Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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42. IL LAVORO SPIRITUALE42
1. Salvare l'anima nostra è l'affare unico e necessario per cui viviamo. La vita è prova: beato l'uomo che superata la prova riceve la corona. E' prova che crediamo, obbediamo, cerchiamo con tutto il cuore il Signore come sommo bene e nostra eterna felicità.
"Che gioverebbe all'uomo guadagnare anche tutto il mondo se poi patisse danno per l'anima o si perdesse?" (Mt 16,26).
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2. L'aspirante alla vita religiosa o al sacerdozio, e chiunque vuole assicurarsi la salvezza, deve con ogni impegno lavorare alla propria santificazione.
Chi poi ha emesso i santi voti o ha ricevuto i sacri ordini ha un obbligo stretto di tendere alla perfezione, sia per gli impegni assunti che per l'abbondanza dei mezzi dati dalla divina bontà.
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3. Occorre un lavoro spirituale, interno, costante. Questo lavoro, considerato lo stato dell'uomo dopo il peccato originale, ha due compiti: togliere il male che viene dalle cattive inclinazioni interne e dall'azione del demonio e del mondo; ne segue la necessità del combattimento spirituale, dell'abnegazione, della fuga dei pericoli e del peccato: "Declina a malo" (1Pt 3,11).
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4. Inoltre: ordinare l'uomo ad una soprannaturale unione con Dio. Tutto l'uomo deve ordinarsi e unirsi a Dio: la mente, con una viva fede; la volontà con una vita virtuosa; il cuore, per i sentimenti soprannaturali e per la grazia: "fac bonum" (Sal 33,15).
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5. In Dio vi è ogni bene per la vita presente e per l'eternità. Questa unione con Dio, compiuta l'opera della redenzione, non si effettua direttamente, ma per mezzo di Gesù Cristo.
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6. Gesù Cristo è il mediatore tra Dio e l'uomo. Egli compì questa sua missione per mezzo dei suoi tre uffici: di maestro o dottore, essendo la verità; di re ed esemplare, essendo la via; di sacerdote ed ostia, essendo la vita. Egli in noi; noi in lui, a gloria di Dio e pace degli uomini.
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7. Disse il divin Maestro: "Io sono la via, la verità, la vita" (Gv 14,6). Cioè: "Io sono la via che devi tenere; la verità che devi credere; la vita che devi sperare" (Imit. III, c. 56). Ora quest'opera Gesù Cristo la compie per ogni singolo uomo per mezzo della Chiesa che predica le stesse verità, guida con governo amabile i fedeli, comunica la grazia, santificando le anime con sacramenti. Così possiamo vivere in Gesù Cristo sulla terra; e vivere eternamente felici in Dio nell'eternità.
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8. Non vi è salvezza fuori di Gesù Cristo e della Chiesa. Si perde chi si allontana da Dio ed aderisce al male, il .peccato è: "aversio a Deo et conversio ad creaturas", a cui segue la rovina spirituale. Si salva invece chi cerca Dio: "Aversio a creaturis, conversio ad Deum".
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9. I propositi nostri ed il vero lavoro spirituale devono avere una parte negativa, ed una parte positiva. Per esempio la lotta contro la mia superbia per sostituirvi l'umiltà; lotta contro la concupiscenza del la carne per sostituirvi la mortificazione e la santa purezza; lotta contro l'avarizia e lo spirito di comodità per sostituirvi la carità e lo spirito di povertà.
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10. Nell'uomo molte sono le passioni e le inclinazioni al male, ma una tra esse è predominante questa bisogna combattere e metterla a servizio di Dio, praticando la virtù contraria; questo è il vero lavoro spirituale. E' cosa saggia, facile, efficace, infatti, dividere il lavoro spirituale e prendere un punto particolare.
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11. Questo lavoro sarà così ordinato:
- negli esercizi spirituali o nel ritiro mensile con il consiglio del confessore si sceglie il proposito principale;
- negli esami di coscienza preventivo, serale, settimanale, mensile, annuale fermarsi specialmente su di esso:
- nella giornata esercitare una vigilanza ed uno sforzo costante sui pensieri, i sentimenti, gli atti per operare l'opposto di quanto vorrebbe la cattiva inclinazione "Age contra";
- nelle meditazioni, comunioni, messe, visite, rosari sempre rinnovarlo, pregando incessantemente per ottenere la vittoria.
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12. San Francesco di Sales continuò per tanti anni il suo lavoro spirituale per vincere la collera e sostituì la dolcezza; e divenne dolce da rappresentare al vivo la mansuetudine del Salvatore.
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13. Ogni proposito perché sia completo, e attraverso a Gesù Cristo ci unisca a Dio, comprende la mente, la volontà, il cuore. Se si vuole sostituire l'umiltà alla superbia conviene, secondo la fede, coltivare nella mente ad onore di Gesù verità pensieri umili; e per la volontà, seguire Gesù nella sua vita umile; e col cuore sentire umilmente con Gesù; per la preghiera ottenere questa preziosissima grazia. Similmente se si tratta dell'obbedienza.
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14. L'uomo allontanerà così la mente, la volontà ed il cuore dal male; e nel divino Maestro unirà tutto se stesso a Dio.
Incorporati a Gesù Cristo, l'anima vivrà in Lui in cielo. Il paradiso è premio completo, alla mente per la visione; alla volontà per l'amore beatifico; al cuore per il gaudio eterno; al corpo glorificato.
"Ego protector tuus sum, et merces tua magna nimis" (Gn 15,1).

1950 (?)

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