Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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39. LE SUORE ANZIANE LA PRUDENZA*

LE SUORE ANZIANE

Avete dato anche suggerimenti1 per le suore anziane.
Tardare a divenire anziane, cioè non mettersi così facilmente nel numero dei vecchi e di sentirsi ormai a riposo. Nella vita2 religiosa non ci sono pensionati; la pensione è in cielo. Quindi [utilizzare] quel tanto di forze e di attività che ci rimangono. «Cum infirmor tunc potens sum: perché ammalato, sono più potente» (cf 2Cor 12,10), perché allora offro anche la sofferenza, compio la volontà di Dio con [il] cuore; perciò posso essere più utile a me e più utile ancora al prossimo.
Il Signore Gesù (secondo il nostro modo di pensare, così per esprimerci, perché non corrisponde del tutto all'oggettività delle cose), [con] le sue tre ore di agonia quanto giovò all'umanità! E noi vediamo che la Chiesa dappertutto ce lo rappresenta agonizzante, crocifisso. Quindi, come c'erano da fare sacrifici per reprimere le tendenze e la generosità della gioventù, così [ora] spingere un po' le nostre forze, quanto è possibile, fin che il Signore ci chiama.
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La pienezza dell'età

Alle anziane, se sono veramente anziane: riconoscenza del lavoro che hanno fatto; rispetto a chi ha già speso la vita santamente ed ha già una ricchezza di meriti; imparare dai loro esempi; curare le loro infermità secondo le necessità.
Sono persone che si sono immolate in molte maniere, che hanno portato «pondus diei et aestus: il peso della giornata e il calore» (cf Mt 20,12). Che impressione ci fa questo! È vero che prima di morire, il Signore, se ci dà grazia, ci mette nell'umiliazione e nella sofferenza, affinché siamo uniformati a Gesù Cristo, il cui ministero-apostolato gli ha meritato il «crucifigatur» (cf Mt 27,23), perché ha combattuto il male e ha predicato il bene. Se noi sappiamo meritarcelo questo! «Merear, Domine, portare manipulum fletus et doloris»3: questa è la preghiera che facciamo nel vestire i paramenti al mattino per la celebrazione [della Messa].
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Che impressione ci fa considerare il nostro padre san Paolo l'ultima volta che è stato in carcere a Roma: «Portami il mantello» (cf 2 Tm 4,13), e voleva dire che aveva freddo. Povero vecchio! In carcere, non al caldo, letteralmente abbandonato, fuorché da colui4 a cui scriveva l'ultima sua lettera. Abbandonato da tutti! E lo descrive nella sua lettera: Gli uni se ne sono andati, gli altri hanno avuto vergogna di me... Questi non hanno perseverato, quegli altri mi hanno fatto soffrire... Anche nel dibattito al processo che avevo subìto [nessuno mi ha assistito] (cf 2Tm 4, 9-16). Ecco la ricompensa! Eppure nelle sue lettere sono nominati una sessantina di amici, di seguaci, di discepoli. Non crediate che il bene sia premiato sulla terra; e guai se lo fosse! Cosa dovremmo aspettarci ancora? Lassù il premio, ed eterno!
Quindi [le suore anziane] abbiano pazienza e approfittino e santifichino i loro giorni utilizzando ancora quella rimanenza di forze che il Signore loro dà, ma se le forze sono poche, lo spirito è più vivo. E si può dire che [allora] si cresce in gioventù, verso la giovinezza virile, la pienezza dell'età, la contemplazione di Dio in paradiso. È una gioventù nuova, è quella che vive ogni cristiano, ogni anima fedele in cielo5.
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Possibili occupazioni per le anziane

