Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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SPIEGAZIONE DELLE COSTITUZIONI

RINNOVAMENTO

1. SCOPO DEGLI ESERCIZI*
Introduzione

Il primo pensiero è di riconoscenza al Signore il quale si è degnato di congregarci qui, per attendere in questi giorni a due grandi compiti, e cioè: 1) rinvigorire la vita religiosa; 2) osservanza religiosa paolina e poi, di conseguenza, l'aggiornamento della vita1.
Ma subito ringraziare Gesù che vi aspettava e che vi ha accolte ora qui. Si è degnato di ammetterci alla sua divina presenza; metterci [perciò] ai suoi piedi, [dicendo]: «Parla, o Signore, che il tuo servo ti ascolta» (1Sam 3,9). Ringraziare Maria Regina la quale in questi giorni più che mai, diciamo così, intercederà per noi. Ugualmente ringraziare san Paolo, il nostro maestro e padre: quante cose egli già ha conosciuto che voi avete fatto bene, e quante cose ancora si possono migliorare. Ringraziare il Signore.
Quali disposizioni? Possiamo considerarle stasera. Ma ve n'è una fondamentale che è proprio per voi: giudicarsi e non più giudicare. Passare questo tempo per giudicarsi, anziché giudicare le cose, gli avvenimenti, le persone, ciò che fanno gli altri, ciò che non fanno… Essere giusti con noi, poiché molte volte siamo rigorosi con gli altri, ma per noi, tutto è un'inezia: Vi era qualche ragione, quella circostanza, nella posizione in cui mi trovavo... La prima tra le virtù cardinali è la giustizia di giudizio. Giudicarsi finalmente, che grazia! Giudicarsi così da non essere giudicati al giorno del giudizio: Chi si giudica, non sarà giudicato, cinquant'anni dopo.
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Rinvigorire la vita religiosa

Rinvigorire la vita religiosa è lo scopo di questo corso straordinario di Esercizi. Dico "straordinario", poiché sarà forse l'unico nella vostra vita. Grazia, quindi, straordinaria che si può collegare con quella della professione che adesso abbiamo da rivedere come fu vissuta, e collegarla col punto di morte. Professione, corso straordinario di Esercizi, il nostro passaggio all'eternità, al giudizio di Dio, al premio. Poi la fiducia.
Cosa significa rinvigorire la vita religiosa e la vita religiosa paolina? Significa vivere di spirito soprannaturale. Significa pensare secondo la fede, giudicare secondo la fede, parlare secondo la fede, operare secondo la fede. Soprannaturali! Avviene qualche volta che lo spirito soprannaturale vada un po' diminuendo, e le stesse cose più sante vengono viste con occhio umano; e il ragionamento umano è quello che toglie i meriti, perché il merito c'è solo quando si [opera] in spirito soprannaturale, secondo la fede. Spirito soprannaturale! Giudicare la vita religiosa, giudicare la nostra vita stessa così: «Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre» (Gv 16,28).
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«Exivi a Patre», dice Gesù, sono uscito dalle mani del Padre. Sono venuto in questo mondo a fare qualche cosa. Era venuto a operare la salvezza; e noi veniamo per santificarci. Fuori di questo, la vita non solamente non è utile, ma è una disgrazia, poiché il tempo non viene santificato e i doni di Dio non vengono utilizzati. E allora: sono venuto a fare qualche cosa in questo mondo. «Non come voglio io, ma come vuoi tu, o Padre celeste: non sicut ego volo, sed sicut tu» (Mt 26,39). E solo quel che è fatto secondo il suo volere avrà il premio. Quello che è fatto secondo i nostri modi di vedere, secondo la nostra scelta, non è comandato da lui e allora non vien pagato da lui. Egli paga quel che si fa secondo il suo comando, secondo il suo volere.
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«Iterum relinquo mundum et vado ad Patrem». Ci accorgiamo che ogni giorno la vita si è un po' accorciata? Non solo guardare il calendario per [sapere] che [giorno] sarà domani, ma guardare il giorno che finisce, che è già andato sulle porte dell'eternità. Non torna più! È già sulla porta dell'eternità secondo che fu impegnato, impiegato. «Relinquo mundum et vado ad Patrem». Prepararsi alla morte. Esercizi di preparazione alla morte. Voglio dir meglio: Esercizi di preparazione al paradiso. Così purificati, così soprannaturali nei pensieri, nell'agire, nel giudicare e nell'operare, che siamo come trasformati e quindi degni di abitare con gli angeli e coi santi. Altrimenti bisogna andare a purgarci, e bisogna andare là in attesa che il paradiso si apra, ma si apre quando saremo ripuliti e purificati.
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Tutto in chiave soprannaturale

