Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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1. IL CAMMINO DI UN ANNO NUOVO1
1. L'anno nuovo sia santo.
Anno di innocenza. L'innocenza può essere conservata, e può essere riacquistata, difesa e mantenuta con tenacia pia.
Vivere nell'innocenza significa che Dio è con noi. Ora se Dio è con noi, vuol dire che abbiamo grazia, benevolenza, aiuto, difesa, forza, pace, serenità; vuol dire confidenza in ogni passo, in ogni impresa, in ogni ufficio.
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2. Il Signore sia con te, o giovane postulante, che miri a consacrarti totalmente a lui, sia con te nel lavoro spirituale, negli studi, nel lavoro apostolico. Il Signore sia con te, o religiosa, che vuoi conquistare un alto posto in paradiso e lavori coraggiosamente per l'alto ideale.
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3. Per il giubileo occorre la vera conversione del cuore, la quale non consiste semplicemente nello stato di grazia e nell'assenza di ogni peccato grave, implica un movimento positivo, un atteggiamento cosciente e voluto di opposizione e di lotta ad ogni colpa. Occorre combattere e vincere.
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4. Riguardo al passato: coltivare lo spirito di penitenza e di riparazione. Riguardo al futuro: l'anima, nel sentimento della propria debolezza e nella previsione di tentazioni, prega evita le occasioni, è decisa a tutto fare e tutto soffrire per non offendere mai il Signore volontariamente, né in cose gravi né in cose lievi.
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5. Anno di pietà. Comprendere la pietà che è indicata nelle costituzioni, le pratiche di pietà e lo spirito di pietà. La pietà è utile a tutto: a crescere nella virtù, a progredire nello studio intellettuale e tecnico, a riuscire nella vocazione, nell'apostolato, nella povertà, persino a mantenerci in salute. Chi prega è illuminato, confortato, rialzato, santificato Finché non si ritiene la pietà necessaria per noi come il pane e l'aria per vivere, saremo insufficienti, vuoti, volubili.
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6. Occorre ancorare la vita al tabernacolo. Solo con la pietà le nostre opere avranno un'anima, frutti stabili e valore per l'eternità. Le prime ore, il miglior posto, il miglior impegno siano riservati per le pratiche di pietà. Vi è gran differenza tra chi fa e chi trascura la visita al santissimo Sacramento, l'esame di coscienza, la meditazione. La religiosa è contenta nella misura della sua pietà.
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7. Il vero spirito di pietà è costituito da una parte dall'abituale pensiero della propria nullità, fragilità, delle proprie necessità; e dall'altra, dalla fiducia filiale nella bontà del Signore che si vuol compiacere, compiendone con letizia la volontà.
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8. Volontà di Dio! "Non come voglio io ma come vuoi tu" (Mc 14,36). Dio non aiuta chi vuol fare la propria volontà, ma porge la sua grazia largamente a chi vuol conoscere ed eseguire amorosamente il divino volere. Il successo nelle nostre cose non dipende da noi: rimaniamo sempre in preghiera e nell'aspettativa, come se tutto dipendesse da lui.
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9. Anno di rettitudine. Quello che è giusto è giusto; quello che è vero è vero; quello che è falso è falso; quello che è buono è buono. Il male è male: innanzi a noi, a Dio, a tutti. Verità, giustizia, bontà nella mente e nei giudizi. Verità, giustizia, bontà nel cuore e nei sentimenti. Verità giustizia, bontà nelle parole, in ogni discorso. Verità, giustizia, bontà nelle opere, in tutta l'attività.
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10. Aborrire la bugia, l'ipocrisia, l'inganno, la falsità, non solo nelle confessioni e negli esami di coscienza, ma nelle nostre relazioni con le persone vicine e con gli estranei. Mai la calunnia, l'esagerazione, il vedere le cose, e giudicarle e parlarne sotto un unico aspetto.
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11. Si può errare per incompetenza o per leggerezza, ma non rischiare giudizi falsi, forse anche temerari, non voler giustificare l'ingiustificabile entro di noi e nella nostra condotta. Alle volte ci si lascia far velo dalle passioni o volontariamente si rimane nelle tenebre perché non si medita, né ci si lascia dirigere, né si accettano correzioni.
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12. Mancar di parola: essere religiosi e vivere come se non esistesse la professione; non riconoscere i debiti e non soddisfarli: son tutte offese di Dio, danno a noi, rovina alle anime.
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13. Alle anime dovremmo fare la carità di dire la verità indirizzarle alla piena giustizia, formarle alla vera bontà.
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14. Il parlare in un modo innanzi agli uni, in altro modo innanzi ad altri; il comportarsi diversamente in pubblico o in privato; il tacere il male e mettere in vista il bene per quanto riguarda noi, e far l'opposto per quanto riguarda gli altri: sono cose che meriterebbero il "guai a voi ipocriti" (Mt 23,13).
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15. Mancando l'esame di coscienza, si arriva talvolta a estremi dolorosi ed anche ridicoli.
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16. Predichiamo la sincerità e la rettitudine di coscienza con insistenza. "Il vostro parlare sia sì, sì no, no" (Mt 5,37). Dio è verità. Dio è giustizia, Dio e bontà. "Imitare Iddio come figli carissimi" (Ef 5,1).
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17. La lingua dica quel che la mente pensa. Chi e "bilingue" è in odio a Dio e agli uomini. La giovane che mette a base della sua educazione la veracità e la schiettezza, che viene formata alla rettitudine e alla giustizia con profonda convinzione, con coscienza onesta, vera e retta sarà nella sua vita benedetta da Dio, avrà molti successi buoni, sarà amata dagli uomini. Così la religiosa, così la pastorella.

1 gennaio 1950

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1 1° gennaio 1950