Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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1. INTRODUZIONE AGLI ESERCIZI SPIRITUALI
FINE E SPIRITO DELLA CONGREGAZIONE

Articoli 1-3


Istruzione iniziale, Castel Gandolfo, 14 agosto 19581




Consideriamo lo stato presente vostro spirituale sia come persone, come individui, e sia come Istituto. Per progredire spiritualmente, ogni anima che deve consecrarsi a Dio mediante la vita religiosa, e per compiere il proprio apostolato, deve vivere il fine e la vita del proprio Istituto.
Finora, nel confessarsi, ogni persona bastava che si esaminasse sopra di sé con i comandamenti. D’ora in poi bisogna esaminarsi sopra la legge dei consigli e i consigli praticati non privatamente, ma da apostole2, sì, perché sono consigli pubblici.
Tutte le persone che si consacrano a Dio devono vivere i consigli, dunque esaminarsi sopra i consigli. I consigli si possono vivere sostanzialmente sempre in modi uguali, ma vi sono particolarità per cui ci sono diversi Istituti. Tutti devono osservare il fondamento, ma nella forma, nello spirito di quelle pratiche che son proprie dell’Istituto, come ognuno deve portar l’abito del suo Istituto, sentirsi parte viva…
Quindi, d’ora avanti l’esame di coscienza quotidiano, ma particolarmente quello settimanale e quello mensile, e in modo specialissimo quello annuale da vivere subito3, in quanto si vive da suore: prima, in quanto si osservavano i comandamenti; ora, in quanto, oltre ai comandamenti, si osservano i consigli evangelici.
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Oh! La vita religiosa è organizzata dal Diritto Canonico, e in novanta parti su cento di quello che sta scritto dalle Costituzioni è di Diritto Canonico. Noi non possiamo, noi preti, modificarne lo spirito diversamente, possiamo interpretarlo e poi praticarlo in maniere accidentalmente diverse, ma sostanzialmente son tutte uguali, sempre uguali.
Oh! Allora vi è quell’approdare alla professione perpetua… fino al punto […] quanto il tempo di professione temporanea [dura]4, e finalmente si arriva alla professione perpetua, che dura tutta la vita; ed ecco la professione assunta per tutta l’eternità quando si entra in comunicazione intima con Dio e le sue abitazioni, dove tutti abitano con lui.
Adesso, essendo questi vari passi che portano [...], sì, tutti… e prima avete voi sperimentato [questa vita] come aspiranti, poi [come] postulanti, e avete fatto vestizione… e adesso dovete additare anche all’esterno che questa è la via scelta, scelta per sempre.
Ora il Diritto Canonico per un poco è rivisto; e questo corso di Esercizi è l’inizio, per l’Istituto e per i suoi membri, del noviziato, per vivere la sua vita e della suora Regina Apostolorum per le vocazioni. Non ancora per forza del voto, ma per virtù; non si praticherà la povertà per il voto ma per virtù5; la castità per il voto, no, ma per virtù; l’obbedienza non per voto ma per virtù.
E però, per chiarire le cose, voi, almeno in parte, avete dei voti: sono voti privati questi, voti privati i quali son ben diversi dai voti pubblici riconosciuti dalla Chiesa e approvati dalla Chiesa e, per mezzo della Approvazione dell’Istituto, resi obbligatori nel loro aspetto vero di Istituto Religioso. Sono diversi. D’altra parte, perché la Chiesa approvi un Istituto nuovo, deve sempre considerare come è stato il passato e, quindi se, sostanzialmente, si è fatto il noviziato. Perciò, ecco, entrare nel noviziato.
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Il noviziato che cosa è dunque? È il condurre la vita religiosa vostra nelle sue pratiche e nelle virtù ma sempre in questo senso: non per voto, ma per amore di Dio, cioè per virtù, per virtù, sì. E allora si prova, la novizia prova se quella vita le va, se può portarla avanti, se può poi abbracciarla con tutta la vita: e allora [emette] la professione. Quindi non è tanto uno studio della vocazione… che questo deve essere già fatto nel postulato - che questo postulato l’avete fatto in diverse maniere ma l’avete fatto davvero però -, ecco. Questa vita di noviziato importa altri obblighi, non tanto per conoscere la vocazione - ho detto - quanto per provarsi a vivere la vera vita vostra religiosa. Si chiamano novizie perché sono delle nuove suore ma non ancor professe, ma dedite dedite, e impegnate a viver la vita religiosa vostra in modo di fare un esperimento, in modo di esercitarsi a vivere quella vita. E supponiamo: se una trova dura l’obbedienza, provarsi fino al punto di vedere: Io mi sento che potrò ascoltare, obbedire, anche nelle cose che non saran conformi alla mia persuasione, anche nelle cose che alle volte sono dure… mi provo a vivere la vita comune, cioè con le sorelle, in un amore, in un compatimento veramente virtuoso. Perciò, allora, la novizia è una così: che ha ancora qualche cosa di libero; voglio dire: non è ancora tenuta a seguire la sua vocazione… ma si prova. È qualche cosa di mezzo: è già religiosa per volontà, ma non è ancora religiosa per vivere i veri voti.

