Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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1. ESIGENZE DEL NOSTRO APOSTOLATO*

Considerando le vite dei santi e delle sante, ho sempre notato che essi si confessavano regolarmente, stavano alle disposizioni, e sempre con molto pentimento. Non ho mai incontrato nessuno che fosse lungo a confessarsi, e ho sempre veduto che i migliori religiosi e le migliori religiose nel fare le relazioni, negli Esercizi, sono d'ordinario brevi: poco, chiaro, sostanziale. Le lungaggini sono segno di poca buona volontà in generale, eccetto quando si è all'inizio o in circostanze particolari in cui si devono avere delle direttive.
Vedete come l'apostolato va progredendo! E poiché le necessità del popolo cristiano e della società vanno sempre aumentando, [così] è necessario che il nostro apostolato progredisca sempre più: che da una parte sia sempre più allargato e dall'altra parte arrivi là dove prima non arrivava, e che i mezzi siano sempre proporzionati, sempre i più moderni, i più adatti. Il male si allarga man mano che cresce il genere umano, [infatti] in due secoli l'umanità si è più che raddoppiata, occorre quindi che si moltiplichi il numero di coloro che devono combatterlo.
L'apostolato si rende sempre più difficile sotto vari aspetti, ha quindi sempre maggiori esigenze. Anzitutto esige anime sempre più sante, non delle chiacchiere, ma vere virtù, perché il bene si rende sempre più difficile, presenta sempre maggiori pericoli anche per l'apostolato stesso per penetrare nelle masse. Ora la società è così corrotta, così disorientata, ha dottrine così strane, teorie così sfasate che pare proprio che gli uomini abbiano perso il lume della ragione, e il lume della ragione lo perdiamo tutti ogniqualvolta facciamo dei peccati, se no saremmo molto presto santi. Ora la malizia e le malizie si sono
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andate moltiplicando in modo che occorre proprio più santità, non solo per noi stessi, ma per risanare la società corrotta. Ora questo è possibile, nell'ordine soprannaturale. Oggi si richiedono anime più sante nell'apostolato, si richiedono dei veri eroi e questo mi pare sia sempre meno capito. Più santità, oggi!
In secondo luogo occorre che noi usiamo dei mezzi sempre più larghi, specialmente nella nostra Congregazione dove dobbiamo vedere i mezzi che usano il diavolo e i suoi seguaci per combatterli, per opporci al male con gli stessi loro mezzi.
Con il lavoro crescono le spese e cresce la necessità del personale: non basta mai quello che si ha. Per le spese badiamo di conservare sempre nelle case lo spirito di povertà, di ordine, di regolarità. Al mattino la levata sia fissa e anche l'orario della giornata, in generale. Non è tanto il riposo del mattino che giova, quanto l'andare a letto presto alla sera. Il primo fervore si deve avere al mattino: non si verifica che la levata ritardata al mattino dia poi un tono di fervore nella giornata.
Se noi conserviamo lo spirito di povertà, il Signore darà i mezzi necessari. Bisogna però essere previdenti e provvidenti, con oculatezza provvedere il necessario. Facendo in tal modo si è cooperatori di Dio e si ha Dio con noi. Quando Dio vede che un'anima è distaccata, che non cerca nulla per sua comodità, neppure un filo, ma cerca solo il meglio per l'apostolato e per le anime, perché le persone a cui deve provvedere abbiano il necessario, allora il Signore sarà largo con quell'anima. Egli vuole che tutto sia per la sua gloria, e interviene anche nelle cose minime. Saggezza quindi, e spirito di povertà!
In terzo luogo l'apostolo deve sapere sempre di più. Noi dobbiamo approfittare di tanti mezzi che abbiamo per imparare. Il primo mezzo è la fiducia in Dio, nella sua sapienza. Confidare nella provvidenza non solo per pagare le cambiali oggi, ma anche per avere la sapienza necessaria, [perché] la provvidenza è completa e sa che l'uomo ha bisogno anche di sapienza. Bisogna che ci sia la confidenza prima di tutto, Iddio non dà solo i soldi, ma dà anche la verità. Abbiamo quindi questa fiducia nella provvidenza di Dio.
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Credo che l'umanità debba fare un grande passo. Si è confidato troppo nella sapienza umana, si è dimenticato, nel corso della storia, la sacra Scrittura e il Signore, anche attraverso il grosso errore del protestantesimo, ci ha richiamati ad essa. Così quando i religiosi non osservano più la povertà, non vogliono lavorare, amano le comodità, il Signore permette che vengano loro confiscati i beni, che il comunismo li costringa a lavorare: un diavolo ne scaccia un altro. A volte è l'azione di Dio che ci richiama in qualche modo. Va' a predicare la povertà, il lavoro a certi religiosi! Il Signore ha molti mezzi per farsi sentire. Bisogna che stabiliamo la sapienza nel suo punto giusto, anche troppe discussioni ci sono: bisogna dare la dottrina della Chiesa, pura, limpida, come l'acqua della sorgente.
Cominciate a mettere nell'intenzione la televisione: poi si dovrà mettere anche nell'esecuzione. La televisione sta facendo rapidi progressi e sostituirà in parte il cinema e la stampa. Se adesso le legislazioni si fanno bene, le cose andranno bene, ma se le legislazioni a questo riguardo non si fanno bene, avremo chissà quanti scandali. Essere sempre più organizzati nell'apostolato. Noi abbiamo necessità di avere grazie più grandi in certe circostanze. E mi spiego con un esempio: le Pastorelle devono trattare spesso con il parroco e il viceparroco per il loro apostolato speciale. Per questo esse devono avere tanta grazia, tanta attenzione ad evitare tutto ciò che è male, a mantenere vicendevolmente delle relazioni sempre più sante. Questo si avvera pure nei riguardi delle Pie Discepole, per il servizio che esse devono prestare ai sacerdoti in vari istituti, e delle Figlie di San Paolo per i rapporti che devono avere con la Società San Paolo a motivo del loro apostolato. Ora questo esige che noi abbiamo la grazia di trovare le vie perché le relazioni tra i due Istituti non costituiscano un pericolo, ma possano essere solo santificatrici.
Ricordo ciò che disse a questo riguardo il Signor Maestro: Vorrei che le relazioni tra sacerdoti e suore fossero sempre solo come le ho avute io. E voi sapete quanta carità e quale delicatezza egli avesse. Si cammina per una via difficile, si può andare a destra o a sinistra, questo è pericoloso, [perciò] bisogna stare al punto giusto.
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Quello in cui noi dobbiamo fare esperimento, cioè nel cinema [richiede] un punto in più nella formazione. Pregare: il Signore darà la luce, la forza, la generosità, così ci sarà la possibilità di compiere maggior bene e si avrà tra i due Istituti una cooperazione simile a quella che c'è stata tra Gesù e Maria nella redenzione. Domandiamo questa grazia, con insistenza, al Signore.
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* Meditazione del Primo Maestro, in dattiloscritto, carta vergata, fogli 4 (22x28), stampata anche in sedicesimo insieme a due conferenze della Prima Maestra e a due conferenze di Maestra Amalia Peyrolo (1900-1980). Fra dattiloscritto e stampato vi sono solo piccole varianti, si è considerato perciò come originale lo stampato. La meditazione è stata tenuta il 14.1.1953; non è indicato il luogo, ma si suppone Roma.