Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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18. ALIMENTARE LA VITA SOPRANNATURALE

Esercizi Spirituali (1-9 agosto) alle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 3 agosto 19621

Abbiamo ricordato già come in noi vi sono due organismi: l'organismo naturale, cioè la persona composta di anima e di corpo; poi vi è l'organismo spirituale il quale è costituito dalla grazia, dalla vita soprannaturale, la vita in Cristo. Ora, la grazia, la vita soprannaturale è in noi a modo del nostro essere umano. L'essere umano nostro, ecco: la mente, l'intelligenza, la sentimentalità, la volontà. La vita soprannaturale, l'organismo soprannaturale completa la natura, perfeziona la natura. E allora questa vita che è in noi, questa vita soprannaturale, com'è? Questa vita soprannaturale è la vita di Dio in noi. A noi è più semplice dire: vita di unione con Gesù Cristo. Ma con Gesù Cristo c'è sempre il Padre e lo Spirito Santo. «Se uno mi ama - dice Gesù - ad eum veniemus, veniamo a lui, a costui che mi ama, e rimaniamo in lui»1. Sì, voi amate Gesù, Gesù che è nell'animo vostro e, col Figlio di Dio incarnato, Gesù, sta il Padre, sta lo Spirito Santo.
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Ora, questa Trinità che è in noi, continua ad operare in noi, non è una Trinità muta, no; non è una Trinità oziosa, lavora l'anima nostra. E, al nostro modo di vedere, secondo le appropriazioni alle tre Divine Persone, nel modo che corrisponde, questo, alla teologia:
- al Padre si attribuiscono le opere di potenza. Perciò egli domina la volontà che è il volere, il potere nostro di operare. Si riflette, quindi, sulla volontà la sua azione, sì, per appropriazione;
- secondo, il Figlio. Il Figlio si riflette, nella sua azione, sulla intelligenza: illuminare la mente;
- e l'azione dello Spirito Santo, per appropriazione, specialmente sul cuore, sul sentimento umano e soprannaturale. Cioè l'umano elevato, soprannaturale che corrisponde poi: «Io son la Via, Io sono la Verità e sono la Vita»1. E cioè, ecco che in noi opera la Santissima Trinità per mezzo di Gesù Cristo, il quale è redentore, il quale ci ha acquistato la grazia, il quale ci ha acquistato la vita eterna. Quindi la dimora abituale della Trinità in noi. E viene in noi perché amiamo il Figlio, amiamo Gesù: Si quis diligit me... ad eum veniemus, mansionem apud eum faciemus2.
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Adesso ecco quello che serve per la pratica nostra della santificazione.
In noi, dunque, c'è una vita soprannaturale, un organismo soprannaturale che abbiam paragonato a una pianta, la quale è nata da un piccolo seme, forse; questo seme si è sviluppato, è diventato un'erba e poi è diventato una piccola verga che si alza, e poi un albero il quale estende i suoi rami, mette i fiori, le foglie, i frutti.
Ecco, questa vita soprannaturale dev'essere alimentata e viene alimentata dalla Trinità che è in noi.
[1.] Noi abbiamo la mente che pensa secondo la natura. Per la grazia, per l'abitazione della Trinità in noi: la fede; la mente, la quale mente prima che era solamente coi suoi ragionamenti naturali, dopo viene conformata ai pensieri, ai princìpi, ai ragionamenti spirituali, soprannaturali, e sono poi quelli del Vangelo, e sono gli insegnamenti di Gesù Cristo e tutti i versetti che son contenuti nel Vangelo.
La vita soprannaturale in noi è alimentata dalla fede, quindi crescere nella fede per l'opera del Figlio di Dio che è in noi.
