Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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VII
VIVERE DI FEDE

Avete cantato O Maria, nostra speranza1. Maria è la speranza dell'umanità e di ciascun'anima e questa speranza non lascerà disillusi. Chi spera in Maria sarà salvo e chi spera molto in lei sarà santo. Cominciamo bene la novena dell'Immacolata, in preparazione all'Anno mariano2. Grande speranza in questo anno di Maria! Tra le altre grazie chiedere a Maria aumento di fede.
Viviamo la nostra fede. «Il giusto vive di fede»3, dice S. Paolo. Vivere di fede è già ciò che facciamo, ma che possiamo fare più perfettamente. Perché siamo religiose? Perché illuminate da luce celeste e spinte dalla grazia a lasciare tutto, qui siamo state guidate. Che altro ci ha potuto guidare se non il pensiero di un premio più grande, di una vita intima con Gesù, fatta solo di purezza e sottomissione? Continuiamo ora nella vita cominciata, finché non faremo la nostra professione perpetua in cielo.
Vivere di fede significa: pensare secondo la fede, operare con fede, amare la nostra fede fino al punto che il nostro intelletto non veda e non sappia ragionare di altro.

1. Pensare con fede. La fede è il primo dono che Dio faall'anima ed essa deve guidare tutti i nostri ragionamenti. Gli uomini credono che la vita della suora sia una vita inutile e stolta. Anche molti genitori cristiani stimano stoltezza questa vita e non vorrebbero che le loro figliuole l'abbracciassero. Ma voi avete avuto una luce soprannaturale, avete capito che non c'è via più bella, più perfetta, più santa di questa. Questo pensiero deve darvi grande consolazione.
Il paradiso si può paragonare a un uomo che andava in cerca di perle preziose. Trovata una perla di gran pregio, ne fu lietissimo, vendette tutto e la comperò4. È ciò che abbiamo fatto
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noi, abbiamo rinunciato a tutto e ora mettiamo insieme tutte le energie e tutto il nostro tempo per acquistare il cielo. Nulla equivale l'eterna beatitudine: «Non sunt condignae passiones huius temporis»5.
Ragionare secondo la fede vuol dire vedere Dio in tutto e tutto sopportare per Dio, fare di tutte le cose un mezzo per acquistare un più bel paradiso. Che cosa sono le gioie, i dolori, la casa, il nutrimento, il vestito? Tutto serve perché ci manteniamo nel servizio di Dio, insomma sono tutti mezzi per acquistare un paradiso più bello. Considerare tutto in uso: l'Istituto, le Costituzioni, le relazioni, il servizio, l'apostolato, l'infermità, le aridità, le tentazioni, le contraddizioni, le consolazioni, tutto quello che si fa nella giornata, tutto e solo per il paradiso. Il pittore, anche se ama soprattutto un colore, pure usa tutti i colori, secondo che deve dipingere questo o quel tratto. Anche ciò che non ti piace, prendilo con pazienza e fatti dei meriti: Ma mi contraddicono in tutto, mormorano contro di me. Peggio per loro! Tu fatti dei meriti, guadagna tutto per il cielo. Non attaccarti a niente. La suora fa bene a dire: Il libro di mio uso, ecc., ma santifica tutto, quel banco, quella casa, quel letto, quel vestito, tutto per il cielo. Non era attaccata nemmeno al suo corpo, alla sua vita, ed ecco quella suora, in punto di morte grandemente consolata e [pronta a] tutto lasciare senza rimpianti.
Approfittare bene di tutte le cose: «Omnia vestra sunt, vos autem Christi!»6. Anche di chi guida sappiate usare sapientemente, consigliandovi per acquistare un paradiso più bello. Tutto è vostro! Che questo pensiero fondamentale vi rimanga sempre bene impresso nella mente.

2. Operare con fede: compiere sempre il volere santo diDio. Non conosciamo tutte le vicende della nostra vita futura; ma se non ricordiamo nemmeno quelle della vita passata! Il Signore ci farà passare attraverso i misteri gaudiosi o dolorosi? Quali? Non sappiamo. Siamo però certi che dopo verranno quelli
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gloriosi. L'importante è dire: «Sia fatta non la mia, ma la tua volontà, o Signore!»7 e «Quae placita sunt ei facio semper!»8. Oh, sentirsi tranquille di coscienza, sapere di dare gusto a Dio, di volere e cercare in tutto il Signore: che gioia e che premio nell'eternità! Non prendere tutto malamente, non voler indagare le vie di Dio: Chissà perché il Signore mi ha messo qui, mi ha mandato quella croce o quell'altra. Ma è perché vuole che tu ti faccia santa, vuole che ti purifichi dai peccati, che cancelli tutto il purgatorio. Lasciamoci guidare come bambini dal Padre celeste, dalla nostra mamma Maria santissima. Pensare che c'è sopra di noi Dio che ci ama. Nessuno ci amerà tanto quanto il nostro Padre celeste. Vi sono molti libri che pretendono di spiegare il modo di farci santi. Ma il sistema migliore di santificazione lo ha inventato il Padre celeste, [cioè] fare la volontà di Dio: «Vieni, o servo buono e fedele, entra nel gaudio del tuo Signore»9, dirà Gesù a chi avrà fatto la volontà di Dio. Abbandono sereno, fiducioso, nelle mani del nostro Padre celeste.

3. Amare la nostra fede e pregare per l'aumento di questa fede. Amare la fede significa abolire tutti gli scontenti. Perché tanti scontenti? Perché non amiamo la volontà di Dio e non viviamo di fede. La vita ha tante pene e incomprensioni, ma non è ancora il paradiso. La sacra Famiglia non era composta di persone santissime? Eppure anche là vi furono pene. S. Giuseppe non stava per abbandonare la Madonna? Vi è venuta voglia di abbandonare la vocazione? E lo smarrimento di Gesù? Che pena! Quali misteri racchiude a volte la vita. Veramente quanto è brutta la terra, quanto bello il paradiso! Ma sulla terra siamo di passaggio, sì, terra d'esilio, ma alziamo gli occhi e diciamo: Mostraci, dopo questa valle di lagrime, il Figlio tuo, Gesù. Sempre guidate dalla fede. Quante vittime dell'eresia in questo tempo! Ringraziamo il Signore del grande dono della fede.
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1 Canto mariano popolare.

2 Cf Esercizi spirituali 1953, II, nota 8.

3 Cf Rm, 1, 17.

4 Cf Mt 13, 45-46.

5 Cf Rm 8, 18: «Le sofferenze del momento presente non sono paragonabili [alla gloria futura]».

6 Cf 1Cor 3, 22: «Tutto è vostro, ma voi siete di Cristo».

7 Cf Lc 22, 42.

8 Cf Gv 8, 29: «Io faccio sempre le cose che gli sono gradite».

9 Cf Mt 25, 21.