Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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31. UNIONE PIENA CON GESU'
(Domenica XIX dopo Pentecoste)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 21 ottobre 19621

Il Vangelo di oggi, san Matteo, capo 22°.
In quel tempo, Gesù si rivolse ai principi dei sacerdoti ed ai farisei con questa parabola: «Il regno dei cieli è simile ad un re che celebrava le nozze di suo figlio. Mandò i servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Mandò ancora altri servi dicendo: "Dite agli invitati, il mio pranzo è già pronto, ho ucciso buoi e animali grassi, tutto è preparato, venite alle nozze". Ma quelli non se ne presero cura e andarono chi al campo e chi ai suoi affari. Altri poi, presi i servitori, li oltraggiarono e li uccisero. Avendo udito quanto era accaduto, il re si adirò e mandò i suoi soldati a sterminare quegli omicidi e a incendiare le loro città. Quindi disse ai servi: "Le nozze erano pronte, ma gli invitati non ne erano degni. Andate, dunque, ai crocicchi delle vie e chiamate tutti quelli che troverete". Usciti per le strade, i servi radunarono quanti trovarono buoni e cattivi e la sala delle nozze fu piena di convitati. Il re venne a vederli, ma notò un uomo che non era in abito da nozze e gli disse: "Amico, come mai sei entrato senza l'abito da nozze?" Quello non rispose. Allora il re disse ai servi: "Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nel buio [dove] vi sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono i chiamati ma pochi gli eletti"2.
Vediamo insieme l'Epistola: san Paolo agli Efesini, capo 4°.
Fratelli, rinnovate i vostri pensieri per rivestirvi dell'uomo nuovo, rifatto sul modello di Dio, nella giustizia e nella santità. Lasciate quindi da parte ogni menzogna, dite francamente la verità al prossimo perché siamo membra gli uni degli altri. Se vi prende la collera, non arrivate al peccato: il sole non tramonti sul vostro rancore per non dare via libera al diavolo. Chi rubava non rubi più, ma si metta a lavorare onestamente in modo da aiutare quelli che sono più poveri di lui3.
La parabola: il re volle celebrare le nozze del figlio.
Il re è il Padre celeste il quale volle celebrare le nozze del figlio: Gesù Cristo, il Figlio suo. Ecco, la divinità si unisce all'umanità, l'umanità in grazia. Ecco allora Dio unito all'anima. Queste sono le nozze le quali son tanto più sante quanto più l'anima è in grazia, ricca di grazia e di meriti.
Il Padre celeste mandò il suo Figlio a tutta l'umanità. Il Figlio di Dio si incarnò e predicò il Vangelo agli uomini, per tutti gli uomini e, perché gli uomini si potessero unire a lui, morì sulla croce e meritò la grazia.
Le nozze sono l'unione del Figlio con l'anima in grazia. Ma che cosa avvenne? Il Signore invitò tutti, invitò tutti a salvezza eterna, ad unirsi con Gesù Cristo. Tutti in grazia, tutto il mondo. Ma se invitò tutti, che cosa avvenne?
«Mandò i servi ad invitare alle nozze, ma questi non vollero venire».
E quanti uomini non si arrendono a Gesù Cristo, non accettano l'unione di Dio con l'umanità, la grazia di Gesù Cristo. «Non vollero».
Allora il Signore «mandò ancora altri servi», cioè altri sacerdoti a chiamare dicendo agli invitati: «il pranzo è pronto». Ma quelli se ne andarono e, peggio, alcuni trattarono male i servi che erano venuti ad invitare, li insultarono e anche li uccisero.
E uccisero Gesù Cristo, e uccisero i sacerdoti. La serie dei martiri non finisce. «Li oltraggiarono e li uccisero». Allora che cosa avvenne? Egli fu crocifisso, il Figlio di Dio incarnato. Ma il Signore chiamò altri alle nozze, e cioè, i pagani. Quindi il Vangelo dalla Palestina è andato alle altre nazioni, è venuto fino a noi.
«Le nozze erano pronte ma gli invitati non ne erano degni». Quindi: «Andate, dunque, ai crocicchi delle vie e chiamate tutti quelli che troverete».
