Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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25. IL PECCATO *

In questo ritiro mensile noi ci fermeremo a considerare il gran male che è il peccato. In verità è l'unico male del mondo, perché tutte le altre cose che noi chiamiamo mali, le possiamo trasformare in occasione di merito. Le stesse malattie, scrupoli, sconforti, desolazioni di spirito, tentazioni, persone moleste, tempo contrario, tutto si può cambiare in oggetto di merito, anzi queste cose sono proprio la provvidenza di Dio. Di tentazioni il Signore ce ne manda tante quante sa che noi ne abbisogniamo per purificarci, e più tentazioni abbiamo, più egli dà grazia per superarle e il suo aiuto viene sempre a tempo opportuno. Anche il Figlio di Dio fu tentato, ma le stesse persecuzioni degli scribi e dei farisei fecero più splendente la sua corona di gloria in cielo.
Sono di cattiva lega le figlie che vogliono godere le comodità spirituali e corporali; le figlie di buona lega sono quelle che battagliano, e camminano, e si sforzano per togliere le cattive abitudini e per rendere impotenti le cattive inclinazioni.

Il grande, unico male è il peccato, mettiamo perciò questo ritiro sotto la protezione della nostra madre Immacolata Maria. Immacolata vuol dire senza macchia, noi [invece] dobbiamo far guerra al peccato. Il motivo per cui noi siamo sacerdoti è la guerra al peccato: dobbiamo sradicarlo dal mondo; e voi dovete combatterlo fino alla fine della vita: Ab omni peccato libera nos, Domine1. Ditelo sempre, sempre! E chi è a capo di questa lotta? Milioni e milioni di anime sono armate contro di esso e a capo di questa schiera eroica sta la Vergine Madre che fu annunziata nel paradiso terrestre come sterminatrice del peccato: «Verrà una Vergine a schiacciarti il capo col suo piede»2. Pregate l'Immacolata e, se volete essere figlie di Maria, siate immacolate lavando bene il passato con una buona confessione a cui vi preparerete
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con tanta diligenza. Vigilate, vigilate perché il peccato è astuto, si nasconde negli angoli della casa, nel cortile, per le scale, negli occhi, nella mente e nel cuore. Prima condizione dunque è lavar bene il passato.

Cacciare il peccato, evitarlo per l'avvenire. Se il peccato tenta di accostarsi a voi come ha fatto nel paradiso terrestre, in cui si accostò a Eva serpeggiando fra le erbette ed Eva incuriosita dal suo parlare grazioso stette ad ascoltarlo, fuggitelo. Non siate anche voi vergini stolte, chiamate Dio in testimonio: Signore, avete promesso la Donna che schiaccerà il capo al serpente, mandatemi ora quella Donna, mandatemi Maria. Maria, salvami!. Ella è la condottiera di una larga schiera di anime generose, ella che è chiamata la Donna forte, più forte di un esercito schierato in battaglia, sempre ci sta davanti, seguiamola.
Due cose quindi faremo: lavar bene il passato con molta fiducia nella misericordia divina, confessandoci molto cattive.
Evitiamo il peccato in avvenire: mai più, mai più commetterlo; parliamo s'intende di sbagli volontari perché di sbagli involontari ne commetteremo sempre, cerchiamo però di evitarli più che possiamo.
Vedremo: I. che cos'è il peccato; II. quale gran male sia il peccato; III. come evitare e far evitare il peccato.
Le anime, le figliole che amano Maria devono mettersi anche a capo nella lotta contro il peccato. Voi con la stampa, con l'esempio, con lo zelo, ben potete farlo, mettete [quindi] più zelo nelle cose che possono togliere il peccato dal mondo, siate discepole del divin Maestro: «Ecce qui tollit peccatum mundi»3. Volete appartenere a Gesù e a Maria? Seguiteli con generosità e forza, non con tiepidezza; chi è tiepido non scuote nemmeno il peccato da sé, e volete che lotti per toglierlo dagli altri?