Soprannaturali nel giudicare la vita nostra: quello che è l'obbedienza soprannaturalmente, e quello che è la vita comune soprannaturalmente, e le prescrizioni delle Costituzioni soprannaturalmente, e l'apostolato soprannaturalmente. Tutto giudicare secondo la mente di Dio, secondo la fede. Questo è assolutamente necessario. Contare sulla grazia di Dio; sapere che siamo chiamati alla santità, sapere che abbiamo gli aiuti; vedere nelle sorelle delle compagne di viaggio per il paradiso; vedere in chi guida la persona o le persone che ci assistono, ci indirizzano, ci assicurano di camminare bene, ci indicano la via perché si vada alla meta.
Tutto soprannaturalmente! Persone che dopo venticinque anni di professione hanno tutta una mentalità soprannaturale, una sentimentalità soprannaturale: tutto quel che desiderano e quel che non vogliono, tutto è in ordine a Dio. Persone, le quali se parlano, parlano «quasi sermones Dei»2 (1Pt 4,11), e persone invece che ragionano sempre umanamente. Persone che operano sempre in vista e in ordine a Dio: sono generose, fervorose, non hanno da guardar altri, hanno da guardar se stesse! E l'occhio è sempre volto verso il Signore e le forze verso il paradiso. In questo spirito vogliono proprio utilizzare [tutti] i momenti in ordine al cielo.
Rinvigorire la vita spirituale vuol dire entrare bene nei documenti3 della vita religiosa. Quando Gesù dice: «Se vuoi essere perfetto, lascia tutto»4 (cf Mt 19,21), hai [veramente] lasciato? «Vieni», e cioè, cosa vuol dire questo «vieni»? Vuol dire: pensieri di mondo, non più! «Seguimi»: obbedienza, vita comune… Soprannaturale! Vuol dire considerare come è vissuto Gesù: in che povertà, in che delicatezza, in che obbedienza. Gli esempi sono quelli di Gesù che sono la nostra luce; non quello che possono fare i meno fervorosi, i meno santi, esempi anche che non sono secondo Dio. Spirito soprannaturale! Questo è la cosa più facile a perdersi. Allora la vita religiosa diviene una specie di purgatorio, un tormento. Giudicando, vedendo tutto con l'occhio naturale, non c'è comando che valga, che soddisfi, che si accetti volentieri; non c'è orario, nulla, anche ciò che c'è a tavola, quello che è distribuito per la comunità, forse pure il posto, l'ufficio, la camera, ecc.
Spirito soprannaturale! Questo è il rinvigorimento della vita religiosa. «De mundo non sunt: sicut et ego de mundo non sum» (Gv 17,16). Non sono mondani - diceva Gesù degli apostoli - come io non sono mondano. Quando, passando gli anni, si vive un po' secondo le massime del mondo, allora si diventa mondani. Che cosa è il mondo? Il mondo è l'atmosfera anticristiana, in generale. Ma c'è un mondo religioso, nei religiosi, che è la trascuranza. La trascuranza un po' in tutto: malcontenti, critiche, giudizi, fare il meno possibile, ecc. Mondo religioso si chiama.
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Osservanza religiosa

