Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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18. SULLA DEVIAZIONE E I SUOI PERICOLI1


Il 18 aprile 1956 è stato consegnato al Superiore della Società San Paolo un decreto2, in cui vengono date alcune norme riguardo il comportamento rispetto alle famiglie femminili paoline. In questo decreto vi sono vari articoli. Leggo soltanto quello che è generale: Siccome i fini e lo spirito della Famiglia Paolina è tutto uguale, quindi costituiscono come una sola famiglia con la Società San Paolo, allo scopo di aiutarle paternamente nella preparazione morale e dottrinale all’apostolato, nel conservare il loro spirito religioso e nel conseguire il loro fine speciale, allo scopo di difendere fermamente la solida compagine, l’unità di spirito e di disciplina di ciascuna Congregazione, e così promuovere efficacemente l’incremento di essa....
L’ultimo a capo f), dice: Siccome dall’azione concorde della Pia Società San Paolo e delle Figlie di San Paolo viene certamente fomentato l’ottimo e stabile regolamento dell’apostolato delle edizioni, e ne viene grandemente aumentata l’efficacia per il bene delle anime, il Superiore generale vigila e si adopera affinché l’apostolato delle edizioni nella redazione, nella tecnica e nella divulgazione, venga promosso e coordinato di comune accordo, a norma delle Costituzioni di tutte e due le Congregazioni.
Quindi la posizione delle Figlie di San Paolo è un po’ diversa, ad esempio rispetto alle Pie Discepole. Questo per l’unità del fine, cioè per avere lo stesso apostolato [della Società San Paolo], molto diverso sotto certi aspetti ad esempio dalle Pastorelle.
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Per questo è mio dovere sempre, ricordare quello che è lo spirito del vostro Istituto nelle sue varie manifestazioni. Anzitutto, come dice il Decreto, per quello che riguarda l’andamento spirituale e disciplinare; poi per ciò che riguarda gli studi, poi per quello che riguarda la parte di apostolato, e in ultimo per quello che riguarda l’amministrazione e la formazione umana e le cure che si devono compiere per il benessere anche delle Figlie di San Paolo.
Vedo che ora c’è una tendenza sempre un po’ più sentita a deviazioni. Per questo mi ero proposto di fare una meditazione sulla preghiera, pensando che con la preghiera avreste ottenuto più lumi e un orientamento sempre più conforme all’Istituto, conforme ai due primi articoli delle Costituzioni. Certo, molta grazia mi pare che stia discendendo sulle vostre anime, se non su ciascuna, almeno sul complesso e poi sulla Congregazione. D’altra parte è proprio [in programma] per il prossimo maggio il corso straordinario di Esercizi3 che servirà a orientare sempre meglio: [primo], confermare ciò che va già bene; secondo, approfondirlo; terzo, correggere le deviazioni e quarto, camminare sulle rotaie.
Che camminiate è un fatto. C’è un’attività che qualche giorno sembra un po’ esagerata, ma non è esagerata. Vi è qualche sforzo piuttosto individuale che appare un po’ esagerato. Camminare, sì, va molto bene, però il camminare non sempre vuol dire progredire. Se si cammina sulle rotaie, il treno cammina su due rotaie, che sono per voi i primi due articoli delle Costituzioni, allora si cammina, si progredisce bene. Se però vengono interpretati male i primi due articoli delle Costituzioni, oppure se sono adattati un po’ alle idee individuali di qualcuna, allora si cammina, ma si va nei prati. Il treno va nei prati, se non peggio.
Allora è bene che in preparazione a questo corso straordinario di Esercizi a cui parteciperanno le suore che hanno maggiori responsabilità, ecco questa meditazione: Deviate un poco nell’interpretazione dei voti. Questo mi sembra che sia l’inconveniente più manifesto. Particolarmente per ciò che riguarda la
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povertà e l’obbedienza. Secondo: state deviando nello studio, parecchio! E si va man mano orientando verso una concezione che non è conforme alle Costituzioni. Terzo, anche per ciò che riguarda l’apostolato, un po’ nella redazione. Da qualche mese vado firmando sempre i permessi di stampa dei libri, e c’è un po’ di disorientamento anche lì. Per la parte tecnica e per la propaganda non è volontario, però lì il disorientamento c’è, ed è un po’ portato da circostanze esterne. Tuttavia occorre anche mettere l’occhio e attendere. In modo particolare, quanto alla povertà le pretese aumentano. In certe persone la dedizione è minore, mentre in altre è perfino, l’ho detto già, un po’ esagerata. Le pretese sono molte e il contributo che si potrebbe dare, bisogna che sia dato. Particolarmente questo viene alimentato da qualche persona che è piena di sé e da chiacchiere di chi fa meno e quindi ha sempre tempo per guardare gli altri.