[I. Che cosa è il peccato]

1. Cos'è il peccato: dai teologi viene definito con molte belle parole. [Il peccato] è una parola, un pensiero, un'azione, un sentimento del cuore contrari alla legge del Signore. Si pecca con la
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mente assecondando volontariamente dubbi sulla fede, ecc., con la bocca con il fare non buoni discorsi, ecc., con le azioni, con le mani, con gli occhi e in generale con i sensi esterni e interni. Il peccato è fare qualche cosa contraria alla volontà di Dio, è uno scrollare le spalle a Dio: Figlia, fa' così. La figlia scrolla le spalle: Non lo faccio. Quando un'anima è favorita da Dio con le grazie più belle, trattata con predilezione, e non corrisponde, che dolore è per lui, che disgusto per Gesù! Questo è un trafiggergli il cuore: Da te che venivi spesso da me, che mi ricevevi nella santa Comunione, non me l'aspettavo. Ecco ciò che fa l'anima religiosa che non corrisponde, ed ecco il motivo dell'accorato lamento di Gesù: Quel che più mi addolora è il vedere tante freddezze da parte delle anime a me consacrate, è vedere che esse, proprio esse, mi offendono4.
Quante volte entrando in chiesa al mattino e alla sera, mandando il primo sguardo al Tabernacolo o al Crocifisso, lo sguardo di Gesù, che viene ad incontrarvi, fa abbassare il capo a qualcuna. Gesù leggendo in quel cuore vi trova solo macchie: Finché stai qui alla mia presenza tante promesse, ma appena sei fuori della porta hai già dimenticato tutto e ricominci ad offendermi. Ecco, il peccato è un gran disgusto a Gesù.
Per il peccato quanti meriti si perdono! Il peccato veniale è un gran danno, ma nelle comunità è specialmente dannosa la mancanza di rettitudine d'intenzione. Quante volte ci si preoccupa poco perché tutto ciò che si fa sia tutto per il Signore e per un più bel paradiso! Se farete tutto con questa intenzione, vi preparerete una gran bella corona. Il vero merito sta proprio nell'intenzione, nella solidità, non è l'esterno, non è l'apparenza che arricchisce, ma sono le cose piccole, umili, quotidiane che formano una bella corona.

2. Le occasioni di peccato sono quelle circostanze in cui noi, molto facilmente, pecchiamo. Quando un'anima sa che in quella circostanza si sente debole ed è già caduta, la consideri un'occasione di peccato. Le occasioni possono essere dappertutto e sono tante, anche le persone che sono le più care e che dovrebbero
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farci maggior bene: una sorella, una compagna; possono essere libri, tentazioni interiori, ecc.
Ci sono delle occasioni di peccato volontarie, altre libere. Le occasioni necessarie sono quelle che non possiamo sfuggire. Quando un'anima sente la vocazione e l'invito a seguire Gesù, allora lascia il mondo, perché Gesù le ha detto: Vieni, togliti dal mondo, sei debole, se continui a starvi puoi cadere. E voi l'avete fuggito, ma non era occasione necessaria.
È invece occasione necessaria il corpo che portiamo con noi e da cui abbiamo le tentazioni maggiori, perché vuole comodità; il cuore è dispettoso, accidioso, ecc., ma questa è occasione necessaria, perché se il corpo vi tenta vorreste buttarlo via? È fatto così lui!
Quali sono le occasioni da evitare? Le libere, le volontarie. Perché in ricreazione vai sempre con quella? Schivala, se ti ha fatto del male: vedi, questo è metterti nell'occasione. Quel sedicesimo ti disturba, e perché lo leggi ancora? Lo so già che se al mattino sono sonnacchiosa, nel giorno ne sbaglio tante. Ebbene, scuotiti, la tiepidezza è occasione volontaria; l'esercizio del mattino ha da esser fatto con fervore, altrimenti il fuoco, già mezzo spento fin dal mattino, dopo un po' si spegne del tutto. La tiepidezza è occasione libera, quindi bisogna fare di tutto per evitarla.
S. Agostino dice: Puoi evitare tutte le occasioni di peccato? No, perché occorrerebbe uscire dal mondo o poter buttar via il corpo. Ma evitare le occasioni libere sì, specialmente la tiepidezza; quelle occasioni che non si possono evitare bisogna renderle remote pregando molto e vigilando. «Vigilate et orate, ut non intretis in tentationem»5, pregare e prepararsi bene al mattino, per non cadere nelle tentazioni.