L'osservanza religiosa è il secondo scopo di questo ritiro straordinario. Ecco, osservare le Costituzioni: questo è il secondo tema degli Esercizi. Osservare le Costituzioni, nel senso che ce le hanno spiegate al noviziato. Su questo punto bisogna fare l'esame di coscienza sui cinquecentocinque articoli delle Costituzioni. Qualcuno non ci si applica ora, perché già si è applicato a suo tempo, come le condizioni per essere ammesse alla professione; altri invece sono quelli che si applicano ogni giorno, ogni settimana, ogni anno, in tutte le parti.
Osservanza religiosa, circa quali punti? Quattro: [spirito, studio, apostolato, povertà].
a) Lo spirito, la parte spirituale. Vi sono case dove la pietà è proprio ben mantenuta: calma, serenità, intimità con Dio. [In] altre, invece, c'è sempre un frastuono: va e vieni, corri, meditazione per strada. Alla pietà bisogna fare la preparazione. Troppo zelo? No. Il troppo parlare di apostolato (e se si parla di apostolato si fa un buon discorso), ma... e della pietà? Si sente dire: La meditazione è così, e gli argomenti..., quale il tempo più adatto, quali difficoltà ci sono... la Visita intera, e c'è una preparazione di raccoglimento, ecc. Eh, ma [noi] abbiamo molto da fare..... Abbiamo prima da fare la pietà. Questo è il primo lavoro. E vedere un po' come si comportano5 le case a questo riguardo.
b,c) Lo studio [e l'apostolato]6. Sempre progredire. La suora fa la professione. Quale? Di perfezionarsi, di santificarsi. Ora, questa perfezione bisogna che sia seguita. Perfezionarsi, in che cosa? Perfetta povertà, quindi delicatezza, perfetta castità, perfetta obbedienza, ma in tutto! La cuoca si perfeziona a fare la minestra sempre meglio; e colei che ha da scrivere, migliori la calligrafia. Perfezionarsi in tutto, sempre, perché quello è il lavoro, è l'impegno della religiosa. Perfezionarsi! Quando dopo vent'anni si fa ancora allo stesso modo, per esempio, la propaganda è ancor fatta allo stesso modo di vent'anni fa; qui è lasciato all'Istituto di progredire e perfezionare; e c'è tanto da fare! Poco per volta la propaganda dev'essere elevata, meglio organizzata. E deve farsi molto con la testa, sempre un po' meno con i piedi. Questo punto è da perfezionarsi tanto, però è lasciato a voi.
Bisogna sempre imparare. Sempre imparare! Sì, lo studio dell'ascetica, del catechismo, la lettura della Bibbia, l'interpretazione della liturgia, e poi le altre parti, secondo gli uffici che si hanno. Particolarmente, parlando poi dell'apostolato: conoscere ciò che c'è e ciò che si dà; ciò che c'è e ciò che si dà e a chi si dà: i tre punti. E bisogna sapere cos'è quel libro, e bisogna sapere a chi è adatto, e come si dà. Oh, c'è tanto [da migliorare]! Non crediamo di essere arrivati alla perfezione, ma crediamo di avere questa grazia, questa vocazione alla perfezione.
d) [La povertà]. Poi c'è la parte umana che riguarda l'amministrazione, riguarda la salute, riguarda la buona convivenza in comunità e la correzione di quello che può urtare in comunità: arrivare a un carattere, che non faccia pesare sugli altri quello che non deve pesare.
Quindi quattro punti di osservanza religiosa, e cioè: spirito, studio, apostolato, povertà che comprende tutta la parte umana.
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Aggiornamento della vita

Il terzo scopo di questi Esercizi, che viene di conseguenza, è l'aggiornamento. Ma qui, in generale, c'è un grande errore: molti prendono la parola aggiornamento come se non dovessero più fare quello che è stato insegnato. Fare in una maniera propria, magari sotto il pretesto di personalità che poi tante volte è una stranezza, è una eccentricità. Si capisce più o meno bene cosa vuol dire personalità. Non c'è altra personalità che in Cristo, il vivere Cristo che è la seconda Persona della santissima Trinità. Bisogna che la personalità nostra si uniformi alla personalità di Cristo. C'è una sola personalità per la religiosa7.
L'aggiornamento, com'è [da intendere]? È [aggiornamento] alle Costituzioni! Non migliorare le Costituzioni: non si è ancora a [questo] punto. No. E poi non si migliorano mai le Costituzioni sostanzialmente, perché o c'è quella vita o non c'è. Ma uniformare la vita alle Costituzioni. Se noi nella vita religiosa portiamo i nostri contributi, e cioè portiamo la nostra parte di preghiera, portiamo la nostra parte di apostolato, anche la nostra parte economica, la nostra parte di buon esempio, la nostra parte di lavoro negli uffici, ecc., va bene. Portare la nostra parte. Alle volte, invece, si pretende solo dall'Istituto. Abbiamo da uniformarci. Capire cosa vuol dire Congregazione, la quale parola equivale a dire famiglia religiosa, società religiosa. Ora, in una famiglia tutti devono dare il contributo, perché, per godere i beni, bisogna portarli alla Congregazione. Ci vuole la pace, ma portare la pace da parte tua: non urtare, non rendere pesante la vita a quelli che ti circondano. Il contributo alla pace, il contributo alla bella convivenza, il contributo ad una vita gioiosa cioè letizia santa, il contributo di pensiero, il contributo di attività, il contributo di servizio, il contributo di tutto l'insieme della giornata.
Non aggiornare ancora le cose, cioè l'Istituto ai tempi, ma aggiornare le suore all'Istituto, alle Costituzioni per viverle bene. Ma abbiamo fatto la professione. E certamente, si è fatta e si è anche progredito molto, però vi è ancora molto da progredire per essere osservanti del tutto. Quando si deve dire qualcosa di bene di una suora, la miglior parola che comprende tutto [è]: quella suora è osservante. Quando si ha da dare delle referenze8 - supponiamo perché una suora un giorno ha voglia di cambiare Istituto e domandano informazioni -, se si dice: È osservante, è tutto detto; se si dice: Non è osservante, è tutto detto. L'osservante è la buona suora. La Paolina è l'osservante della vita paolina.
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Mezzi