E allora questo corso di Esercizi è tutto per conoscere le Costituzioni, onde possiate, in questo anno, praticarle; e alla fine dell’anno, fra un anno, possiate fare professione pubblica tutte insieme. Oh! Allora anche presentando poi la vostra domanda di Approvazione alla Santa Sede, si metterà: Hanno già fatto il loro noviziato regolare.
Oh! Allora il corso di Esercizi attuale è diverso dagli altri. Già prima facevate gli esercizi spirituali e già conoscevate che bisognava meditare le verità eterne, esaminare la coscienza, fare la Confessione, venire a dei propositi, pregare, eccetera: questo è tutto da farsi. Ma siccome si deve venire a dei propositi:
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quali propositi? Prepararsi a quali propositi? E quale sarà il proposito finale? L’osservanza delle Costituzioni. Un solo proposito: l’osservanza delle Costituzioni, per virtù. E nel noviziato prendere tutto ciò che [le Costituzioni] vi insegneranno in riguardo alla vita e cominciare a farlo. Tutte, quindi, si finisce con l’avere un proposito comune. Dico sempre: nel noviziato non fate propositi particolari, fate il proposito di fare il noviziato, invece! E cioè: provarvi a praticare pienamente, fare la vita del vostro Istituto.
Quindi: illuminarvi, conoscerlo bene, conoscer bene ciò che importa6. Secondo: provarvi a praticarlo. Terzo: pregare per avere la generosità e la gioia di darvi al Signore, e la costanza di osservare poi i santi voti.
Difatti prima della professione - che vien fatta forse - si dice alla aspirante, alla novizia: Finora sei libera di scegliere un altro stato; ma se tu fai un passo avanti, e cioè se tu decidi di entrare in questo Istituto, allora ecco, emetti la professione.

