Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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24. LA SEGRETARIA GENERALE
Articoli 388-392
L’ECONOMA GENERALE E L’AMMINISTRAZIONE DEI BENI
Articoli 393-409
LA VISITA CANONICA
Articoli 410-419
LE CASE E IL LORO GOVERNO
Articoli 420-428


III Istruzione, Castel Gandolfo, 20 agosto 19581




Il governo della Chiesa da parte del Papa è limitato. Da che cosa? Dal Vangelo. Egli deve in tutto uniformarsi al Vangelo2 sia per quel che riguarda il dogma, sia per quel che riguarda la morale, sia per quel che riguarda il culto. E il governo negli Istituti Religiosi è democratico anche per questa ragione, che è limitato dalle Costituzioni. Quindi tutte hanno da star soggette all’autorità pontificia, rappresentata dalla Congregazione dei Religiosi, e poi alle superiore dell’Istituto; e alle Costituzioni tutte devono uniformarsi, e si uniforma anche la Santa Sede quando ha da dare qualche decisione.
Qui adesso passiamo alla segretaria generale sebbene non sia ancora formata del tutto la Congregazione: tuttavia occorre che ci sia chi è addetto a conservare le memorie, i documenti, un archivio in cui tutto si raccolga. «La segretaria generale ha l’incarico speciale della redazione dei verbali del consiglio generale e delle altre scritture autentiche; ha pure l’ufficio di archivista e, come tale, ha la custodia di tutti i documenti che riguardano la Congregazione». Già detto che la Congregazione ha le sue memorie proprie, ha dei fatti nella sua storia che sono importanti e che è bene che dopo siano
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conosciuti: quindi vengano registrati. Le notizie circa la vita di san Giovanni Bosco, venivano registrate giorno per giorno da due persone nominate a questo ufficio; particolarmente una, la quale conservava tutto, quel che c’era fatto di speciale e quel che aveva detto don Bosco nelle varie occasioni3.
«La segretaria generale attenderà particolarmente: 1) Alla redazione dei verbali delle adunanze del consiglio generale - e, nel nostro caso, [dei verbali] all’ammissione del noviziato e a quanto si è detto per queste circostanze -. 2) Alla confezione dei registri secondo norme uniformi - e che poi dopo saranno sottoscritti -. 3) Alla redazione degli scritti amministrativi di maggior importanza, seguendo le disposizioni della superiora generale, e aggiungendo la propria firma con il timbro della Congregazione».
«Come archivista, la segretaria generale vigilerà che tutti i documenti riguardanti in qualche modo la Congregazione siano fedelmente riposti ed accuratamente custoditi nell’archivio, distribuiti in ottimo ordine, con indici convenienti, onde renderne facile l’uso. Non comunichi questi documenti o copie di essi se non secondo le norme date dalla superiora generale». Poi, perché la cosa sia più spiccia, si fa così negli Istituti: si tengono i cartellini dove è notata la relazione, ossia il nome, il cognome, paternità, data di nascita, Battesimo, Cresima, entrata nell’Istituto - l’anno, il giorno -, poi anche il giorno che ha fatto vestizione, il giorno che ha cominciato il noviziato, il giorno conchiuso; poi, quindi le professioni, quindi gli incarichi che ha avuto, quindi la professione perpetua, i luoghi dove è stata, eccetera… in maniera che all’opportunità sia tutto presente immediatamente, le cose4.
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E naturalmente, siccome siamo tutti di passaggio sulla terra, bisogna lasciare anche quelle notizie che sono poi necessarie per i superiori che succedono. I Gesuiti sono circa 28.000, ma il superiore generale queste cose le faceva direttamente lui: e dire che erano tante le persone!
Tuttavia, poi, questo [archivio] va chiuso e che non sia da aprirsi se non da chi ha diritto, come la superiora generale.
Oh! Siccome poi ciò che importa, in principio dell’Istituto, è dare lo spirito dell’Istituto - quale spirito, quale missione? e come compirà questa missione? come sarà la vita di pietà, e di governo, di studio, di apostolato, eccetera? -, allora si prendono molte annotazioni che non sono le date esteriori soltanto, ma sono quelle istruzioni che comunicano lo spirito speciale della Congregazione.

