Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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RITIRO Dl PENTECOSTE - 1950 -
12. LO SPIRITO SANTO12
1. Domani è la festa della Pentecoste. Pentecoste ci ricorda la discesa dello Spirito Santo sopra gli apostoli e sopra Maria Santissima raccolti nel cenacolo in preghiera.
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2. Lo Spirito Santo è la terza persona della Santissima Trinità: Dio uguale al Padre e al Figlio. In Dio, che è uno solo, vi sono tre persone uguali e realmente distinte; tutte e tre le persone sono Dio, pur non essendo tre dei, ma un solo Dio. Noi non possiamo capire questa verità: è un mistero, il mistero più grande della nostra religione. Possiamo solamente, in questa vita, trovare delle immagini, delle similitudini che ci danno una pallida idea di questo grande mistero: il sole che illumina, riscalda e vivifica; l'uomo che, uno, agisce con le sue tre facoltà: mente, volontà, sentimento; il triangolo, una sola figura composta di tre lati e tre angoli. La Santissima Trinità spesso si rappresenta con la figura del triangolo.
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3. Quando si fa la comunione sacramentale, si riceve Gesù Cristo in corpo, sangue, anima e divinità, quindi si riceve Dio.
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4. Nella cresima si riceve lo Spirito Santo che è pure Dio. E allora, è la stessa cosa ricevere la comunione e la cresima, se nell'uno e nell'altro sacramento si riceve Dio? Non è la stessa cosa; nella comunione, non solo riceviamo Dio, ma riceviamo anche il corpo, il sangue e l'anima di Gesù Cristo; mentre nella cresima riceviamo solo la divinità.
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5. Gesù, nella comunione col suo corpo, sangue e anima, si ferma in noi fino a che durano le specie eucaristiche. Consumate le sacre specie, rimane però in noi la divinità di Gesù, la sua grazia; e rimane sempre fino a che noi non lo scacciamo col peccato mortale. Con Gesù, nella comunione entra in noi anche il Padre e lo Spirito Santo: tutta la Santissima Trinità; e nella cresima, con lo Spirito Santo scendono in noi anche le altre due persone: il Padre e il Figlio, tutta la Santissima Trinità. Questa presenza della Santissima Trinità rimane in noi fino a che non si commette il peccato mortale.
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6. Dio si scaccia da noi solo col peccato mortale. Quando si commette il peccato veniale non si scaccia la Santissima Trinità, ma si rende in noi meno fruttuosa la sua presenza. san Paolo ci ammonisce di non far posto al diavolo nel nostro cuore, ma di conservare sempre Dio nel cuore. L'anima che ama il Signore conserva in sé la presenza della Santissima Trinità: "Si quis diligit me apud eum veniemus et mansionem apud eum faciemus" (Gv 14,23), la Santissima Trinità pone la sua residenza nell'anima che l'ama.
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7. Lo Spirito Santo è la terza persona della Santissima Trinità. Perfettamente uguale al Padre e al Figlio, formando con essi un solo Dio. E' vero che alcune operazioni si attribuiscono più all'una che all'altra persona, ma questo è per appropriazione a rendere comprensibile a noi tutta l'opera divina. Così la creazione e le opere di potenza si attribuiscono al Padre; la redenzione e la comunicazione della sapienza più al Figlio; la santificazione delle anime allo Spirito santo: sebbene tutte e tre le persone intervengono in tutte le operazioni "ad extra".
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8. Come in noi, essendo una sola persona, ci sono tre facoltà, ed ognuna compie operazioni diverse e proprie, e ogni operazione è fatta dalla stessa persona che possiede le tre facoltà. Infatti: vi è la mente che pensa, la volontà che vuole, il sentimento che nasce dall'amore e tuttavia diciamo: io penso, io amo, io voglio. Così in Dio: ad ogni persona si attribuisce più un'operazione che un'altra pur essendo compiute tutte dall'unico Dio.
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9. Al Padre, dunque, si attribuisce specialmente la creazione e il governo del mondo: è lui che fa succedere le stagioni, che provvede alle necessità di tutte le creature, che ha emanato le leggi e ne vuole l'osservanza.
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10. Al Figlio si attribuiscono specialmente le opere della sapienza: è lui che ha ammaestrato il mondo con la sua predicazione e col suo esempio, vivendo in mezzo agli uomini: "Incarnatus... et cum hominibus conservatus est".
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11. E allo Spirito Santo si attribuiscono specialmente le opere della santificazione delle anime e di amore. Come Gesù si è manifestato visibilmente su questa terra, incarnandosi e facendosi in tutto simile a noi; così lo Spirito Santo si è manifestato più volte visibilmente: al battesimo di Gesù e nella trasfigurazione di Gesù prese forma di colomba e nella Pentecoste discese in forma di lingue di fuoco sopra gli apostoli e sopra Maria Santissima infondendo in tutti l'abbondanza della sua grazia e dei suoi doni. Naturalmente non in tutti discese lo stesso grado di grazia: altra fu la grazia discesa sopra gli apostoli.