Tuttavia confrontare il lavoro che ancora è possibile. Qui avete segnato quattro punti6:
1) Formare sempre più le anziane allo spirito di fede, perché siano indifferenti circa gli uffici. Si passa da un ufficio all'altro! Non è che dobbiamo fare sempre la stessa cosa. E quante volte la prudenza che si è acquistata, la fedeltà alle osservanze religiose, il buon esempio, la maggior preghiera danno più contributo a chi va e viene ed è pieno di energia e qualche volta cade anche in imprudenze. Tuttavia tenere molto conto della generosità della gioventù. Tenerne molto conto! Solamente guidarla saviamente.
2) Dare alle suore una migliore preparazione teorico-pratica per l'apostolato e per i diversi lavori domestici. Ce ne sono tanti. Preparazione teorico e pratica per l'apostolato: avendo conoscenza dei bisogni e delle difficoltà, dei mezzi di apostolato, se prima facevano la parte più faticosa, dopo faranno la parte più direttiva, più razionale. E quanto si può fare da casa se c'è chi segue bene! Tante volte ci si illude, perché quel giorno si è ottenuto un risultato o modesto o un po' più abbondante... e si è soddisfatte. Ma quando interviene una propaganda razionale, continuata, fedele anche per corrispondenza, ecc., alle volte fruttifica molto di più per le anime.
Vi sono poi nelle case sempre lavori e lavori; e quando una non può farne uno, ne fa un altro. Allora la saggezza ripara, e qualche volta supera per i buoni risultati anche la robustezza di prima.
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3) Alle propagandiste che hanno già fatto per un certo numero di anni la propaganda, affidare almeno per un certo tempo, uffici di casa: magazzino, spedizioni, registrazioni, contabilità, propaganda da casa, cura dei cooperatori, lavori nelle agenzie sampaoline [del cinema], lavori domestici, ecc. Forse allora, realmente, porteranno più bene alla Congregazione. Poi qui sono [elencati] solo esempi. Molte altre mansioni si possono fare; se si ha tempo riflettere sui vari casi, sui problemi, e saranno risolti meglio e assai più facilmente di quanto sembrerebbe.
4) Le suore che non possono più dedicarsi alla propaganda, occuparle gradatamente nei suddetti lavori, preparandole con opportune lezioni.
Allora qualcosa qui è indicato; altre cose si possono ancora indicare.
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LA PRUDENZA

Stasera penso che piaccia al Signore dire due parole sulla virtù della prudenza7. Alle tre virtù teologali, segue la virtù della religione, quindi vengono le quattro virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza.
La prudenza in che cosa consiste? La prudenza sta in due elementi o due punti: 1) studiare bene il fine; 2) prendere i mezzi [per conseguire] il fine.
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Studiare il fine

