Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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27. IMPEGNO E COMPITI DELLA SCRITTRICE *


Qui si possono scrivere dei volumoni! Qual è il lavoro principale del momento? Che cosa avete ancora da fare attorno ai catechismi e al materiale catechistico? È bene ristampare Il Fanciullo provveduto1, rivederlo, modificarlo leggermente se è necessario, perché così come fu fatto, mi pare che servisse ai parroci, per segnare le presenze. Come va la rivista?2. A quante Giornate del Vangelo avete partecipato? A quante Giornate mariane?3 Quello che fate e quello che avete fatto, va bene, e così vi trovate proprio nella vostra strada; nella vostra vocazione. Soprattutto non rimanere mai senza di ciò che è già stato editato: si va a sbalzi, un po’ ci sono i testi, un po’ non ci sono, come è successo ultimamente. E questo disturba un po’. Dobbiamo sempre protenderci in avanti! Se un libro deve servire per maggio, deve uscire almeno a marzo. Il punto di partenza è sempre la redazione. Se c’è un po’ più di tempo, la redazione si fa con maggior calma e si fa meglio. Così pure la tecnica. Mi dicevano: Per l’urgenza del lavoro siamo stati alzati fino all’una dopo mezzanotte, al ritocco! Eh, ma a quell’ora si ritocca altro! C’è pericolo di non vedere quello che dovrebbe essere ritoccato...
Per far bene il lavoro e anche per avere il tempo di lanciarlo, lavorare un anno per l’altro. Quest’anno mi pare che il grande
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problema sia questo: come far arrivare i testi di catechismo e i sussidi catechistici nelle nazioni di lingua francese, spagnola, portoghese, inglese. Come si può fare? La cosa deve essere studiata. Ci sia una fra voi che curi questo lavoro, e vigili soprattutto perché si segua il metodo. Questo è la grande ricchezza della Congregazione: noi dobbiamo dare tutto Gesù Maestro Via, Verità e Vita; non dobbiamo sminuirci! Non dobbiamo lasciarci sviare! Ci vuole un catechismo pieno di liturgia e di Vangelo. Ci vuole un Vangelo pieno di catechismo e di liturgia. Ci vuole una liturgia piena di catechismo e Vangelo. Queste tre cose sempre unite. Noi dobbiamo uscire sempre così. Non perdere la nostra ricchezza per pochi soldi, è la ricchezza che ci dà Gesù, e perché il libro sia più piccolo e costi due tre lire di meno si rischia di non dare tutto Gesù Cristo.
Questa ricchezza la devono conservare soprattutto le scrittrici. Attente a non diventare incolori! Se si diventa incolori, la Congregazione perde il suo valore. Tenete fermissimamente al vostro metodo. È una grazia specialissima: sta a voi il corrispondervi. È facile dare qualcosa che piace. Ma noi non dobbiamo dare ciò che piace agli uomini, ma ciò che piace al Signore e ciò che il Signore vuole da noi. Dobbiamo tener fermo su questo metodo, è il metodo secondo la Chiesa, secondo Gesù Cristo. Siamo nati per correggere qualche cosa del mondo, non per seguire il mondo. Noi dovremmo essere così fedeli, così dediti a questo principio, che il nostro catechismo diventi universale. Tutti parlano di un catechismo universale, e intanto nessuno riesce a farlo. Se noi diamo a tutti i nostri catechismi, come sono stati pensati, dopo tanta preghiera, a poco a poco, diventeranno catechismi universali. I vescovi trovano in essi quello che si deve dire e che sono ben fatti. Poco per volta si imporranno da sé, soprattutto se fortificati dalle filmine, dai cortometraggi, dai sussidi...
È dal 1911 che penso e prego per i catechismi, prima ancora che ci fosse la Congregazione. Dicono che vogliono cambiare le formule di Pio X. È dal 1927 che lo dicono. Voi andate avanti! Lavorate come se non dovesse venir subito il cambiamento. Se lo faranno, metteremo le aggiunte, le correzioni... Se faranno qualcosa di meglio, lo prenderemo. Noi siamo del partito
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del meglio, perché siamo del partito di Gesù Cristo. Adesso venite [anche voi] alle funzioni, almeno a qualche funzione in preparazione alla consacrazione del tempio alla Regina degli Apostoli. Nella cupola c’è scritto: «Ed erano tutti uniti in preghiera con Maria Madre di Gesù; e lo Spirito Santo discese sopra di essi e... coeperunt loqui!»4. Abbiamo interrogato i sacerdoti quale frase mettere: chi ha fatto una proposta, chi un’altra. Poi abbiamo messo questa, perché intendiamo che discenda lo Spirito Santo su quanti si dedicano alla redazione: «Et coeperunt loqui!» e incomincino a parlare per mezzo del cinema, della radio, incomincino a dire il loro pensiero con lo scritto.
