Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

24. FORMAZIONE DELLA COSCIENZA24
1. E' sempre bene che impariate e cantiate le lodi e gli inni che dovete insegnare al popolo. Così nella visita al santissimo Sacramento, dopo i venti minuti della prima parte cantate il Credo o il Gloria; dopo la seconda l'Agnus Dei, il Kyrie; dopo la terza le litanie della Madonna o canti simili.
~
2. Anche durante il tempo d'apostolato è utile esercitarsi al canto, così vi rendete sempre più capaci ad insegnare ai fedeli. Avere sempre tanta premura per il canto ed il suono, perché la gioventù molto si attira con questi mezzi.
~
3. A Massa si fa molto per il canto e il suono, va bene; fatelo anche nelle altre case, magari mezz'ora, specialmente quando si dà vacanza. Certamente nelle case non tutte avete l'armonium, fatevelo regalare dalla popolazione, ma che resti proprietà dell'istituto in maniera che le suore lo possano usare liberamente. Non prendere mai lezioni da uomini, specie se sacerdoti, solo qualche spiegazione, ma mai lezioni continuate.
~
4. Questa meditazione è su questo argomento: formarsi una giusta coscienza. Che cosa vuol dire coscienza? La coscienza è un giudizio pratico sulle cose da farsi o da omettersi. Agire con coscienza vuol dire operare sotto l'occhio di Dio, avere la mente illuminata, chiara. Dio mi vede, vede il bene che faccio e il male se lo facessi. Sono sola, posso abusare della mia libertà? La coscienza mi dice che non posso. Dio mi vede dappertutto. Se faccio bene ne ho merito, se faccio il male commetto peccato.
~
5. Se una dicesse: la superiora è lontana, magari cento chilometri, dispongo del denaro come credo; non agirebbe secondo coscienza. Non operare per timore, che sarebbe operare per rispetto umano e non per coscienza. Se una cosa è cattiva, si può pensare? No. Ma interiormente chi vede il pensiero? Se c'è la coscienza non si accetta neppure il pensiero cattivo, c'è coscienza allora si asseconda. Questo vale anche per i desideri del cuore.
~
6. Giudicare rettamente secondo coscienza. Ogni suora deve avere idee chiare e giuste: se dicono che una cosa è peccato mortale ed invece non lo è, non si deve credere, lo dicesse anche la persona più elevata. La pratica dell'obbedienza è una cosa, la giustizia è un'altra. Nel male non si può obbedire. Come non si può obbligare un cristiano ad adorare gli idoli, così non si può obbedire nel male.
~
7. Non si può operare contro la giustizia. Se una cosa è data per un fine, bisogna adoperarla per quel fine. Quando uno ha coscienza, può essere mandato anche in America o in Giappone e fa bene; se non ha coscienza, basta che ci sia un muro o una porta chiusa perché faccia male quando lo crede. In generale c'è tanto bisogno di formarsi una buona coscienza.
~
8. Guai alle case ove si opera solo per timore. Avevo predicato sulla carità, che bisogna parlare in bene del prossimo o tacere. Un'aspirante mi domandò allora: quando vedo una compagna fare il male o parlare male, devo tacere? No, si è obbligati a dire, anzi la carità lo esige. Essere suore non significa essere stupide o irragionevoli.
~
9. Come si forma la coscienza? Prima di tutto con l'istruzione. Bisogna sapere. Occorre che il catechismo sia spiegato e applicato ai casi particolari. Catechismo, costituzioni, Vangelo, teologia: tutto ciò fa vedere ciò che è giusto o il non giusto, vi è la legge divina cui tutti devono piegarsi.
~
10. Agire con coscienza vuol dire ciò che è proibito per gli altri è proibito anche per me; e se è lecito per me, è lecito anche per gli altri, non perché una è superiora può prendersi più libertà. Può essere che certe mamme o giovani insistano per qualche cosa che non è lecito. La suora deve tener fermo.
~
11. La delicatezza con i bambini, se la suora ha coscienza, deve sempre osservarla. Non va bene baciare tanto i nipoti, i bambini. Anche se si tratta di parenti l'affetto non deve essere esagerato.