Qual è il fine nostro?
Voi seguendo la professione religiosa, abbracciando lo stato religioso avete meditato bene il fine: voglio il paradiso! Cosa mi gioverebbe la terra? Se guadagnassi anche tutto il mondo, e perdessi l'anima, che cosa mi gioverebbe? (cf Mt 16,26). Ecco, e allora: non guadagnare tutto il mondo; avete risolto di guadagnare il paradiso.
La prudenza prima di tutto fissa il fine. Guarda per scegliere, vede e sceglie quale sia il bene maggiore per noi. Le cinque vergini prudenti, le cinque vergini stolte (cf Mt 25,1-13), fino a un certo punto sembravano tutte prudenti: volevano festeggiare lo sposo. E fino lì tutte erano arrivate a questa decisione, così come voi aspettate il paradiso, l'unione eterna con Gesù. Fino lì siamo arrivati: [scelto] il fine.
Se rinunziate a tutto, dice Gesù, avrete il premio (cf Mt 19,29). Ma quelle cinque vergini prudenti e le cinque vergini stolte che cosa indicano? Quelle che avevano scelto il fine, ma non avevano ordinato, preparato, adoperato i mezzi [ci dicono] che non bastava prendere le lampade perché quando arrivasse lo sposo potessero accompagnarlo, secondo l'uso palestinese, al festino di nozze. Sì, presero le lampade, ma non le hanno rifornite di olio. Ecco lo sbaglio!
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Le prudenti hanno preso le lampade, ma le hanno rifornite di olio. Desiderare il paradiso, così a voce, a parole, e non prendere i mezzi, [non serve]. Ecco, far la vita santa, rifornire le nostre lampade di olio, che sono le opere buone. L'olio rappresenta le opere buone. Quando poi lo sposo è arrivato, era tardi, si erano anche un po' addormentate e il rumore le aveva risvegliate; corsero a prendere le lampade, ma le une, le prudenti, erano rifornite di olio, le altre no. Allora queste, un poco affannate, si rivolsero alle prudenti: «Dateci del vostro olio perché le nostre lampade si spengono» (cf Mt 25,8).
Quanti, in punto di morte, vorrebbero trovarsi una grossa provvista di meriti e andare con fiducia al premio! Il paradiso è un premio, è una mercede del lavoro fatto. Vorrebbero allungare la vita: Oh, se tornassi indietro; adesso non ho più forze, sono malata.
Ma le vergini prudenti risposero alle altre: «No. Se dividiamo il poco olio che abbiamo, non ce ne sarà abbastanza né per voi né per noi. Andate a comprarne» (cf Mt 25,9). E le stolte andarono. Ma a mezzanotte, col tempo perduto per svegliare i commercianti, arrivarono in ritardo. Le vergini prudenti, invece, entrarono al convito, che indica il convito eterno quando il Padre celeste [dirà]: «Ut sedeatis et bibatis in regno Patris mei»8, perché vi voglio a sedere e gustare la mia mensa eterna, nella mia casa, cioè la felicità eterna (cf Lc 22,30).
Quindi scegliere bene il fine e ordinare i mezzi. Avete scelto il più bel paradiso che è riservato cioè alla vita consecrata a Dio, e avete scelto i mezzi9: sono le Costituzioni, il Direttorio, i precetti, i consigli.
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Vari tipi di prudenza

Vi è una prudenza della carne: «prudentia carnis mors est»10, dice san Paolo (cf Rm 8,6). Voglio ottenere il permesso di andare a casa, mi faccio mandare un telegramma: La mamma sta male: «prudentia carnis». Ecco voleva quel fine e adopera, per conseguire un fine non buono, un mezzo niente affatto buono: «prudentia carnis». Vogliono farla [franca] senza essere scoperte, leggere quel che vogliono, parlare in segreto, nascondere quanto possono, persino in confessionale e allora…: «prudentia carnis», come dice san Paolo.
Prudenza umana. La prudenza umana ha un suo valore: Voglio farmi una vita, dice quel giovane, e andrò a studiare legge oppure studierò come maestro. Voglio farmi… E quando non avrò più i genitori, voglio avere un mezzo per campare la vita. È umana questa prudenza.
Prudenza anche negli affari: non si spenda troppo al mercato; non lasciarsi ingannare, perché la copertina del libro è bella; e non lasciarsi ingannare anche in quello che riguarda l'apostolato stesso, quando è considerato umanamente; [non] lasciarsi ingannare dai muratori, dai costruttori, dai falegnami, dai vetrai, dai rivenditori di frutta, di verdura, del pesce o della carne, del pane, ecc. Ci vuole la prudenza umana che adoperata per fine buono diviene meritoria: è fare giusta economia facendo le spese. Ma se faccio uno sconto del 40% prenderanno più [libri]. E forse tu hai lo sconto del 35% e considerando tutte le spese che hai... perché quell'opera, quel libro, fra le spese di porto, l'affitto dei locali, il mantenimento della suora e poi tutto quello che si deve pagare per l'editore, se fai uno sconto [così alto], e allora l'Istituto non potrebbe vivere […]11.
Vedete un poco, mi si dice: Vorrei che le responsabili facessero un po' di domande, anzi una domanda sola: Sono eccessivi gli sconti? Per cui si contribuisce allo sviluppo anche economico dell'Istituto sufficientemente?
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C'è [poi] la prudenza soprannaturale o spirituale: quella persona non si contenta di lavorare tutta la giornata, ma mette le più belle intenzioni, quelle di Gesù, e guadagna molto di più. Lavorerà come un'altra, ma alla sera, essa è più ricca. Prudenza spirituale! Ma lì c'è un pericolo: bisogna che lo schivi. Non posso usare quella libertà, ecc. perché mi trovo fra sorelle adesso e devo dare l'esempio buono perché sono le giovani. Se poi le anziane devono stare con le giovani, naturalmente devono custodire se stesse un po' di più che se fossero solo tra loro anziane, perché la giovane guarda sempre la più anziana e segue l'esempio.
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Mezzi per raggiungere il fine