Accennando di nuovo al primo articolo delle Costituzioni, mentre adesso ho ricordato anche il secondo che riguarda l’apostolato, il primo articolo delle Costituzioni, riguardo alla povertà4, bisogna che si stia sempre nella misura giusta paolina. Oggi si tende sempre a maggiore comodità e a un po’ di lusso in qualche casa, e qualche altra casa forse bisogna che si orienti meglio. Speriamo [che questo avvenga] negli Esercizi delle superiore che avranno luogo, mi pare, il 5 o 6 di questo mese, e poi l’altro corso successivo.
Questo riguardo alla povertà. Riguardo all’obbedienza, ci vuole l’accordo fra chi dirige. Mettersi d’accordo, non [vuol dire] fare quel che viene detto, ma mettersi d’accordo. Interpretare quello che si deve fare secondo la circostanza e non secondo la legge; questo è un po’ nell’atmosfera dei nostri tempi, però la religiosa deve sempre essere religiosa. Poi la tendenza a ricevere più dall’esterno che dall’interno. Le Figlie di San Paolo hanno preceduto, ad esempio, nello studio della teologia5. E quando l’ho introdotto, mi dicevano che ero pazzo, che
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non era per loro quello studio, ma adesso l’hanno adottato, e sempre di più. Ma lo studio era fatto nella misura giusta e [ora] certe parole di approfondimento sono sepoltura dello spirito della Famiglia Paolina delle Figlie di San Paolo. Su certi punti non si possono fare correzioni, perché si sa già che si urta. Non solo, ma poi si fa il contrario.
Riguardo al secondo voto, la castità, sono un po’ impressionato dopo gli Esercizi dell’anno scorso e dopo anche gli Esercizi già tenuti in questo anno 1961. Occorre che noi sentiamo sì tante volte da altri, ma dagli altri bisogna fare come si fa se in una casa le suore devono sempre andare alla predica comune del parroco, perché alla domenica non hanno la Messa in casa, e il parroco parlerà magari dell’educazione dei figli, e la suora cosa deve prendere? Deve prendere questo, che i superiori hanno l’obbligo di educare bene e formare bene le suore. Questo è il formale della predica, non la parte materiale, e devono prendere pure il dovere dei figli, cioè l’obbedienza a chi guida l’Istituto. Sempre [prendere] la parte formale, non la parte materiale, letterale, che bisogna ricordare tuttavia per istruzione, non per farci sopra i propositi. Molte cose che sentiamo e leggiamo, sono per istruzione, non perché uno le pratichi: la suora ha altri doveri, appunto perché ha da attendere alla perfezione.
In questo punto bisognerà che si introduca una condotta più disciplinata riguardo al secondo voto6. Più disciplinata, non in tutto, ma in alcune cose. In molte cose camminate già bene, ma adesso progredire e non per dire che tutto sia sbagliato, tutt’altro, ma per progredire.
Tenersi nella povertà nella costruzione e nell’arredamento delle case, e in quello che riguarda la salute. Non conosco altro Istituto in cui le Maestre, chi guida la Congregazione, abbia tanta cura della salute delle persone come il vostro. Ringraziamo il Signore. Ma vi è anche una specie di osservazione di qualcuno: Qui curano anche le altre suore. Questo è un complemento, e c’è una ragione che non ho mai detta e non la dico ancora adesso. Bisogna solo farlo, e continuate pure a fare come fate.
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Questo riguardo l’osservanza del primo articolo delle Costituzioni, ma mi pare che ci sia anche da dire a questo riguardo, più attaccamento al vostro modo: devozione a Gesù Maestro Via Verità e Vita, perché questo è l’unico modo, è l’unico metodo, questo è evangelico ed è cristiano. Ma l’interpretazione bisogna che sia fatta in senso giusto: primo, nel lavoro spirituale interno, di ognuno; secondo, nella formazione delle persone, specialmente delle aspiranti e delle novizie; e terzo introdurlo e insegnarlo, insegnarlo. Insegnare questo! Anche nelle norme che ho già tante volte predicato, specialmente negli anni passati, riguardo al confessionale, e poi riguardo alla interpretazione di quegli articoli che si riferiscono alla pietà.
Veniamo poi al secondo articolo delle Costituzioni, che è la seconda rotaia su cui bisogna camminare: l’apostolato. Voi dovete dare Gesù Cristo, siete associate allo zelo sacerdotale7, non [siete] indipendenti dal sacerdote, no! Associate, vuol dire: come la catechista si associa al parroco, e cosa fa? Dà il catechismo come il parroco. Ma se facciamo così... ma... se.... Se noi predichiamo la mortificazione, vengono pochi ad ascoltarci, non accettano. Ma quella è l’essenza: «Chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua»8. Mille ragioni contrarie, e credono di saperne di più, cioè hanno un po’ di orgoglio in più, e o non capiscono o non si adattano.
