Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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3. LO SPIRITO PAOLINO*

La vocazione di un'anima ad un particolare istituto indica la particolare via in cui quell'anima deve santificarsi.
I comandamenti sono generali; ognuno deve osservarli secondo le sue particolari circostanze ed il particolare stato di vita suo. Ad esempio: il figlio osserva il quarto comandamento amando, rispettando, obbedendo ai genitori; i genitori invece amando, provvedendo, formando cristianamente i figli.
Così i consigli evangelici sono generali ed uguali per tutte le religiose: ma in un istituto vi è un modo particolare di praticarli. Così altro è la pratica di osservare la castità per una suora di clausura, altro per una suora che negli ospedali, cliniche, scuole, missioni è in continuo contatto con ogni sorta di persone.
Diverse sono, dunque, le regole di ogni istituto, come diverso è il secondo fine. E più ancora che le regole diverso è lo spirito. L'osservanza letterale della regola è necessaria; ma più ancora è necessario vivere lo spirito delle leggi canoniche e delle costituzioni dell'istituto.

Vivere la vita paolina, cioè essere veramente Sampaoline (FSP) è la particolare vostra via per arrivare alla santità; è il particolare e proprio vostro modo di praticare i consigli evangelici. La osservanza della povertà, della castità, dell'obbedienza, secondo le vostre Costituzioni è sorgente di gioia, di meriti, di benedizioni. È la via unica, sicura, facile, luminosa della santità.
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Vedete bene: la propaganda importa che abbiate in mano denaro e spesso vi troviate con ogni specie di persone, anche lemeno buone. È speciale perciò il modo di osservare la povertà e la castità: occorre praticare le regole, anzi vivere secondo lo spirito, le regole stesse.
Ciò è quest'anno in modo speciale da curarsi e perfezionarsi.

Le regole avevano prima un'approvazione diocesana: molto autorevole senza dubbio, tanto più perché data dietro il parere della Santa Sede. Essa mostrò allora (1929)1 di gradire che si erigesse un istituto religioso con il determinato fine di aiutare l'apostolato delle edizioni.
Oggi2 queste regole hanno la più alta sanzione: quella della Santa Sede, per cui l'istituto è diventato juris pontificii3. È la Santa Sede che esaminò e fece sua ogni regola; è il Vicario di Gesù Cristo che incoraggia il vostro modo di vivere e l'apostolato amplissimis laudibus4; è la Santa Sede che vi consegna le regole e ve ne ordina l'osservanza.

Per l'osservanza delle regole è ordinato che si leggano tutte nell'anno. Di più io vi consiglio: a) di farne oggetto di considerazioni nella Visita; b) ad esaminarvi ogni sera, ogni settimana prima della confessione, ogni mese nel ritiro mensile su la esatta, letterale osservanza; c) di curarne la spiegazione e la pratica fedele ed amorosa in tutte le Figlie se avete qualche ufficio di formazione o assistenza verso di esse.

Ma più ancora, occorre vivere lo spirito delle regole: «spiritus est qui vivificat»5. E qui sta la fondamentale, massima, gioiosa regola: lo spirito paolino. Esso è effuso per lo Spirito Santo nel corpo e nelle membra della Congregazione. Esso può diminuire, e crescere. Esso porta due dolcissimi frutti: la
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santificazione dei membri e lo sviluppo dell'apostolato vostro. Oggi già voi lo vivete in qualche misura; e con vero amore. Ma può avere una vita più rigogliosa, più intensa, più feconda.

Per vivere questo spirito alcuni mezzi:

1) Conoscere, amare, aver fiducia in S. Paolo. Perciò è molto utile non solo leggere, ma meditare la vita di S. Paolo, le sue Lettere, i libri di istruzione e meditazione su l'Apostolo: particolarmente vi giova Il mese a S. Paolo6 e una pagina di S. Paolo ogni giorno. Ciò, quest'anno, è bene sia fatto di preferenza nella prima parte della Visita; oltreché in refettorio o nelle conferenze. Così pure giova sviluppare la divozione alla Regina Apostolorum con l'istruzione, l'imitazione, la preghiera.
Di qui potete attingere lo spirito paolino: che significa sostanzialmente: possedere l'anima, il cuore, la mente di S. Paolo. Esso è vita interiore molto intensa; zelo e dedizione generosa nell'apostolato; amore pratico al Divino Maestro e alla Chiesa; unione costante, intima, serena, a Dio.