La prudenza entra in tutta la vita. Facciamo degli esempi: la prudenza è l'occhio per il cammino della vita. Pensieri di vanità, vaghi, sciocchi fanno la vita sciocca; i ragionamenti poi sono sciocchi, le azioni sono sciocche, è una vita scialba. Invece, i pensieri retti, la testa ben guidata, in sostanza, produce una vita di pietà, una vita virtuosa. Vedi un po' nella vita: gli affetti dove vanno, i sentimenti dove sono rivolti? Perché in quella conversazione, magari tra dieci suore, tu ne guardi particolarmente una? L'occhio ti fa la spia: tu hai una simpatia! Perché continui a conversare, a prolungare con parole scialbe mentre propriamente l'oggetto della conversazione è terminato... Lì c'è qualcosa dentro: sii prudente!
Questo atteggiamento, questo comportamento, dice san Francesco di Sales, fa la spia che il tuo cuore non è retto12.
E i voleri? E il vendicarsi? Aggiungi male a male! Invece, se perdoni, piuttosto di criticare oppure di portare nel tuo cuore l'astio, la collera, ecc. [ne guadagni]. Ma se non perdoni, sei tu che ci perdi, alla fin dei conti, perché dopo il dispiacere, perdi ancora i meriti. La prudenza dice: perdona, fai un grande atto di virtù. E allora guadagni il merito, anche se l'altra, sapendolo o non sapendolo, abbia sbagliato verso di te.
Quindi la prudenza vera guarda sempre al paradiso: mi giova o non mi giova? Procede dalla fede. Mi giova per l'eternità: «Quid hoc ad aeternitatem?», dice il giusto13. Che cosa mi serve questo per l'eternità? Il dire, il fare questo mi giova o mi danneggia per l'eternità?
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Gesù, la sera dell'ultima cena, ha messo in guardia gli apostoli: Pregate e vigilate; state attenti, «ne intretis in tentationem»14 (cf Mt 26,41). La prova è vicina. Se pregate e vigilate, voleva dire, sarete vittoriosi. Altrimenti? Altrimenti... si addormentarono e fuggirono; anziché... Prima avevano protestato di voler seguire il Maestro, e poi al momento buono sono scappati. E Pietro stesso l'ha rinnegato, mentre Giuda l'ha tradito. Pietro si era messo nell'occasione: perché andarsi a scaldare allo stesso fuoco dove si scaldavano i soldati, le persone del popolo in quella notte un po' fredda e proprio mettersi coi nemici di Gesù? Aveva un pretesto buono: «per vedere la fine: ut videret finem» (cf Mt 26,58), ma non aveva misurato la sua debolezza. «Ne intretis in tentationem» e avevano anche dormito. «Surgite, eamus»15 (cf Mt 26,46). «Perché non avete vegliato con me neppure un'ora?» (cf Mt 26,40). Prudenza!
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Elementi della prudenza