~
12. La Madonna voleva bene a san Giovanni, a san Giacomo; ma come voleva bene? Come dava la Madonna l'affetto alle creature? La rettitudine è di massima importanza.
~
13. L'anno scorso vi ho mandato una circolare che parlava delle mancanze di coscienza. L'istruzione porta ad agire con coscienza più illuminata; istruitevi sempre più. Quando si ha coscienza si fa bene in pubblico e in privato, vicino e lontano.
~
14. In secondo luogo per formarsi una coscienza, bisogna avere buona volontà, e non ipocrisia: temere solo Dio. Se manca il santo timore di Dio quando la suora è lontana dalla superiora si comporta molto diversamente da quando è vicina.
~
15. Le suore devono osservare la giustizia che è la più urgente fra tutte le virtù. Un vescovo diceva che le suore non rubano mai per sé, ma qualche volta per l'istituto. Qualche volta esse commettono ingiustizie anche grosse, e per se stesse confessano le minime mancanze sulla povertà. Rubare per l'istituto è più grave che rubare per sé. Qualche volta la compensazione occulta è lecita, ma solo in casi rari. Se agite rettamente, il Signore non vi lascerà mancare niente; state sicure e tranquille. Crediamo di essere noi la provvidenza?
~
16. Non si possono dare schiaffi per nessuna ragione, tanto meno ai bambini che non si possono difendere; come non si può mai chiedere un rimedio che abbrevi la vita. Se una suora pastorella volesse fare l'apostolato dei patimenti e cercarsi malattie mancherebbe di giustizia, perché deve fare l'apostolato pastorale.
~
17. Vi sono delle suore che hanno la mania delle visioni, come ci sono quelle che hanno altre manie e fissazioni. Agire con principi soprannaturali. Le suore che credono a tutti, perdono le grazie per il loro apostolato.
~
18. Tenetevi alle costituzioni. La vostra missione è come la missione di Maria, associata a Gesù nel salvare le anime. Per voi ho scritto il libro: "La donna associata allo zelo sacerdotale".
Se il popolo criticasse il sacerdote, la suora non stia a sentire, si faccia seria e, quando può, confuti le accuse. Non toccate i ministri di Dio anche se qualche volta se ne rilevano i difetti. La pastorella rappresenta Maria e il sacerdote Gesù; ma né la pastorella, né il sacerdote sono perfetti; e ancorché fossero perfetti avverrebbe che si farebbero piangere l'uno l'altra.
~
20. A dodici anni Gesù invece di tornare a casa è rimasto nel tempio e ha fatto piangere la Madonna. In terra anche i santi qualche volta sono stati di peso l'uno l'altro. Chiunque disistima e critica il sacerdote pensi pure che viene privato di molte grazie di Dio. La pastorella non perda le grazie.
~
21. Naturalmente le suore che escono da Casa Madre ancora giovani hanno più difetti da correggere e sono inesperte. Sta alla superiora e alle suore anziane l'aiutarle. Non si può neppure criticare il bambino. Non è criticare quando si dice che i bambini sono vivaci, per cercare i modi di mantenere la disciplina.
~
22. Bisogna conservare i segreti; tanto più chi ha la responsabilità di ricevere confidenze. Non si può dire neanche tutto quello che ci dice il confessore. Quanto è delicato il segreto. Leggere una lettera e poi parlarne è doppio male. Bisogna sempre agire come se il Signore dovesse giudicarci presto.
~
23. Non fare consistere la santità in cose rare ed eccezionali, per poi mancare nelle virtù più necessarie. Non agitatevi, non abbiate scrupoli, ma chiaritevi bene le idee nei santi esercizi. Può darsi che per il passato abbiate agito male senza saperlo, in buona fede, d'ora innanzi non più. Il Papa in questi giorni ha scritto sulla lealtà e la schiettezza. Nessuno scrupolo per il passato, ma rettitudine per l'avvenire. Facciamo veri passi nella virtù.

Casa Scrittori - Albano Laziale (Roma)
ottobre 1950

~

24 Casa Scrittori - Albano Laziale (Roma), ottobre 1950

N.B. Nella numerazione si passa dal 18 al 20; il n. 19 è stato saltato.