3. Il peccato predominante. Sono molti i peccati e i difetti, ma in noi uno è predominante e su questo bisogna dirigere la giornata di ritiro. Qual è il difetto predominante? È quello che commettiamo più spesso, è il più grave, è quello che dobbiamo sempre confessare, che ci porta a commettere tanti altri difetti. È diverso da persona a persona: per una può essere la superbia o la
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pigrizia o l'invidia o la ribellione interna a tutto, per un'altra la mancanza di preghiera che è molto comune. Domandiamoci: qual è il mio difetto predominante? L'ho già chiesto al confessore o alla Maestra?
Nel ritiro mensile bisogna esaminare in modo particolare il proposito fatto negli ultimi Esercizi.
Il diavolo per entrare ha sette porte, i sette vizi capitali, ma ne ha una speciale e passa quasi sempre di lì: questo è il difetto principale, quindi è lì che bisogna barricare la porta e mettervi a custodia la santa Madonna.
L'Immacolata sia molto larga di grazie con voi. Comincia l'Avvento, tempo in cui dobbiamo prepararci a ricevere i doni del Maestro Bambino, ed è anche un tempo di penitenza per i peccati commessi e tempo di evitare il peccato, di vivere nell'innocenza, perché innocentissimo è il celeste Bambino ed egli accoglie bene le anime che si presentano a lui bianco-vestite, come tante bambine vestite da angeli.
Il Signore vi benedica e vi assista, l'Immacolata vi assista. Ricordate che Maria santissima fu l'unica creatura sulla quale il demonio non poté mai nulla, neppure per un istante.

[II. Il peccato è un grande male]

L'Avvento è la preparazione al Natale, come la Quaresima è la preparazione alla Pasqua. La preparazione al Natale si fa in due maniere: a) con lo spirito di penitenza e di mortificazione; b) con spirito di fede e di confidenza di ottenere da nostro Signore Gesù Cristo la remissione e il perdono.
a) Tutta l'opera della redenzione consiste in questo: togliere il peccato e mettere la vita divina in noi, distruggere l'opera del demonio che aveva trionfato per un momento e far trionfare Gesù.
Cosa fare in tempo di Avvento per prepararci al Natale? Anzitutto mortificazione, ma mortificazione interna, dolore dei peccati intensissimo. Cominciamo a piangere ciò che prima si è amato, piangere se prima abbiamo amato la lode degli uomini, la vanità; piangere le intenzioni storte e specialmente i peccati interni. È facile aggiustare l'esterno: le figlie sono tanto premurose nell'abbigliarsi all'esterno, ma aggiustare il cuore, questo non è facile, perché si ha una grande tendenza ad aggiustare l'esterno,
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frutto della vanità e dell'abitudine di dare tanta importanza al giudizio degli uomini. Aggiustate il cuore, figlie! Perché tardare tanto a confessare i peccati di desiderio, i giudizi ingiusti, i pensieri contrari alla carità e alla fede, le malevolenze, i peccati interni della mente e del cuore? Poche li confessano. Una bella capigliatura all'esterno e dentro nel cervello pensieracci; il sepolcro all'esterno è imbiancato, sembra un piccolo monumento, ma se si aprisse, scapperebbero tutti; il bicchiere è pulito all'esterno, ma e all'interno? Pentiamoci prima dei pensieri cattivi, dei sentimenti vani. Acquistiamo lo spirito di penitenza, ma penitenza, cioè prima dolore dei peccati interni. Iddio guarda specialmente la mente e il cuore, cercate quindi di aggiustare bene l'interno, perché è troppo facile aggiustare solo l'esterno.
b) L'Avvento deve essere preparato in spirito di fede e confidenza nel nostro Gesù Bambino. Gesù è la stessa bontà e misericordia, prepariamoci ad andare alla sua culla a chiedere tanta grazia. Avete bisogno di ricevere lumi su tutto: meditazioni, consigli, esame di coscienza, voti; tutto [avete] da imparare, ma notate che sui voti dovete ottenere più luce, perché essi sono un legame più stretto, la promessa di una virtù che già si possiede. Si fa voto di una obbedienza provata con anni ed anni, di una povertà provata con anni ed anni, di una castità provata con anni ed anni. Chi non arriva qui non comprende bene lo spirito di nostro Signore, perché il voto è un soprappiù che suppone già la pratica [della virtù]. Abbiamo bisogno di capire molto nello studio, nei ritiri, nelle conferenze, nelle esortazioni. Abbiamo bisogno di molta luce sull'apostolato; chi lo capisce? È infinito e nulla comprendiamo. Per intenderlo bisognerebbe ascendere fino alle parole di S. Giovanni: «In principio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum»6. Andiamo da Gesù e diciamogli: O Maestro, che ti sei fatto Bambino perché non avessimo paura di accostarci a te, ammaestraci da quella cattedra che è la greppia. Abbiamo bisogno di virtù; avete virtù sode? Avete bisogno di virtù interne: fede, speranza, carità, spirito di sacrificio, pentimento dei peccati, governo della mente e del cuore. Siate raccolte, occupatevi molto di voi stesse, del vostro cuore
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che a volte non è tutto di Dio. Bisogna prima vedere se governate il cuore e l'interno, voglio dire se avete le virtù interiori. Vi è spesso il desiderio di vestire l'abito, ma e di vestire il cuore? Se aveste una preziosa scatola, molto bella al di fuori ma vuota dentro, che ne fareste? Non è meglio averla piena di perle preziose? Riempite dunque il vostro cuore di quelle gemme preziose che sono le virtù interiori. Andate da Gesù Bambino, il quale ha il cuore pieno di tesori, la scatolina preziosa contenente il tesoro del Padre: «In quo sunt omnes thesauri sapientiae et scientiae»7. Andate, ditegli che vi apra il cuore e prendete, prendete. Chiedete ancora al Bambino amore alla vita di pietà e di divozione. Spirito di pietà vuol dire amore alla meditazione; avete già acquistato questo amore? Amore all'esame di coscienza; l'amate, l'avete imparato bene? Amore alla Visita a nostro Signore, alla santa Comunione e alla santa Messa, con i mezzi di santificazione che il Signore vi ha procurato. Li utilizzate proprio bene? Vi sono alcune che desiderano altri mezzi; no, così non si progredisce, perché non si profitta dei mezzi che l'obbedienza presenta e gli altri, non essendo voluti da Dio, non danno sostanza. L'ortolano non va a lavorare nel campo del vicino, ma lavora il suo e lì raccoglie; fate così anche voi, seminate bene il vostro orto e raccoglierete tanto.