Vedere: «Il fine generale7 dell’Istituto Regina Apostolorum per le vocazioni è la gloria di Dio e la santificazione dei membri mediante la pratica fedele dei tre voti di obbedienza, castità e povertà e ordinando la propria vita a norma dei sacri canoni e delle presenti Costituzioni». Il fine generale, cioè il fine di ogni Istituto, è sempre quello, lo stesso. Questo primo articolo si applica a tutti gli Istituti Religiosi, maschili e femminili: è sempre uguale. La gloria di Dio fine ultimo: «Ad maiorem Dei gloriam»8. Poi il fine intermedio: «Santificazione dei membri mediante la pratica fedele dei tre voti di obbedienza», eccetera.
Ora, sempre dire Istituto Regina Apostolorum, sottolineando per le vocazioni. Perché vi è qualche Istituto che si chiama Regina Apostolorum: perché questo titolo è così
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attraente che l’hanno già fatto proprio9 e l’hanno conformato ai loro desideri altre unioni, altre associazioni; ma quel che distingue è: per le vocazioni, per le vocazioni. Oh! Potrebbe essere Regina Apostolorum per un altro scopo, per esempio missionario: Maria Regina degli Apostoli è anche protettrice delle missioni. Sempre mettere il fine completo: per le vocazioni.
Oh! «La gloria di Dio e la santificazione dei membri» e cioè se prima si sono osservati i comandamenti e ora si desidera di essere perfetti, ecco, usare questi mezzi: «pratica dei tre voti - obbedienza e castità e povertà - e ordinando la propria vita a norma dei sacri canoni e delle presenti Costituzioni». Vi sono, in un certo numero, delle figliole che fanno a casa e vivendo nel mondo il voto di obbedienza, per esempio al confessore e ai loro superiori rispettivi; fanno anche il voto di castità e fanno anche il voto di povertà, ma… eh, non hanno la vita comune. È perciò quello che occorre: «ordinando la propria vita a norma dei sacri canoni e delle presenti Costituzioni» e cioè facendo la vita comune. Se tutti vivono secondo i canoni della Chiesa e secondo le Costituzioni, ecco risulta la vita comune. Tutti fan così: vivono allo stesso modo. Questo è l’articolo fondamentale che riguarda la santificazione.

