Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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12. TUTTO VIENE DA DIO

Esercizi Spirituali (5-13 maggio 1962) a un gruppo di Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 8 maggio 19621

La grazia grande degli Esercizi Spirituali l'avete desiderata, aspettata, ed ora siete sotto il flusso dello Spirito Santo, il quale illumina, riscalda, ispira, sostiene e conferisce in abbondanza la sua grazia.
Nella prima parte degli Esercizi generalmente sono da considerarsi le verità: la fede e, fra le verità della fede, i dodici articoli del Credo2: «Credo in Dio Padre onnipotente», fino all'ultimo articolo: «la vita eterna».
«Credo in Dio Padre onnipotente creatore del cielo e della terra». E, riflettendo, creatore dell'anima nostra. Ogni nostra anima è uscita dalle mani del Padre celeste, il quale ci ha preferiti. Innumerevoli altri potevano essere preferiti a noi, ma nella sua misericordia, ecco, ha scelto noi.
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«Vi adoro, mio Dio, vi amo con tutto il cuore», perché mi avete creato.
Ecco il primo punto, il primo motivo di considerazione per Dio: Dio creatore. E tutto quel che c'è, non è soltanto di Dio? Lo abbiamo ricevuto dal Signore, Creatore. E quando si fa l'adorazione, non la parola in genere: «creatore del cielo e della terra», ma: creatore di me.
Quando il Padre col Figlio e lo Spirito Santo hanno fatto consiglio: Faciamus hominem ad imaginem et similitudinem nostram1, si sono radunati, per così dire, a consiglio il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e hanno decretato, non solo per Adamo, ma per ciascheduno di noi: «Facciamo l'uomo a immagine e similitudine nostra». Pensa tu, quando ha preso, il Padre col Figlio e lo Spirito Santo, questa decisione: facciamo quest'anima. Tutta di Dio. Quest'anima è sua. Non una cosa fatta, come farebbe il falegname un banco, ma fatta dal nulla. Non c'era neppure il fiato, neppure l'aria. Creata dal nulla, con la potenza di Dio, dal nulla, come ha creato dal nulla il mondo.
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Quindi, primo motivo di amore: mi hai creata, ti ringrazio, ti amo con tutto il cuore perché mi hai creata, hai scelto me. Quanti altri esseri ti avrebbero servito meglio di me? E gli innumerevoli esseri che potevi scegliere al mio posto e hai scelto me? Son tutta di Dio.
E quando la persona si fa incontro a Dio, quando la persona emette la Professione: «Tutta mi offro, dono e consacro»1 dà a Dio quello che ha ricevuto. E' suo. Che cosa hai di te? Cosa tieni tuo? Quid habes quod non accepisti? et si omnia accepisti?2 E se tutto hai ricevuto, perché gloriarti di qualche cosa? Perché sei intelligente, perché hai bella voce, perché hai buona salute, perché sei abile nelle cose, perché hai qualche cosa? Qualche cosa che è di Dio, in deposito, affidato a te, perché lo glorifichi e glorificandolo ti fai santa, degna di Dio, degna quindi di Dio Padre, il quale ti riceverà in paradiso, alla fine. Ecco tutto. Mi hai creata.
E questo Signore, Dio Padre, perché ci ha creati? Ci ha creati per farci felici. Ci ha creati perché un giorno, attorno alla sua mensa paterna, noi circondassimo lui come figliuoli buoni, e con lui partecipare alla gioia eterna: ut sedeatis et bibatis in regno Patris mei3. Creato per il cielo. Non ci aspettava, secondo la natura, questo, ma ci ha creato per il cielo, cioè partecipi della sua beatitudine eterna. Però, per esser partecipi della beatitudine eterna, occorre la grazia, cioè la vita divina in noi.
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«Di avermi creato, fatto cristiano».
Noi potevamo nascere tra i popoli infedeli. Se ora sono quasi tre miliardi gli uomini sulla terra, quanti han conosciuto Gesù Cristo? Quanti hanno ricevuto la vita eterna, cioè, la grazia? Quanti, fatti cristiani? Fatti cristiani cattolici, meno di un sesto. Quindi preferiti: fra sei, uno. Tu, preferita fra sei, numerando i cattolici, mettendo da parte quelli che non sono cattolici, cioè i protestanti, gli eretici in generale, gli scismatici. Fatto nascere nella Chiesa cattolica. E ti ha dato la vita soprannaturale.