Consideriamo ora quali danni porta il peccato e come dobbiamo piangere i nostri peccati accostandoci alla culla di Gesù Bambino.
1. Il peccato è offesa alla maestà divina.
Chi può calcolare l'insulto che facciamo alla divina maestà con il peccato? È uno schiaffo che diamo al Bambino Gesù, e ci pare poco? Iddio, sapienza infinita, creatore di tutto, sommo bene, Dio eterno viene offeso da una creatura quando questa commette il peccato, anche se lo diciamo peccato veniale.
Il peccato è un'ingratitudine somma. Dio tutto ci ha dato e noi di tutto ci serviamo per peccare: mente, cuore, volontà, forze, ecc. Che ingratitudine, prendere i doni del Signore e gettarglieli sulla schiena! Vi era un malato all'ospedale molto irritato contro la suora che con tanta carità lo curava e lo avvicinava
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sempre sorridente, con la preghiera sulle labbra. Un giorno la suora gli porse la minestrina, [il malato la prese e] gliela buttò sul viso. Noi ci sdegniamo, ma facciamo forse diverso con il nostro Padre celeste?
In secondo luogo [il peccato] è una ribellione. Cosa fai tu, piccola creatura di Dio, quando, voltate le spalle al tuo Padre, gli dici: Tu me lo comandi ed io non lo faccio; tu non vuoi ed io lo faccio lo stesso. E giù una scrollata di spalle. Vero capriccio!

2. È cagione della morte del divin Figliuolo Gesù.
Quante volte viene rinnovata la passione del nostro Signore Gesù Cristo! È inutile che andiamo considerando la tragedia avvenuta a Gerusalemme come una cosa ormai di tempi lontani, perché quella tragedia è rinnovata ogni giorno dall'uomo peccatore. Noi parliamo dei giudei come di esseri crudeli, ma quelli almeno non conoscevano Gesù, mentre noi sappiamo che è morto per noi, quindi dieci volte più ingrati noi che l'offendiamo; quelli non avevano ancora tanta istruzione, tanta grazia, ma noi dieci volte più ingrati. Essi non avevano mai fatta la Comunione, e noi invece quante volte abbiamo già ricevuto il corpo e il sangue di Gesù? Essi non avevano ancora ricevuto i frutti della redenzione, ma noi abbiamo il sacrificio del Calvario che si offre ogni giorno nella santa Messa, abbiamo Gesù sempre in mezzo a noi, abbiamo il Crocifisso, abbiamo la Visita, le prediche, abbiamo tanta luce e tanta grazia, quindi dieci volte più ingrati, perché l'abbiamo tradito, offeso ed offeso nella sua stessa casa. Fossimo almeno andati lontani dalla casa del Padre a peccare!
I peccati di pensiero hanno fatto portare la corona di spine a Gesù, i peccati di cuore hanno causato la lanciata crudele nel costato, i peccati di pigrizia la flagellazione, i peccati di occhi quante lacrime sono costati a Gesù, i peccati di gola gli hanno fatto bere il fiele e la mirra. Quanta pena hanno dato a Gesù quei «crucifige!». I tuoi discorsi vani, la premura nell'acconciarti sono stati pagati con gli sputi sul volto, la delicatezza del corpo è stata pagata con gli schiaffi e il tuo spirito di comodità con la crocifissione. I tuoi peccati pesarono sulla croce che gravava sulle spalle di Gesù. Ma non basta una volta? Dobbiamo proprio sempre rinnovare [tutto questo]?
Beati quei santi che dopo aver offeso Gesù, rimessisi sulla retta via, non peccarono mai più: S. Pietro, S. Paolo, S. Agostino,
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ecc., mentre noi continuiamo dal mattino alla sera a rinnovare questi dolori! Non tratteremmo certo così la mamma, una sorella, un'amica.

