23. GOVERNO DELLA CONGREGAZIONE IN GENERALE
Articoli 300-311
CAPITOLO GENERALE
Articoli 312-360
LA SUPERIORA GENERALE E LA SUA VICARIA
Articoli 361-378
IL CONSIGLIO GENERALIZIO
Articoli 379-387II Istruzione, Castel Gandolfo, 20 agosto 19581
Siamo arrivati all’articolo 300 e alla terza parte delle Costituzioni, che riguarda il governo della Congregazione. Qui sopra ci passiamo brevemente… le cose, perché già in parte si sanno e in parte non occorrono ancora.
Il governo non è un governo civile, il quale ha la polizia, i carabinieri. È una direzione delle anime verso la perfezione, cioè l’osservanza del primo articolo, e una direzione dei membri verso l’apostolato, per parte della Direzione
2, sì. Quindi una cosa delicata, una cosa che porta [in sé] il pensiero che si rappresenta il Signore… che ha dato una vocazione particolare alle sorelle, alle persone, alle suore che vivono in comunità; quella direzione che ha dato il Padre Celeste verso la perfezione, che è per il primo articolo, e verso l’apostolato, per il secondo articolo. Quindi si rappresenta il Padre Celeste. Non è un posto di onore, né è a proprio vantaggio né per usarsi più libertà né per faticare anche troppo personalmente, perché si ha da compiere un ufficio che è tutto carità: ecco quello che è. E d’altra parte abbiamo veduto l’obbedienza quale spirito deve avere, cioè, per vedere chi rappresenta il Signore e chi ci guida verso la santità e verso l’apostolato: ecco tutto.
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Può essere che poi nei casi pratici si dimentichino un po’ questi princìpi, ma quando si prega bene questi princìpi si fissano nell’anima, eh!, perché Gesù in primo luogo vuole che santifichiamo la mente, ricordando questi principi; e santifichiamo la volontà obbedendo a quello che poi, chi rappresenta Iddio, dispone; e poi, che il cuore… ci si metta lì per fare il meglio possibile, unirsi a Gesù e guadagnare il massimo dei meriti.
Chi rappresenta l’autorità nell’Istituto? Ecco, i rappresentanti sono due: il Papa che è il superiore massimo - rappresenta Gesù Cristo: quindi superiore massimo -, il quale opera ed agisce generalmente per mezzo della Congregazione dei Religiosi; e comincia il suo governo, la Congregazione dei Religiosi, quando dà il nulla osta3 per l’erezione di un Istituto, il nulla osta al Vescovo perché lo eriga.
Secondo: l’autorità poi è rappresentata anche dal Vescovo della diocesi, in quei punti che già abbiamo ricordati… che, per ora, anche il Vescovo non ha ancora da compiere quei doveri e da esercitare quei diritti finché la Congregazione non ha la sua Approvazione. Per ora si procede come se si fosse una sezione delle Figlie di San Paolo, una sezione a cui è determinato un ufficio proprio, vocazionale.
Oh! Terzo: il governo generale è rappresentato dalla superiora generale. Abitualmente è così. Quando poi ci fosse il Capitolo, allora, per quei giorni, la massima autorità è nel Capitolo. Poi può essere esercitata in modo straordinario anche dalla vicaria generale, perché è assente la superiora generale, o inferma. Oh!
Per quello che si riferisce al governo nell’interno, bisogna distinguere quello che è amministrazione e governo: l’amministrazione e il governo sono dell’Istituto. Invece l’apostolato, quando si toccano i diritti o del Vescovo o del parroco, l’apostolato deve rispettare i diritti del Vescovo e del parroco; la suora deve rispettare i diritti del Vescovo e del parroco, secondo
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i casi […]. I confessori rappresentano una parte del tutto spirituale e non possono ingerirsi né nel governo della casa né nelle cose che riguardano l’economia, l’amministrazione.
