Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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27. LE COSTITUZIONI
Articoli 453-458


II Istruzione, Castel Gandolfo, 21 agosto 19581




Prendiamo il capitolo [che tratta] delle Costituzioni. 453: come obbligano le Costituzioni? Per una suora professa, sempre - si intende - per la ragione dei voti, e per la virtù durante pure il noviziato - si capisce che la trasgressione non importa peccato contro il voto, perché non c’è -.
«1) Le prescrizioni che riferiscono leggi divine o ecclesiastiche, ritengono l’obbligo che hanno di per se stesse». Circa il 90% degli articoli riferiscono leggi che già obbligano in coscienza: quindi ritengono il loro valore tali prescrizioni, tali articoli. E supponiamo: che cosa sia la consecrazione a Dio, cosa importi? La separazione dal mondo e cioè il celibato e l’offerta al Signore di tutto l’essere: «Se vuoi essere perfetto» [Mt 19,21]… le leggi divine. C’è sempre a dire tra perfetto e imperfetto: imperfetto l’amore a Dio di chi si forma una famiglia; perfetto l’amore a Dio di chi si dà tutto a lui. Queste disposizioni non si possono cambiare. Le leggi divine: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo» [Mt 26,26] [comportano] l’obbligo di comunicarsi. La misura poi è determinata dalla Chiesa, ma la legge per sé è divina o ecclesiastica - la legge può essere ecclesiastica -: sentire la Messa alla domenica è legge ecclesiastica, sentirne due è prescrizione religiosa per noi. Quindi la seconda Messa: se non si può avere, non
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si pecca contro una legge ecclesiastica, se non si può aver la seconda; e se non si può avere, neppure si pecca contro le regole, perché non c’è; ma in quanto gli articoli [delle Costituzioni] contengono leggi divine ed ecclesiastiche, ritengono il valore che hanno di per sé, come leggi divine e come leggi ecclesiastiche. Supponiamo, almeno un anno di noviziato: questa è legge ecclesiastica; invece la consecrazione a Dio, lasciar la famiglia per donarsi a Dio, per chi vuol farsi religioso, quella è legge divina.
«2) Le prescrizioni riguardanti i voti, ossia che ne determinano la materia remota e prossima e stabiliscono il modo di osservarli, obbligano come i voti stessi».
«Le prescrizioni riguardanti i voti». Supponiamo nella povertà, che tutto sia messo in comune… uno non possa farsi un peculio2 proprio per spendere per i suoi minuti3 piaceri: questo è prescrizione che riguarda il voto di povertà. L’uscir di casa accompagnate, nella misura che è possibile, secondo le Costituzioni: questo è per il voto, e cioè in quanto bisogna adoperare i mezzi per evitare i pericoli e quindi osservare i voti.
«Ossia che ne determinano la materia remota e prossima». La materia remota e prossima… supponiamo: le spese da farsi senza il permesso determinano la materia e la quantità; e sia che [si determini] prima una spesa importante [che] deve essere decisa in consiglio - materia remota e prossima -, perché appartiene questo alla povertà, all’economia, all’amministrazione… in sostanza al voto di povertà.
«E stabiliscono il modo di osservarli, obbligano come i voti stessi». Sono prescrizioni riguardanti il modo di osservare i voti. Supponiamo riguardo all’obbedienza, il modo di osservare l’obbedienza; supponiamo, l’obbligo di leggere le Costituzioni ogni anno: quello bisogna farlo, appartiene all’obbedienza. Si possono leggere in tante maniere o negli Esercizi o nella Visita ogni giorno un po’, o si possono spiegare in conferenze, ma bisogna che siano lette, perché se non sono
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lette lo spirito di comunità se ne va, poco per volta lo spirito religioso si attenua.
