Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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2. DOMENICA II DOPO L'EPIFANIA

Ora Gesù inizia il suo ministero di predicazione, la vita pubblica, e la incomincia, questa vita, con l'intervento di Maria, così com'era cominciata la vita privata nel presepio. Maria che ci dà Gesù. Qui, Maria che ci dà Gesù predicatore: Verità. E poi compirà la redenzione, Gesù, sul calvario, ma assistito da Maria. E quando la Chiesa inizia il suo lavoro, la predicazione nel mondo, gli Apostoli, nel cenacolo vi è Maria1.
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In quel tempo, c'era un banchetto nuziale...credettero in lui1.
Già erano stati radunati alcuni discepoli, ma non conoscevano chi egli fosse, non conoscevano che egli era il Messia, era il Figliuolo di Dio fatto uomo, ma vedendolo operare questo prodigio, allora «i suoi discepoli credettero in lui».
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Oh, allora, come Gesù ha fatto, così abbiam da fare noi. Maria è annunziata là, nel paradiso terrestre: «La donna ti schiaccerà la testa - disse il Signore al serpente - perchè vi sarà un'inimicizia fra te e la donna e fra il Figlio della Donna e il tuo seme»1, cioè la... i demoni che ti han seguito, in sostanza, perchè satana era seguito da altri demoni. Inter te et semen tuum et semen illius. E così, Maria sempre. All'incarnazione Maria dà il suo consenso2. Nel presepio noi ammiriamo Maria la quale veste il Bambinello e lo mette sulla paglia, ne fa l'esposizione perchè lo adorino: Giuseppe, i pastori3, i Magi4. Poi Maria assiste al suo sviluppo, gli dà il latte, lo cresce, lo avvia a pregare, ecc., lo assiste fino ai 30 anni in casa5. E chi sa quante conversazioni santissime fra il Figlio di Dio incarnato e la più santa delle creature, la Madre sua.
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E poi Maria segue Gesù. E qui, l'inizio della predicazione, cioè il momento in cui Gesù si mostrava quello che era, e perciò era necessario che credessero i discepoli. E per Maria si opera questo miracolo, e credono i discepoli e poi lo seguono fino al termine dei tre anni della sua predicazione. E quando è il momento in cui viene schiacciata la testa al serpente? E il momento in cui muore Gesù sulla croce, là si schiaccia la testa al serpente. C'è Maria, per mezzo del Figlio suo, in unione col Figlio suo e in dipendenza dal Figlio suo. E quando gli Apostoli non si azzardavano a iniziare la predicazione, e allora ecco, Maria, la novena allo Spirito Santo. E discende lo Spirito Santo sopra di lei e sugli Apostoli: repleti sunt de spiritu Sancto1. Furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a predicare. Quel giorno la Chiesa si manifestò e, nella prima predica, 3.000 persone aderirono alla Chiesa.
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Oh, allora, sempre Maria. Non possiamo fare a meno, non dobbiamo fare a meno di Maria. Non possiamo fare a meno se vogliamo l'abbondanza di grazie, non perchè non ce le possa fare Gesù, anzi le grazie vengono proprio da Gesù. Ma si ottiene più facilmente da Gesù la grazia chiamando Maria, come dice un santo Dottore: Più presto e più largamente ci vengono comunicate le grazie passando per Maria. Perchè? Perchè alle nostre deboli preghiere si aggiungono le preghiere di Maria. E allora non... siamo noi poveri peccatori indegni della misericordia di Dio, ma diciamo: «prega per noi peccatori» - diciamo a Maria - per noi peccatori, «adesso», specialmente nell'ora grande, nell'ora decisiva, «nell'ora della morte nostra». Allora: sempre, tutto, per Maria, con Maria, nelle intenzioni di Maria.
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E se c'è una creatura accetta a Dio, è proprio colei che è piena di grazia: Ave gratia plena, Dominus tecum,1 benedicta tu in mulieribus2. Perciò l'Ave Maria la recitiamo così frequentemente, la Salve Regina la recitiamo così frequentemente. E poi insistiamo nel problema maggiore della vita: «Vergine Maria, Madre di Gesù, fateci santi»3. Con quale divozione dobbiam recitare questa preghiera! La giornata, con una Ave Maria, con tre Ave Maria; la giornata che si chiude, con tre Ave Maria; il rosario frequente. E quando vi sono incertezze, ecc., vi sono tentazioni, difficoltà, a Maria: refugium peccatorum, Mater divinae gratiae, Mater boni consilii, refugium peccatorum, consolatrix afflictorum, Regina Apostolorum, Regina Virginum. Sempre Maria. La Chiesa così, presentandoci le Litanie, ha così moltiplicato i titoli che onorano Maria e che servono per noi a pregare, a supplicarla, Maria.