3. È nostra spirituale rovina.
Fai il peccato, ma il male è tutto per te, la rovina è della tua anima, il danno lo fai a te stessa, ti privi delle grazie del Signore, perdi i meriti, ti raffreddi sempre più nel servizio del Signore, ti meriti un purgatorio sempre più lungo e penoso e chissà, forse anche l'inferno. Chissà se troverai sempre perdono o se il Signore, stanco dei tuoi capricci, ti abbandonerà e ti lascerà sola, con il cuore indurito, senza più né perdono né pentimento: misera te! Chi potrà più sollevarti, se ti abbandona il Signore? Quanti disperdono le grazie del Signore, fino a perderle del tutto, e allora non fanno più nulla di bene. Avrebbero potuto fare tanto bene, messe in condizioni privilegiate avrebbero potuto ascendere chissà a quali gradi di santità e invece disperdono le grazie più belle e non faranno mai nulla nella vita. Ma mi sono confessata di tutto. Sì, ma c'è assai differenza fra confessarsi e togliere del tutto l'attaccamento al peccato: chi è goloso, se ne può confessare, ma non comprenderà mai la povertà, chi è sensuale e sensibile non8 diventerà mai una figliuola spirituale.
Ci si confessa, sì, ma intanto certi peccati sono così, non si rimedia. Se una ha un occhio che marcisce, va a farselo togliere e guarisce, ma intanto rimane con un occhio solo, il male è rimediato, ma l'occhio non c'è più, perché ciò che è sprecato è sprecato. Si ha un bel confessare, ma quelle gemme, quei meriti non sono stati acquistati e non si avranno più. Se una spreca la sua fanciullezza e gioventù in capricci e vanità, e a vent'anni si pente, va a confessarsi, domanda perdono e l'ottiene, ha messo a posto la coscienza, ma i meriti di quell'età preziosa, li ha acquistati con la confessione? Mai più! La fanciullezza e la giovinezza non può rifarsele, ormai le ha sprecate. Oh, quei meriti preziosi non li avrà mai più in eterno! Il peccato è proprio la nostra spirituale rovina. Noi crediamo che la confessione rimedi tutto; sì, rimedia molte cose, ma non rifà ciò che si è perso. Vi sono però anime che in seguito a una caduta, in seguito a una vita
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leggera, acquistano poi tali disposizioni da ricuperare in poco tempo più di quanto avrebbero acquistato negli anni precedenti, perché mettono più impegno e migliori disposizioni. Le disposizioni necessarie a ciò sono sempre due: umiliazione e dolore e fiducia nella misericordia infinita di Gesù.
L'Immacolata che trasformò la povera Bernardetta, ignorante, incapace, in una creatura degna degli onori degli altari, compaia, l'Immacolata nostra madre, anche ai nostri occhi e trasformi la nostra ignoranza, il nostro letamaio che è il cuore, in un fertile campo ben coltivato con buon grano e splendide uve: grano per l'ostia santa, uva per il calice divino.
Figliuole, entrate in voi stesse, sperate tanta grazia in questo mese di grazie, non lasciatevi scappare l'occasione dell'Immacolata e del Natale! Crescete ogni giorno un po' con molta umiltà e confidenza, crescete anche nell'apostolato e, andando da Gesù Bambino, riceverete i doni che il Padre celeste vi manda per mezzo suo. Avvicinatevi dunque alla madre Maria, avvicinatevi al santo Bambino che vi porta i doni del cielo.

