Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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18. CONFESSIONE E COMUNIONE
Articoli 203-207 (conclusione)
ALTRI ESERCIZI DI PIETÀ
Articolo 215


I Istruzione, Castel Gandolfo, 19 agosto 19581




Il lavoro di perfezionamento consiste in una parte negativa: togliere ciò che […]2, cioè togliere i pensieri non buoni, togliere le parole non buone, togliere i sentimenti non buoni, togliere le azioni non buone, togliere in sostanza ciò che è difetto, peccato. E mettere invece ciò che è buono e santo: pensieri buoni, sentimenti buoni, parole buone, azioni buone; e cioè i pensieri di Gesù, i sentimenti di Gesù, le parole di Gesù, la vita di Gesù… la vita di Gesù: l’attività di Gesù. Allora si stabilisce l’unione dell’anima con Dio, con Gesù Cristo: e questa unione è l’amore. L’amore è prima di mente e poi è di cuore e poi è di volontà e poi è di attività.
L’amore, in primo luogo, sta nella mente, cioè nella fede, nei pensieri. Si è molto portati a parlare del cuore - certamente il cuore è una parte -, ma prima del cuore c’è la testa: l’uomo è ragionevole appunto perché ha un’anima spirituale, un’anima che intende e ragiona, conosce e ragiona. Sì, l’uomo è essere intelligente. Oh! Allora il primo nostro dono, il primo dono da farsi a Dio, è proprio quello della mente, quello della mente. Che cosa è il dire alcune preghiere se poi si pensa in senso contrario a Dio? Si pensa non secondo il Vangelo ma contro le massime del Vangelo!
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Gesù ha detto: Beati i poveri; e se si pensa invece diversamente, cioè: Beati i ricchi, allora non ci può essere amor di Dio certamente. Se Gesù ha detto: Beati quei che piangono, e invece il mondo dice: Beati quelli che se la godono… e allora quanta diversità, quanta lontananza tra l’uomo e Dio, tra l’anima e Gesù Cristo! Così: Beati i miti; e il mondo dice: Beati quelli che si vendicano, che, se ricevono un’ingiuria, ne danno due e portano il rancore nell’anima [cf Mt 5,3-11]. È così lontano il pensiero di Gesù dal pensiero di tante anime che non può, allora, stabilirsi la vita [cristiana]; ha da stabilirsi solamente in un sentimento che si sente in qualche momento: Vi dono tutto il mio cuore!… e poi realmente il pensiero interno e poi realmente la vita abituale è diversa.
Dopo l’unione di mente, che è la fede, deve venire l’unione del cuore, sì. Far nostri i sentimenti del cuore di Gesù: cioè amare Iddio con tutto il cuore, amare il prossimo come noi stessi. Così. E per ottenere questo, la preghiera: questa unione, questa stabilità del nostro cuore con Dio si opera per mezzo della grazia che si ottiene con la preghiera, sì. Abbiamo da reprimere allora tutti i sentimenti contrari all’amor di Dio, per esempio la tiepidezza, l’indifferenza; e invece mettere tutti i sentimenti di Gesù. Ecco, quel cuore che tanto ha amato gli uomini, ma ha amato gli uomini perché amava il Padre Celeste: «Propter nos homines et propter nostram salutem descendit de caelis»3, per noi uomini e per la nostra salvezza il Figliolo di Dio è disceso dal cielo e si è incarnato, e ha condotto una vita tutta sacrificata.
E poi l’unione di volontà in terzo luogo, il volere di Gesù: ciò che piace a Gesù, piace a noi; e ciò che ha fatto Gesù, fare anche noi. Operare nello spirito di povertà, di carità, nello spirito di obbedienza, nello spirito di generosità, di apostolato. E far piegare il corpo a compiere quello che compiva Gesù Cristo, cioè vivere nel modo con cui è vissuto Gesù Cristo. Ecco lo spirito della pietà: ci sono le pratiche,
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ma questo è lo spirito! Stabilire tutto l’uomo in Dio, unire tutto il nostro essere a Dio: mente, cuore, volontà e corpo, perché il corpo deve seguire l’anima; se l’anima vuole esser tutta di Dio, il corpo dovrà vivere - se si tratta di religiose -, dovrà vivere castamente, ecco, nella castità religiosa, sì. Oh!, ecco lì!