Grande silenzio. Se non [c'è silenzio] non hanno frutto gli Esercizi. [Il silenzio] è prescritto [per] i primi giorni, i primi otto giorni. Ma più se ne farà anche dopo, [meglio sarà]. Non mettiamo sempre fuori tante cose, insacchiamo noi! Stiamo attenti a prendere ciò che vuol dirci Gesù, a prendere tutto quel che ci viene indicato, tutte le ispirazioni che riceviamo da Gesù. Prendere, conversare intimamente con Gesù. Prendere quello che possiamo leggere nei libri, particolarmente nella Bibbia. Allora, più faremo silenzio e più porteremo via ricchezze spirituali, di merito e, nello stesso tempo, di luce.
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Grande fiducia, perché il Signore vi ha chiamate per arricchirvi di grazie. Soprattutto: l'ultima parola è di nuovo quella che ho detto all'inizio: giudicarsi. Giudichiamoci. Se vi giudicate non sarete giudicate, ecco il pensiero di Gesù9. Ma proprio giudicare noi stessi, il che equivale a dire: comincio da stasera a fare l'esame di coscienza sui comandamenti, in primo luogo. La vita religiosa è poi un'aggiunta10. Gesù si è compiaciuto del giovane che veniva a lui quando gli ha detto che aveva osservato i comandamenti: lo guardò con uno sguardo d'amore (cf Mc 10,21). Il resto è poi un'aggiunta, la quale viene fatta dall'abbondanza delle grazie e che è conforme alla nostra vocazione.
Molto esame sui comandamenti: il rispetto alle persone, la povertà umana e cristiana perché la povertà religiosa è il fiore, ma prima ci vuole la povertà umana e povertà cristiana che è prescritta per tutti. Il pensare bene di tutti, il giudicar bene di tutti, il parlare solo in bene di tutti; pregare davvero; essere delicate riguardo al sesto comandamento. Fermarsi molto sopra i comandamenti per l'esame di coscienza. La vita religiosa è poi un soprappiù, ma la base per la salvezza eterna è quella. Vi sono persone, le quali sono così delicate nel parlare, e altre che sono spietate: giudicano, condannano dal mattino alla sera, e poi non danno il loro contributo che è secondo i comandamenti, non danno il loro contributo al miglioramento della casa, della Congregazione. Ma è proprio un'ingiustizia questa, perché in società tutti devono portare per poter avere: è legge naturale, legge sociale naturale.
Il Signore voglia tanto benedirvi in questi giorni. Certamente avrete molte consolazioni; alla fine un buon Te Deum, e porterete poi i frutti di questi Esercizi alle case dove l'obbedienza vi manderà.
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* Ariccia, 15 maggio 1961. Reg.: A6/an 107a = ac 176a.

1 Sono i due obiettivi: «1) Rinvigorire la vita religiosa; 2) Osservanza delle Costituzioni», enunciati come fine del corso straordinario di Esercizi nella circolare informativa, inviata alle comunità dalla Prima Maestra il 9 maggio 1961 (cf VPC 255).

2 «Come con parole di Dio».

3 Termine da prendere nell'accezione usata già da don Alberione in Donec formetur Christus in vobis, Alba 1932, p. 41: «Povertà, umiltà, mortificazione sono documenti per entrare nella scuola di Gesù» (cf Donec formetur Christus in vobis, a cura di A. da Silva, Centro di Spiritualità Paolina, Milano 2001, p. 210.

4 «Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo».

5 La voce dice: «si compongono».

6 Nell'esposizione i due punti dello studio e dell'apostolato vengono trattati insieme, per cui resta difficile separarli.

7 Il Fondatore riprende uno dei punti fondamentali della spiritualità paolina, su cui aveva scritto anche in occasione del 1° Capitolo generale della SSP: «La formazione è in Cristo e nella Chiesa. Veniamo da Dio uno e trino. Dio uno e trino formò il Cristo come formò l'uomo. Come Dio come diede l'essere; come trino ogni Persona divina impresse qualcosa di proprio nel Cristo e nell'uomo. Cristo mente perfetta, sentimento perfetto, volontà perfetta: Egli è divenuto per l'uomo causa esemplare, causa meritoria e causa comunicante. Così l'uomo diviene per Cristo, con Cristo, in Cristo il virum perfectum; la più sublime personalità. Fuori di tale personalità vi è orgoglio, bizzarria, deviazione e perciò vera mancanza di personalità per un religioso» (SP, 4 [1957] 3, in CISP, p. 162). Riprende il tema nelle due giornate sulla formazione tenute nel mese di marzo 1961 (cf SP, 4 [1961] 5-6).

8 La voce dice: «fare l'elogio», ma sembra un'espressione impropria.

9 Cf 1Cor 11, 31: «Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo giudicati».

10 C'è qui una certa visione teologica propria del tempo, secondo la quale il fondamento della vita cristiana sono i comandamenti; i contenuti della vita religiosa sono di consiglio e quindi, in certo qual modo, qualcosa “in aggiunta”. Il Concilio Vaticano II e i documenti del Magistero postconciliare hanno fatto una diversa lettura della vita consacrata (cf LG 42-44).