E gli Apostoli e i loro successori andarono e invitarono tutti gli uomini a partecipare al banchetto, - dice - e cioè, a partecipare alla redenzione, accogliere la grazia che Gesù Cristo ha meritato; alle nozze, cioè, all'unione del Figlio di Dio incarnato con le nostre anime.
Il re andò a visitare i convitati, quando la sala del convito era piena. Si compiacque, ma scorse uno che non era vestito dell'abito nuziale, cioè non aveva la grazia - indica, costui, che non aveva la grazia -, e perciò: «legatelo mani e piedi e gettatelo fuori al buio dove c'è pianto e stridore di denti».
E cioè, anche un cristiano può vivere in peccato e allora, sebbene sia entrato al convito, si sia fatto cristiano, tuttavia non vive cristianamente; e se non si arrende alla grazia di Dio, cosa sarà? «Perché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti». E cioè, vi sono tanti che resistono al Vangelo, resistono alla grazia e anche se ne fanno un vanto, e perseguitano gli inviati e sono: il Papa, i vescovi, i sacerdoti e tutti coloro che si danno all'apostolato.
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Che cosa abbiam da fare?
Primo luogo, ricordiamoci che oggi è la giornata missionaria. Pregare affinché i missionari possano compiere santamente la loro missione e trovino delle anime docili alla grazia, docili agli inviti, agli inviti che sono rivolti a tutti, perché la salvezza è per tutti. Ma la serie dei martiri non finisce. E chi accoglie l'invito e chi non accoglie l'invito. Preghiamo quindi perché i missionari possano sopportare i loro disagi e trovino cuori docili ad accogliere il Vangelo, affinché il Vangelo corra e arrivi, corra e sia accolto, dice l'Oremus per la propagazione della fede.
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Secondo: noi corrispondiamo sempre totalmente?
Il minimo è di non vivere in peccato grave, cioè evitare il peccato grave, altrimenti: «legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nel buio dove vi è pianto e stridore di denti». Questo è il minimo.
Ma l'unione con Gesù può essere più forte, più perfetta, e può essere anche meno perfetta. Da che cosa dipende? Dipende dall'unione della nostra volontà con la volontà di Gesù Cristo, di Dio.
Se uno ha dei soldi, delle lire (e adesso son le cento lire, sono 500 lire, oh!), se uno le mette sopra l'altra e vuol farne una piccola colonna, se le monete son perfettamente lisce, aderiscono perfettamente fra di loro e quindi la colonna sta in piedi, la colonna delle monete così messe; ma se una ha una punta che si rialza, ecco il contatto è solamente su quella punta della moneta superiore rispetto a quella inferiore, è lì.
Ecco, se la nostra volontà corrisponde, e cioè, è perfettamente unita alla volontà di Gesù Cristo, ecco allora noi siamo perfettamente uniti e la grazia abbonda, la santità; ma se con la volontà di Dio, in generale, noi resistiamo, in parte, alla grazia, cioè in certe cose non vogliamo arrenderci, allora tocchiamo Gesù soltanto con una punta, e cioè, non c'è il peccato mortale, no, ma la venialità, i dispiaceri che si danno a Gesù! Quando noi aderiamo pienamente al volere del Signore nelle cose più grandi e nelle cose più piccole, allora la nostra volontà [è] unita alla sua, e l'effusione della grazia di Gesù, quanto abbondante! Perché l'anima è perfettamente unita a Gesù.
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Può essere che la moneta punti in un solo posto, e può essere che punti in due, tre posti; alle volte abbiamo una certa passione, abbiamo certe idee, abbiamo certe fissazioni, certi nostri desideri vuoti; alle volte, è l'orgoglio; alle volte è la sensibilità; alle volte è la nostra testa dura, noi puntiamo contro la volontà di Gesù e, allora, sì, si starà ancora uniti a Gesù, in un certo senso, perché non c'è il distacco completo, cioè non c'è il peccato mortale, ma possiamo essere uniti a Gesù più o meno, quanto la nostra volontà combacia perfettamente al volere di Dio. Anche se noi riceviamo l'Ostia, e un'Ostia di oggi, e domani, l'Ostia di domani, ecc., se noi continuiamo a tener la nostra volontà che punta, non aderisce perfettamente alla volontà di Gesù, quanto meno di grazia si riceve! Perché? E perché il cuore non è tanto unito al cuore di Gesù; la nostra volontà, la nostra testa, i nostri pensieri non sono pienamente uniti a Gesù e quindi la comunione fa un certo bene; ma siccome non c'è la volontà perfettamente unita a Gesù, è molto meno fruttuosa.