Adesso, quello è lo spirito di fare le pratiche di pietà; quindi: la Comunione è Pane eucaristico? Sì, che nutre mente, sentimento e volontà, e anche il corpo… «Nobis pignus datur… futurae gloriae nobis pignus datur»4... tutto. La Visita ha da farsi anche così: la prima parte indirizzata a rettificare i nostri pensieri, quindi all’amore di mente con Gesù; la seconda parte a rettificare l’unione della volontà con Gesù… ma si potrebbe anche invertir l’ordine: prima il cuore. È un Pane, ma è un Pane divino, è un Pane che dà la vita, questa vita soprannaturale che consiste nei pensieri uniti a Gesù - quindi la fede -, nei sentimenti uniti a Gesù - quindi la carità -, nella volontà unita a Gesù - quindi la speranza, per mezzo delle «buone opere, che io debbo e voglio fare»5, che poi è la volontà -. La Visita è così e la Messa così: la prima parte è istruttiva; la seconda parte è sacrificale, offrendo il nostro essere a Dio e mettendolo a servizio di Dio… e seguire Gesù Cristo ogni giorno fino alla morte, come egli si è sacrificato per noi; e, [terza parte], amarlo vuol dir il nostro sentimento, il nostro cuore unito a Gesù per mezzo della Comunione. Così nella Confessione noi procediamo sempre con il correggere i pensieri e detestarvi quei che non van bene, correggere i sentimenti e detestarvi quei che non van bene, e nel mettere i voleri di Gesù, e detestare quei che non piacciono a Gesù, correggere la nostra vita e mettere in noi la vita di Gesù, correggere la nostra indifferenza, la nostra freddezza e mettere in noi l’amore alle anime, al prossimo, particolarmente nell’apostolato vocazionario. Questa è
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la grande carità da compiersi. Oh! Così la meditazione ha tre parti: una che si riferisce alla mente, una al cuore, una alla volontà. Così anche nel rosario c’è sempre un pensiero da ricavare, un insegnamento da ricavare, una grazia da chiedere. E tutte le pratiche di pietà [si fanno] in questo modo. E quando si fa l’esame di coscienza, prima i pensieri: Ho il proposito sulla carità… e i miei pensieri sono di carità? Ho il proposito sulla carità… e i miei sentimenti sono conformati a carità? Ho il proposito sulla carità… e i miei voleri, la mia vita, la mia attività, la giornata mia è ispirata alla carità? E mi muovo in direzione della carità? Il mio corpo opera in ordine, in direzione e in servizio della carità verso il prossimo?. Tutto così!
Quindi la Comunione dev’esser totale: Gesù che nutra la mente, aumenti la fede e nutra i sentimenti - l’amore a Dio e alle anime - e nutra la volontà, fortificandola, perché dice Gesù: «Cibus meus est ut faciam voluntatem eius qui misit me» [Gv 4,34], il mio cibo è proprio quello di far la volontà di Dio, del Padre che mi ha mandato. E il nostro cibo è l’Eucarista che ci porta - nutre la volontà, in sostanza - a fare il volere di Dio. Vi sono persone che fanno la Comunione che è solo un terzo, [cioè] è solo un sentimento… e produce poco frutto, perché allora ci manca anche il fondamento che è sempre la fede: ci manca la parte migliore dell’unione con Dio che è l’unione di mente; e se uno non nutre tutto l’uomo come uomo, allora è sempre un infermo: non avrà dalla Comunione i frutti. Invece, il mio corpo è veramente cibo, il mio sangue è veramente bevanda… Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita, la vita eterna [cf Gv 6,54-56]. In noi non c’è solamente l’anima e il corpo, c’è ancora la grazia, cioè lo Spirito Santo, che è il terzo elemento che costituisce la vita cristiana… costituisce la vita cristiana. Ora, ecco, se il corpo ha il suo pane, l’anima ha pure il suo pane. Se la vita umana per conservarsi ha bisogno del pane, del cibo, la vita soprannaturale ha pur bisogno del cibo e Gesù ce l’ha dato: la Comunione. Ma far la Comunione intiera: unione di mente, di cuore e di volontà. E questo è lo spirito con cui abbiamo da fare le azioni.
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Qui si enumerano poi le pratiche di pietà6, ma quello che costituisce l’anima delle pratiche di pietà è proprio farle con questo intendimento e farle in maniera di alimentare, fortificare tutto il nostro essere: la mente, la volontà e il cuore. La mente, la volontà e il sentimento, in sostanza. Questo è lo spirito.
E perciò l’articolo che si ha da considerare a lungo è il 215: «La pietà delle suore dell’Istituto Regina Apostolorum si deve nutrire specialmente con lo studio, l’imitazione e l’amore di Gesù Cristo, Divino Maestro, che è la Via, la Verità e la Vita - egli è la Verità e allora nutre la mente, è la Via e nutre la volontà, è la Vita e nutre il sentimento, cioè l’unione del cuore con Dio -, per progredire veramente in sapienza (mente), e grazia (cuore) e virtù (volontà) sull’esempio di questo Divino Modello, amando Iddio con tutta la mente, la volontà, cuore ed opere», ed anche il corpo.