[III. Come evitare e far evitare il peccato]

Facciamo posto alla grazia: «Omnis vallis implebitur et omnis mons et collis humiliabitur: Tutte le valli saranno colmate e tutti i monti saranno appianati»2. Ecco cosa dice lo Spirito Santo: si riempirà di acqua ogni valle, infatti è chiaro che i monti non si riempiono di acqua, ma cosa significa spiritualmente? Il senso del Profeta è che i superbi se ne andranno a mani vuote, e lo dirà poi anche la Madonna: «Divites dimisit inanes»10. Chi ha troppa stima di sé sarà umiliato, invece: «Esurientes implevit bonis»11. Chi si umilia molto dei suoi peccati sarà perdonato e ancor più otterrà molta grazia, quella grazia che ci porterà il Bambino Gesù venendo in mezzo a noi con la sua nascita spirituale e mistica.
Dolore quindi dei peccati passati e fiducia per l'avvenire di evitarli e anzi di essere riempiti da Gesù Bambino dei doni di intelletto, volontà e cuore. Vedremo ora come evitare il peccato
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e ci fermeremo, specialmente, su tre peccati dominanti: superbia, sensualità e pigrizia che sono i principali fra i vizi capitali.

1. La pigrizia che cos'è? La pigrizia o accidia è la tiepidezza nei nostri doveri e nei doveri di pietà, in questi ultimi si chiama [propriamente] tiepidezza, ma nei doveri di studio e di apostolato è indolenza, fiacchezza, lentezza.
Vi è molta pigrizia. Vi è una pigrizia che è una specie di indolenza nel servizio di Dio, e questo è assai complesso perché richiede mente, cuore e volontà.
a) Vi siete alzate circa alle cinque e quante ore avete già impiegato proprio per il Signore? Proprio pensando a lui e alle cose che dovete fare, con raccoglimento?
La pigrizia della mente è quella che fa più disastri, è comune anche fra le persone che pur si dicono buone. La pigrizia del cuore e della mente è assai difficile riconoscerla, ed è certo assai più facile vedere quella esterna. Vigilate sulla vostra mente, che non sia mai pigra.
Si va a studio e non si studia, si va a fare l'esame di coscienza e si fantastica, si va in chiesa per un'ora e quanti sono i minuti che si occupano veramente per il Signore? C'è molta pigrizia della mente nella scuola, negli uffici. Si vede bene che c'è pigrizia: passano i fogli sotto le mani, ma la testa dov'è? Le divagazioni sono il risultato della pigrizia della mente. Avete tutte intelligenza d'avanzo per comprendere le cose spirituali e progredire, invece vi sono di quelle che danno poco la mente a Dio. Quanto avete da esaminarvi qui sopra! Se c'è una novità da raccontare o da apprendere, siete tutte interessate, le ricreazioni diventano animate, se invece c'è da studiare il catechismo, se c'è da mandarlo a memoria non ci siete già più; la pigrizia della mente fa strage fra le anime.
Vi sono delle anime ignoranti, ma sempre occupate e raccolte in pensieri santi. Al mattino si alzano con la mente in Dio, già pronte a servirlo con i mezzi migliori, nel giorno la loro mente è occupata in Dio, alla sera vanno a letto e sono con Dio. Esse ignoranti, acquistano nozioni distinte di ascetica, di mistica, nozioni sull'apostolato, ma proprio distintissime, diventano potenti e, informandosi presso tutti sui loro doveri di ufficio, divengono in breve sapienti. Esaminiamo dunque la mente per ciò che riguarda i nostri doveri di studio, di apostolato e di spirito.
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La pigrizia della mente è molta, e se avrete in questo ritiro la grazia di scoprirla almeno un tantino, avrete già fatto un buon passo avanti. Quando una ha sempre la testa a passeggio, sa dirvi delle altre perfino cosa mangiano a tavola, ed enumerarvene i difetti, ma di sé [non conosce] nulla e in tanto tempo [che è in Casa] forse non è ancora convinta del suo difetto predominante o non lo conosce ancora e continua a chiedere senza concludere. La pigrizia della mente non lascia lavorare. Altre in cinque o sei mesi apprendono tanto nello spirito e nell'apostolato da meravigliare anche le più anziane di vita religiosa.