2. Viene alimentata la nostra vita soprannaturale, per mezzo della fortezza che, o potenza cioè, è la volontà. Viene alimentata la nostra volontà che prima era capace di far solamente opere naturali, e dopo, capace di opere soprannaturali. Per esempio: il dar la vita per nostro Signore; per esempio: la vocazione, e risolversi, quella figliuola, di farsi suora. E' una forza che comunica il Padre celeste in quell'anima. E l'avete sentita certamente, nella vostra giovinezza.
[3.] Questa vita soprannaturale, si riflette sul sentimento per opera dello Spirito San[to]: l'amore a Dio.
Quindi tutto il nostro organismo spirituale, che è conformato all'organismo naturale, viene alimentato, nutrito dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo che sono in noi, e sempre: per Gesù Cristo: Per ipsum, et cum ipso, et in ipso1. Sempre.
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Oh, allora, venendo subito un poco alla pratica: la pietà della Pia Discepola è conformata a Gesù Cristo, è conformata alla Santissima Trinità.
Quindi, si fa la Visita? La Visita, per 40 minuti, è per aumentare la fede, si rivolge specialmente a Gesù, il quale è il Verbo del Padre celeste, la sapienza di Dio.
Secondo, la nostra volontà viene alimentata, fortificata dall'azione del Padre. Quindi fare la volontà di Dio, abbandonarsi in Dio, fortificarsi nell'osservanza religiosa. Il Padre che opera in noi, che comunica questa forza come dice il salmo: roboretur, quella volontà per cui si diviene forti: voglio, e voglio esser santa. La seconda parte della Visita è per questo: fortificare la volontà; detestare le imperfezioni, le debolezze e fortificare la volontà coi propositi, con la preghiera per osservare i propositi.
E poi, la terza parte, è l'azione dello Spirito Santo, appropriata all'azione dello Spirito Santo il quale infonde in noi una nuova carità, un nuovo amore, soprannaturalizza quella sentimentalità umana, la rende soprannaturale, la nutre per mezzo delle grazie. E si prega e si rinnova la professione religiosa, la comunione spirituale. La terza parte della Visita, ecco: alimentare la grazia che è in noi.
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Ho detto cos'è la santità: lo sviluppo della grazia battesimale, la quale vien alimentata, in primo luogo, dai sacramenti. Eucaristia, il primo, perché l'Eucaristia è la fonte, gli altri son rivoli, gli altri sacramenti, son rigagnoli, ma la fonte è l'Eucaristia. Gesù vi ha invitate ad andare direttamente alla fonte. La vostra vocazione così bella! Alla fonte che vi ha chiamate Gesù: fons aquae salientis in vitam aeternam1: io son la fonte di quell'acqua che sale alla vita eterna. Oh, ecco, l'Adorazione, la quale perfeziona e fa crescere l'organismo che vi è dentro, la vita quindi che viene alimentata e cresce.
Vi sono persone le quali lasciano morire questa vita col peccato mortale; per il peccato grave, morire la vita. Ah, che disgrazia, molto maggiore che morire di morte naturale col corpo, morte corporale.
Vi sono persone che lasciano languire questa vita; non si dà abbastanza da mangiare, oppure non si digerisce.
E vi sono quelli che alimentano questa vita soprannaturale, che sono i tre alimenti: la fede e la speranza e la carità. Cioè:
- «Io sono la Via»2: speranza.
- «Io sono la Verità»2: fede.
- «Io sono la Vita»2: la carità. E quindi:
- la speranza, ecco, ci ricorda il Padre;
- la fede ci ricorda il Figlio;
- la carità, cioè la sentimentalità, è l'infusione della grazia dello Spirito Santo. Alimentazione.
Non lasciar morire questa pianta, ma farla crescere ogni giorno finché porti frutti di vita eterna. E vi sono le persone fervorose, le persone tiepide, le persone che non son né calde né fredde, se pure non sono del tutto fredde. Alimentazione.
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Cosa ha detto Gesù? Gesù ha parlato di questi tre alimenti per far vivere questa grazia battesimale che allora era in germe. Tre alimenti.
