Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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17. LA VITA NELL'ISTITUTO17
1. Farsi santi: è questo l'argomento da trattare in questi giorni di santi esercizi. Quali mezzi, quali vie per raggiungere la santità? Scegliendo la vita religiosa, vi sono solo due vie: amare Dio e in Dio le anime affidateci. Essere vere suore, non mezze suore. Vi devo dire alcune cose, un po' disordinate perché gli esercizi passano anche presto.
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2. La prima riguarda la purezza. Se nella vita religiosa tenete una condotta delicata, seguirete in cielo l'Agnello divino cantando un inno speciale, che solo i vergini potranno cantare. Se consacrate il cuore a Dio, bisogna che questo cuore sia sempre di Dio e non entrino affetti umani. La vostra famiglia è la congregazione. Grande amore dunque a Gesù buon Pastore capo della famiglia vostra, e in lui a tutti i pastori della Chiesa.
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3 Le vostre relazioni con i sacerdoti siano come quelle di Maria con Gesù. C'era contraddizione tra Gesù e Maria? C'è questo pericolo tra le suore pastorelle e cioè quello di litigare con i parroci. Cooperare con il parroco nelle opere parrocchiali; in queste si dipende da lui, la direzione interna invece dipende dalla superiora.
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4. Amare le vostre superiore, le sorelle, le anime. Tra di voi, mai mettetevi le mani addosso. Non mandarsi baci né per iscritto né per presenza. Quando dopo parecchi anni di assenza, ritornate dall'estero, allora potete darvi un abbraccio, sempre però moderatamente. Non avere troppa affettuosità con i bambini.
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5. Se tra voi nascessero delle simpatie, allora l'anima vostra si troverebbe nel pericolo. Quando questa erbaccia s'insinua in un cuore, com'è difficile sradicarla. Amate tanto Gesù. Egli era il più bello, anche fisicamente. Amarlo come perfetto Dio e come perfetto uomo.
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6. Una domanda: allora non ci lascia più andare in vacanza? Metteremo una regola anche in questo. Si va in famiglia quando i genitori o nonni sono ammalati o per altri motivi ragionevoli. Non bisogna distruggere gli affetti umani, ma regolarli. Non è bene tutti i momenti pensare alla famiglia. Utilizzare sempre bene il tempo. Sono stato in questi giorni in una casa delle Figlie di San Paolo. Una suora mi raccontò che in un giorno di vacanza aveva trovato tre vocazioni.
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7. Essere dell'istituto, amarlo. Egli vi dà l'alimento, vi assisterà nella malattia, vi darà suffragi in morte.
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8. Lavorare per l'istituto. Ognuna deve lavorare per tre: per se stessa, per un'ammalata, per una probanda. Chi non lavora pecca continuamente perché sta nell'ozio che è il padre dei vizi. Le pastorelle possono compiere molto bene nella Chiesa di Dio, acquistando l'esperienza.
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9. Amanti della povertà. Povertà non vuol dire essere straccione, strapazzone, ma dignitose. Le pastorelle nel loro abito devono essere decorose pulite, distinte. Se si riceve un regalo, consegnarlo alla superiora, e non amministrare da sé. Ho visto alcune suore alle quali sotto il velo uscivano i ricci. Non datevi il profumo; ci vuole solo il profumo delle virtù: la viola dell'umiltà, la rosa della carità, il giglio della purezza. Come Maria, nella casetta di Nazaret. Saper elevare anche i paesi poveri, se la suora è pulita, sa educare e insegnare l'igiene.
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10. Voi siete figlie di vostro padre; nella famiglia ci può essere chi possiede e chi non possiede non rinunciate alla vostra eredità. Tenete come regola: la mia famiglia è la congregazione. Se hanno fatto il corredo alle sorelle che hanno sposato, lo facciano anche alla sposa di Gesù. Perché non dare a tutte le parti uguali? Può darsi che la mamma non possa vivere, allora si lascia l'usufrutto, ma la proprietà rimane.
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11. Alcune esigono solo dall'istituto. Quello che vi serve chiedetelo con semplicità, e d'altra parte le superiore provvedano con materna carità. Curare la beneficenza. Attenzione nello spendere, prima di acquistare un oggetto di un certo valore, bisogna chiedere il permesso. Quando andate in famiglia, non fate il giro di circonvallazione andando a trovare un po' tutti.
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12. Che cosa bisogna aggiungere assieme all'amore all'istituto? Questo, che si mantengano i segreti. Le cose vostre rimangono fra di voi, i fatti di casa non bisogna portarli fuori. Rubare i segreti è più che rubare i soldi. Potete sempre scrivere ai vostri superiori. Al confessore dite i vostri peccati e non quelli degli altri. Vi sono certe mamme quando vanno a confessarsi accusano i peccati del marito, dei figli, della nuora: voi non fate così.
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13. Se i parroci vi chiedono qualche cosa dell'istituto dite: queste cose riguardano l'istituto e io non so niente. Allora vi stimano di più, altrimenti concludono: Oh, che buone donne! Non bisogna esagerare nel parlare, parlare sì, ma moderatamente. Piuttosto parlar poco che essere troppo loquaci. Come la Madonna, la quale non si fermava a chiacchierare sull'uscio di casa. Oh, che bella cosa essere interamente di Gesù,
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14. Qualora nelle case venissero dei cambiamenti, partire con discrezione, senza riferire tutto a tutti. Le costituzioni non si devono dare a nessuno, eccetto al confessore, ma poi anche questi deve ridarvele. Essere prudenti come la donna saggia del Vangelo.

Casa Scrittori - Albano Laziale (Roma)
12 agosto 1950

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17 Casa Scrittori - Albano Laziale (Roma), 12 agosto 1950