Poi c’è l’economa generale e l’amministrazione dei beni.
L’economa generale ha tre uffici: prima, far venire i soldi; secondo, custodirli bene; e terzo, spenderli in maniera tale che l’Istituto abbia lo sviluppo.
Far venire i soldi: quindi curerà sia che vi sia l’entrata dell’apostolato e sia che vi sia la beneficenza. Poi, quanto a custodire: stare attenta perché tutto sia conservato bene. E veda se può essere aumentato il capitale: se si lavora abbastanza, se si produce. Poi, che il denaro sia speso bene: perciò gli acquisti a tempo, i pagamenti ben fatti - non si paghi di più del valore e non si paghi anche di meno -; e se vi sono dei prestiti, delle obbligazioni: tutto sia osservato diligentemente. Deve avere quindi una competenza particolare in amministrazione dei beni.
Quando si fa il Capitolo - quando sarà - e [allora] l’economa generale è nominata dal Capitolo. Prima, è costituita dalla superiora.
Qui cosa si richiede?
«1) Che vi sia un inventario dei beni5 mobili ed immobili dell’intera Congregazione - quindi anche delle donazioni e
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delle offerte ricevute -. 2) Che questo inventario ogni anno sia rinnovato, ossia venga aggiornato con fedeltà ed esattezza secondo gli eventuali cambiamenti - può essere che aumenti e può essere che diminuisca -. 3) Che i titoli, il denaro non necessario per le spese ordinarie, gli oggetti preziosi siano conservati con diligenza nella cassa della casa generalizia, a meno che la superiora generale con il suo consiglio non giudichi più opportuno conservarli in Istituti di credito». Per ora c’è poco da fare su questa [prescrizione]… ma vi son già documenti che devono rimanere - per esempio, tutti i documenti sul Battesimo, Cresima; poi studi, eccetera - affinché al momento opportuno si sappia trovar tutto; e in ogni cartella possono essere conservati6 i documenti di una data persona, di una data suora.
Poi l’economa deve rendere conto alla superiora generale e al consiglio. Vi son poi altri punti - il 397, 398, 399 - i quali sono abbastanza chiari senza che dobbiam fermarci. «399. Ogni sei mesi e alla fine del suo ufficio, l’economa generale deve rendere conto di tutta la sua amministrazione alla superiora generale, in consiglio, presentando i registri dei conti. La superiora generale con il suo consiglio esamina i registri, si rende conto del contenuto nella cassa, e, se tutto è trovato in regola, viene approvato e firmato il bilancio che è stato presentato». Bisogna poi che l’economa guardi che le cose non deperiscano, tanto che si conservino i piatti della tavola come che si conservino in regola le case, il tetto e poi i vari mobili della casa, e poi il rendimento delle campagne - se ve ne sono -. Che tutto quel che si può fare in casa, che non sia fatto da altri; e si possono fare tante cose in casa… e evitano le spese! Venire industriosi. Certamente non basta che ci sia chi coltiva i fiori tutto l’anno per il Santissimo - questo è tanto semplice! -, ma bisogna anche che vi siano le altre cure che riguardano proprio l’orto, il cortile7, cioè il pollame, e il giardino, il frutteto, eccetera… Bisogna proprio che ci si
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renda responsabili8 che bisogna vivere di quello e a quello devono contribuire tutte! E occorre fare un passo avanti nella coscienza a questo riguardo. Le superiore han da fare la parte della madre e del padre insieme: perché l’Istituto deve vivere e si fa la parte del padre il quale produrrebbe in famiglia, per mantenere la famiglia; e la parte della madre che spende ragionevolmente secondo i bisogni della famiglia. Padre e madre insieme: e si ha le grazie, eh! Gli Istituti hanno le grazie per questo! Per mia parte, ho visto decine di Istituti sciogliersi perché non sapevano amministrare, anche recentemente proprio… sì, decine, dico! E qualche volta anche maschili, ma soprattutto femminili... si ha proprio da farsi una coscienza! Contare anche su quella grazia, perché san Giuseppe guadagnava e pensava alla famiglia, e Maria spendeva quel che era necessario per la famiglia; e san Paolo lavorava per alimentarsi… anche i suoi compagni di lavoro e di apostolato, i suoi - diciamo - chiamati o le sue vocazioni, in sostanza.
Poi, per alienare i beni ci vuole9 il permesso della Santa Sede, quando si tratta di somme di una certa entità; per far dei debiti ci vuole la licenza della Santa Sede, quando si oltrepassa10 una certa cifra: e si deve esporre per che cosa uno contrae il debito, affinché la Santa Sede possa giudicare se è un debito che poi si può restituire e poi se è debito necessario, utile; e se ne deve far l’uso per cui si è chiesto, non un altro uso.
«Perché l’alienazione sia lecita, oltre quanto prescritto dall’articolo 40311, si richiede…» e quello, se sarà bisogno di vendere, si leggerà bene. Ciò che importa è di vigilare, anche tanto, che non nascano questioni civili, particolarmente ai nostri giorni in cui le pratiche sindacali sono tanto difficili e le risoluzioni cadono generalmente addosso ai datori di lavoro - al governo mai - e ai padroni.
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Se vi saranno degli utili, si impiegano nelle opere necessarie per l’Istituto; per esempio, si costruisce un’altra casa per le vocazioni.
«Con i beni della Congregazione non si possono fare doni o regali se non per fare elemosina o per altro giusto motivo, con il permesso della superiora e secondo le presenti Costituzioni».Oh! Vi è poi un capitolo sopra la visita canonica.
Vi sono le visite familiari e vi sono le visite canoniche. Le visite familiari sono quando si va a visitare una casa, così per scambiarsi qualche pensiero, e poi per qualche motivo di convenienza sociale. Le visite canoniche sono quelle che si compiono secondo il Diritto Canonico; e cioè, la superiora destina una suora o va lei stessa nelle case a vedere tutte le parti: e cioè la parte spirituale, la parte di apostolato, la parte intellettuale e la parte economica. Vedere tutto: se vi è carità, se vi è fervore, se vi sono bisogni, se è provveduto alla salute, se non vi sono abusi nelle spese, eccetera. Quella è la visita canonica. Si va…; dopo che si è stati, si redige un verbale, cioè una relazione che si conserva nell’archivio: l’anno tale, nella tal casa si è trovato questo… la superiora era la tale e le occupazioni, le mansioni erano così distribuite… l’apostolato era esercitato in questa forma, eccetera… Fare una relazione che dopo resta in archivio per chi succederà nel governo.
Prima di partire, la visitatrice farà qualche esortazione; e se vi fossero degli abusi, degli inconvenienti notevoli, può dare delle disposizioni. Altrimenti, le disposizioni saranno date da casa, al ritorno, se chi è andata a visitare è un’incaricata; se invece è la superiora generale, può subito disporre quello che crede più utile stando nella casa visitata.

