Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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30. DISCERNIMENTO DELLO SPIRITO DEL BENE E DEL MALE

...da allora nessuna verità di fede è più stata rivelata. Tutto quello che la Chiesa insegna è ricavato dalla Scrittura e dalla Tradizione, Tradizione che si collega agli Apostoli, quindi si collega a Gesù.
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Noi abbiamo da considerare qualche cosa che riguarda lo spirito, il discernimento dello spirito o degli spiriti. Spirito vuol dire tendenza, propensione, inclinazione. E vi sono tre sorta di spiriti in riguardo al servizio di Dio: vi è uno spirito diabolico, carnale; e vi è uno spirito invece umano, naturale; e vi è uno spirito divino, cioè uno spirito soprannaturale.
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Ora, è importante, secondo insegna l'Imitazione di Cristo, distinguere bene quelle tendenze, quelle ispirazioni, quelle volontà che vengono in noi, se procedono dallo spirito di Dio o dallo spirito di Satana o dallo spirito semplicemente umano e anche carnale. Tante volte desideriamo qualche cosa, vorremmo fare qualche cosa, e tuttavia occorre sempre vedere se questo desiderio, questo volere nostro proceda dal Signore oppure è un'illusione.
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L'Imitazione di Cristo li distingue tanto a lungo e con precisione nel libro III, al capo LIV: "I moti della grazia e i moti della natura"1. I moti della grazia dipendono dalla luce di Dio, dipendono dalla grazia del Signore.
I moti invece della natura procedono dalla carne, procedono da desideri che sono umani, che non sono soprannaturali, quindi. Occorre allora distinguere.
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Quello che procede da Dio è sempre calmo, sereno e tutto tende a convogliarsi nell'obbedienza, nella vita comune, nell'osservanza religiosa. Nessun religioso può essere veramente santo se non è osservante perché lo spirito di Dio ci porta sempre a vivere nella sottomissione a Dio, nell'assecondamento del volere di Dio, il che significa, per chi è religioso, di vivere la vita religiosa nelle singole parti e in ogni momento.
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Anime che vogliono fare cose eccezionali, ma che non sono secondo il volere di Dio, non sono secondo la vita religiosa. Perdono il tempo e si inorgogliscono interiormente di saper fare delle cose, magari eccezionali; particolarmente che si venga notati, cioè che si attiri lo sguardo e la stima come di anime spirituali, come di persone che sanno compiere azioni buone magari, ma diverse, fuori di strada, diverse da quello che importa all'obbedienza e alla vita religiosa, eccezionali. E allora è l'amor proprio che lavora sotto specie di bene.
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Ora, lo spirito di Dio porta sempe a delle cose che ci uniscono di più al volere del Signore, all'aumento di fede, all'accrescimento dell'amore verso Dio e specialmente all'umiliazione e al sacrificio, quindi all'azione e all'amore del prossimo in conseguenza.
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Quando invece si tratta di amor proprio, questo si viene a conoscere se c'è tendenza alla stima degli uomini, a farsi notare, a farsi avanti; se c'è tendenza alla comodità, a ciò che piace di più; se c'è tendenza a soddisfare un po' i sensi e a soddisfare quello che può essere accidia o altra passione come sarebbe la curiosità, come sarebbe l'andar fuori della strada che ci è tracciata.
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Lo spirito diabolico poi è più cattivo ancora e tante volte opera, questo spirito diabolico, nell'anima sotto aspetto di bene; ma in realtà, quello che si vuole non è secondo il volere di Dio. Alle anime che vogliono attendere alla perfezione, il diavolo molte volte non propone delle cose proprio cattive perché si allarmerebbero, si spaventerebbero, ma propone delle cose che hanno aspetto di bontà, anzi vorrebbero dire, far meglio. Ma far meglio contro la volontà di Dio, contro la volontà dei superiori, contro il proprio stato, non è mai... è un inganno.
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Allora sappiamo che gli scrittori distinguono questi tre spiriti: spirito divino, soprannaturale; spirito umano, anche carnale; e spirito diabolico, il quale spirito diabolico infine infine porta sempre a quello che è rovinoso, a quello che conduce l'anima per le vie sinistre.
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Occorre allora ben distinguere in noi quello che sentiamo di inclinazione o di propensione, quello che vogliamo intraprendere, ecc., per conoscere se quello entra nel volere di Dio oppure è suggerito, anche sotto aspetto di bene, dallo spirito non buono, cattivo, che poi in fondo o è carnale o è diabolico. Occorre sempre che, quando si scrive, si scrivano cose che possano venire lette dalle superiore e cioè, che siano tali che vedute o lette dai superiori, non ci portino rimprovero o umiliazione. Non bisogna far correre biglietti, le lettere così facilmente.