Poi vi è il secondo che riguarda gli apostolati: «Il fine speciale10 [della Congregazione] 11 - ecco, quello che è proprio dell’Istituto vostro - consiste nel compiere, con i mezzi tradizionali e con quelli moderni (stampa, cinema, radio, televisione, fotografia, eccetera) tre specie di opere 12in ordine alla vocazione, alle vocazioni, cioè ricerca, formazione ed assistenza». Vedete, il fine è di far tutto in ordine alle vocazioni: ricercarle, formarle, assisterle quando sono già nel
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campo di apostolato - o che son professi o professe, o che sono sacerdoti -. Questo fine è così grande che bisognerebbe proprio fare molti Istituti in questo senso, aprire molte case in questo senso, perché nella Chiesa di Dio aumentino le vocazioni e si formino bene e siano assistite nel loro funzionamento, cioè nel loro apostolato, nella loro vita.
Ecco dunque quello che vi distingue dalle altre [Istituzioni]: con il primo articolo vi distinguete dai borghesi, dai secolari, dai fedeli; con il secondo da tutti gli altri Istituti. Primo13: vocazioni, vocazioni!
Oh! Nella Chiesa di Dio ci sono tre specie di anime consecrate a Dio. Primo: i religiosi e le religiose di vita contemplativa - mettete i Trappisti, le Trappiste -; si chiamano Ordini quelli, Ordini. Secondo: sono le Congregazioni religiose, le Congregazioni Religiose; e sono quelle Istituzioni che oltre la preghiera hanno l’apostolato. Ma tanto gli Ordini come le Congregazioni Religiose - supponiamo la vostra - hanno la vita comune… vero?, ecco. Quindi si distinguono dal terzo genere di anime consecrate a Dio, che sono gli Istituti Secolari. Queste anime consecrate a Dio hanno una spiritualità che è organizzata, guidata dalla Chiesa.
Poi, fuori di queste, vi sono delle persone nel mondo - delle madri di famiglia per esempio - che attendono a santificarsi ma non sono religiose, non son guidate, e non hanno per loro superiore il Papa.
Il Papa è il maestro universale, il governatore della Chiesa, però di tutti: è il maestro quindi di verità, di morale, di preghiera per tutti i fedeli; ma gli Ordini, le Congregazioni Religiose e gli Istituti Secolari hanno il Papa come padre e come superiore maggiore. I superiori degli Istituti rappresentano il Papa perché devono fare eseguire ciò che vuole il Papa. Il Papa ha approvato il Diritto Canonico e questo si deve osservare: lì è la sua voce. E poi il Papa approva le Costituzioni e le dà per osservare: e quindi è il superiore immediato, il superiore ordinario, il superiore supremo. Gli altri son tutti
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superiori dipendenti e operanti con lui e in unione con lui: subordinati, superiori subordinati. Oh!, sì, penso che un poco sia chiarito questo.
Gli Istituti Secolari poi hanno i voti, l’apostolato, ma non la vita comune. Oh! Più, però, si va [con] gli atti vicino a Gesù nell’imitarlo: Gesù santissimo e Gesù apostolo, ecco... Gli Istituti che attendono alla santificazione e all’apostolato insieme, imitano maggiormente Gesù che non gli Istituti che tendono soltanto alla propria santificazione, come sono gli Ordini, gli Istituti claustrali.
Adesso: «Tre specie di opere in ordine alle vocazioni». E primo - i tre mezzi -: «[a)] Istruzione a tutti i fedeli su questo problema fondamentale14 nella Chiesa, cioè le vocazioni»15. Secondo: «Azione» per le vocazioni; e terzo: «Preghiera» per le vocazioni.
«Istruzione a tutti i fedeli». Il Corso che avete fatto tendeva qui16. Poi ci possono essere delle istruzioni fatte con altre pubblicazioni, libri, periodici, riviste; ci possono essere
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istruzioni a parole, con la voce; istruzioni con pellicole, fotografie, stampe ed esposizioni. In17 Brasile abbiamo, in una parrocchia, le Suore Pastorelle che hanno fatto un mese di istruzioni alla radio sopra le vocazioni. Naturalmente la loro parlata non era lunga, cinque minuti ogni sera. E la parrocchia poteva stare in ascolto perché ha un Centro proprio parrocchiale; e poi nelle case vi sono gli altoparlanti, per cui chi voleva poteva sentire; e chi voleva poteva andare in chiesa: e siccome l’istruzione veniva fatta alla balàustra in parrocchia, allora poteva essere presente ed ascoltarla anche dalla voce viva.
Secondo: «[b)] Azione: organizzare e costituire centri di aiuto agli aspiranti al sacerdozio od18 alla vita di perfezione; esposizioni nelle parrocchie, istituti, [ecc.]; indire convegni, settimane, tridui, ritiri spirituali19, giornate per le vocazioni; preparare edizioni di fogli, libri, periodici, pellicole, trasmissioni alla radio e alla televisione, tenere conferenze e trattenimenti; dirigere laboratori per confezionare abiti20 - a favore delle religiose o dei religiosi - e tutto ciò che può essere necessario per le vocazioni povere» - possono anche essere le collette, ma in primo luogo dovete fare quel che riguarda voi -.
Terzo: «[c)] Preghiera: devozione a Gesù Maestro, alla Regina degli Apostoli21, a San Paolo Apostolo; adorazione a Gesù-Ostia; promuovere preghiere per i fanciulli, i genitori, gli istituti - in ordine alle vocazioni -; fare giornate di sacrifici22, [ecc.], 23sempre in ordine alla ricerca, aiuto e assistenza delle vocazioni»24.
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Perciò: «L’ideale dell’Istituto è sintetizzato in questa formula25: tutti i cattolici, con tutte le forze, con tutti i mezzi, per tutte le vocazioni, per tutti gli apostolati»26.
Quello che distingue il vostro Istituto, quindi, è che non cercate solo le vostre vocazioni, ma cercate le vocazioni agli Istituti, [per tutti] gli Istituti e per tutti gli apostolati; e per il clero secolare e per il clero regolare, e per tutti gli Istituti femminili.
Oh! Questo generalmente non si fa. Anzi, qualche volta avvengono delle cose incresciose quando vi è una vocazione e vi sono vari Istituti che cercano di guadagnarsela: questo è buono, ma fatto bene! E cioè: si può sempre istruire una figliola che ha vocazione su di un Istituto, su un altro, e far vedere la bellezza del proprio Istituto… ma poi bisogna non forzare la mano! Vedere che cosa ha messo in quell’anima lo Spirito Santo e assecondare l’azione dello Spirito Santo, ecco. Qui si distingue27: è come un atto eroico questo, dell’Istituto, che dovete compiere, singolarmente! Un atto eroico: Ho bisogno io del pane e lo do agli altri. E mentre faccio carità, sono persuaso che il Signore pensa anche a me. Questo è un passo da farsi. Crederci28.
Oh! Quindi le vocazioni in generale… e naturalmente, quando hanno le attitudini e un cuore largo, queste giovani, allora proponete bene il vostro Istituto. Perché poi una vocazione vostra in più, vuol dire poi suscitare tante vocazioni: quella vostra vocazione lavorerà per una vita intiera per altre vocazioni; e quindi non è - diciamo così - che la si conduca soltanto in una vita di perfezionamento, ma in una vita in cui lavorerà in carità per tutti gli Istituti. Che grande carità! Esige però talora come delle rinunzie e un sacrificio personale che sembrerebbe tutto spirituale: tutto, tutto da togliere in noi; farebbe togliere
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in noi quell’amor proprio che sembrerebbe tutto spirituale… ma, indovinando i disegni di Dio, avviare ogni anima secondo il suo volere. Ecco, questa è la distinzione. Il lavoro vostro vocazionario si distingue dagli altri; e naturalmente, in primo luogo, mettete il lavoro per le vostre vocazioni appunto perché con queste vocazioni, con vocazioni in più, potrete suscitare e guidare e aiutare tante altre vocazioni a molti Istituti.