[Primo alimento:] l'uomo non vive di solo pane, ma vive della parola di Dio. «Vivit de omni verbo quod procedit ex ore Dei»1. La fede. La meditazione che ci ispira la fede, la meditazione delle verità, la meditazione o la fede che si esercita nella prima parte della Visita al Santissimo Sacramento. L'uomo non vive di solo pane, ma vive della parola di Dio.
Ma che cos'è questa Parola? E' l'alimento dell'anima. Quindi meditare le verità soprannaturali, meditare il Vangelo, meditare il Credo, meditar tutta la Bibbia, meditare quelle verità che ci vengono esposte nei catechismi, nei libri di religione, e meglio se arrivate alla teologia, la teologia della suora. Sapienza celeste. Fede. Allora si ragiona diversamente, la vita ha tutto un orizzonte bello e l'orizzonte finisce là, dove tramonta il sole, l'eternità; là il sole tramonta, ma di là c'è il paradiso, dove contempleremo la Santissima Trinità.
Vivete di spiritualità, di soprannaturalità. Cosa sono certi discorsi che fan morire la fede, lo spirito religioso? Vuoto, creano un vuoto nelle anime, alle volte. Ma quando si fanno dei discorsi conformati alle Costituzioni, conformati al catechismo, alla teologia, al Vangelo, a tutta la Scrittura, allora il cuore è pieno, sì, la vita religiosa poco a poco fa prevedere la visione. Adesso fede e poi cadranno le bende e cadranno le tende e si vedrà Dio. Visione eterna. L'alimento soprannaturale. E cercare di allontanare quei ragionamenti umani, quelle cose vuote. E di quelle cose lì si occupano i mondani. Lasciate che ognuno mangi il suo cibo; il vostro cibo è Gesù Cristo, non le ghiande. Quindi, cosa importa una piccola notizia, qualche cosa che è avvenuto. Dio! Dio! Questo è l'alimento che darete alla vostra mente, che dà Gesù, che dà la Trinità a chi vive raccolto. E siccome avete tanto tempo di.. passato in silenzio, questa comunicazione di luce soprannaturale è più facile, più abbondante.
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Secondo alimento dell'organismo spirituale, oltre la mente, che è la parola di Dio, de omni verbo quod procedit ex ore Dei1, il secondo alimento è per la volontà, per fortificare la volontà nel bene, combattere il male, resistere nel bene, nel fare il proprio dovere, i doveri dello stato. Volontà. Questo alimento viene da Dio. Cosa dite di quella espressione di Gesù: «Cibus meus est ut faciam voluntatem Patris mei qui in coelis est»2: il mio nutrimento - dice Gesù - è la volontà di Dio.
Nutritevi di questa volontà. Cosa dicon le Costituzioni? Che cosa mi hanno comunicato per obbedienza? In che cosa mi hanno impegnata? Il mio cibo è la volontà di Dio. Se Gesù Cristo viveva di questo cibo, vorremmo noi viver di altro? Ma non saremmo cristiani, perché si dice cristiano colui che vive cristianamente, cioè coi pensieri di Gesù Cristo, con le abitudini, la vita di Gesù Cristo. «Il mio cibo è fare la volontà del Padre mio». Oh, se siete alimentate da questo cibo, come crescerete! Sarete forti, e forti fino alla morte, eh!
Che cosa sono certi tentennamenti? Ma che cosa? Dopo che si è offerto a Dio il tempo della giovinezza, il tempo che crea tanti sogni e fantasie... Oh! ora che si è superato, fortezza! perseveranza! Ma perseveranza non vuol dire star lì fermi, vuol dire camminare con la volontà di Dio. Perché Gesù dava questa lezione agli Apostoli i quali gli avevano portato da mangiare mentre stava a conversare e convertire la samaritana. E gli Apostoli invitavano Gesù: è tardi, bisogna mangiare. Gesù risponde: «Il mio cibo è fare la volontà del Padre mio». Cibo, quindi, della volontà.
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Terzo cibo, poi, è l'Eucaristia. «Io sono il pane disceso dal cielo. La mia carne è veramente cibo, il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue vivrà»1, ecco, cioè avrà la vita.
