Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

19. DOMENICA XXIII DOPO PENTECOSTE

In questa domenica fra le altre grazie da chiedersi, particolarmente questa: aumento di fede. Pensiamo che la base della santificazione, quanto alla mente, è la fede; quanto alla volontà, sono i comandamenti, e i consigli evangelici per chi ha professato; e il Pater noster, quanto alla carità, quanto alla santificazione del cuore, come modello di ogni preghiera; modello di preghiera. In primo luogo è il Credo; secondo luogo, sono i comandamenti, i consigli evangelici; e poi, quanto alla preghiera, al culto, il modello delle preghiere è il Pater noster formato da Gesù Cristo stesso1.
274
Il Credo. Fede, fede! Che cosa sono questi vari deviamenti, questa vita un po' tiepida, questo sentire il peso dei doveri? Mancanza di fede, mancanza di fede. Il Credo. Quindi vivere e ragionare secondo i principi di fede. Il Credo. «Credo in Dio Padre... e nel suo Figliuolo incarnato, Gesù Cristo». E quindi egli la redenzione l'ha compita, e ci ha lasciato il Vangelo, e poi verrà ad esaminarci nel giudizio se abbiamo seguito quello che lui ha insegnato.
E poi la guida è la Chiesa. Perché Gesù Cristo non è assente dal mondo, vive nel tabernacolo e vive nella Chiesa, suo corpo mistico. E poi la fine: la risurrezione della carne, la vita eterna.
275
Quante volte noi ci richiamiamo ai principi di fede, allora la vita subito si orienta, ragioniamo subito in altro modo. Che cosa vi ha portato alla vita religiosa se non questo spirito di fede? Cioè questo pensiero: se siamo creati da Dio e creati per il paradiso: «Credo in Dio Padre». E l'ultimo articolo: «e la vita eterna». E allora, illuminati da questo spirito di fede, si è ragionato: cosa mi serve il mondo? Tutto passa, quel che resta è la vita eterna. E allora avete cercato di fare il meglio per avere la vita eterna, più felice vita eterna, premio eterno.
276
Anche se ci costassero cento anni di fatiche e di sacrifici, rinnegando le nostre tendenze cattive, rinnegando i principi del mondo, illuminati dalla fede. Come han ragionato questi due esempi che ci presenta il Vangelo. Primo, uno dei capi del popolo; e l'altro esempio è la emorroissa. Hanno avuto fede.
277
In quel tempo: mentre Gesù parlava alle turbe... regione1. Qui c'era la fede, la fede. Ravvivare la fede negli articoli del Credo meditandoli uno per uno. E la fede nel pregare. La preghiera. Quella donna ammalata da dodici anni: «Se riuscirò a toccare il lembo del vestito, sarò guarita».
E noi facciamo la comunione tutti i giorni, e tante volte non finiamo di guarire con le nostre idee, coi nostri capricci. Eppure non si trattava di toccare il lembo del vestito, riguardo a noi, si tratta di mangiare Gesù Cristo: manducat Dominum2. L'uomo povero, servo, mangia il Signore. Non abbiamo, tante volte, la fede di questa donna? Chieder la fede, aumento di fede.
278
E l'altro, quel capo, come è detto nel Vangelo: princeps unus, uno dei capi del popolo. Ebbe fede ancora più ampia: era già morta; si trattava, non di guarire, ma di risuscitare la figlia. E credette. E la figlia fu risuscitata.
Allora vedere come stiamo di fede. Si dice: manca la carità. Ma manca la carità, perché c'è poca fede. Non si riconosce, alle volte, che nella sorella, nel fratello c'è l'immagine di Dio, che Gesù vive in quelle anime quando sono in grazia; ad ogni modo son sempre immagini di Dio, fossero anche peccatori; sua immagine, che magari non è tenuta bene, ma c'è, sì.
279
E la speranza? E la speranza c'è quando c'è la fede. Quando si tratta di fare un sacrificio, di dire un "no" ai nostri capricci, ecc., se noi ci richiamiamo al pensiero del paradiso, allora niente ci costa, e facciamo in letizia e godiamo anche di soffrire, che il Signore ci mandi delle prove, delle sofferenze, o sofferenze morali o sofferenze fisiche, alle volte. Ma la fede! Poco è il soffrire; breve è il patire; eterno, il godere. Ricordare. Quando fossimo anche tormentati per cento anni, il premio non durerà cento anni, ma un'eterntià. Non pensiamo neppure a milioni di anni perché nell'eternità non ci sono i numeri, non si conta perché non passa mai, è sempre lo stesso. Allora, se c'è questa fede, questa fede.
280
Il mio confessore più sovente di tutto mi dà come penitenza il Credo.
Vengono fuori tanti ragionamenti, tanti consigli, tanti metodi! Il Credo. E questo è il metodo di tutto, che è il fondamento di tutto, cioè: domus Dei credendo fundatur1. Vuol dire: la santificazione, l'edificio della santificazione, come si esprime sovente san Paolo2 che paragona il lavoro spirituale, la costruzione della santità, l'edificio; credendo fundatur. La base forte, forte.
281
E han fatto il processo perché il costruttore, perché l'ingegnere aveva voluto costruire una casa alta di molti piani, e nè il costruttore, né l'ingegnere avevano assicurato la base e quindi è crollata, crollata con la morte di quelli che avevano incominciato a occuparla.