Queste prescrizioni, che riguardano quindi l’osservanza dei voti e determinano la materia remota e prossima e stabiliscono il modo di osservarli, obbligano come i voti stessi: che uno non debba uscire e non debba contrarre amicizie fuori, amicizie non necessarie, come era detto nelle Costituzioni4: quello [è] il modo di osservarle.
«3) Le prescrizioni che riguardano il governo e le norme fondamentali che ne determinano le funzioni necessarie». Supponiamo: che le superiore devono essere elette regolarmente; poi, che le superiore devono avere una vice, la vicaria. Poi, «i doveri e gli uffici per mezzo dei quali il governo si esercita»: si devono far le adunanze prima di ammettere ai voti, oh, sì… alla professione, e anche per rinnovarla. «Parimenti le prescrizioni che stabiliscono e consacrano la natura, lo spirito e il fine speciale della Congregazione: tutte obbligano in coscienza secondo la gravità della materia». «Parimenti le prescrizioni che stabiliscono e consacrano la natura», e cioè: Istituto per le vocazioni… la natura è quella. Poi lo spirito: le divozioni e le pratiche di pietà. Il fine speciale: che non si cambi il fine speciale e che si faccia veramente l’apostolato vocazionario! Tutto questo è obbligo perché appartiene alla natura dell’Istituto, e cioè l’Istituto è per la santificazione e per le vocazioni; e quindi naturalmente viene l’obbligo di impegnarsi e imparare come si lavora per le vocazioni.
«4) Le prescrizioni puramente disciplinari o ascetiche, che non sono incluse nei numeri precedenti, per sé non obbligano direttamente sotto reato di colpa». Supponiamo, disciplinare: che a tavola si fa per un tratto lettura, a pranzo e cena, un tratto di tempo; o ascetiche: far la Visita così divisa in tre parti e sotto quella forma… per sé non obbliga direttamente sotto reato di colpa chi inverte l’ordine o chi fa la Visita in altra maniera: a una non piace dividerla in tre parti,
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la divide in quattro, cioè adorazione, ringraziamento, soddisfazione e supplica. Queste sono prescrizioni disciplinari.
Però lo spirito che c’è nella Congregazione: tutta la pietà è ordinata a dar tutto l’uomo a Dio, cioè dargli la mente, dargli il cuore e dargli la volontà, dargli l’essere in sostanza… quindi la divozione a Gesù Maestro, in quanto è Via, Verità e Vita, che penetri questo nella pietà, penetri nei modi di pensare, penetri poi in tutta l’attività…; lo studio: quando si farà a suo tempo la teologia in casa, [cioè] quando vi saranno sufficienti laureate e vi saranno sufficienti aspiranti - eh, per rifar la scuola ci vogliono le scolare! -, oh, allora bisogna conformare lo studio alla divozione a Gesù Maestro Via, Verità e Vita; così la pietà, così la disciplina, così tutta la formazione. Quello appartiene allo spirito; ma una prescrizione che per la Visita sia così, quello è una prescrizione ascetica, disciplinare, come ho detto per esempio. L’orario è questo: si va a colazione a quest’ora, a pranzo a tal ora, si va alle occupazioni come sono stabilite, e le occupazioni poi sono non solo solamente disciplina, neh? Andare in tempo è disciplina, ma farle non è solamente disciplina: è proprio la natura dell’Istituto, e quindi l’obbligo di fare il proprio dovere. E il proprio dovere è l’opera di santificazione e l’apostolato vocazionario.
«[a)] In caso di trasgressione, obbligano - anche queste disciplinari o ascetiche -, obbligano, in caso di trasgressione, la religiosa alla pena che venisse legittimamente imposta». Questa mattina non hai fatto niente; hai girato di qua e di là, di su e di giù, chiacchierando, guardando quel che non ti apparteneva….
Secondo, «b) Queste prescrizioni disciplinari o ascetiche… Tali prescrizioni sono materia del voto e della virtù dell’obbedienza - tutte -, e perciò possono essere comandate come obbligatorie in coscienza», cosa che si fa raramente. Però, essendo materia del voto e della virtù dell’obbedienza, se uno ascolta, fa il doppio merito; per esempio, ascolta e fa la Visita così…