Poi, nelle Famiglie Paoline, la Santa Sede ha determinato che il superiore generale della Pia Società San Paolo compia4 un ufficio paterno5, e cioè veda che le suore mantengano lo spirito, lo spirito proprio della Congregazione; poi che veda che siano ben scelte le aspiranti, le novizie, che siano ben formate; poi che ci sia unità di pensiero e si attenda al proprio apostolato: non si vada fuori; e non entri una famiglia nell’altra; e neppure, quando una persona è uscita da una Congregazione, supponiamo Pastorelle, che entri nel Regina Apostolorum: no! Se il superiore generale della6 [Società] San Paolo incontrasse che ci sono notevoli disguidi - per esempio nell’amministrazione che non è ben regolata… o la formazione non è ben regolata -, allora deve avvertire la superiora generale paternamente, perché provveda; e se non provvedesse, allora potrebbe anche riferire alla Santa Sede, perché possa dare quelle disposizioni che sono necessarie. Quindi un ufficio paterno, non un ufficio canonico o di direzione o di amministrazione propria; specialmente [veda] che l’Istituto si mantenga nel suo spirito7, perché si è poi inclinati ad uscire dallo spirito… son le tentazioni degli Istituti. Ad esempio, l’altro ieri ho ricevuto l’invito dalla Germania di prendersi, le Figlie di San Paolo, un ospedale il quale non è grandissimo ma è ben avviato, nel quale i malati sono abbastanza numerosi… e le Figlie avrebbero in dono l’ospedale! Subito ho risposto loro: Non escano dalla loro vocazione, la vocazione è quella delle missioni… non si esca!.
Perché è facile che in principio si curano gli orfani, si educano e si prendono in carità… poi mettono su dei collegi in cui hanno forti entrate; oppure in principio han cura dei malati
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e poi mettono delle cliniche in cui fan pagare tangenti molto forti. Oh, allora bisogna che l’Istituto cammini nella sua strada: lì avrà le benedizioni, nella sua strada, perché è la volontà di Dio su quell’Istituto! Ricordo che da poco tempo un Vescovo stava facendo uscire le suore proprio dalla loro vocazione, vocazione missionaria, in un’altra vocazione ben diversa, perché conveniva più a lui che nelle parrocchie vicine8 queste suore prestassero servizi alle parrocchie in quel che riguarda il culto - ad esempio il canto sacro -, quel che riguarda l’Azione Cattolica, eccetera. Oh! Il Signore farà sorgere per altri bisogni altre Istituzioni, ma ognuna deve camminare e conservare il proprio spirito… non è vero?
Adesso si è nominato il Capitolo generale. Qui ne fa una lunga esposizione, e dal 312 fino avanti all’articolo 360. Che cos’è il Capitolo generale.
Capitolo generale… quindi ce la passiamo presto perché non è ancora a vostro caso. Le Figlie di San Paolo, nate nel 1915, hanno fatto il primo Capitolo generale l’anno scorso; il che vuol dire: quanti anni dopo? Dal ’915 al ’957. Quindi avete tempo poi a leggerlo e studiarlo… ma ognuna abbia però tutte intiere le Costituzioni, perché è già esposto tutto quel che riguarda il governo, meno il governo provinciale, nelle Costituzioni. Quando ci fossero molte case, bisognerà poi dividere l’Istituto in Provincie; e le Figlie neppure hanno ancor diviso: stanno preparando adesso la divisione. E allora ci sarà un governo… supponiamo: tutte quelle del Brasile sono sotto una superiora provinciale, la quale è sotto la superiora generale. Tutto questo non si è messo perché quello sarà poi quando l’Istituto sia di diritto pontificio.
Oh! Il Capitolo generale è l’adunanza di un numero scelto di suore le quali hanno duplice ufficio, radunate in Capitolo: primo, di eleggere la superiora generale; e secondo, eleggere le consigliere, l’economa e, se fa bisogno, anche la visitatrice, la vicaria, sì… - le suore vengono nominate in questo ufficio
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secondo (lo dice qui) a maggioranza di voti, nel modo che si devono fare queste elezioni -. E secondo ufficio del Capitolo è trattare le massime necessità della Congregazione: supponiamo, se il personale è ben scelto, se gli studi son regolati, se l’amministrazione procede bene, se vi è l’osservanza religiosa, se l’apostolato è ben fatto ed è fatto da tutte, da tutte… l’apostolato vocazionario, da tutte, nella forma, nella misura che è possibile a ciascheduna secondo la sua preparazione. A esempio, un Istituto aveva 200 membri ed era Istituto missionario; ora c’era più gente qui in patria che nelle missioni: questo è fuori di strada… e allora il Capitolo deve trattarne di questo, perché se il fine è missionario, eccetto le persone che devono stare in Italia come Direzione, e per preparare i missionari e per amministrare e provvedere alle missioni, eccetto questi, gli altri devono essere nelle missioni. Ma trovano un po’ di difficoltà…: allora prendano un’altra via, non siano missionari, eccetto che uno si trovi con un’infermità particolare o abbia un’infermità che è derivata dal lavoro missionario e estero.
Tratta quindi, il Capitolo, delle cose generali: l’elezione, e gli argomenti e le necessità maggiori dell’Istituto. E sarà fra quarant’anni, questo, fra quarant’anni, sì… e ci vuole un bel numero di suore già perpetue, però eh!