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12. Nel sacramento della cresima si riceve lo Spirito Santo in modo particolare; è nella cresima che egli infonde la grazia di veri soldati di Cristo.
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13. Che cosa fa lo Spirito Santo nella Chiesa? Lo Spirito Santo dà i poteri al sacerdote di consacrare il pane e il vino, di assolvere dai peccati, e di amministrare i sacramenti. E' lo Spirito Santo che interviene nel battesimo, nella consacrazione, nel matrimonio, nella estrema unzione: in tutti i sacramenti. Prima della consacrazione sacerdotale, il chierico non è che un semplice fedele, forse più istruito; ma quando riceve lo Spirito Santo il chierico viene trasformato, ricevendo carattere e poteri nuovi.
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14. Nelle singole anime lo Spirito Santo infonde la fede, la speranza, la carità; le quattro virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza, temperanza; i sette doni: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor di Dio; i dodici frutti e le beatitudini evangeliche, per cui l'anima si eleva sempre più e si unisce sempre maggiormente a Dio.
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15. Se l'anima corrisponde a queste infusioni di doni e di virtù, lo Spirito Santo continua a operare incessantemente e a perfezionarla sempre di più. La sua opera però è invisibile. Le grazie, le virtù vengono in noi insensibilmente, invisibilmente.
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16. All'esterno non le vediamo venire, ma questo non vuol dire che non ci siamo realmente; pur invisibili, sono realissime. L'anima pur senza accorgersi, cresce realmente ogni giorno in grazia. Come quando si studia, non si vede nella testa entrare la scienza; ma dopo un po' si vede dagli affetti la sua realtà. La grazia è cosa spirituale, soprannaturale, e perciò non si vede con l'occhio del corpo; ma si conoscerà dalle opere, poco a poco.
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17. Lo Spirito Santo viene in noi non solo per mezzo dei sacramenti, ma cresce in noi ogni volta che facciamo un'opera buona: la grazia, la virtù, la santità aumentano man mano che si praticano le virtù. Come chi continua a studiare aumenta nella scienza e nel sapere.
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18. Quando una persona ogni mattina si leva prontamente e compie con letizia il suo primo atto di amore a Gesù; quando offre generosamente tutta se stessa a Dio e sta attenta a non lasciarsi sfuggire nessuna occasione di merito; quando è diligente nell'adempiere i piccoli doveri quotidiani comuni, aumenta in sé la grazia e quindi lo Spirito Santo.
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19. Un altro mezzo per l'aumento di grazia è la preghiera individuale. Certamente la nostra preghiera non ha e non può avere l'efficacia dei sacramenti, perché nei sacramenti è Gesù che opera direttamente mentre nella preghiera molto dipende dalle nostre individuali disposizioni. Più sono buone queste disposizioni e più accresce in noi la grazia e lo Spirito santo. Nella preghiera otteniamo tanto quanto avremo messo di fede e di amore.
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20. Ma tra la preghiera nostra individuale e i sacramenti vi è un altro mezzo più efficace della nostra preghiera; ed è la preghiera della Chiesa. Tutto il complesso della liturgia e delle funzioni sacre sono preghiera della Chiesa. Tale preghiera ha, presso Dio, una potenza tutta particolare. Uniamoci sempre alla preghiera della Chiesa e alla preghiera di Gesù e otterremo tanta maggiore abbondanza di grazia e di Spirito santo.
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21. Lo Spirito Santo, comunicando la sua grazia, non la comunica a tutti nella stessa maniera. Pur essendo sempre la stessa grazia, produce in ogni anima effetti diversi. Questi diversi effetti sono proporzionati allo stato di vita di ogni anima e alle condizioni particolari in cui essa si trova.
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22. Altra è la grazia che si comunica a un sacerdote, altra è quella che si comunica a un semplice cristiano. Altra è la grazia necessaria per una buona mamma di famiglia, altra è la grazia necessaria ad una suora. Altra è la grazia che occorre per le suore di una congregazione, altra è la grazia che occorre per suore di un'altra congregazione.
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23. Ognuno ha una propria missione particolare nella vita e ognuno abbisogna di quelle grazie proporzionate a quella missione, a quell'ufficio. Ed è lo Spirito Santo che provvede con sapienza ed amore.
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24. Lo Spirito Santo non manca mai di concedere i suoi doni e la sua grazia: sta a noi disporre l'animo con umiltà e fiducia a riceverli e a corrispondere per averne sempre di più. Molta fiducia, quindi nello Spirito Santo. Non scacciamolo mai, mai col peccato mortale; e neppure disgustiamolo mai con i peccati veniali o con le imperfezioni volontarie. Custodiamolo gelosamente nel nostro cuore.

San Pietro - Massa Martana (PG)
27 maggio 1950

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12 San Pietro - Massa Martana (PG), 27 maggio 1950