Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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VI
IL CUORE A DIO - II

[137] Il nostro cuore vive ed opera secondo le impressioni che abbiamo. Se un uomo ha un cuore bello, puro, santo, si chiama angelico, se invece il cuore ama la terra e il fango si chiama bestiale; quindi S. Luigi fu detto l'angelico giovane. «Ami la terra? Sei terra. Ami il Signore? Mi sembri quasi un Dio»1, dice S. Agostino. Quanta diversità fra cuore e cuore! Vi sono cuori umili e cuori alteri; cuori che amano il Signore sinceramente, altri che amano le vanità, le lodi, le soddisfazioni umane.
È delicato il nostro cuore e bisogna che vigiliamo, perché non subisca le cattive impressioni e sia sempre diretto al bene. L'impressione esterna ha sempre tanta influenza nell'anima; un vestito povero, la compagnia dei poveri rende il cuore a poco a poco inclinato all'umiltà; [138] | la compagnia di persone ricche, un'abitazione sfarzosa rende il cuore ambizioso, pieno di vanità. Nostro Signore si contentò di una greppia, di un po' di paglia, amò la compagnia dei pastori e dei poveri pescatori; si intratteneva coi bambini, coi vecchi, coi disgraziati: ecco un cuore bello, il cuore di Gesù! Bisogna poi notare che è molto pericoloso stare in ozio o stare a guardar gli altri, sia nelle librerie che durante la preghiera, perché l'amor proprio lavora e la curiosità può portare conseguenze funeste. Bisogna preservare il nostro cuore dalle cattive impressioni e impressionarlo bene con la vista del Crocifisso, delle immagini dei santi, ecc. Questo è adoperare i mezzi santi che nostro Signore ci ha dato. Ma non basta, ci vuole in più la grazia: bisogna che Gesù questo cuore lo attiri a sé e noi dobbiamo darglielo, come dobbiamo darlo alla Madonna, perché ce lo conservi puro e mondo da ogni peccato.
Dopo il peccato originale le passioni sono più forti, anche dominandole le sentiamo lo stesso. Chi ci aiuterà a vincere il male? Ecco il passo avanti che dobbiamo fare: chiedere la grazia di Dio. S. Paolo aveva pregato tre volte, perché il Signore lo
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liberasse da una terribile tentazione, ma il Signore gli rispose: «Ti basta la mia grazia»2.
Non bisogna che ci stupiamo di avere un cuore così. Certune hanno tanta superbia che [non] vogliono adattarsi ad avere un cuore pieno di tentazioni, vanità, attaccamenti, cattivi desideri, sentimenti [139] | vani, ecc. Costoro hanno tanta superbia, che non vogliono convincersi di esser persone di questo mondo, quindi fatte di fango.
Non bisogna stupirsi di aver tentazioni, ma lavorare con tranquillità, perché quando si è tentati è segno che il diavolo sta al di fuori, quando invece c'è il peccato sta tranquillo, perché vi è già dentro. Bisogna convincersi che avremo sempre tentazioni, ma l'anima che è veramente di Dio, sa già che è miserabile e che ha bisogno di grazia per non cadere in peccato, per non esser sopraffatta dalle sue molte passioni. Il non voler avere tentazioni, non voler sentire le passioni è come non voler sentire freddo quando c'è il gelo.
Bisogna pensare che il nostro cuore è miserabilissimo, pieno di terra, ma ecco che il Figlio di Dio s'è fatto uomo, ha preso le nostre passioni e specialmente si è messo il nostro cuore nel suo petto e l'ha santificato in virtù del suo cuore amantissimo; per quella lanciata, per quelle sue piaghe sacrosante, ha ottenuto che noi conservassimo il nostro cuore puro e se pregheremo avremo la grazia di conservarlo puro e di accenderlo di amor di Dio.
Gesù ebbe le mani e i piedi trapassati dai chiodi e in virtù di quelle ferite ha ottenuto a noi la grazia di non commettere peccati coi sensi; ebbe il fianco squarciato dalla lancia e in virtù di quella ferita darà a noi la grazia di non sentir le ferite del nostro cuore miserabile, di non macchiarlo; in virtù della santità, della purezza, dell'amor di Dio che regnavano in quel [140] | cuore darà a noi la purezza, la santità, l'amor di Dio. Bisogna perciò che recitiamo spesso, spesso, l'Atto di carità, offrendo sovente il cuore a Dio. Ma sono così fredda. E vuoi scaldarti lontana dal fuoco? Attizzalo, se vuoi che il fuoco divampi! Bisogna continuamente pregare la Madonna che si prenda il nostro cuore, pregare il Cuore eucaristico di Gesù affinché, sebbene il nostro cuore senta pena, difficoltà ad accettare la mortificazione, il distacco da ciò che lo attira, non abbia riguardi, lo attiri a sé.
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Chi prega si salva, perché il cuore di Gesù lo attira a sé; chi non prega cade in peccato perché il suo cuore è attirato dal mondo. Gesù dice nel Vangelo: «Nessuno viene al Padre se il Padre non lo attira a sé»3.