Quando, bambino, sei stato portato alla chiesa, il sacerdote venendoti incontro ha chiesto: che cosa domandi alla Chiesa? Perché vieni in questa chiesa? Il padrino ha risposto: Fidem. Domando la fede. E perché la fede? Che vantaggio? La vita eterna. La fede mi dà la vita eterna, il paradiso. E allora, se vuoi proprio il paradiso, va avanti, avvicinati. E quindi il bambino va verso il battistero accompagnato dal sacerdote e dalla madrina e dal padrino1, ecco. E lì nasci una seconda volta, nello Spirito Santo: ex aqua et Spiritu Sancto, la seconda nascita. Nisi quis renatus fuerit ex aqua et baptismo, e cioè, ex aqua et Spiritu Sancto2... Oh, in quel momento, fatto cristiano.
«Di avermi creato e fatto cristiano», cioè, fratello di Gesù Cristo, sorella di Gesù Cristo, erede, quindi, con Gesù Cristo, di Dio Padre. Si filii et haeredes, haeredes Dei, cohaeredes Christi3. Oh, la grande grazia! Uno fra sei. E che merito avevamo? Niente. Non c'eravamo, non potevamo meritar nulla. E' tutta misericordia. Non ci sentiamo come annientati davanti a Dio? e dire proprio: io sono il nulla e tu sei il Tutto? E come fa a nascere ancora in noi la superbia, la vanità, l'ambizione, il gloriarsi di quel che è di Dio, e cioè perché hai l'intelligenza? Ma è di Dio. Ti glorii di quello che ha la tua vicina? la sorella vicina? E no, non è tuo. E ti glorii di quello che è di Dio? E tu stoltamente, ti invanisci?. Averti fatto cristiano.
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Notando che, questo nostro Padre celeste ha aggiunto grazia a grazia1, misericordia a misericordia.
Quanti anni prima il Signore ti ha preparato un buon padre, una buona madre, prima che nascessi? Era un bambino, è cresciuto, il Signore lo ha arricchito di grazia; ecco, la madre e il padre, ti ha preparato un padre e una madre, molto prima. Quindi le grazie han cominciato prima. Esser nati da buoni genitori, genitori cattolici, cristiani, anche, alle volte, molto ferventi, distinti fra i fedeli. E ti ha fatto nascere in una parrocchia cattolica, in un ambiente, quindi, parrocchiale dove hai cominciato a conoscere il Signore, dove hai incontrato la prima volta Gesù, dove la prima volta hai chiesto perdono dei tuoi peccati, e ti ha preparato, da tanti anni in antecedenza, un buon parroco, un buon confessore, un buon catechista, un buon predicatore, un ambiente sano, un ambiente buono, favorevole, perché il Signore ti ha destinata come una pianta che deve vivere in paesi caldi. Piante che vivono in paesi caldi soltanto e, portati in paesi freddi, muoiono.
E se tu fossi nata in un paese protestante? Paese dove non si parla mai di Dio, paese pagano? Sono un miliardo e 750 milioni; quindi i più ancora pagani. E se fossimo nati così? Come saremmo?
Quando qualche Pia Discepola va nell'Oriente, Giappone, con quegli idoli; in India, che condizioni tra pagani, musulmani, allora si apprezza il dono. Come quando uno apprezza la salute, dopo che l'ha perduta e non l'apprezza finché non l'ha perduta, non la considera.
Il Signore ti ha amato prima che tu nascessi e ti ha preparato un nido caldo di affetto, un nido caldo; la seconda nascita: renatus fueris2, un ambiente cattolico, un ambiente parrocchiale adatto perché la tua anima vivesse in un paese caldo. E poi, e poi, in seguito, racconta un po' dle grazie che hai ricevute: bambinetta, più avanti, nel catechismo, frequenza alla chiesa e poi buoni suggerimenti, ispirazioni e finché sei arrivata fino a lì, all'entrata.