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La direzione spirituale, in generale, si riduce a guidare l'anima, guidare la persona religiosa, quando si tratta di persona religiosa, nell'osservanza delle sue Costituzioni e nell'osservanza dell'obbedienza e nel fare, giorno per giorno, ora per ora, quello che piace al Signore, quello che entra nello spirito della vocazione e nell'ufficio che ognuno ha. Oh, si può allora, qualche volta, dire: "Ma è per direzione spirituale". E la direzione spirituale da lontano è molto difficile, e tanto più pericolosa per lettere.
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In generale bisogna stare al pane quotidiano, e poi a quello che può venire consigliato e detto da chi deve consigliare e dire: il confessore, in particolare, e in particolare chi guida la comunità, chi guida le persone della comunità. Tuttavia qualche raro caso ci può essere anche di direzione spirituale, ma occorre conoscere già l'anima direttamente e conoscerla anche intimamente; diversamente sono consigli che vengono magari dati, ma che non sono secondo le necessità di un'anima. Un'anima che descrive quasi che ricevesse mille torti dalle sorelle, dalle superiore, e invece è una persona che non vuol stare sottomessa e può ingannare da lontano con lettere, perché non è abbastanza conosciuta. Bisogna che ci sia sempre la prudenza e bisogna che ci sia sempre già una manifestazione piena dell'anima.
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Oh, allora bisogna distinguere bene di dove partono quelle certe ispirazioni, tendenze, voglia di fare le cose e prendere decisioni, ecc.: quando vengono da Dio e quando vengono invece o dallo spirito umano, e forse anche carnale, o anche dallo spirito diabolico.
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I movimenti dello Spirito Santo in un'anima portano sempre alla pace, al sacrificio; portano sempre al rinnegamento di noi, e ad un più intenso amor di Dio, e ad una fede più profonda, e una fedeltà costante, momento per momento, al volere di Dio. I movimenti invece che vengono dalla natura o dal demonio, anche se sembrano procedere da spirito buono e dalla ricerca di fare il meglio, ingannano questi movimenti. Noi possiamo essere ingannati, sì.
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Quando poi il Signore vuole una cosa eccezionale da un'anima, fa accadere un complesso di circostanze e di cose che mostrano che quella è la volontà di Dio. Ma per questo il Signore quando vuol condurre un'anima per qualche via particolare ha a sua disposizione tutti i mezzi nella sua sapienza e nella sua bontà.
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Però sempre abbiam da dubitare di quello che è eccezionale e di quello che ci sembra bene ma che non è conforme proprio allo spirito o della vocazione o che non è conforme all'obbedienza, o ci fa perdere tempo in cose che sono di iniziativa propria e invece si perde tempo in quello che è dovere comune. Quante persone sono zelanti nell'intraprendere cose secondo il volere loro e quando poi sono invece davanti a quello che porta al proprio dovere sono pigre, lente, abbracciano poco volentieri, sì. L' Imitazione di Cristo parla chiaramente: tutte fervorose in quello che è di iniziativa, di volontà propria e lente invece quando si tratta di andare alle cose comuni, alle cose che si sa che sono volontà di Dio.
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Perché c'è stato disposizione, e ci sono le Costituzioni, e ci sono gli uffici che ognuno ha da condurre avanti, quello è il volere di Dio, quello è ciò che guadagna meriti. Alle volte uno si fa notare, ma son passi grossi, lunghi, ma fuori di strada. E uno va fuori di strada con passi lunghi. È meglio camminare sempre a piccoli passi nella via comune, in quello che si sa già che è dato, disposto, e si sa sicuro che è il volere di Dio. Così nelle letture, così nei discorsi, così nell'azione; sì. Vediamo di guadagnar meriti, non di guadagnare stima. Piacere a Dio, non piacere agli uomini o a noi stessi o soddisfare certe nostre inclinazioni perché si è propensi a qualche cosa che infine infine non tende e non va alla gloria di Dio, ma va a soddisfare noi medesimi.
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Dunque, nella stessa direzione spirituale c'è sempre da guardare ciò che procede dallo spirito di Dio, soprannaturale; ciò che procede dallo spirito umano o carnale; e ciò che procede dal diavolo o dallo spirito del male. Non crediamo così facilmente ai moti interiori, alle propensioni, alle tendenze. Ma esaminare se vengono da Dio o se procedono invece da un inganno del demonio oppure dalla passione o dell'orgoglio o della pigrizia o della sensualità o dell'invidia o da altra simile tendenza.
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Gesù Maestro, alle anime che fanno bene la Visita e che parlano familiarmente con lui, dà la sua luce. E queste anime guidate poi ancora da chi deve guidare, possono essere sicure di camminare sempre per la via del merito, per la via che piace a Dio, per la via della santità.
Sia lodato Gesù Cristo
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1 Imitazione di Cristo, libro III, cap. LIV: «Sui contrari movimenti della natura e della grazia».