Il nostro cuore può amare le cose buone e le cose cattive, il piacere, l'amore degli uomini, le comodità della terra, la superbia che cerca l'onore, l'avarizia che cerca la comodità, il piacere che cerca la gola e la pigrizia. Coloro i quali non pregano si lasciano guadagnare da queste passioni, perché il piacere è come una calamita che trascina il cuore; vi sono molte persone che si lasciano trascinare dalla gola e dai piaceri, e chi metterà il loro cuore a posto? Il cuore di Gesù. Il nostro cuore può amare il bene e l'amor di Dio si manifesta in tanti modi: con l'amore al Cuore eucaristico di Gesù, alla Madonna, al Crocifisso, col desiderio di soffrire, con l'obbedienza perfetta, con l'amore alle anime; tutto ciò è amor di Dio. Come farà il nostro cuore ad [141] | innamorarsi di questi oggetti santi? S. Agnese dice: Gesù mi ha innamorata talmente di sé, che non mi sento più attratta da altro; il Signore mi ha guadagnato l'anima, non posso più resistere alla sua attrattiva, non cerco che il paradiso, voglio Dio!. L'anima si sente così guadagnata, sente vivo il desiderio di ritirarsi dal mondo, di vivere in intimità con Gesù, ed è Gesù che l'ha riempita di sé. Cosa ti hanno detto? - dicono i parenti - ti hanno riempito la testa.... No, è Gesù che ha riempito il cuore; gli uomini possono parlare, ma non riempire il cuore.
Quando S. Francesco d'Assisi si ritirò sulle montagne della Verna4 si sentiva il cuore così attirato dal Crocifisso, che la sua anima si beava nella contemplazione di quelle sacre piaghe ed ebbe le stimmate come Gesù. O Signore - diceva S. Francesco Saverio - il mio cuore è così piccolo e voi mi date un amore così grande! Non lo posso contenere.
Cosa sa fare Gesù quando tocca un cuore e si impossessa di un'anima! S. Paolo, prima persecutore e poi perduto di amore, sfida tutti a separarlo dalla carità di Cristo: «L'amore di Gesù mi spinge a fare quel che faccio»5; «Io non vivo che di Gesù»6; «Non
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conosco che Gesù Crocifisso!»7. Ecco la grazia! Bisogna proprio pregare il Signore che ci trascini col suo amore, ci infiammi con la sua grazia. Vi sono molti che non hanno fede e non chiedono le grazie spirituali come devono: bisogna credere che la grazia Gesù ce la dà, è per noi, vuole che la chiediamo. Ma, prego sempre [142] | e sono sempre fredda, chiedo la grazia di amare il Signore e mi sento fredda ugualmente. Ma se preghi l'hai già, perché la voglia di amare il Signore è già amore, se chiedi e se desideri di amar Dio, è già amarlo, e quando ci si sente spinti a domandarlo è perché nel cuore l'esaudimento c'è già, questo non si può allontanare dalla domanda, quello che domandiamo allora, sebbene non ce ne accorgiamo, è l'accrescimento perché l'amore c'è già nell'atto di chiederlo, e se si persevera a chiederlo l'amore cresce, ancorché non lo si senta.
Bisogna però distinguere la sensibilità dal possesso dell'amore vero, perché vi sono di quelli che hanno la sensibilità dell'amore, altri che lo posseggono. L'amore grande, forte si ha quando si sente un grande desiderio di fare ciò che vuole il Signore, di dare anche la vita se la vuole; non crediate che consista nel lacrimare alla lettura di un libro, sedute sui banchi dello studio o nel provare una certa sensibilità. È più forte l'amore in chi d'ordinario non lo sente; la sensibilità in certi casi dimostra che non c'è l'amor vero. Certe sensibilità appartengono a quei cuori che, come dice Pio X, van bene a dare ai merli. Il Signore non ne vuole dei cuori di stoppa! D'ordinario il molto sentire non è amor di Dio, esclusi certi casi in cui i palpiti del cuore sono affrettati dall'amore, come in S. Filippo Neri ed altri santi, da manifestarsi con fenomeni esterni.
Quando un'anima è sempre calma, fa tutti i suoi doveri sorridendo, con naturalezza, questa [143] | ama il Signore. Quando ci sono tante esclamazioni, tante proteste, non c'è vero amor di Dio. Vi sono delle figlie che hanno vero amor di Dio e non le vedete mai né troppo entusiasmate, né troppo abbattute: Vai in tal posto? - Sì! - Fai questo lavoro? - Sì!, sempre uguali, per quanto gliene proponiate una più grossa dell'altra, un lavoro più pesante dell'altro! Altre, a una proposta: Eh, sì, siamo suore, se non lo facciamo noi... bisogna bene far la volontà di Dio..., ecc. Tutte
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cose in più, tutte esclamazioni inutili, come quegli abbigliamenti superflui che si mettono le persone del mondo. Bisogna che noi abbiamo l'amore forte, quello che non è sensibilità, che è disposto a tutto e che non nega nulla a Gesù.
L'amore vero è quello che non disdegna di passare da un'occupazione ad un'altra, da togliere la fuliggine alla pentola ad indorare un Messale, fa lo stesso star qui o là, cambiare ufficio; l'amore vero non fa distinzioni; non chiede nulla, dice S. Francesco di Sales, e non rifiuta nulla.
L'amor di Dio comprende tre cose: 1) purezza dei pensieri; 2) osservanza dei comandamenti e dei consigli; 3) l'unione con Gesù.