Che cosa rimane a me? Di pregare. E che cosa rimane a chi guida? Piangere, aspettare e pregare in silenzio, perché? Dicono: Questi sono arretrati, sono vecchi. C’è prescritto nell’introduzione a quello che viene dato per l’interpretazione dell’obbedienza. Quando una persona, e può essere una suora, può essere un sacerdote, ha un ideale di apostolato e di vita religiosa, e questo ideale è approvato dalla Santa Sede, dopo si deve esigere, non è più un pensiero privato, è l’obbedienza. Perché la persona, che sono io nel caso presente, scompare, ma rimangono le Costituzioni, rimane lo spirito. Però si farà
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di più.... Ma se si volesse dire quel che dicono i protestanti, per cui il protestantesimo si è allargato tanto: Fate il male che volete, basta che abbiate fede e siete sulla via del paradiso. Eh già... fare il male che volete... Certo, se predicassimo così, tutti ci seguirebbero. Dobbiamo particolarmente dire che noi in questo tempo mostriamo una rigidità, un attaccamento al Vangelo. Vedete che campagne scandalose, non siete con gli occhi chiusi, un po’ si vede e un po’ arriva come eco.
La redazione. Quanto alla tecnica, tenersi sulle vie date prima. Adesso invece si va già un po’ ai margini, quindi può essere che non si dia più il visto ad alcune pubblicazioni. Quindi sapete già il perché. Bisogna stare nella linea giusta, perché è obbedienza alla Chiesa e io ho l’incarico, per quanto posso, di tenervi sulla via giusta. Questo Decreto è come prova per dodici anni. E in questi dodici anni sono compresi i giorni presenti. Questo anche quanto alla tecnica.
Quanto alla propaganda, vediamo di studiare meglio la cosa perché ci sia un progresso. Ma questo si dovrà trattare con chi guida in generale la propaganda. Tuttavia, due punti già si possono dare come indirizzo: Non fate propaganda di editori che non sono cattolici e nemmeno di libri non nostri. In principio si diffondevano i pochi libri che c’erano. Ora sono aumentati e allora aumenta la diffusione, ma dei libri nostri in primissimo luogo. In generale si dovrebbe dire che quattro su cinque devono essere Edizioni Paoline. Poi [le edizioni non nostre] si tengono sotto banco, non in vetrina e non sopra il banco, anche edizioni che sono buone, e che forse verranno richieste. Non facciamo propaganda neppure per l’editore. Ma si dirà: Anche quello ha del buono. Ma la propaganda di un editore non conformato al Vangelo non possiamo farla, perché se noi chiamassimo in una nostra chiesa, supponiamo parrocchia, un protestante a predicarci l’esistenza di Dio, noi daremmo scandalo. È quanto così facilmente si fa con una certa propaganda per editori che non hanno lo spirito di dare Gesù Cristo e il messaggio della salvezza, ma hanno lo spirito dei soldi, del portafoglio, sono guidati solamente dall’interesse, e sono disposti a vendere Gesù Cristo anche per meno di trenta denari. Quanto a questo...
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Inoltre, la diminuzione graduale degli oggetti religiosi. In questo è però permesso diffondere ciò che è produzione delle Pie Discepole. La ragione è questa, ci vuole un po’ di tempo a spiegare ma forse non è neppure il caso: non diventiamo commercianti, in sostanza, né industriali! Apostolato! La vostra dignità è questa. E tutto ciò che procede dalla Famiglia Paolina, tutto è buono, nel senso che tutto si può diffondere, perché in sostanza vi è un’unione di spirito, e quello che fa una Congregazione serve anche per l’altra. Vi sono i prezzi da fare, certo, [perciò] vi sono le offerte, perché anche il prete per celebrare la Messa ha bisogno delle offerte, ma... qualcuna saprà spiegare il canone 463. §§1-49 del Diritto Canonico che parla di questo. Adesso non è il tempo.
Riguardo alla disciplina religiosa: Non ci siano persone che perché non hanno più forza di fare certe cose o perché sono in circostanze particolari, impieghino il loro tempo a giudicare. [In primo luogo] giudicare se stessi, non giudicare gli altri. Camminare nell’umiltà. Vi sono, a volte, delle parole così vuote che disturbano. Certo, la Società San Paolo ha circa sessanta laureati. I primi a laurearsi nel 1920, quando si lavorava molto di più nell’apostolato, [furono] due in scienze sociali. Allora quella era la materia indicata fuori delle materie sacre. Eppure hanno sempre fatto tutti almeno tre ore di apostolato. Rivedete un po’ gli orari, poi il modo d’insegnare e anche la disciplina. Non essere così facili a giudicare.