Perché crollano certe cose? Manca la fede. Debole. E allora si vivacchia freddamente, si trova tutto pesante, quasi tristezza. Laetantes ibimus1, invece, se noi abbiam la fede.
282
E ringraziare il Signore che già ci ha dato la grazia di seguire la sua chiamata e di capire che cosa è la vita presente: preparazione al cielo. Capire queste cose. E poi? E poi, allora, illuminati da questa fede, noi ci sentiamo sempre lieti; lieti, ecco. E allora si viene indifferenti - diciamo così - che ci sia la lode o che ci sia il disprezzo; o che ci sia la salute o che ci sia la malattia; o che abbiamo da fare un ufficio o abbiamo da farne un altro; indifferente a quell'ufficio o a quell'altro, o anche, alla consolazione o all'aridità. indifferenti a una cosa o all'altra; ma quello su cui non si è indifferenti è questo: oggi riempire la giornata di meriti per la vita eterna.
283
Gesù entrò in Gerusalemme, pochi giorni prima della sua morte, cavalcando un asino e in mezzo agli Osanna del popolo, sereno. Ma pochi giorni dopo usciva da Gerusalemme portando la croce e sentendo le grida: crucifigatur1, sempre sereno. Il Credo. Cioè, egli era guidato dai principi di fede, cioè da quello che è bene, come sarebbe qui, che egli era la verità stessa. Ma pensava sempre di glorificare il Padre o ricevendo gli Osanna2 o sentendo i crucifige3, perché il suo pensiero era sempre la gloria del Padre: ciò che gli piace, piace anche a me. E cioè, Gesù ha detto: «Faccio sempre la sua volontà»4. Cioè faceva sempre la volontà del Padre. Le verità, i principi soprannaturali, sì.
284
Conchiudiamo. Domandiamo al Signore lo spirito di fede. Ci entri, penetri nella nostra anima il Credo. Meditare il Credo, articolo per articolo: In Gesù Cristo, nostro Signore, il quale nacque da Maria Vergine; patì e morì sulla croce per noi; fu il Maestro per noi, per l'umanità; ci redense, risorse, vive nella Chiesa. Credo la Chiesa. Quindi devotissimi della Chiesa e interessati al Concilio Ecumenico per il progresso della Chiesa, delle anime. Lo Spirito Santo; la remissione dei peccati; una volta confessati, ringraziare il Signore del perdono. La risurrezione della carne.
285
Se anche patisse, adesso, il nostro corpo, sarà glorificato, come dice l'Epistola della domenica presente1. Oh, la vita eterna. Non ci entra più la superbia, la vanità. Perché? «Credo in Dio Padre onnipotente, creatore e signore del cielo e della terra». E non ho niente io; ciò che ho è di Dio. Credo in Dio Padre onnipotente che ha fatto, che ha dato, che ci sostiene in vita ogni momento. E se non ci sostenesse continuamente, cosa saremmo? E come se uno lascia cadere il bicchiere, va in pezzi. Ma se il Signore non ci sostiene in vita, non solo noi andiamo in pezzi, ma svaniamo più di quello che sia lo svanire il vento, non ci resta più traccia di noi. E i pensieri di superbia se ne andranno, se ne andrebbero tutti.
286
E poi riconoscendoci debitori con Dio, ci sentiamo di inginocchiarci davanti al Crocifisso e domandar perdono e chiedere al Signore: ho perduto del tempo, ho perduto dei meriti; voglio riparare e voglio riguadagnare ciò che ho perduto. Preghiamo. Che non siamo tanto ciechi, quando ci fanno impressione certe cose, oppure difficoltà, ecc. Chi vuole ancora ragionare secondo il mondo che è cieco? Ragionare secondo Dio, secondo il Vangelo: «Io sono la Verità»1 - ha detto Gesù Cristo -.
287
Il mondo è menzogna, è illusione. Perché? Purché stiamo bene qua, ecco, pensa; purchè prendiamo piaceri, quanto più ne possiamo, di qua. E non passano a ragionare: e di là? Si muore e tutto è passato; e poi andiamo di là con quello che portiamo. Fede. Credo.
Domandiamo perdono al Signore se la nostra fede, qualche volta, viene a mancare o è languida. Domandiamo perdono al Signore. Signore, che io creda sempre di più. La preghiera di quel giovane indemoniato: «Sì, io credo, ma aiuta la mia scarsità di fede»1, cioè la mia debolezza riguardo alla fede. Aumento, quindi, di fede.
288
Propongono tanti quesiti e tanti problemi spirituali, psicologici, ma il principio della fede è una medicina che guarisce innumerevoli mali e fortifica sempre la vita spirituale, la fede. Perciò, in tutti i propositi, primo punto: la mente. Che vuol dire: pensare secondo la fede. La prima parte dei propositi, sempre: la santificazione della mente. Sentiamo il bisogno di domandar perdono, e sentiamo il bisogno di chiedere aumento di fede.
Sia lodato Gesù Cristo
289

1 Mt 6,9-13.

1 Mt 9,18-26.

2 Liber Usualis, in Festo Corporis Christi, hymnus Sacris Solemniis, strofa 6, ad Processionem.

1 L'argomento è svolto in s. Tommaso D'Aquino, S. Th, 2ª 2æ, q. 4, a. 7.

2 Cf Ef 2,20-21 et passim.

1 Sal 121,1.

1 Mt 27,23.

2 Gv 12,13.

3 Gv 19,15.

4 Gv 8,29.

1 Fil 3,17-21; 4,1-3.

1 Gv 14,6.

1 Cf Mc 9,23.