Ma se vogliamo che Gesù goda di noi, e l'unione nostra, le nozze perfette siano con lui, oh! aderire pienamente ai voleri di Gesù, ai desideri di Gesù. Le nozze piene. Non basta che lo diciamo, questo, nella emissione della professione dei voti, ma che realmente poi li osserviamo e continuiamo a togliere ciò che dispiace a Gesù. Che non ci sian punte contro di lui! Toglier ciò che dispiace e allora l'anima nostra resta sempre più perfettamente unita a Gesù e c'è un'effusione sempre maggiore di grazia, maggiore santità.
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Vedete un poco se noi puntiamo contro la volontà di Gesù. Pensieri diversi, sentimenti diversi, voleri diversi da Gesù? Ecco le punte che potrebbero essere. Togliere queste punte, perché [l'adesione] avviene quando le monete son perfettamente lisce e combacia, quella che è sopra, con quella che è sotto e così continua fino a farne una colonna.
E una colonna di suore e di anime consacrate a Dio, perfettamente unite al volere di Dio! Togliamo, togliamo queste piccole punte. E alle volte sono delle cose minime. Cosa bisogna fare?
Su certe punte non siam capaci subito a lavorar bene e a toglierle bene, allora eccitiamoci all'amore a Gesù, perché non prendiamo l'ostacolo di punta, ma lo raggiriamo, l'ostacolo, e allora la perfezione, la santità sarà anche più facile. Certe cose che non possiamo superarle e sui quali difetti continuiamo a far propositi e non riusciamo, raggirare l'ostacolo, eccitarsi all'amore o al pensiero del paradiso. Allora entra in noi una grande generosità perché chi ama non sente più certi pesi; l'anima che ama davvero Gesù, non sente il sacrificio, lo fa con gioia, generosità, il piccolo sacrificio, la piccola mortificazione; sarà più facile.
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Oh! allora chiediamo, con tanti Atti di carità, questo amore a Gesù. Giacché si è scelto lo sposo divino, le nozze che ha voluto contrarre Gesù con l'anima nostra, siano non solo conservate, ma siano sempre più strette nell'unione sempre più intima con Gesù. Toglier le punte crescendo l'amore a Gesù. Degli Atti di carità! E'così facile! La formula è così breve! E, d'altra parte, possiamo anche fare noi stessi delle formule di amore a Gesù, basta dire: "Dolce cuore del mio Gesù", ad esempio. Eccitarsi all'amore con generosità, letizia, un'unione sempre più intima fino all'unione totale. Non ci sian più delle punte contro Gesù: tutto, solo e sempre. E' il lavoro della vita. Ma anche quando non si arriva subito, il desiderio è già amore, non scoraggiamoci, il desiderio è già amore e, questo desiderio, poco a poco si compirà sempre di più. Il sigillo dell'amore eterno, in punto di morte, con Gesù, nozze perfette, eterne, fra Gesù e l'anima nostra.
Leggere qualche cosa di maggior perfezione, anche, per camminare.
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1 * Nastro 114/c (= cassetta 118/a). - Per la datazione, cf PM: «oggi è la giornata missionaria». Nel 1962 la giornata missionaria fu celebrata il 21 ottobre. In base a questa data, la datazione delle altre meditazioni (nn. 24, 29, 32) registrate sullo stesso nastro, è stata ritenuta come molto probabile. - dAS, 21 ottobre 1962 (domenica): «Meditazione alle PD presso la Casa Paolina».

2 Mt 22,1-14.

3 Ef 4,23-28.