Oh! Sarebbe utile avere le Costituzioni in mano come prescrive il Diritto Canonico. E se voi giorno per giorno le battete a macchina, di nuovo le copiate e io andrò avanti a spiegare… e così il vostro noviziato sarà in regola.
Poi, oltre alle Costituzioni, nel noviziato si ha anche la necessità di29 fare altro: lo studio del catechismo, oltre la liturgia; c’è da progredire anche nelle commissioni30 sugli obblighi dello stato religioso; e poi particolarmente leggere il Vangelo, le Lettere di san Paolo; e anche [ricevere] quell’istruzione civile che fosse necessaria… fosse necessaria specialmente a qualcheduna che non ha provveduto a fare certi studi. Non tutte devono fare studi ma tutte avranno da collaborare nel loro modo, perché vi sono tante mansioni poi nell’Istituto; ciascheduno guadagna i meriti che guadagna l’Istituto perché è membro dell’Istituto.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 28/58 (Nastro archivio 30a. Cassetta 30, lati 1/2. File audio AP 030a). Titolo Cassetta: “Art. 1-2. Apostolato e fine dell’Istituto”.

2 Espressione incerta.

3 È l’esame di coscienza più approfondito da vivere negli esercizi spirituali.

4 Tutto il periodo è molto incerto.

5 Dall’inizio della Istruzione fino a questo punto, l’audio è fortemente disturbato e, quindi, il testo risulta incerto in diversi passaggi.

6 Sta per: comporta.

7 Parola sottolineata nel Ds dal PM.

8 «Alla maggior gloria di Dio». Motto dei Gesuiti ricordato spesso dal PM. Sant’Ignazio di Loyola (1491-1556) lo indicò come programma spirituale della Compagnia di Gesù.

9 Il PM dice: suo.

10 Parola sottolineata nel Ds dal PM.

11 Don Alberione non pronuncia in questo punto il testo aggiunto di sua mano: «è vocazionario; e». Evidentemente le correzioni sono state da lui apportate a più riprese, perché nell’Istruzione successiva (vedi p. 32) rilegge lo stesso testo con l’aggiunta sopra indicata.

