Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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21. FESTA DI GESÙ CRISTO RE

In quel tempo Pilato domandò a Gesù: Sei tu il re dei Giudei?... ascolta la mia voce1.
Quindi Gesù parla a Pilato nel senso di dovere ognuno ascoltare la sua parola. Egli è venuto a predicare la dottrina della salvezza e tutti la devono ricevere.
Quando Pilato gli domanda se è re, lui lo afferma e ricorda subito che è Re delle menti, cioè: «Per questo sono venuto nel mondo, per predicare la verità». E cioè, Gesù è Re delle menti ed è Re dei cuori ed è Re delle volontà.
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I re stabiliscono i codici: si deve fare così, se non si fa così ci sono le tali multe; se non si fa così ci sono i carceri; e se si trasgredisce vi sono allora le condanne.
E perché la legge di Dio sia osservata, che cosa invece fa Dio? In... che cosa vuole il Signore?
I re mettono i soldati, e mettono la polizia: polizia urbana, polizia stradale, e quante specie di polizia!
Qui dev'essere un regno di amore, cioè che si fa volontariamente ciò che dice questo Re, Gesù Cristo. Non che lo facciamo perché ci sono i poliziotti o perché ci sono le carceri, ma che facciamo ciò che vuole lui, secondo il suo codice.
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Il codice del Re divino è il Vangelo dove egli ha insegnato le verità, dove ha mostrato la via del cielo, dove ha conferito e stabilito i sacramenti perché riceviamo la grazia onde credere interiormente e, nello stesso tempo, fare per coscienza quello che Dio vuole. Il carcere che è stabilito da Gesù Cristo è quello che è definito: «Le tenebre esteriori dove il verme non muore e il fuoco non si estingue»1.
I poliziotti guardano all'esterno se uno trasgredisce una legge; per esempio: non paga le imposte o non osserva le disposizioni stradali. Tutto questo è all'esterno.
Invece il Signore guarda se c'è l'adesione interna alla legge di Dio, se c'è l'osservanza interiore, e cioè, si accetta volentieri la legge di Dio e si compie davanti a lui.
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Il peccato non c'è se non c'è la conoscenza, l'intelligenza e non c'è l'assenso, il consenso. Si può anche sbagliare. Può sbagliarsi una persona la quale crede di dire una verità e magari la mette nella preghiera e invece è una eresia. Ma intanto che dice quella eresia, siccome crede di aderire al pensiero di Gesù Cristo, dice una preghiera. Il Signore accetta quella buona volontà che vi è in quell'anima. "Ma è un peccato". Già, se conoscesse che quel che fa è un peccato, ma siccome crede di rendere, invece, ossequio della sua mente a Dio, fa un merito. Vi sono, alle volte, degli sbagli grossi che facciamo, li facciamo in buona fede, ma il Signore guarda il cuore.
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È un re speciale, un Re che vuole che accettiamo il suo insegnamento. Lui ha fatto la mente nostra e l'ha disposta ad accettare la verità mediante la luce della ragione e mediante l'infusione della fede come virtù soprannaturale. Allora i primi meriti e dove, in primo luogo, regna Gesù Cristo, son le menti: rex mentium, rex cordium1. Il Re delle menti.
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Abbiamo, quindi, da guardarci dai peccati interni, i pensieri, perché Gesù vuole che anche coi pensieri noi pratichiamo la carità verso il prossimo, interpretiamo in bene le azioni del prossimo, che pensiamo in bene, che non si facciano giudizi contrari. Così tutte le virtù. Vuole il Signore Gesù, Re, che uniformiamo la nostra mente alla sua. L'esterno può essere comunque, ma l'interno. Uno può essere vestito da religioso o da religiosa e invece la testa essere con desiderii che non sono conformi alla povertà, conformi all'obbedienza. Ma il Signore non guarda quell'abito, guarda ciò che c'è dentro: che i pensieri siano conformi al Vangelo; che i desiderii siano conformi al Vangelo.
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Se fa professione di povertà perché si deve fare, ma dentro si hanno desideri vani, desideri eccessivi di comodità, ecc., allora Gesù vede il cuore, egli vuole il dominio dei cuori: rex cordium. Gesù vuole che sottomettiamo di cuore la nostra volontà, l'obbedienza di cuore; ma se uno la fa per forza... esteriormente ci fosse anche la polizia non ci fan delle osservazioni; non ci fan delle osservazioni i superiori perché vedono l'esterno; ma Gesù guarda dentro, guarda il cuore.