La violazione di queste prescrizioni disciplinari o ascetiche… «[c)] La violazione di esse per disprezzo formale costituisce5
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sempre peccato». Per esempio, eh: Che cosa ha pensato quella là a disporre6? Che testa piccola! Non capisce! Dà certe disposizioni…: e allora è disprezzo formale, o di quel che è stato stabilito o della persona che ha stabilito. Vi può essere anche il dubbio sopra l’autorità di chi dispone: allora è invertito tutto, tutta la vita religiosa.
«[d)] La religiosa che trasgredisce queste prescrizioni per un motivo o fine non retto, oppure con scandalo, o con pericolo di portare alla rilassatezza della disciplina e osservanza religiosa, pecca contro le relative7 virtù». Se uno vuol dare un altro indirizzo alla Congregazione o suggerisse altre cose, pecca, perché è contro la natura dell’Istituto: perché l’Istituto è quello o che si abbraccia o che non si abbraccia… se si abbraccia bisogna far quello. E quindi allora si potrebbe dare cattivo esempio: il fine non sarebbe retto e [vi sarebbe il] pericolo che si porti la rilassatezza della disciplina e osservanza religiosa, e si pecca contro le relative virtù, allora. Supponiamo, si dà cattivo esempio: allora si manca di carità, la relativa virtù. Pericolo di portare alla rilassatezza, cioè all’indifferenza: che se ne vada il fervore.
Oh! Se l’Istituto è di diritto pontificio, solo il Papa può dare interpretazioni autentiche; se l’Istituto è di natura… di diritto diocesano, [è] il Vescovo. Si può dispensare qualche volta per motivo giusto in materia disciplinare, e può essere anche che la dispensa ci sia continuata: se una va a scuola e il pranzo qui è alle 12 - supponiamo - e la scolara ritorna all’una, alle due, è sempre dispensata dall’osservanza di quel determinato orario, quel punto di orario.
Le suore non devono «comunicare le presenti Costituzioni a persone estranee alla Congregazione, senza il legittimo permesso della superiora generale».
Possono comunicarle al confessore e al predicatore, specialmente agli Esercizi, non ad altri. E allora per spiegare? Per spiegare bisogna dire le cose in generale ai fedeli, alle figliole,
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alle aspiranti; le cose in generale fino all’entrata in noviziato. All’entrata poi in noviziato si danno le Costituzioni in mano e quindi tutto... Tutti gli Istituti hanno questa proibizione.
«Le Costituzioni siano lette nelle singole case, in modo che almeno una volta all’anno si percorrano integralmente». Si può leggere in pubblico e si può leggere… se la superiora sa che le leggono tutte anche in privato, può bastare; ma è meglio sempre una volta in pubblico. E ci vuol così poco: prima della meditazione al mattino, due articoli, ad esempio… e nel corso dell’anno si leggeranno tutti gli articoli, i quali sono 458. Quando poi ci sia una Provincia, allora aumenteranno ancora di alcuni articoli.
«Si devono pure avere in alta stima gli usi e le consuetudini buone che sono conformi alle Costituzioni, ai sacri canoni, alla natura e allo spirito della Congregazione». Gli usi e le consuetudini, queste, man mano che si introdurranno; usi e consuetudini e possono riguardare la pietà e possono riguardare lo studio, oppure la disciplina.
Oh! «Le Costituzioni - 458, ultimo - contengono per noi la volontà di Dio certa». Non discussioni: qui non si discute, non se ne parla… si cerca solo di capirla, non di discuterla… capirla sì, discuterla mai. Perché è volontà di Dio: è certa! E quando è data [attraverso le Costituzioni], è già passata dalla Santa Sede e quindi viene dall’autorità massima della Chiesa8. Queste, sebbene non ancora approvate dall’autorità ecclesiastica, sono già approvate in sé perché, eccetto l’apostolato - quei punti che riguardano voi in particolare -, tutti gli altri sono già comuni alle Figlie di San Paolo, alle Pastorelle, alle Pie Discepole. In questi giorni ho anche ricevuto preghiera da due parti di fare le Costituzioni per altri Istituti, ma eccetto il fine, le altre cose sono già o prescrizioni canoniche o prescrizioni divine, oppure sono già frutti di esperienza.