La prudenza comprende sempre tre atti che [ne] sono gli elementi: esamina, risolve, eseguisce.
Esamina. Quando quella figliuola un bel giorno la vedete un po' sopra pensiero…: che cosa è intervenuto in quei giorni nel suo spirito? Dio le ha fatto sentire nel cuore l'invito alla perfezione, alla santità, alla vita religiosa. Sta esaminando il grande problema per trovare la soluzione. Esaminare se quello che stiamo facendo è il meglio, esaminare bene. Quante precipitazioni! Tre atti per venire ad una decisione: pensaci su, prega, consigliati. Quanto più una risoluzione è importante tanto più si dovranno esaminare le cose, consigliarsi e pregare.
Risolve. Altro elemento della prudenza: risolvere sempre in ordine alla vita eterna, e cioè se giova o non giova all'eternità. «Che giova guadagnare tutto il mondo, se poi si perde o si ha deperimento dell'anima?» (cf Lc 9,25). L'uomo prudente confronta sempre la sua vita col giudizio di Dio, con il rendiconto che dovrà fare dei suoi giorni e dei talenti ricevuti da Dio. Ecco, pensa e risolve in ordine alla vita eterna.
Eseguisce. Una volta presa una risoluzione, si segue. Anime che sono sempre un po' irresolute! E cosa fanno? Non decidono mai, [sono] sempre fra il sì e il no. Risoluzione! Non lasciarsi attirare un po' a destra o a sinistra.
Anche nella condotta spirituale vi sono sempre pretesti, illusioni, inganni. Bisogna finalmente, dopo aver ben esaminato e dopo aver preso una risoluzione, eseguire; eseguire, perché quando una cosa è decisa, non c'è più da disputare caso per caso. Se un giovane risolve di studiare per prendere, supponiamo, la carriera di maestro, tante volte avrà voglia di smettere, perché è faticoso. Vede gli altri che vanno a giocare e lui è lì con la testa piegata sul libro o sul quaderno che sta cercando la soluzione di un problema. Chi vuol farsi santo, non può dire: Mi do pace. La santità è una grande conquista e conquista della maggior importanza.
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Esercizio della prudenza

«Siate prudenti come i serpenti» (Mt 10,16). Persone che si confidano così facilmente e che non sanno tener bene a posto il cuore! Il cuore è una cosa preziosa: non metterlo allo sbaraglio, non lasciarlo così in balìa, permettergli ogni passaggio, ogni battito, ogni avventura. Alle volte bisogna ancor dire: Siate prudenti come il serpente, il quale se c'è un pericolo fugge, e se è perseguitato, è disposto a perdere la coda, ma non la testa. Ciò che importa per lui è salvare la testa. Anche nelle persecuzioni, nelle malevolenze, nelle false interpretazioni... prudenza!
Non fare troppi propositi, ma fare i principali e sicuri; non farne uno oggi, domani un altro, fra un mese un terzo, ecc.: fermezza! La virtù sta nel perseverare. Prudenti nei propositi.
Prudenti nei pericoli. Rivolgiamoci anche a quello che riguarda la purezza, a cui ho già un po' accennato nella lezione antecedente.
Gli occhi van tenuti a freno, se no vengono [certi] pensieri, e se stai a udire o a leggere quell'altra cosa, forse dopo sei turbato. Sai che l'uomo è composto di carne ed ossa; credi di essere di ferro tu! Eh, ma, gli altri han fatto così.... Non abbiamo bisogno di guardare gli altri che forse ci accompagnano, ma guardare chi è esemplare, chi è prudente.
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Guardare i santi, guardare il Vangelo, come Gesù ci ha parlato della prudenza e come è stato egli un esempio santissimo, altissimo di perfetta prudenza. Che prudenza nel parlare con Caifa, con Pilato!
Vi sono persone che sono misurate e prima di dire una cosa l'hanno pensata, non hanno sempre la bocca aperta e ciò che esce, esce..., no, controllano se stesse. Prudenti! Quella parola può fare male a un altro, può gettare lo scompiglio in un cuore, può far perdere l'onore a una persona che ha diritto al suo onore. Magari calunnie... Svelare segreti... Svelare difetti occulti... e non finiscono di esaltare se stessi fino a dare noia a chi sente. Prudenza!
E quando però si è deciso, in fiducia, e con Dio: quest'opera è da farsi, Dio la vuole, sono sicuro che i mezzi ci saranno. Tribolerò, farò brutte figure, ma cercherò di fare la volontà di Dio; un giorno e due e dieci e cento, fino a che l'opera riesce. Si dice: Le imprese a cui quello mette mano, riescono. Ma prima ha considerato se è volontà di Dio; secondo, ha ordinato i mezzi; e terzo, ha perseverato. Allora riescono le cose. Si vuole alle volte mettere ordine in una certa, diciamo, impresa16: [guardare] il fine, i mezzi, e poi perseveranza umile e preghiera.
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La Scrittura dice: «La prudenza è pudica, è pacifica, è modesta, è misericordiosa, è imparziale». Cinque qualità della prudenza (cf Gc 3,17-18).
Pudica: c'è sempre una certa riservatezza, c'è sempre ancor dentro di lei più di quanto dice, e porta la pace. Porta quasi sempre nelle cose l'elemento che incoraggia; vi sono invece persone che paiono fatte per scoraggiare. Poi è modesta, misericordiosa, imparziale: [questo] è più facile da capire.
È già oltrepassato il tempo.
Virgo prudentissima! Invocare la Madonna, la Vergine prudentissima. Sì, prudentissima! Nella sua vita quante occasioni ha avuto, e come fu prudente quando venne annunziata, quando andò nella casa di Elisabetta. Virgo prudentissima, ora pro nobis.
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* 39.Ariccia, 3 giugno 1961. Reg.: A6/an 124b = ac 195a. Stampato in SdC, pp. 345-353 con il titolo: “Come occupare le suore anziane”.