Perciò: uniformazione della mente ai pensieri di Gesù, pensieri che sono chiari nel Vangelo. Uniformare la nostra mente a lui. Desideri che sono conformi a lui: «Amerai il Signore con tutto il cuore»1, ecco.
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E poi, che il nostro volere sia conformato, perché è Re delle volontà Gesù Cristo, cioè comanda: fa questo, fa quello. Per amore di Gesù bisogna farlo. Ora, può essere che noi invece facciamo la volontà nostra. Allora Gesù Cristo, che è Re delle volontà, vedendoci a fare la nostra e non la sua volontà, non è contento di noi. E se noi facciamo contro la sua volontà in cose gravi, ecco si può mancare anche gravemente. E si può mancare in cose piccole e allora il peccato è leggero, sì. Perché nel Vangelo si dice chiaro che quando uno ha desiderii cattivi, ha già peccato come se avesse compiuto quello che desidera, e cioè, quando è contrario al volere di Dio1.
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Quindi è un Re tutto particolare. E quando noi ci presenteremo a lui: se avremo assoggettato la mente, credendo; il cuore, amandolo, il Signore, con tutto il nostro cuore e amando il prossimo per lui; e se avremo compito la sua volontà adoperando le nostre forze per lui, ecco il premio.
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I re della terra poco premiano il bene; qualche volta danno qualche titolo di cavaliere, magari; ma è un fumo quello, perché dopo si lascia tutto. E invece lui dà il premio eterno: «Venite, o benedetti, nel regno del Padre mio, perché avevo fame e mi avete dato da mangiare, ecc.; avevo sete e mi avete dato da bere, ecc.; l'avete fatto a me quel che avete fatto al fratello»1. Ecco, è un legislatore di un genere infinitamente superiore, quello che ci ha dato il Vangelo, il Vangelo d'amore.
Oh, allora, guardiamo che Gesù vuol regnare in noi: regnare nelle menti, regnare nei cuori e regnare nelle volontà. Volontà di Dio, sempre la volontà di Dio. Allora si capisce che egli è un Re divino, è un Re infinitamente superiore ai re della terra. È il Re eterno.
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Oh, vi saranno allora quelli che non hanno accettato il suo regno sulla terra, né han creduto, non han sottomesso le menti; o perché non l'hanno amato, non han sottomesso i cuori; o perché non hanno compiuto la sua volontà, non han sottomesso la volontà. Allora: «Andate lontano1». Quello è il regno eterno della desolazione, della disperazione, l'inferno.
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E invece egli raduna in cielo, come Re, e allora saranno tutti sudditi santi, li raduna in cielo, sui quali regnerà in eterno, li raduna in cielo e questo sarà il regno perfetto. Sulla terra non è mai perfetto, ma mediante la purgazione noi possiamo arrivare a liberarci da tutto quello che è difettoso, volontariamente difettoso, si capisce. Oh, allora prenderà con sé tutti i suoi sudditi.
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Quelli che non han voluto essere suoi sudditi sulla terra, non saranno suoi sudditi in cielo. Là il regno perfetto, eterno. Che cosa farà? Lo dice san Paolo: Egli radunati gli eletti, i sudditi fedeli, come suo regno di conquista, perché ha conquistato il suo regno mediante la morte, e presenterà tutti i suoi eletti al Padre1: Ecco il regno che ho conquistato, Padre celeste, con la mia passione e morte, con la mia predicazione, coi miei santi esempi; con la redenzione, in sostanza. E allora egli glorificherà Iddio e gli eletti glorificheranno lui, Gesù Cristo, e glorificheranno Dio, la Santissima Trinità.
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Ecco, dunque, se vogliamo appartenere al suo regno abbiamo da guardare l'interno: Gesù Cristo regna in tutta la mente? Regna in tutto il cuore? Regna in tutta la nostra volontà?
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1 Gv 18,33-37.

1 Cf Mc 9,43.

1 Liber Usualis, in Festo D. N. Iesu Christi Regis, hymnus in I et II Vesperis, Te Saeculorum Principem, strofa 1.

1 Cf Mt 22,37.

1 Cf Mt 5,28.

1 Cf Mt 25,34ss

1 Cf Mt 25, 41.

1 Cf 1Cor 15,24.