Dunque, «contengono per noi la volontà di Dio certa». Non andiamo a cercar l’incerto: Ma se facessimo… non sarebbe
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meglio?. È bene come ho detto9: È meglio che obbedisca!. «E indicano la via sicura e necessaria per raggiungere la santificazione»: sicura. Tutto il resto è incerto: ma… sarebbe bene… questo è bene… io avrei fatto… io avrei detto…. È detto così: basta. Non andiamo a sceglierci le cose noi e fabbricarcele! Capiamo le Costituzioni! Poi, o ci piacciono e le professiamo, facciamo la professione di osservarle: uniformare la vita alle presenti Costituzioni, si dice nella professione; o ci piacciono e si abbracciano, o non piacciono e si prende un’altra strada.
«E necessaria per raggiungere la santificazione». Entrata in un Istituto - e che si voglia rimanere - la via per farsi santi è unica: osservanza delle Costituzioni, in cui sono pure connesse le disposizioni che vengono date, perché la superiora deve avere l’autorità di dare disposizioni… e l’ha. Se non si fa quello non [ci] si fa sante, ma se si fa quello, sicuramente ti fai santa! Perché la santificazione è la ragione principale… qui hanno sbagliato a copiare: «è la ragione», meglio mettere così; saltar la parola tutta la ragione10, perché per essere suore [si deve dire:] è tutta la ragione; ma per essere suora Regina Apostolorum bisogna ancora dire che c’è l’apostolato: è lo stato religioso - e qui, eh…! - a cui si aggiunge il lavoro vocazionario. Stato religioso in generale, così; poi si raduna il numero di persone per il fine dell’apostolato.
«Le religiose quindi studino di conformare la loro vita secondo le Costituzioni che devono tenere in grande stima, rendersele familiari e praticarle fedelmente. Da questa fedeltà dipende in gran parte il proprio progresso ed anche la prosperità di tutta la Congregazione. Non tanto il timore del peccato e della pena spinga tutte ad una esatta, fedele e costante osservanza di esse, quanto piuttosto il desiderio della propria perfezione, l’amore a Gesù Cristo Divino Maestro, alla Regina degli Apostoli e alla propria Congregazione, memori sempre della divina promessa: Voi che
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avete lasciato tutto e mi avete seguito, riceverete il centuplo e possederete la vita eterna [Mt 19,29]». Il centuplo si riferisce al centuplo di grazia specialmente: è nella vita presente; e possederete la vita eterna.

Oh! Adesso cercate di averle tutte… poi [di] leggerle costantemente: questo è il lavoro spirituale principale dell’anno. Leggerle per capirle bene, poi mandarle bene a memoria e, secondo, mandarle in pratica, cioè praticarle: questo è il lavoro principale.
Come ho detto, per il noviziato il proposito principale è sempre di fare bene il noviziato, e cioè: penetrare le Costituzioni e tradurle in pratica… pensare poi così, e poi fare così, perché resta determinato il modo di vivere dalle Costituzioni. E nella professione poi la persona s’impegna a vivere veramente così.
Stasera poi vi saranno le due solite meditazioni.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 40/58 (Nastro archivio 43b. Cassetta 43, lato 2. File audio AP 043b). Titolo Cassetta: “Art. 453ss. Osservanza delle Costituzioni”.

2 Sta per: fondo di denaro gestito in proprio.

3 Sta per: piccoli.

4 Cf C ’58, art. 152.

5 Il PM dice: costituiscono.

6 Il PM non completa la parola.

7 Il PM dice: la relativa.

8 Si riferisce all’Approvazione delle Costituzioni.

9 Espressione incerta.

10 Il PM, infatti, cancella nel Ds di sua mano la parola “tutta”.