1 La voce dice: «Avete fatto anche il compito…» e richiama l'impegno affidato alle esercitanti il 29 maggio di dare suggerimenti su determinati argomenti (Istruzione 27, nota 6).

2 La voce dice: «via».

3 È la preghiera che il sacerdote celebrante recitava indossando il manipolo, fascia che si legava al braccio sinistro. La formula completa era la seguente: «Merear, Domine, portare manipulum fletus et doloris, ut cum exultatione recipiam mercedem laboris: O Signore, che io meriti di portare il manipolo del pianto e del dolore, affinché riceva con gioia il premio del dolore e della sofferenza». Nelle sue varie trasformazioni e significati, prevalse la simbologia del dolore (cf Dizionario di Liturgia Romana, Ed. Studium, Roma 1956, voce: Manipolo, p. 245).

4 È il discepolo Timoteo, «il figlio diletto» (cf 2Tm 1,2).

5 La voce dice: «al di là».

6 Legge e commenta i punti che gli sono stati consegnati.

7 Lo sviluppo della prudenza richiama lo schema di: A. Tanquerey, Compendio di teologia ascetica e mistica, ed. cit. nn. 1016-1029.

8 Cf Il testo completo è: «Ut edatis et bibatis super mensam meam in regno et sedeatis super thronos iudicantes duodecim tribus Israel: Perché possiate mangiare e bere alla mia mensa, nel mio regno e siederete in trono…».

9 La voce dice «il fine», ma è un lapsus linguae.

10 «La saggezza della carne è morte».

11 La voce continua con un pensiero sospeso: «E chi non produce sufficientemente…».

12 Evoca qualche passo dei Tratteniment spirituali, particolarmente del Trattenimento IV, dal titolo: “Della cordialità. Nel quale si domanda come le sorelle debbano amarsi con amore cordiale senza però usare familiarità eccessive”; e il Trattenimento XII dal titolo: “Della semplicità e della prudenza religiosa”.

13 Espressione attribuita a san Bernardo.

14 «Per non cadere in tentazione».

15 «Alzatevi, andiamo».

16 Non riesce a trovare il termine esatto che traduce il suo pensiero e usa un insieme di parole, riportate in nota: «Si vuole alle volte mettere ordine in una certa, diciamo, impresa, non so, per comprendere di più il termine, o meglio, più cose a cui si applica; il fine, i mezzi, perseveranza umile, preghiera».