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Ora, ecco, la divozione a Maria. La divozione a Maria che sia la divozione prima; prima in questo senso: che per Maria andiamo a Gesù. Per Mariam ad Iesum. Per Mariam ad Iesum sulla terra, perchè noi per mezzo di Maria possiamo santificarci, e cioè, amare come dobbiamo amare il Figlio di Maria, Gesù. Per Mariam ad Iesum, cioè, per Maria godere Gesù in paradiso, a vedere Gesù, a occupare quel posto che ci ha preparato Gesù in paradiso1. Quindi, un'estrema confidenza in Maria: «Ricordatevi, o piissima Vergine Maria...»2. e, spes nostra, salve3. La salutiamo: la speranza nostra perchè Mater misericordiae.
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Ecco, adesso possiamo interrogarci: vi è in noi la vera divozione a Maria? La divozione che è fatta di fede, la fede per cui si credono le verità, i dogmi che la riguardano, cioè, che è Madre di Dio, che è vergine, che è immacolata, che è assunta in cielo. E poi l'insegnamento della Chiesa che può essere un giorno definito come dogma: Maria, mediatrice di ogni grazia. E allora chi vuole grazia e non si rivolge a lei, ecco, è come un uccello che vuole volare senza le ali1. L'uccello senza le ali non può volare; l'aeroplano senza le ali non può volare. L'aeroplano fu ideato sull'esempio, sul modello che è l'uccello. L'aereo ha due ampie ali e poi ha la forza in sé, cioè nel corpo, o meglio dire, nella testa mediante il motore. Oh, allora, ecco, l'aereo non può alzarsi senza le ali; e il passero non può alzarsi senza le ali. E allora, chiunque vuole grazie e senza passare da Maria: come un uccello che vuol volare senza le ali.
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Perciò, che cosa dobbiam fare? Aver questa fede e poi presentarci a Maria come poveri peccatori. Il titolo che noi abbiamo di presentarci a Maria, la ragione per cui chiediamo le grazie, la sua misericordia, quale è? Possiam portare davanti i nostri meriti? Ma dove sono? Anche quel che si fa già di bene è di Dio, perchè non avremmo alcun merito se non ci fosse la grazia di Dio, e se ad ogni nostra azione non venisse unita la grazia di Dio, l'elevazione all'ordine soprannaturale. Allora la nostra ragione, il nostro titolo per presentarci a Maria, chiedere le sue grazie, quale sarà? Sarà la sua misericordia, da una parte, ma dobbiamo far calcolo sopra le nostre miserie perchè Maria soccorre di più chi è più miserabile. Finchè non ci sentiamo peccatori, indegni, i maggiori peccatori, noi avremo sempre un grado limitato di grazie da Maria.
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[I nostri titoli sono questi: esseri miseri, incapaci, peccatori, deboli e fragili; incapaci, alle volte, a tacere una parola o di dire una parola, secondo i casi. Perché? Perché la madre soccorre di più chi è più malato. Così in una famiglia, la madre di famiglia si premura di più per il figlio che è più malato, anche se ce ne sono degli altri figli, son tutti migliori, ma la preferenza è per chi è più malato. Se noi abbiamo raggiunto questa convinzione, allora avremo le preferenze di Maria. Il nostro titolo, Maria, è questo: io sono il più peccatore, sono il più debole, sono il più soggetto alle difficoltà, tentazioni e ho più responsabilità a tante grazie che non ho corrisposto; vedi, Maria, sono il più ammalato, vieni subito da me, preferisci l'anima mia, soccorrimi, io non ho altro titolo che fare come il malato che va dal medico, racconta le sue malattie, il suo male, espone i suoi disturbi di salute; e più ha disturbi, più ha malanni, più il medico s'interessa. E se uno ha solamente qualche piccolo dolore... qualche piccola infermità l'hanno tutti, anche i sani.
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Dunque, esponiamo le nostre miserie, come quelli che vogliono la carità raccontano i loro bisogni per commuovere il cuore di coloro che sentono e a cui si rivolgono per avere aiuto. Questo è il nostro titolo: Mater misericordiae, ed è il titolo per cui ci rivolgiamo a Maria: illos tuos misericordes oculos ad nos converte... Guarda tutte le mie piaghe, non ho parte sana in me: ha peccato la mente, han peccato gli occhi, l'udito, il cuore, i piedi stessi andando di qua o di là, la lingua, ecc., non vi è nel mio corpo sanità. Allora curami in tutte le parti, o Madre, ecco tutto. Perciò spesso, la Salve Regina: «dopo questo esilio, Gesù».
Andare proprio a fondo e cercare se in noi c'è la vera divozione, la divozione costante, la divozione tenera, la divozione fiduciosa in Maria, e specialmente la divozione umile, dei figli, cioè, più infermi.
Sia lodato Gesù Cristo
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1 Cf At 1,14.

1 Gv 2,1-11.

1 Cf Gn 3,15.

2 Cf Lc 1,38.

3 Cf Lc 2,16

4 Cf Mt 2,11.

5 Cf Lc 3,23.

1 Cf At 2,4.

1 Lc 1,28.

2 Lc 1,42.

3 Riferimento alla coroncina che abitualmente si recita mattino e sera nelle comunità della Famiglia Paolina.

1 Cf Gv 14,2.

2 Orazione di s. Bernardo. Cf Le Preghiere della Famiglia Paolina, o.c. pp.184-185.

3 Dalla Salve Regina.

1 Cf DANTE ALIGHIERI, Divina Commedia, Paradiso, 33,13-16.