In questi giorni veniva anche un po’ da ridere per un inconveniente che è successo e per cui adesso si è riparato, cioè si sta finendo di riparare, non è finita. Sono trent’anni che ci mandate le fogne sotto, e quante volte gli inconvenienti li abbiamo subiti senza dirvi nulla. [Talvolta] viene un inconveniente, e bisogna gridarlo a tutto il mondo. Vi è qualcuna che bisogna che ragioni anche, oltre ché avere un po’ di spirito buono.
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Ora, c’è da fare una conclusione: Sempre più Figlie di San Paolo, cioè sempre più paoline, religiose paoline. Meno tendenza ad andare a imparare da altri. Si può andare per istruzione, ma si parli del cinema o del libro o della radio e della televisione, noi non siamo gente che non abbia un indirizzo, no. Siamo persone che sono state chiamate a compiere questa missione, e allora dobbiamo stare ferme alla nostra missione, perché così, solo così avremo il premio di ciò che sarà fatto.
Avete la grazia di avere sempre presente in mezzo a voi la Prima Maestra, in quanto la salute glielo permette, certamente. Prendete bene. Non solo venerarla, ma prendere parola per parola, che viene detta sempre in carità e saggezza. Ecco, devo dirlo? Già si sa, quando muore il fondatore o la fondatrice, c’è sempre un po’ di crisi negli istituti, ma per prevenirla, io mi sono consigliato con i miei superiori. Ecco che si è celebrato il Capitolo nel ’60 (’59)10, forse... Poi si fanno questi corsi straordinari di Esercizi: uno quest’anno e dopo due anni ce ne sarà un altro, affinché il maggior numero delle persone possa partecipare. Però che ci siano già certi segni di deviazione così chiari, mentre siamo ancora tutti e due vivi, questo non me l’aspettavo, perché generalmente ci si tratta anche con un certo rispetto... Ma è anche bene che sia successo così, perché sappiate stare attente e prevenire, come ho cercato di fare io. Prevenire ogni deviazione, perché si viva sempre meglio lo spirito. Tuttavia, quando viene detto qualcosa, non venga preso per traverso, perché in varie occasioni io ho dovuto tacere. Certe persone si offendono e allora si tace, aspettando che venga un giorno con maggior luce da Dio. Va bene, ma per tutto quello che desidero di bene, anche l’altro giorno in chiesa, durante la funzione della Settimana Santa, ho detto una cosa che è utile e che dovete prendere bene.
Allora mi facevano osservare: Nelle case dove vi sono le aspiranti, dove c’è la formazione, si desidera che i confessori siano paolini. Allora aiutate a fare i preti. Non vi domandiamo
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altro che questo: l’aiuto per la ricerca, per indicare, non per ricercare. Anzi, non sempre si può ricercare, sebbene qualche volta questo si possa fare tra i parenti, i conoscenti... ma indicare chi dimostra una tendenza alla vita religiosa-sacerdotale. Avete ricevuto il vostro essere religiose dalla Pia Società San Paolo, e quindi beneficio con beneficio spirituale. Vi sono sacerdoti che impiegano tante ore al confessionale. Intanto voi fate l’apostolato, ma essi tendono e fanno la parte più importante. E non andiamo a dire cose oltre la prudenza che bisogna esercitare in questo momento...
Che cosa concludere? I due primi articoli delle Costituzioni sono fondamentali, sono le rotaie. Camminare sulle rotaie che sono rotaie buone, ben messe. La Santa Sede, quando approva, è segno che ha esaminato bene se le rotaie sono ben messe. Camminare su queste rotaie, procedere, togliere l’orgoglio che acceca e compiere pienamente la volontà di Dio, affinché tutto abbia poi il suo premio. Bisogna sempre ripetere, quello che è conformato a Dio, che è la volontà di Dio, quello avrà il premio. Il resto ci darà pena in morte: Ho camminato magni passus sed extra viam: ho fatto dei grandi passi ma fuori strada11.
Sebbene adesso non si possa comprendere tutto quello che ho detto, se starete in questo tempo sotto la luce di Cristo risorto, capirete e aggiungerete anche ciò che è [rimasto] tra le righe, perché vi è chi ha più bisogno e chi ha meno bisogno. E d’altra parte tutti noi vogliamo sempre migliorare.
Prepararci al paradiso, purificando la nostra vita. Purificando la mente, i pensieri; purificando i sentimenti, i desideri dello spirito, cioè del cuore; purificando le parole, la lingua e l’udito e purificando tutta la condotta esteriore, tutta la disciplina dell’Istituto.
E il Signore che è già stato tanto largo con voi di grazia, aumenterà ancora la sua misericordia, sempre più luce, sempre più coraggio e sempre sviluppo, progresso dell’Istituto.
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1 Meditazione tenuta a Roma il 5 aprile 1961. Trascrizione da nastro: A6/an 103a = ac 171b.