Oh! Qualche punto importante, invece, è qui, verso la fine. Quello, vedete, l’abbiam passato sveltamente perché bisogna che lo abbiate; ma siccome non occorre frequentemente, così
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lo si leggerà da ciascheduna man mano che viene l’occasione o la necessità. Veramente il punto più importante sarebbe quello del capo ultimo12… ma andiamo per ordine.

Le case e il loro governo.
«Le case [religiose] - è il 420, neh! -, canonicamente erette, si dicono formate se vi sono almeno sei religiose professe; non formate se non hanno questo numero di religiose». Quindi, in generale, queste suore destinate agli asili non hanno sei religiose professe e allora, sì, non si chiamano [case] formate… si dicono non formate.

Erezione delle case13.
«Prima di decidere l’erezione di una nuova casa religiosa occorre accertarsi se la nuova casa potrà convenientemente provvedere al sostentamento e all’abitazione delle religiose con le consuete entrate dell’apostolato o in altra maniera», per esempio, la beneficenza.
«422. In ogni casa vi siano generalmente almeno quattro suore»14. Sempre e perché è molto importante, perché si conservi la vita religiosa. Quando son due, finiscono ciascheduna quasi per fare quel che vuole. La superiora è superiora di una, e quell’una, trovandosi comandata sempre… e soltanto il comando rivolto a lei, si stancherà assai. E può essere che si introducano abusi, in maniera che la superiora non osa correggere la suddita e la suddita può abusarsi della debolezza della superiora.
«423. Per erigere una casa religiosa si richiede la licenza dell’Ordinario del luogo - il Vescovo -; anzi per fondare la prima casa in una diocesi che non è quella della casa generalizia, si richiede inoltre il consenso dell’Ordinario della casa generalizia stessa»: quindi del Vescovo di dove si parte e del Vescovo dove si arriva. Il Vescovo, però, della diocesi di dove si parte, non lo negherà il consenso senza motivo grave.
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Poi «se [la casa] si dovesse erigere in luogo soggetto alla Sacra Congregazione di Propaganda Fide, si richiede pure il beneplacito apostolico - oh, perché sarebbero luoghi di missione -. Il permesso di aprire una casa include la facoltà di esercitarvi l’apostolato proprio della Congregazione». E allora [nel] la casa nuova può tenersi una cappella, però [si] dovrà avere il permesso per il Santissimo.
«Per sopprimere una casa, canonicamente eretta, la superiora generale deve avere il consenso del suo consiglio e rimettere poi tutto all’Ordinario del luogo, al quale solo spetta la soppressione». Quindi si vuole che l’esame dei motivi per chiuderla siano ben considerati, non si faccia sotto l’impressione di qualche avvenimento, ma si ponderino i motivi con maturità.