Oh, dunque, in quanto alla Comunione allora in primo luogo, fra le pratiche di cui qui si parla: le superiore promuovano la Comunione frequente fra le religiose, e anche quotidiana. Questo già si fa. Quando però è stato scritto il Codice di Diritto Canonico, vi erano ancor tante obiezioni e le Comunioni erano ancor molto più rare anche allora7. E anche tra le suore, spesso, la Comunione non era frequente, certamente non frequente come è adesso. Però non spingere troppo, [al punto] che se una non si sentisse tranquilla neanche se ne astenga8! Ma può essere additata come un’eccezione? No! Tante volte è proprio per delicatezza di coscienza che non si fa la Comunione; non è perché si abbia peccato, e non bisogna neppur sospettarlo.
«204. Si raccomanda vivamente a tutte le suore di vivere in modo di9 essere degne, per quanto è possibile all’umana fragilità, di comunicarsi tutti i giorni».
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«Se qualche suora, dopo l’ultima Confessione sacramentale, ha dato grave scandalo», e allora non vada alla Comunione prima di avere di nuovo ricevuto il sacramento della Confessione; e quindi [possa] mostrare con l’emendazione di detestare la sua mancanza. Ma per privare le suore della Comunione, eh!, ci vuole proprio una mancanza esterna, grave, che abbia dato scandalo.
«206. Le superiore10 useranno particolare attenzione affinché le religiose abbiano conveniente spazio di tempo per la preparazione e per il ringraziamento [alla santa Comunione]».
«Le regole sopra stabilite a riguardo della Confessione e Comunione si devono applicare anche alle novizie
- e anche alle aspiranti -, come norme direttive11, alle postulanti e aspiranti». Oh, sì!

Quando poi le suore sono molte, è bene andare alla Comunione un po’ in disordine e cioè non adottare quei sistemi di certe comunità dove va tutto un banco, e poi tutto un altro, e tutto un altro. Chi vuole astenersi è un po’ in timore, non osa astenersene. Invece se va una, poi l’altra, in disordine, può stare nel banco senza aver timore che le altre siano un po’ stupite o si meraviglino, in sostanza. [Questo] affinché si conservi la massima libertà: andare e non andare secondo [come] l’anima si sente, secondo che l’anima si sente… libertà.
Ora qui non avviene ancora questo, appunto perché il numero è piccolo. Oh, libertà! E osservando questa libertà, ci sarà sempre certamente più fervore.

Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 11/s.d. (Nastro archivio 188b. Cassetta 188, lato 2. File audio AP 188b). Titolo Cassetta: “Il lavoro di perfezionamento”.

2 Breve interruzione del nastro magnetico. Come si desume dagli appunti nel qND, il PM potrebbe aver detto: è cattivo.

3 Dalla formula del Credo (Simbolo di Nicea-Costantinopoli).

4 «Ci è dato il pegno della gloria futura». Cf Breviarium Romanum, In festo SS.mi Corporis Christi, In II Vesperis, Ant. Ad Magnif.

5 Cf Le Preghiere del Cristiano, Atto di speranza.

6 1. Varie pratiche di pietà (artt. 209-218). Qui il PM si limita ad indicarle, mentre le spiega nella Istruzione successiva.

7 Cf Codex Iuris Canonici (1917), cann. 867-869.

8 Intende dire: non insistere sulla persona al punto che, per mancanza di libertà, non possa astenersi dalla Comunione.

9 Il Ds porta: da.

10 Il PM dice: La superiora.

11 Il Ds porta: e, come norma direttiva.