2 “Le relazioni tra la Pia Società S. Paolo e le famiglie paoline femminili sono indicate ufficialmente nelle Costituzioni [della SSP], al capitolo “Particolari uffici del Superiore Generale verso le Congregazioni femminili paoline” (Decreto 19 Marzo 1956 della Congregazione dei Religiosi)”. Cf San Paolo, maggio (1957), p. 3, in CISP, p. 169.

3 Cf med. 4, nota 3.

4 Cf Cost ’53, artt. 144-162.

5 Il primo corso regolare di filosofia e teologia per le Figlie di San Paolo iniziò in Casa madre ad Alba (CN) nel 1934. Cf Giovannina Boffa, Gli studi e la redazione nella storia delle Figlie di San Paolo in Italia 1915-1971, Figlie di San Paolo, Roma 2011, pp. 108-110.

6 Il voto di castità.

7 Cf Giacomo Alberione, La donna associata allo zelo sacerdotale, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2001. Cf anche UPS, pp. 164-165.

8 Cf Mt 16,24.

9 Don Alberione si riferisce al Codex iuris canonici del 1917 Can. 463. §1-4 in cui si sottolinea che è lecito ad ogni sacerdote che celebra la Messa ricevere l’offerta data affinché applichi la Messa secondo una determinata intenzione. Cf CIC 1983, Can 945 § 1-2.

10 Il Primo Capitolo generale delle Figlie di San Paolo è stato celebrato a Roma, via Antonino Pio nei giorni 4-8 maggio 1957. La Società San Paolo lo aveva celebrato ad Albano Laziale (RM) dal 4 al 16 aprile 1957.

11 “Grandi passi ma fuori strada”, espressione attribuita a S. Agostino.