«Fatto cristiano». Oh, allora noi abbiamo utilizzati, abbiam corrisposto a tutti questi doni, a queste dimostrazioni di amore? E chi non ama colui da cui tanto è amato? Che cosa si deve dire di costui che non ama? che non sa dire un grazie? Nel Vi adoro lo diciamo: «Vi ringrazio di avermi creato» e: «vi amo con tutto il cuore». E' tutto il cuore lì, in Dio? E ti ha dato la Madre celeste, e ti ha dato un angelo [ad] accompagnarti, l'Angelo Custode. E poi, buoni maestri, buone maestre, buone consigliere, buoni consiglieri. Finalmente sei arrivata alla Professione. Come si sono adoperate attorno a te le Madri, come ti han pensato, come ti hanno accolta, come ti hanno curata giorno per giorno, con quanto affetto! Hai pensato che il Signore te li aveva preparati molti anni prima che tu nascessi?
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«E conservato in questa notte, in questo giorno». E significa, nello stesso tempo, avermi conservato nel tempo di mia vita. Quanti bambini muoiono presto, qualcheduno anche senza battesimo - la percentuale dei bambini che muoiono, una volta era altissima, ora un po' meno - ma tuttavia, se noi di tanto in tanto diamo uno sguardo attorno a noi, quanti siamo nati in quell'anno? E di quelli nati in quell'anno, quanti ci sono ancora e quanti son passati all'eternità ora, pensando all'età a cui siamo arrivati? Sì, «Vi ringrazio di avermi conservata». Conservata non perché stessi a goderti la vita, a vivere un po' a tuo modo, secondo i tuoi pensieri, i tuoi voleri, i tuoi capricci, ecc., ma per Dio. Come? il Signore ci ha conservato perché lo disgustassimo? Perché noi continuassimo a offenderlo? Perché noi vivessimo di egoismo invece che per Dio? Perché fossimo schiavi di noi stessi, del nostro amor proprio? Per che cosa il Signore ci ha conservato? E vai avanti. E forse prima eri molto fervorosa, adesso come ti trovi, esaminandoti in questi giorni? E se anche sei un po' fervorosa, è tutto quanto si aspettava da te il Signore, dandoti tanti anni di vita, avendoti conservata fino ad oggi? Coprirsi la faccia di vergogna davanti agli angeli, davanti a Gesù, tante volte, coprirsi. E a che cosa servono certe lacrime se non vengono da - motivi futili, alle volte -, e invece non vengono dal pentimento, dal dolore, dall'amore? Come baciava i piedi di Gesù la Maddalena, che bagnava i piedi santissimi del Salvatore e poi li asciugava coi capelli, capelli che erano serviti a capigliature scandalose, per attirarsi il male1. «Creato, fatto cristiano, conservato».
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«E di avermi condotto in questa Congregazione». Quarto motivo di ringraziare e di far l'esame di coscienza. Conservati e condotti in questa Congregazione.
Si dice che le suore nel mondo sono un milione e 500 mila, presso a poco, il numero non è (...). Dunque, su tre miliardi di uomini, un milione e 500 mila. Tre miliardi vuol dire: tremila, ecco. E che cosa tremila? tre miliardi vuol dire trentamila [volte] centomila, eh! Allora rifletti, vuol dire: tre volte dieci, cento milioni. Adesso, che preferenza: fra tre miliardi, un milione e mezzo; in una Congregazione che il Signore ti ha preparata appositamente, per te, dove vi è uno spirito ben elevato, una spiritualità particolare, innestata direttamente sul Vangelo, su Gesù Cristo, sull'Ostia. Domando io: che cosa potevate aver di più? Allora la domanda: che cosa potevi far di più, o Signore, per me? Quid debui - si lamenta il Signore - ultra facere vineae meae et non feci ei?1 Cosa potevo fare di più, far per la mia vigna, di più di quanto io ho fatto? Coprirci di vergogna. E se non piangiamo di certe trascuranze, negligenze, tiepidezze e capricci, disobbedienze, ecc., se non piangiamo di questo, di cosa piangeremo? Perché una suora ci ha detto una parola che punge? Oh! Non son mica le spine che han punto Gesù. Come sei sensibile a quello che punge te e così poco sensibile alle punture che dai a Gesù nel cuore, alle spine che pianti nel capo del Maestro coi tuoi pensieri vuoti, vani, strani, capricciosi, orgogliosi, pieni di invidia, ecc. Per che cosa risparmi le lacrime? Piangi come la Maddalena. Allora questo sarà veramente un dolore e, nello stesso tempo, amore. «Vi ringrazio».
