Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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30. LA BIBBIA VIA AL PARADISO *

Quest'oggi ci fermeremo su tre punti: 1) la Bibbia e la teologia morale; 2) la Bibbia e lo stato religioso; 3) la Bibbia e il paradiso.

1. Che cosa è la morale? È la seconda parte del catechismo, cioè la legge da osservare. Il catechismo nella seconda parte ci espone la legge: i comandamenti di Dio e della Chiesa; come anche la Bibbia, in secondo luogo, ci espone la legge del Signore, da chi è data, le minacce e i castighi a chi viola la legge, la volontà di Dio e il premio a chi l'osserva. La teologia morale è la spiegazione più ampia riguardo ai comandamenti e alla pratica di essi.
La Bibbia in primo luogo ci fa conoscere Dio Padre, creatore, che tutti governa con provvidenza infinita. In vari punti ci dice: «Ascolta, o Israele, io sono il tuo Dio che ti parla»1, e questo all'inizio dei comandamenti è come un'introduzione: Io sono il Signore Dio tuo, ti do una legge, e ho il diritto di essere ascoltato, e ti darò un giorno il premio o il castigo. Purtroppo gli uomini temono poco la volontà di Dio, ma chi legge la Scrittura imprime talmente in sé la volontà di Dio, che si rinforza nella volontà, ha voglia di ubbidire, è compenetrato dall'autorità di Dio e dal potere che ha Dio di comandare.
La teologia morale espone i comandamenti di Dio e i precetti della Chiesa, ma dove li prende? I comandamenti li trova nella Scrittura. Mosè sale sul monte Sinai ove, fra lampi e tuoni, dopo aver conversato familiarmente con Dio per quaranta giorni, riceve da lui le due tavole con i comandamenti. E i precetti della Chiesa? Questi sono stabiliti dalla Chiesa stessa e indirettamente da Dio, in quanto la Chiesa ha ricevuto da Dio l'autorità di far leggi e di governare i suoi figli. Ce lo dice il Vangelo, quando ci riporta le parole con cui Gesù ha conferito a Pietro la potestà di
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governare il popolo di Dio con i tre poteri: dottrinale, legislativo, giudiziario.
Guai a chi disprezza i comandamenti di Dio, sarà perseguitato nelle campagne e nelle città, ovunque andrà sarà raggiunto dalla mano punitrice di Dio. Ma quanto sono consolanti le promesse che leggiamo nella sacra Scrittura: «Se mi ascolterai, o Israele, io benedirò le tue terre e le tue messi, benedirò le tue famiglie, i tuoi figli, te ne darò tanti»2. Questo si verifica perché le famiglie benedette dal Signore prosperano, sono buone, mentre le famiglie che non temono il Signore sono soppiantate e disperse. La Bibbia è il più bel trattato di teologia morale, essa ci parla delle benedizioni di Dio, dei castighi di Dio per chi trasgredisce le sue leggi.
Ora preghiamo per amare i comandamenti di Dio, prima li reciteremo davanti al Signore; recita dei comandamenti e dei precetti.
Domandiamo perdono al Signore per ogni volta che abbiamo trasgredito la sua legge: Atto di dolore; cantate: Pietà, Signore.

2. La Bibbia e lo stato religioso. Lo stato religioso è una maniera di vivere diversa dagli altri due stati: stato coniugale e sacerdotale. Lo stato religioso è quello in cui l'anima, oltre che a essere osservante dei comandamenti, cerca l'osservanza anche dei consigli. L'anima che ha già provato a osservare bene i comandamenti, ora desidera di meglio, vuol corrispondere ai divini desideri abbracciando i consigli evangelici, e in particolare tre: l'obbedienza perfetta, la castità perfetta, la povertà perfetta. Dove conosciamo questi consigli di Gesù Cristo, questi desideri del suo cuore? Come facciamo a sapere che se un'anima vuole essere più perfetta deve prendere questa via ardua? La via dei comandamenti è stretta, ma la via dei consigli è strettissima; l'osservanza dei comandamenti è il preambolo, l'anticamera, la preparazione all'osservanza dei consigli evangelici, quindi chi non osserva già bene i comandamenti non pensi di poter osservare i consigli. Dove troviamo, dove possiamo conoscere tutto questo? Tutto è rivelato nella Bibbia, e l'istituzione divina dello stato religioso ci è resa nota dal Vangelo, con esempi e parole di
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Gesù. Inoltre Gesù ha dato l'ispirazione e la forza, ha dato la grazia: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi tutto quanto hai e seguimi»3. Gesù Cristo è il vero autore della vita religiosa.
Nella sacra Scrittura non troviamo solo parole ed esempi, ma [sono presentati] gli stessi primi religiosi. Quindi, non si può dire che nel Vangelo conosciamo solo la bellezza e i vantaggi dello stato religioso, no, abbiamo i tipi, i veri religiosi che sono: il Maestro Gesù, la santissima Immacolata sua Madre, S. Giuseppe, il Battista, gli Apostoli, le pie donne. Il Nuovo Testamento con i suoi ventisette libri è una apologia dello stato religioso, invita caldamente l'anima ad entrarvi, e beato chi l'intende! E Gesù Cristo ha anche pronunziato: «O Padre, ti ringrazio che hai manifestato queste cose ai piccoli e le hai nascoste ai sapienti, ai prudenti del secolo»4. E anche Maria santissima ha detto: «Divites dimisit inanes»5.
Beate voi, o anime, che siete state elette a uno stato di perfezione! Centinaia e migliaia di religiosi seguaci di S. Antonio6, di S. Basilio7 si nutrivano, ancor più che della Comunione, che spesso non potevano [ricevere], della sacra Scrittura che era il loro unico libro. Ringraziamo dunque il Signore che della Scrittura ci ha rivelato queste cose, che ci ha così prediletti e cantiamo il Veni Creator per intendere sempre meglio i consigli evangelici, ogni volta che ne leggiamo.
S. Ilario8 è uno dei campioni che difesero la Chiesa cattolica dal pericolo dell'arianesimo. Egli nacque da famiglia pagana e ricevette educazione pagana. Ma non era soddisfatto degli dei pagani, cercava l'unico vero Dio da adorare e la sua mente era sempre inquieta. Studiò Tertulliano9, ma non fu questo che gli aprì veramente la via della luce, fu invece lo studio della Scrittura
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e specialmente degli Evangelisti, e in particolare il Prologo del vangelo di S. Giovanni, che gli rischiarò la mente innalzandola al vero Dio, al sole, alla potenza, alla sapienza immutabile, gli rischiarò davanti un orizzonte infinito, che mai avrebbe potuto immaginare. Convertitosi entrò nella Chiesa che lo onora col titolo di Dottore.