Qui descrive tutto come viene convocato9, e poi, secondo, chi deve prendervi parte: mica tutte le suore… ma quelle che sono indicate nell’articolo 317.
Poi, come devono esser fatte le elezioni10 perché non si rivelino i segreti, e d’altra parte l’elezione sia libera e spontanea […] e debba farsi perdere ogni traccia delle elezioni, bruciando alla presenza delle capitolari le schede date, perché deve essere assicurato in modo chiaro il segreto.
Vi sono poi persone che vengono elette per andare al Capitolo generale11, e vengono elette dalle suore; non devono andare tutte le suore, ma fanno dei gruppi e ogni gruppo
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elegge una che è destinata al Capitolo. Quindi, tutte entrano nelle elezioni, le suore che son professe: chi a eleggere le capitolari, cioè le sorelle destinate al Capitolo, e chi invece, andando al Capitolo, eleggerà la superiora generale, le consigliere, l’economa, eccetera.
Oh! Poi parla delle sessioni preliminari12. Bisogna, per il Capitolo, prima di incominciar le elezioni, bisogna far questo lavoro: che sia letta la relazione generale, lo stato delle persone e delle case, lo stato economico dell’Istituto, lo stato degli studi, e poi la relazione sulla disciplina e formazione religiosa, e poi sull’apostolato13. E questo viene letto da chi ha l’incarico e poi vien discusso: e tutte le capitolari possono fare osservazione sul governo o sull’economia o sugli studi, dar suggerimenti perché le cose possano procedere bene, possano correggersi e migliorarsi: correggersi, se vi sono degli inconvenienti; e migliorarsi se c’è la strada da migliorare… poi c’è sempre qualcosa da migliorare.
Poi viene fatta l’elezione della superiora generale14; e se non basta un’elezione perché i voti son divisi, vengono fatte altre elezioni successive, gli scrutini successivi, finché sia l’elezione secondo quelle regole che sono scritte e che sono […] e che obbligano… obbligano, secondo la natura, anche gravemente sotto pena di peccato: per esempio, il segreto; e non far propaganda per uno o per l’altro… e non lo fate mai, ma che ciascheduna possa esprimere il suo proprio sentimento.
La nuova eletta prende subito lei [l’incarico] e dirige il resto del Capitolo, cioè l’elezione delle consigliere, della segretaria, dell’economa generale15; e poi propone gli argomenti da trattarsi dal Capitolo generale16. E ogni suora che c’è nell’Istituto può mandare una lettera [in cui chiede] che si tratti di questo o di quello. Finito [con] questa trattazione, ecco il Capitolo è sciolto.
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La superiora generale e la sua vicaria cominciano il governo generale dell’Istituto. Alle volte basta che le cose siano definite e stabilite dalla superiora generale; altre volte invece bisogna che ci sia il consiglio, se no sono invalide le cose; e qualche volta deve sentire il consiglio, senza essere obbligata a seguirlo: tutto è determinato. La vicaria poi entra in funzione quando manca la superiora generale, come detto, o per malattia o per assenza o per altro motivo.
E poi bisogna notare che si deve sentire molto il parere delle altre quando sono fervorose, osservanti… certamente hanno lo Spirito di Dio, ed allora di Gesù. E lo Spirito Santo parla, illumina, ma alle volte direttamente e tante volte per mezzo degli altri. E se una è umile, e quante cose le impara!… tante cose le sente… e tanto meglio allora dirige l’Istituto, perché poi il Signore può parlare a un bambino, parlare a un bambino, e da un bambino si può prendere consiglio alle volte… ma un bambino è senza testa, e cioè non ha ancora conoscenza di tante cose… e il Signore, il Signore ci umilia sempre, ci fa imparar da tutti: e fortunato chi ha questa umiltà di imparar da tutto, da tutto e da tutti.
Oh! Adesso due osservazioni generali…
Perché il consiglio generalizio viene eletto, come ho detto; e poi come funziona; e come cessano le consigliere generali nel loro ufficio; e come cessa la superiora generale.
Ora, venti giorni fa è morta Madre Antonietta17 delle Pie Discepole che era consigliera generale: si nomina un’altra dalle consigliere rimaste - e le consigliere generali possono anche ritirarsi quando credessero utile, e se poi viene approvato il loro pensiero di ritirarsi -. E adesso quella consigliera delle Pie Discepole deve essere sostituita. Persona di molto merito, perché si può dire che dal 1924 ha sempre formato le aspiranti e le novizie fino al 1940 circa: quindi un po’ tutte hanno una grande riconoscenza.