Quindi alimentare i nostri sentimenti, soprannaturalizzarli, amare il Signore, amare le anime, amare tutte le anime. Nell'Adorazione il cuore ha da dilatarsi. Rappresentarsi davanti a noi i cinque continenti del mondo con i suoi quasi tre miliardi di uomini. Il vostro cuore si è dilatato? Il vostro cuore ha potuto raccoglier tutti in sé, come diceva san Paolo: «Il mio cuore si è dilatato, vi comprendo tutti in me, nel mio cuore»2? Allargare la vostra carità. Dilatare gli spazi della carità, come ho detto, sì. Questo è il terzo alimento: il Corpo e il Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo. E' la grazia soprannaturale che cresce. Ognuna viene alimentata in questo organismo spirituale. Quindi:
- dalla parola di Dio, crescendo la fede;
- dalla volontà di Dio, crescendo la nostra decisione, il nostro proposito di vivere secondo il Padre, secondo la volontà del Padre;
- e crescere nell'amore al Signore mediante, specialmente, l'Eucaristia, la comunione della grazia che ci viene dallo Spirito Santo.
Occorre che noi siamo soprannaturali. Che cosa abbiamo ancora noi da fare col mondo? Che cosa vuol dire tenere il piede in due staffe, un po' dell'uno e un po' dell'altro? Che cosa vuol dire aprire la finestra dopo che si è state in cappella a contemplare, pensare, parlare con Gesù, aprire la finestra che guarda il mondo? Il cuore. Attente a questi sguardi del mondo che sono Satana che si avvicina, e il quale si era vestito di bei colori, sì, e la povera Eva ne è stata presa3. La luce di Dio, la fede, per cui si vede sempre bene. La volontà di Dio, per cui si è fermi e ci si abbandona in Dio anche se la nostra vita va soggetta a tante cose che anche dispiacciono. E rimettiamo anche a Dio l'onore, la stima che hanno di noi. Che importa? Ciò che importa è che piacciamo a Dio. Cosa importa il resto? Tanto al giudizio universale conta quel che piaceremo a Dio, e ciò che non piacerà a Dio si svelerà e sarà condannato. Nutrirvi: mente, volontà, sentimento.
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Questo perché la Visita deve dominare e alimentare anche le altre opere di pietà. Quindi, quando uno fa poi bene la Visita, certo assisterà bene alla Messa, certo farà bene la meditazione, certo farà bene la comunione, certo dirà bene i rosari e farà bene le altre pratiche di pietà, e poi la vita, cioè l'apostolato che a ognuna è assegnato, sì. Avanti dunque. L'alimentazione, il gran tesoro della Pia Discepola è proprio l'ora, o meglio, sono le due ore di adorazione. Costituzioni ben osservate, vissute e Adorazioni, garantiscono alla Pia Discepola la santificazione e il fruttuoso apostolato. Tenerlo fisso questo: Costituzioni: in obbedienza. Adorazioni: dove lo spirito entra in comunicazione con Dio, e Adorazione garantiscono la santificazione e il fruttoso apostolato, alla Pia Discepola. Notatevelo tutte.
Mi mandano tante immagini da scrivere, da firmare. Per quest'anno è quella lì e basta, potete scriverla anche voi.
E vi dò la benedizione perché vi rimanga nel cuore, sì.
Siccome alcune hanno desiderato che benedica le corone, le benedico tutte adesso per quelle che avete e serve come se fosse benedetta a ognuna.
Regina Apostolorum. "Ora pro nobis".
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1 * Nastro 54/f (=cassetta 111/b). - Per la datazione, cf PM: «Abbiamo ricordato già come in noi vi sono due organismi...» (cf PM in c133). - dAS e VV (cf c133).

2 Cf Gv 14,23.

1 Gv 14,6.

2 Gv 14,23.

1 Missale Romanum, Canon Missae, Per ipsum...

1 Gv 4,14.

2 Gv 14,6.

1 Mt 4,4.

1 Mt 4,4.

2 Gv 4,34: più esattamente è: voluntatem eius qui misit me.

1 Cf Gv 6,51ss.

2 Cf 2Cor 6,11.

3 Cf Gn 3,1ss.