12 Da questo punto il testo del Ds risulta aggiunto di sua mano.

13 Sta per: prima di tutto.

14 Cancella poi di sua mano nel Ds le parole: «su questo problema fondamentale», e le sostituisce con: «sulla necessità maggiore».

15 Legge la propria aggiunta a mano nel Ds: «cioè le vocazioni»; ma non l’altra aggiunta del Ds, sempre di sua mano: «secondo l’esempio stesso di Gesù Cristo». Probabilmente perché è successiva.

16 Il Corso vocazionale per corrispondenza. Cf San Paolo, Dicembre 1957, p. 5 (CISP pp. 184-185): «Per le vocazioni – L’Istituto “Regina Apostolorum” per le vocazioni ha aperto un “Corso di orientamento per la vita” per corrispondenza, al quale possono aderire tutti i giovani e le giovani che devono ancora scegliere il loro stato di vita: dai 9-10 anni sino ai 18-20, circa. Servirà pure a chi dovrà dirigere la gioventù nella scelta dello stato. Il Corso si propone un duplice fine: offrire a tutti i giovani di buona volontà una guida nella scelta del loro stato di vita, alla luce dei princìpi cristiani; e suscitare nuove vocazioni al Sacerdozio; e così alla vita religiosa; per ogni istituto maschile o femminile. L’iniziativa può essere vantaggiosa per ogni vocazionario d’Italia, perché l’Istituto “Regina Apostolorum” avrà cura di segnalare a ciascuna Casa i migliori elementi della sua zona. In altre nazioni simile corso, promosso da Università cattoliche, ha dato buoni frutti. Essendo di interesse comune, occorre la cooperazione di tutti: 1) Con la preghiera avvalorata dal sacrificio: “Rogate Dominum messis...”. 2) Con l’azione: all’Istituto “Regina Apostolorum” occorrono indirizzi scelti di giovani ai quali proporre il Corso di orientamento. Non è difficile trovarli presso i RR. Parroci, da Insegnanti, Catechisti, Genitori ecc. Non trascurare le vocazioni tardive. Gli indirizzi si mandano a “Istituto Regina Apostolorum”, via Mole 3, Castel Gandolfo (Roma). 3) Con le offerte: il Corso viene spedito gratis e perciò comporta spese vive, oltre l’impiego di personale dell’Istituto Regina Apostolorum. Il corso si ispira a quello tenuto all’Università di Ottawa (Canada)». Cf anche AP 1958/1, p. 145.

17 Il PM dice: a.

18 Il PM dice: ed.

19 Parole aggiunte di sua mano nel Ds.

20 Il PM aggiunge di sua mano: «ecc., ecc.;», senza leggerlo

21 Il Ds porta: Apostolorum

22 Il PM dice: sacrificio.

23 Il testo che il PM legge a partire da questo punto è aggiunto sul Ds di sua mano.

24 Dopo questa, vi è un’altra frase aggiunta di sua mano nel Ds che il PM leggerà nell’Istruzione successiva: «Perciò: nel loro amore a G.C. [Gesù Cristo], alla Chiesa ed alle anime traducono tutta la loro vita in apostolato vocazionario».

25 Il Ds porta: in queste formule. In effetti, il PM legge solo la prima delle tre formule dell’articolo. Il Ds riporta anche le altre due, con correzioni di sua mano.

26 Cf le due orazioni per le vocazioni, a Gesù Maestro e a Maria Regina degli Apostoli, di Don Alberione, che si trovano nel manuale delle preghiere a partire dall’edizione 1957: Preghiere, ed. 1957, pp. 125-126; 142-144; ed. 1985, pp. 195; 208. Vedi anche GIACOMO ALBERIONE, Preghiere. Orazioni composte dal Fondatore della Famiglia Paolina, Roma 2007, pp. 143; 185-186.

27 Nell’audio si sente che il PM rafforza queste parole battendo la mano sul tavolo.

28 Parola incerta.

29 Il PM dice: da

30 Sta per: ciò che si deve mettere in atto.