voti prima di farli. Più difficoltà sia per la povertà sia per la castità e sia anche per la obbedienza.
D'altra parte tutta la loro vita deve sfociare nell'apostolato, esercitare appieno l'apostolato. E la loro vita è ordinata all'apostolato, diversamente quelle persone potrebbero dedicarsi o alla vita contemplativa o dedicarsi ad un altro istituto di vita contemplativa ed attiva e, per conseguenza, vivere la vera vita religiosa ed esercitare l'apostolato che è praticato in tutto l'istituto e da tutte le iscritte, da tutti i membri dell'istituto stesso.
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Oh, quello che volevo dire: ricordare che Gesù non elesse solamente i dodici apostoli, ma settantadue discepoli che mandò in giro ad annunziare il regno di Dio, e rappresentano questi. Oh, d'altra parte è stato scritto tanto in questi ultimi tempi di questi istituti. E tanti che vivono nel mondo che non sono conosciuti come religiosi, sono veri religiosi, vere religiose, e compiono quell'apostolato proprio per missione e obbligo di coscienza. Perché non si entra nell'istituto se non avendo quel fine determinato di spendere la vita, in quanto è possibile nelle loro condizioni, nelle loro circostanze, per le anime, per il prossimo.
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Oh, chiedere a Maria la grazia di capirlo bene questo, chiedere a Maria che moltiplichi i membri di questi istituti che d'altra parte non potrebbero dedicarsi alla vita strettamente religiosa, e chiedere che siano osservanti e chiedere che i due istituti per cui si lavora possano consolidarsi e portare nella chiesa di Dio frutti abbondanti.
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Molte di queste persone potrebbero trovarsi anche nelle parrocchie dove siete, almeno in una certa misura. E se si trovano e si fanno sorgere persone che lavorino accanto a voi, quanto più potete fare nelle parrocchie! Sarebbero di grande aiuto. E poi, siccome ogni persona esercita il suo apostolato, allora si ha questo bene, che quell'istituto - supponiamo - delle Annunziatine compie tanti apostolati e arriva in tanti settori della società dove non si potrebbe altrimenti arrivare.
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Gesù buon Pastore, che ha eletto i settantadue discepoli e li ha mandati così nelle città e nei luoghi dove doveva andare, vi ispiri e vi guidi, vi illumini, sì! Aver molta umiltà. Son tante le anime che vogliono amare il Signore e arrivare ad una santità distinta. Hanno bisogno di orientarsi ed esser dirette queste anime: ciò che è possibile in un istituto! E d'altra parte compiendo un apostolato sotto una guida, ecco che le loro forze, le loro energie sono spese per Dio e spese per il prossimo.

Albano Laziale (Roma)
17 aprile 1958

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138 (a) R: ha il suo.

139 (a) R: esercita.

141 (a) R: centi.

144 (a) R: le.

145 (a) R: di.