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Sì, poi c’è l’economa generale e l’amministrazione dei beni18, la quale economa generale amministra in generale... non una casa; ma se c’è una sola casa, amministra quella casa. Però nelle case piccole come le vostre si può nominar l’economa - e in certi casi si deve nominare -, ma molte volte la superiora stessa fa l’una e l’altra cosa anche per provvedere più facilmente alle cose e con maggiore sveltezza. Si devono fare i bilanci, bisogna che si tenga l’archivio, e l’archivio deve esser già tenuto con una piccola storia dell’Istituto: oh!, come si è cominciato, quali sono stati i passi principali, quando si è fatta la vestizione, quando si è fatta la professione, eccetera.
Oh! Due osservazioni generali, ho detto, perché qui basta leggere e poi naturalmente le cose vengono applicate… per esempio, l’economa generale si stabilisce quando si ha il numero, eh? Come ho sempre detto, si nasce bambini e poi le leggi cascano addosso man mano che il bambino si fa adulto19… e allora deve osservare; e quando uno è maggiorenne, è maggiorenne… ma quando si è padre di famiglia acquista ancora degli altri diritti, degli altri doveri. Quindi si va sempre avanti così: secondo l’età e secondo la posizione.
L’osservazione generale prima è questa: che il governo è democratico e assoluto insieme, negli Istituti Religiosi. Il governo degli Istituti è il meglio fatto quando si modella sopra il governo della Chiesa generale. Il Papa dà disposizione, definizioni che riguardano le cose di fede, di costumi, delle disposizioni generali sul culto, sulla liturgia: ascoltare.
Ma il governo è anche democratico. Primo, [il Papa] viene eletto dai Cardinali… elezioni democratiche: ognuno presenta il suo nome segretamente con schede già preparate, il nome che intende… della persona che desidera sia eletta; e poi ci vogliono i voti, che siano concentrati in numero sufficiente su una persona. Dopo, il Papa nel governo della Chiesa si serve dei Vescovi, a cui dà molta autorità; e nel governo stesso
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suo le Congregazioni Religiose20; e ci sono i Concili generali, le Adunanze per i casi particolari - supponiamo, quando si è trattato della definizione dell’infallibilità del Romano Pontefice - e sì…
E poi negli Istituti Religiosi [il governo] è più democratico ancora, perché le consigliere entrano in tante cose e si devono sentire i consigli; e l’economa entra in tante cose in cui deve essere sentita… deve amministrare; così la maestra delle novizie deve agire sola lì nel noviziato… la superiora deve intervenire solamente per la disciplina del noviziato e per entrare quando ci fosse qualche abuso o qualche bisogno particolare, perché anche la maestra delle novizie in queste cose è soggetta alla superiora.
Oh! Quindi poi, quando [qualcosa] è determinato, ecco entra il governo assoluto, cioè bisogna fare e non discutere; quando una cosa è stabilita, bisogna fare e non discutere: non può ognuna intervenire di nuovo a fare osservazioni. Una consigliera poteva trattare con la superiora, con le altre consigliere: E lì vedrei bene questo… quell’altro… e ognuna espone il suo parere, ognuna espone il suo parere e dà consigli; poi si mette per iscritto; poi si danno ai voti e vince la maggioranza. Si ha da ammettere un’aspirante al noviziato, alla professione: si danno ai voti e vince la maggioranza.
Il superiore generale, parlo di me, non ha il voto per decidere ad ammettere o non ammettere, ha però il voto quando i quattro consiglieri fossero divisi: due sì e due no, allora interviene lui a mettersi da una parte o dall’altra per fare una maggioranza; solo in quel caso lì, perché è democratico il governo.
Bisogna proprio pensare che si devono sentir tutte. Ma perché questa cosa? Perché lo Spirito Santo è nell’Istituto ed è diffuso in tutte le suore che sono di buon spirito: e allora possono dare consigli, sottoporre nella loro cosa21 per il maggior profitto spirituale - primo articolo - e per il miglior apostolato
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- secondo articolo -. Ma sempre con umiltà e stando al loro posto, certamente.