Oh! Il governo delle case15.
«Le superiore locali, sia delle case formate che non formate, sono nominate dalla superiora generale con il consenso del suo consiglio. Debbono essere professe di voti perpetui, distinte per virtù, cultura intellettuale, e prudenza, dedizione alla Congregazione, esperienza e zelo nell’apostolato, docilità alle disposizioni e alle direttive della superiora generale. Posseggano le norme ordinarie, pratiche, per il buon governo di una casa e le norme generali di pedagogia per il trattamento delle suore e la loro formazione. Ognuna poi s’impegni di rendersi sempre più capace ed esperta».
Sono costituite nell’ufficio, le superiore locali, per tre anni; trascorsi questi tre anni, possono essere confermate per altri tre anni. Non però subito, immediatamente, per un altro triennio ancora, ma devono essere sostituite16; e finché non è arrivata la superiora che succede, la superiora antecedente si ferma in attesa e tiene il posto di superiora come per delegazione, provvisoriamente.
Oh! Adesso… continueremo poi.
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Ciò che è bene che si noti: nelle case ci sia la carità. Governare è amare, e obbedire è pure amare. Quel libro Governare è amare, scritto per le religiose, ha avuto una diffusione larghissima17. Ed obbedire è ancora amare, amare il Signore dandogli tutto l’essere, cioè tutta la volontà nostra, tutta la nostra attività. Perciò vivere in carità: tutte amarsi. Amandosi, i doveri sono meno pesanti, tutte si danno l’un l’altra mano ai doveri per facilitare il compito, e facilitare anche l’esecuzione.
Per questo sempre guardare alla Sacra Famiglia: gli esempi che abbiamo di là sono per noi come una luce e un esempio; d’altra parte possiamo ottenere per mezzo di Gesù e di Maria e di san Giuseppe quelle grazie che son necessarie nella vita domestica, in casa.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 39/58 (Nastro archivio 42a. Cassetta 42, lati 1/2. File audio AP 042a). Titolo Cassetta: “Art. 397ss. Governo generale “.

2 «Egli deve in tutto uniformarsi al Vangelo». Questa frase, presente nella bozza della prima sbobinatura, non si sente nell’audio attuale perché il Nastro originale si è spezzato proprio in quel punto; si vede infatti che è stato ricongiunto con nastro adesivo.

3 San Giovanni Bosco (1815-1888) scrisse su invito di Pio IX, tra gli anni 1873 e 1880 circa, le Memorie dell’Oratorio di San Francesco di Sales dal 1815 al 1855, offrendo numerose informazioni sulla sua vita e le sue opere. Precedentemente, alcuni giovani salesiani avevano appuntato fatti e cronache, conservato materiale e documenti, confluiti poi nei volumi delle Memorie Biografiche. Il primo compilatore di queste memorie fu don Giovanni Battista Lemoyne, che negli anni ’80 incaricò don Carlo M. Viglietti, segretario di don Bosco all’epoca, di tener nota di tutto.

4 Parola incerta. Potrebbe aver detto: lì con sé.

5 Il Ds porta: di tutti i beni.

6 Il PM dice: può essere conservato.

7 Intende: animali da cortile, come esplicita subito dopo.

8 Il PM dice: responsabile.

9 Il PM dice: vogliono.

10 Il PM dice: oltrepassano.

11 Il PM dice erroneamente: prescrive l’articolo 433.

12 È il CAPO IX sull’osservanza delle Costituzioni.

13 1. Erezione delle case (artt. 421-425).

14 Cf la discordanza con C ’58, art. 269.

15 2. Governo delle case (artt. 426-439).

16 Si tratta delle superiore nominate per la prima e la seconda volta.

17 Si riferisce a uno dei libri sul servizio dell’autorità del gesuita francese F. X. Ronsin (1889-1967), del quale la Società San Paolo pubblicò alcuni titoli. Cf FRANÇOIS XAVIER RONSIN, Superiori secondo il cuore di Dio, Roma 1951, pp. 245 (traduzione di: Gouverner c’est... aimer). Il libro, pubblicato nel 1948, ebbe negli anni ’50 più edizioni e fu tradotto in italiano, inglese [Society of Saint Paul 1950], spagnolo. Nella predicazione alla Famiglia Paolina su tale argomento, Don Alberione usa più volte questa espressione.