3. La Bibbia e il paradiso. Il cielo è tutta la nostra speranza: siamo cristiani e siamo creati per quello, siamo religiosi per quello e tutto operiamo solo per il cielo. Cosa cerchiamo sulla terra? Nulla, vogliamo solo il paradiso. Ebbene, nella Scrittura, non solo è promesso il paradiso, ma che si abbrevia il purgatorio a chi legge la Scrittura e la visione di Dio si spiegherà davanti a lui più chiara.
Nella Scrittura si parla del paradiso oltre settecento volte, perché è la lettera che Dio Padre ha scritto agli uomini per invitarli al cielo, perché essi indovinandone la via si salvino. Nel Vecchio e nel Nuovo Testamento è sempre la Parola di Dio, messa là come lampada che rischiara la strada, in mezzo alle passioni del mondo, alle tentazioni del demonio, è la lampada accesa che risplende davanti a tutti: «Ut luceat omnibus»10.
La lettura della Bibbia libera dal purgatorio? Sì, sì, mentre coloro che nutrono la mente di cose frivole, di pensieri vani, di fantasie, di sospetti, indugeranno tanto nelle tenebre e non potranno per molto tempo contemplare il Sole di giustizia, dovranno sospirare a lungo la lux perpetua e vedranno da lontano le anime dei beati che godono Dio, la visione beatifica. Ed essi lontani, con gli occhi imbrattati dalla polvere della terra, come potrebbero subito essere ammessi a contemplare quello splendore? Ne resterebbero abbagliati, perciò hanno da fare prima un lungo purgatorio per essere purificati. Preghiamo per quelle anime affinché presto: lux perpetua luceat eis11.
Oltre che abbreviare il purgatorio, la lettura della Bibbia darà a chi la fa, una visione più chiara di Dio in cielo. Il paradiso è la visione di Dio faccia a faccia, come egli è; chi legge la Bibbia, a poco a poco si affissa in Dio, si distacca dalla terra e, finito
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di leggere con attenzione, specie se si tratta della lettura dei Profeti minori e delle loro profezie, volgendosi attorno si meraviglia di trovarsi ancora sulla terra, dopo aver gustato il cibo degli angeli ed essersi innalzato a quelle cose divine.
L'anima che si pasce di questo cibo divino avrà una visione di Dio molto più ampia, ne conoscerà meglio la profondità e l'ampiezza perché già sulla terra è abituata a considerare il lume eterno e a tenere la sua mente elevata in lui. Chi legge la Bibbia aumenta i meriti perché indirizza tutto a Dio, opera avendo lui nella mente, nel cuore, nella volontà, giudica secondo il lume soprannaturale, vede tutto rischiarato dalla luce dell'eternità, è già pronto a diventare cittadino [del cielo].
Recitiamo un Pater affinché possiamo imparare a leggere la Scrittura con raccoglimento, con spirito e quando la leggiamo con le mani giunte, con la mente raccolta, parla davvero lo Spirito Santo.
Cantate le Litanie della Madonna. Maria santissima bambina si dilettava e trovava nutrimento nella lettura delle Scritture che S. Anna andava spiegandole e che ella perfettamente intendeva.
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* Ora di adorazione, alla Famiglia Paolina, in ciclostilato, fogli 3 (22,5x35), tenuta ad Alba l'11.12.1932, dal “Primo Sig. Maestro”.

1 Cf Dt 5,1-6.

2 Cf Dt 6,3.

3 Cf Mt 19,21.

4 Cf Mt 11,25.

5 Cf Lc 1,53: «Ha rimandato a mani vuote i ricchi».

6 Antonio abate (251-356), egiziano, di ricca famiglia. A vent'anni si ritira nel deserto della Tebaide ove conduce vita ascetica ed è raggiunto da numerosi discepoli. È un fondatore del monachesimo orientale.

7 Basilio (330-379), monaco, Vescovo di Cesarea. Padre e Dottore della Chiesa d'oriente scrisse la Regola maggiore e la Regola minore e molte altre opere.

8 Ilario (315-367), di Poitiers (Francia), Vescovo e Dottore della Chiesa. Suo capolavoro è il De Trinitate.

9 Tertulliano (155-220), cartaginese, convertitosi al cristianesimo rese servizio alla Chiesa con i suoi scritti.

10 Cf Mt 5,15: «Affinché faccia luce a tutti».

11 «Splenda ad essi la luce perpetua», dalla Preghiera per i defunti.