Dunque, quattro punti per la riflessione: vi amo con tutto il cuore: creata, fatta cristiana, conservata, condotta in questa Congregazione.
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E pensa un po', in questa Congregazione quale cura si ebbe di te. Il Signore te l'aveva preparata; il Signore ha fatto trovare persone per cui sei venuta a conoscenza, per cui hai ricevuto l'invito, per cui sei stata sostenuta, per cui, a poco a poco, sempre accompagnata in un aumento di grazia: postulato, noviziato, professione temporanea, professione perpetua, e sei qui da qualche anno e forse più che qualche anno di vita religiosa, con quella guida sicura che son le Costituzioni per cui porti con te la tessera del paradiso, il biglietto del paradiso. E il biglietto del paradiso è quello che hai sottoscritto il giorno della Professione facendo la firma nel registro dopo aver pronunciata la formula. Questa è la tessera del paradiso e il biglietto del paradiso, se non lo butti via, eh? se non lo stracci, se non lo sporchi, qualche volta. Alla fine, quando porteranno, vicino al tuo capezzale, vicino cioè, all'eternità, guardando quel libro delle Costituzioni e quella tessera del paradiso, è ancora intatta? E' ancora come fosse fatta un momento fa? Almeno che sia rimediata, ripulita, almeno, sì. E questi sono i giorni.
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Buone confessioni; non scrupolose, ma buone, che vuol dire: detestazione e proposito. L'essenza: mi confesso a Dio onnipotente, ecco. E una si confessa, cioè dice: ho mancato [in] questo, ho mancato in quello, povertà, castità, obbedienza, carità, semplicità, umiltà, fervore, ecc.; dedizione all'apostolato, amore alla vita comune. Esame. E quindi ringraziare il Signore di quello che ci troviamo di bene, per amare di più. Non solo mi hai amato, ma mi hai aumentato la grazia per cui, non solamente mi hai dato la grazia, ma mi hai dato la grazia di corrispondere alle grazie. E poi, se vi sono delle macchie, dolore; ma soprattutto, se non utilizziamo tutte le forze per il Signore: l'intelligenza, la lingua, gli occhi, la salute, il cuore. Questo utilizzar tutto per Dio! Sì, perché siamo di Dio e tutto deve essere usato per Dio. Il calice è consacrato e non può servire a bere a tavola, anche se è vino; è semplice; se acqua; è semplice, non può essere usato. E tu sei consacrata a Dio, puoi adoperare gli occhi o la lingua o l'udito o il cuore o la fantasia, la memoria, l'intelligenza, per altro che non sia per Dio, se sei consacrata a Dio? Ecco.
Il Signore ti dia tanta grazia di un grande dolore e, nello stesso tempo, di un grande amore. E pensare a questo: che il Signore ci vuol dare di più, d'ora [in] avanti. Perché, se la Maddalena si è inginocchiata ai piedi del Salvatore, ha lavato quei piedi e li ha asciugati, li ha unti con unguento prezioso, li ha baciati, è stata lì la partenza di una vita piena, tutta ispirata all'amore a Gesù, all'amore al Maestro. Quindi di lì partiamo per una vita più santa, una vita d'amore.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 * Nastro 51/c (= cassetta 108/b). Per la datazione, cf PM: «Nella prima parte degli Esercizi, generalmente sono da considerarsi le verità...». Non si è sicure se questa meditazione e la seguente (n. 13) appartengano al corso di Esercizi di maggio o facciano ancora parte del corso di marzo (vedi in proposito dAS in c42). In data 8 maggio 1962, però, il dAS scrive ancora: «Andato [il PM] ad Ariccia a tenere due prediche alle PD in Esercizi (si ferma più di tre ore». VV: «Esercizi PD, Ariccia, 5-13 maggio 1962».

2 Credo o Simbolo apostolico.

1 Gn 1,26.

1 Formula della professione religiosa delle PD, Cost. (1960), art. 99.

2 1Cor 4,7.

3 Cf Lc 22,29-30.

1 Cf Rituale Romanum (Typis Polyglottis Vaticanis, 1954) pp. 17-29: Ordo Baptismi Parvulorum.

2 Gv 3,5.

3 Rm 8,17.


1 Cf Gv 1,16.

2 Cf Gv 3,5.

1 Cf Lc 7,37ss.

1 Is 5,4.