1. Chi ama il Signore ha pensieri puri, studia il catechismo, studia le lezioni, medita e riflette sugli avvisi, sente volentieri le istruzioni. Non si può amar Dio con tutta la mente, se non si dà la mente a lui; non possiamo servire il Signore e pensare come ci piace, come ci portano le [144] | inclinazioni e la fantasia. Chi ha l'amor di Dio va sempre pensando e ripensando cose sante, il modo di far meglio ovunque, di mettere in pratica gli avvisi onde perfezionarsi.
L'amor di Dio prima di tutto è nella mente; quando la mente pensa bene, ama Dio; quando va dietro a pensieri di invidia, di superbia, pensieri contro i comandamenti o i consigli, che sono pensieri cattivi per voi, non ama il Signore! Quanto è cara al Signore la virtù dell'obbedienza, il pensar proprio come dicono coloro che guidano e non far conto dei nostri giudizi.
Bisogna pensare come vuole il Signore e ricordarsi che l'obbedienza comprende il pensare, accettare una buona volta e fare come ci dicono, o altrimenti non si entra nella vita religiosa; bisogna riformare il giudizio; questo è nelle Regole.

2. L'amore di Dio comprende l'amore con la volontà: amare il bene e la vita comune che è il gran sacrificio della volontà; far le cose comuni è privarsi dell'amor proprio per far solo la volontà di Dio. Quando una figlia vuol consacrarsi al Signore, abbracci la vita comune, ma poi la pratichi tutta e specialmente nell'interno.

3. L'amore di Dio sta nell'unione con Gesù; il nostro cuore è come un recipiente in cui Gesù versa la sua grazia, più ne mette
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e più aumentano i meriti.
Vi sono anime che sanno trarre merito da tutto, e questa è unione con Dio, non sentimentalità, [145] | ma merito, che ci porta ad essere uniti con Gesù in terra per esserlo poi per sempre in cielo.
Gesù vi benedica e vi attiri, perché il vostro cuore è qualche cosa di prezioso; il diavolo vuol prendervelo, mentre Gesù dice: «Figlia, dammi il tuo cuore!»8. Non confondete però amore e sensibilità; non pretendete però di aver la sensazione dell'amore: questo è amor proprio, non amor di Dio! Rinunziate fin d'ora: Signore, io non vi chiedo soddisfazioni interne, attrattive sensibili, mi basta di amarvi, anche senza sapere se vi amo; mi basta saper dal confessore che posso fare la Comunione, non mi importa di sapere se sono in grazia o no, né come si trovi l'anima mia, se ho l'amor di Dio o no, non voglio consolazioni sensibili, mi basta il desiderio di amarvi. Meno vi è di consolazione sulla terra e più saremo felici in paradiso; più siamo contenti noi sulla terra e meno lo è il Signore. Dite a Gesù: Signore, io voglio il paradiso e nient'altro, niente di terra!.
Vi sono tante figlie che vogliono l'amor di Dio, ma non sanno che il monte degli amanti è il Calvario; gli Apostoli giunsero solo ai piedi del Calvario. Maria santissima vi salì e stette ai piedi della croce serena, ferma, immobile, a contemplare il suo Figlio, come l'aveva contemplato nel presepio. Ah, quel cuore quanto amava Gesù! Era un cuore immacolato, era tutta immacolata e per questo il suo corpo meritò di essere assunto al [146] | cielo a completare l'amore, il possesso di quel Dio, a cui aveva dato tutto il suo cuore.
Quanto è raro trovare il vero amor di Dio! Ognuno lo pensa come vuole, ma esso non è altro che esser disposti a fare la volontà del Signore in ogni momento, con generosità e costanza anche quando vi è da soffrire; per questo il Calvario è il monte degli amanti!
Il cuore di Gesù vi attiri. Non fantasie e sentimentalismi, ma il cuore sia tutto, tutto di Gesù!
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1 Cf S. Agostino, Commento alla Prima Lettera di S. Giovanni, 2,14.

2 2Cor 12,9.

3 Cf Gv 6,44.

4 Originale: Alvernia.

5 Cf 2Cor 5,14.

6 Cf Gal 2,20.

7 Cf 1Cor 2,2.

8 Cf Pr 23,26 (Volgata).