b) La pigrizia del cuore è specialmente la pigrizia nel pregare e nell'amare il Signore. Il nostro cuore stenta ad incamminarsi nell'amor di Dio e perciò molte anime vi rinunciano. Il fuoco dell'amor di Dio stenta ad accendersi, bisogna sudare, esige che l'anima si scuota nelle Comunioni, nelle Visite, con frequenti giaculatorie, con aspirazioni infuocate, con meditazioni raccolte. Torna il marito a casa e chiede alla moglie se la minestra è pronta, ma nulla è pronto perché il fuoco non si è acceso, la legna era un po' bagnata, occorreva soffiare tanto su di esso e costava fatica, così la moglie vi ha rinunziato. Se non si suda non si accende il fuoco dell'amor di Dio e l'anima rimane pigra, addormentata, il cuore è sempre sonnacchioso anche quando la persona è desta ed è in piedi. Oh, il cuore della santa Madonna, che vegliava mentre ella dormiva! Se entraste in certi cuori, anche quando fanno la Comunione, vi sentireste agghiacciare, tanto c'è di gelo! Ah, no, non fate così, non siate pigre! Il nostro cuore si sa che è un po' capriccioso, gira sempre e bisogna guidarlo, perché se vuole andar di qua e lo lasciate andare, vuole andar di là e lo lasciate libero, credete che vada a finire nel cuore di Gesù? No, no, va per le piazze.
La pigrizia del cuore ha poi effetto nelle pratiche di pietà che divengono tiepide. Se non cominciate dal mattino appena sveglie [a dire]: Signore, ecco il mio cuore, sono pronta, e subito con slancio, arrivate in chiesa: uno sguardo al Tabernacolo, la genuflessione fatta con umiltà e riverenza, e poi mettersi bene lì e dire le preghiere con calore, altrimenti se si è già freddi al mattino, cosa sarà poi nel giorno? [Essere] subito pronte all'attività tenendo il cuore acceso con giaculatorie, con sguardi al Crocifisso, perché andando alla Visita sia ben desto, pronto. Il cuore di Gesù Bambino, che cuoricino acceso!
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Nel presepio tutto era freddo, ma il cuore di Gesù, di Giuseppe e di Maria bastavano ad accendere tutto il paradiso. Alcune sono così pigre che lasciano andare il loro cuore sempre dove è inclinato, e si sa che il cuore è inclinato al male, alla superbia, ecc. Il cuore l'abbiamo tutti, ma se non lo freniamo e lo lasciamo andare dove vuole, poveri noi! La santità non consiste nell'avere un cuore insipido, ma nel guidarlo a Gesù. Povero cuore, spesso si dà in pasto a tutti e non si dà a Gesù!
c) La pigrizia nelle opere è manifestata dalla lentezza ad ubbidire, dal ritardare in tutto. L'anima pigra si alza sempre per ultima, arriva ultima in chiesa, ultima a studio, ma c'è pericolo che arrivi poi anche ultima in paradiso, perché dovrà fare una bella fermata in purgatorio. Dalla pigrizia non si passa al paradiso, il paradiso è una fornace di amore e non vi entra nulla che non sia acceso, bisogna passare prima in purgatorio ad accendersi. L'autore pagano dice che ai pigri si possono dare otto ore di sonno: noi ne abbiamo quasi sempre otto, vedete dunque a che categoria bella apparteniamo!
Bisogna scuotersi e anche dominare la gola. La sacra Scrittura dice: «Incrassatus, impinguatus, recalcitravit»12. E questo non lo dice dei giumenti, ma delle anime consacrate a Dio. Alcune credono che lo stato religioso sia uno stato di molle vivere, uno stato di riposo, ma hanno sbagliato porta. Ah, i santi come si impegnavano13, come con sante industrie moltiplicavano le opere loro! Dove regna la pigrizia regna il disordine, la negligenza, perché la pigrizia fa strage.
Fermatevi ad esaminarvi sulla pigrizia della mente, del cuore e delle opere; guardate, se farete un po' di progresso su questo, la vostra vita si moltiplicherà: il male è star fermi, bisogna cercare di camminare sempre.
Vi sono tante [persone] che quando arriva la sera sono ricche, perché nel giorno hanno seminato, qua una parola buona, là una giaculatoria, una mortificazione e alla fine della giornata sono ricche di meriti. Chi si industria e cammina e domanda e vuol imparare bene il suo ufficio e le cose dello spirito, ancorché sia pieno di passioni, va avanti, ma se va un po' avanti e poi si ferma,
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resta indietro. S. Andrea14 aveva fatto questo proposito: Tutti i giorni [fare] un passo avanti. Bisogna sempre progredire, e migliorare la mente, il cuore e le opere. Fissiamo bene [lo sguardo] sulla Madonna che progrediva ad ogni istante, e miglioriamo la mente, il cuore e le opere.

2. Altro difetto che produce la tiepidezza è la sensibilità.
La [troppa] sensibilità verso gli uomini ci rende insensibili verso Dio, e in un cuore troppo sensibile verso gli uomini non può regnare la vocazione religiosa. Vi è però la vocazione quando si vede che c'è la forza di dominarla. Bisogna fare come S. Francesco di Sales che aveva due fortissime passioni: la collera e l'amore. La collera la prese per il collo per ventidue anni e il cuore lo diresse a Dio, tanto che meritò di avere un cuore tenerissimo verso il Salvatore, e meritò che il Divin Maestro rivelasse il suo cuore a una delle sue figlie spirituali della Visitazione15. Bisogna dominare questa sensibilità che è in tutti e che se si concentra nel Signore non è mai troppa, tuttavia non consiste in essa la devozione.