Del resto nella Chiesa generale è anche così. Il Papa non canonizza mai un santo... appena morto lo dichiara santo: no. Il Papa deve stare a vedere, per mezzo della Congregazione dei Riti22, se quella persona, sulle testimonianze di tante persone che l’han conosciuto o direttamente o indirettamente… se tante persone buone giudicano che sia santo, che sia stato eroico nelle virtù. In sostanza, quello che determinerà il Papa è questo: la fama di santità diffusa nella Chiesa. Quindi dipende dall’azione dello Spirito Santo nelle anime buone che ispira… che fan conoscere: Quello sì era virtuoso! La sua vita era veramente virtuosa, non era una cosa esteriore, ma era veramente virtuosa. E poi in secondo luogo, allora dopo aver sentito tutti, [aver constatato] la fama di santità diffusa nella Chiesa, la divozione che già c’è, privata, ma già c’è verso quella persona… e allora il Papa deve ancora aspettare che l’azione dello Spirito Santo si mostri: compia il miracolo. E provano esteriormente con i fatti che il Signore risponde sì alle preghiere fatte per intercessione di quel santo, di quel proposto santo - diciamo -, risponde sì… e se risponde sì alle preghiere fatte per intercessione di quella persona defunta, è segno che è in paradiso quella persona; se fosse all’inferno non può intercedere23, non ha forza di intercessione. - E il Signore non fa mai nessun miracolo per provare che un protestante è santo. Anche se lui fosse molto buono, in buona fede, abbia fatto delle grandi opere, non lo prova; il Signore prova la santità dei figli della Chiesa Cattolica Romana, con prodigi -.
Oh! Allora è il governo: insieme democratico, nel conoscere ciò che si ha da disporre, e assoluto, in quanto poi ad esecuzione di quel che è disposto.
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Adesso poco per volta andrete mettendovi… Ora intanto fate il noviziato sotto la direzione del Primo Maestro rappresentato dalla Madre24; e così l’Istituto si sviluppa e cresce ogni anno in età e in spirito buono, in santità, in apostolato. Ecco, subito, entrando una Figlia di San Paolo nell’Istituto, all’indomani già è là in tipografia, per esempio, o in un’altra cosa di servizio e secondo lo spirito della Congregazione: subito.
Il Signore vi benedica molto. Sono certo che crescerete bene: però ci sia sempre umiltà e pietà, perché l’umiltà porta a lasciarsi guidare; e la pietà porta l’intervento di Dio nella Congregazione, l’azione di Dio, la comunicazione delle grazie di Dio attraverso Maria, che è la dispensiera delle grazie, e attraverso san Paolo, che è il padre.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 38/58 (Nastro archivio 41b. Cassette: 41, lato 2; 41bis, lato 1. File audio AP 041b). Titolo Cassette: “Art. 300ss. Governo Congregazione”.
2 Espressione incerta. In ogni caso, sta per chi ha responsabilità di governo.
3 Espressione che deriva dal latino nihil obstat (nulla si oppone), usata per indicare l’autorizzazione a compiere un atto.
4 Il PM dice: compisca.
5 Cf San Paolo, Aprile 1956, p. 4 (CISP, pp. 152-154). Su questo argomento, vedi anche: CATERINA A. MARTINI, Le Figlie di San Paolo, Roma 1994, pp. 287-288.
6 Il PM dice: di.
7 Cf C ’58, art. 371.
8 Parola incerta.
9 1. Convocazione del Capitolo generale e i suoi membri (artt. 313-320).
10 2. Alcune norme da osservarsi nelle elezioni (artt. 321-324).
11 3. Elezione delle delegate al Capitolo generale (artt. 325-329).
12 4. Sessioni preliminari (artt. 330-332).
13 Il PM descrive i contenuti delle relazioni; le Costituzioni ne indicano due: una generale e una sullo stato economico.
14 5. Elezione della superiora generale (artt. 333-344).
15 6. Elezione delle consigliere, della segretaria e dell’economa generale (artt. 345-352).
16 7. Cose da trattarsi nel Capitolo generale (artt. 353-360).
17 Madre M. Antonietta Maria Marello (S. Pietro G./CN 1898 - Roma 1958), deceduta il 1 agosto. Fu una delle prime otto Pie Discepole del Divin Maestro, prescelte per dare inizio alla Congregazione.
18 Introduce un argomento di cui parlerà nella Istruzione successiva.
19 Vedi pp. 75-76; 150; 168.
20 Non è chiaro se intende i Dicasteri Pontifici o gli Istituti Religiosi.
21 Il PM intende dire: sottoporre ciò che è di loro competenza.
22 La Sacra Congregazione dei Riti regolava l’esercizio del culto divino e si occupava di studiare le cause dei santi. Nel 1969, con la Costituzione Apostolica Sacra Rituum Congregatio, Paolo VI divise la Congregazione dei Riti, creando così due Congregazioni, una per il Culto Divino e l’altra per le Cause dei Santi.
23 Il PM dice: non intercede.
24 Si tratta di Rosa De Luca (Roma 1927- Roma 1972), la prima giovane che ha fatto parte dell’Istituto (1954-1966).