2) Altro mezzo si è l'unione con la Pia Società San Paolo. Da essa voi avete avuto inizio; e la vita degli esseri si mantienesecondo le leggi con cui avvenne la nascita. È così che le suore Benedettine si mantengono nello spirito per i Benedettini; le Domenicane per i Domenicani; le Figlie di Maria Ausiliatrice per la Pia Società Salesiana. Così le Figlie di San Paolo avranno un gran mezzo nei sacerdoti della Pia Società San Paolo: per la redazione, per tutto l'apostolato; ma più per la formazione spirituale. Ciò avverrà per l'indirizzo generale, per la predicazione e specialmente per il consiglio e le confessioni.
Chi ha specialmente il dolce incarico di conservare ed accrescere il buon spirito, e poi comunicarlo alle aspiranti e novizie sono le Sampaoline, professe perpetue, specie se anziane edirigenti. È alto indirizzo di chi guida che, specialmente le professe anziane per le confessioni e la guida in generale, si servano proprio dei sacerdoti che devono in esse conservare e nutrire lo spirito paolino.
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3) Terzo mezzo, ed efficacissimo, si è di osservare e vivere tre regole fondamentali nelle vostre Costituzioni. Esse dicono che tutta la formazione e la vita spirituale, tutti gli studi, tutto l'apostolato siano ispirati, guidati, vivificati dalla divozione a Gesù Maestro Via, Verità e Vita7. Le regole sono espresse in brevi parole, ma l'applicazione si estende a tutta la vita della Congregazione e di ciascheduno dei membri.
Perciò: la Visita al Santissimo Sacramento, la meditazione, l'esame di coscienza, il modo di sentire la santa Messa, la formulazione dei propositi, l'ordine negli esami di coscienza e nelle confessioni si uniformino nel metodo e nello spirito alla divozione al Divin Maestro Via, Verità e Vita.
Anche la divozione alla Santissima Vergine, a S. Paolo, alle anime purganti seguono lo stesso indirizzo.
Da le pratiche poi con molta facilità ne verrà che tutta la vita interna di ognuna e dell'Istituto e tutto l'apostolato, specialmente nella redazione, si comporrà e si ordinerà secondo tale divozione.

S. Giovanni Berchmans in morte abbondava di gioia, spiegò: Dopo che sono entrato nell'Istituto, non ho trasgredito la minima regola.
Questa è per le Figlie di San Paolo la via breve, sicura, unica, facile per farsi sante: praticare la loro regola. E ciò: con amore, intelligenza e fermezza. «Et qui hanc regulam secuti fuerint, pax super illos et misericordia Dei»8.
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* Manoscritto autografo di Don Alberione, fogli 6 (14x22), stampato in ottavo, pp. 1-6, con il titolo Lo Spirito Paolino. Entrambe le redazioni corrispondono, ma sono senza data. La meditazione è stata tenuta a Roma nel marzo 1953 in occasione della consegna delle Costituzioni alle FSP. Una precedente interpretazione aveva fatto pensare che il manoscritto fosse stato redatto in occasione del Decretum Laudis (13 dicembre 1943), perciò era stato inserito in CVV 103. Una lettura successiva, più attenta, fece comprendere che si trattava dell'approvazione pontificia definitiva. Per evitare ulteriori equivoci la meditazione viene riportata anche in questa raccolta, secondo l'ordine cronologico, ponendo come data quella simbolica del Decreto dell'approvazione: Roma, 15 marzo 1953. Si è assunto come originale il manoscritto.

1 Con l'autorizzazione della Santa Sede, il 15 marzo 1929, mons. Re, vescovo di Alba, con Decreto erige la Pia Società delle Figlie di San Paolo in Congregazione religiosa di diritto diocesano.

2 Con Decreto del 15 marzo 1953, S.S. Pio XII concede l'approvazione pontificia definitiva alle Figlie di San Paolo e ne approva le Costituzioni.

3 Di diritto pontificio.

4 Con le più ampie lodi.

5 Gv 6, 63: «È lo Spirito che dà la vita».

6 Alberione G. (G.D.P.H.), Un mese a S. Paolo, PSSP, Alba 1925.

7 Cf Costituzioni della Pia Società Figlie di San Paolo, Ed. 1953, artt. 70, 203, 249; e AD 96-100.

8 Cf Gal 6, 16: «E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia di Dio».