3. Opposizione per diventare vere religiose è la superbia, la quale se si intromette nella intenzione fa perdere ogni merito, mentre la purezza di intenzione santifica tutto. Non c'è differenza fra il portare le zoccole e il portar le scarpe, tutto è uguale per il Signore, la differenza sta nel cuore. Il cuore sia bello, innocente, acceso, non è la penna o la pentola che conta, è l'amor di Dio con cui si fanno le cose. Anche se nella vita non si facesse altro che soffrire in un letto, ma con retta intenzione, si farebbe più bene all'anima propria e a quella degli altri che con una vita attiva di opere superbe. Il lettuccio dell'ammalata che soffre per amore diventa l'altare su cui l'olocausto è offerto a Dio. Non è l'ambizione che deve guidare le opere, ma l'amor di Dio. State molto attente a non perdere i meriti, santificate anche i passi, i respiri, lo stesso sonno, il cibo, facendo tutto e solo per amore del Signore. Badiamo più alla santità interna che all'esterna.
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Cerchiamo poi di essere molto schiette e sincere, tante volte crediamo e diciamo di volerci far sante, ma ci giriamo solo attorno, siamo poco sincere con noi stesse e ben si dimostra con le continue cadute, mentre se non inganniamo noi stesse, allora, vincendoci, andiamo avanti. Molte volte manchiamo di vera rettitudine, di volontà e perciò sbagliamo con noi e con gli altri.
Hai proprio voglia di farti santa? Si risponde: Sì. Infatti per il momento la volontà c'è, ma è sensibilità di un momento, uno scossone dopo la confessione, dopo il ritiro, ma di breve durata, poi, come prima.
Quando si è molto schietti e [sensibili] di cuore, allora i meriti si moltiplicano. Passano i giorni e viene il giudizio; tutto là sarà palesato e chissà quali figure! Non illudiamoci, cerchiamo proprio, solo, in tutto il Signore.
Rivolgiamoci alla nostra cara madre Maria la quale, concepita senza peccato e quindi senza macchia fin dal primo istante, condusse una vita che fu una continua ascesa verso Dio. Ogni istante, trovava la sua mente assorta in contemplazione delle cose celesti, ad ogni momento che passava il suo cuore si accendeva sempre di più e moltiplicava le sue opere sante, tanto da divenire la Regina degli Apostoli e ora in cielo, mentre gode del suo trionfo è, più che non tutti i santi insieme, la più larga distributrice di grazie, perché la sua attività è andata sempre aumentando.
La santa ed immacolata Madre di Dio vi ottenga questa grazia del fervore e dell'attività retta nel servizio di Dio, scuotendo la pigrizia che tanta strage fa nelle anime. Viva Maria santissima!
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* Ritiro mensile, in ciclostilato, fogli 8 (22,5x35), tenuto ad Alba il 27.11.1932, dal “Primo Sig. Maestro”.

1 «Da tutti i peccati, liberaci, o Signore».

2 Cf Gen 3,15.

3 Cf Gv 1,29: «Ecco colui che toglie il peccato del mondo».

4 S. Margherita M. Alacoque (1647-1690), francese. Entrò tra le Visitandine di Paray le Monial. Il messaggio citato fa parte delle rivelazioni del Cuore di Gesù di cui la santa fu depositaria.

5 Cf Mt 26,41: «Vegliate e pregate per non cadere in tentazione».

6 Cf Gv 1,1: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio».

7 Cf Col 2,3: «Nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza».

8 Originale: non avrà mai figliuole spirituali.

9 Cf Lc 3,5.

10 Cf Lc 1,53b: «Ha rimandato a mani vuote i ricchi».

11 Cf Lc 1,53a: «Ha ricolmato di beni gli affamati».

12 Cf Dt 32,15: «Ingrassato, impinguato, …ha respinto [Dio]».

13 Originale: Moltiplicavano.

14 Si parla di Andrea Avellino (1521-1608) che, abbandonata l'avvocatura, si fece sacerdote e poi religioso teatino. Come direttore spirituale e con le sue lettere e discorsi contribuì alla riforma del clero.

15 Allusione a S. Margherita M. Alacoque, visitandina, depositaria delle rivelazioni del Cuore di Gesù.