Qui dovete proprio dedicarvi alla santificazione. Che le prime scrittrici non siano solo sante, ma santissime, ma purissime, più buone delle altre, più ubbidienti delle altre, e sentire di più la delicatezza e la responsabilità dell’ufficio: «Opus fac evangelistae»5. Sapeste in quale periodo delicatissimo siete e come è pieno di conseguenze! Però: «Pregavano tutti assieme e lo Spirito Santo discese sopra di essi»6. Noi molte volte separiamo Dio dall’io. No: Dio e io, sempre! È Dio che vi ha messe qui, Dio che vi ha messo la penna in mano, è come se prendeste gli appunti da Dio e poi scriveste. Andate in chiesa, andate alla Visita e poi domandate al Signore che cosa vuole che diciate, poi scrivete. Attingete alla Messa, alla Comunione, al tabernacolo... poi scrivete. S. Agostino stava delle ore davanti al tabernacolo, la testa appoggiata quasi alla balaustra. Molte riviste, molti libri a volte confondono. Prendete soprattutto da Dio. Sentire il Signore! Che la vostra divenga opera apostolica: «Opus fac evangelistae».
Vi abbiamo messe sotto la cupola perché scenda sopra di voi lo Spirito Santo. Ognuna sia come una fiamma. Se non è così, troverete l’ufficio arido, il cuore vuoto, la penna sembrerà che non voglia scrivere. Se invece agirete sotto l’azione dello Spirito Santo alla fine della vita vi troverete tante opere scritte; e anche se non ne avrete scritte molte, avrete dato il meglio.
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Tenetevi sotto l’azione dello Spirito Santo, pregate la Regina degli Apostoli, pregate con la Regina degli Apostoli! Vi sono le tentazioni delle propagandiste, vi sono le tentazioni di quelle che si dedicano all’apostolato tecnico, vi sono le tentazioni di quelle che si dedicano all’apostolato cinematografico, e vi sono le tentazioni delle scrittrici. C’è un diavolo apposta per voi, scacciatelo, tutte insieme scacciatelo!
Voi, vi volete bene? Ma proprio bene? Dovete volervi molto bene, altrimenti siete fili d’oro, ma separati l’uno dall’altro. Bisogna che siate tutte unite, che vi consideriate parte importante dell’Istituto. La tecnica dipende da voi e la propaganda dipende da voi. Vorrei che sentiste la delicatezza dell’ufficio vostro. Intanto da parte vostra l’Istituto acquista un aspetto nuovo, perché non solo stampa, non solo diffonde ciò che stampa, ma produce, scrive ciò che stampa e diffonde. Sentite la delicatezza dell’ufficio! Recitate le Litanie per la formazione degli scrittori7, sia per comprendere quale parte importante l’Istituto vi affida, sia per scoprire e scacciare il diavolo. Non invanitevi di essere la parte intellettuale. A volte vi sentite lontane, separate, eppure è necessario che siate qui; e se questa casa non fosse costruita, l’Istituto dovrebbe preoccuparsi seriamente di costituirla. State qui e trovate le ispirazioni in Gesù e vedrete che Gesù farà grandi cose per voi, come le ha fatte per S. Teresa8 e S. Caterina9. Che vi gioverebbe aver tante conoscenze, quando al momento del bisogno non trovaste nessuno che vi aiuti? Abbiate di guida il terzo mistero glorioso e le figure che si riferiscono a questo mistero.
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* Conferenza, in dattiloscritto, carta vergata, fogli 2 (22x28), tenuta in sala S. Paolo, a Grottaferrata, il 19.12.1954. Le curatrici successivamente hanno aggiunto a mano il titolo: “Impegno e compiti della suora scrittrice”.

1 Il libretto di devozione a cui accenna Don Alberione per la ristampa, affidata a M. Assunta Bassi, è stato pubblicato per la prima volta dalla Pia Società San Paolo ad Alba nel 1929. Come risulta dal sottotitolo comprende: nozioni di catechismo, devozioni, Vespro, canto sacro. È stato ristampato nel 1933.

2 Si riferisce alla rivista catechistica Via, Verità e Vita, iniziata a Roma nell’ottobre 1952 dal Centro Catechistico Paolino delle Figlie di San Paolo.

3 Le Figlie di San Paolo hanno dato inizio fin dal 1925 alle Feste del Vangelo o del Divin Maestro, realizzate a livello di parrocchia o di diocesi, talvolta accompagnate da conferenze. Si concludevano in forma quasi liturgica con la consegna del Libro sacro da parte del parroco o del Vescovo. Cf Martini C. A., Le Figlie di San Paolo. Note per una storia, Roma 1994, p. 295.

4 Cf At 1,14; 2,4: «…e cominciarono a parlare».

5 Cf 2Tm 4,5: «Compi la tua opera di evangelista».

6 Cf At 2,1-2.

7 Cf Le preghiere della Famiglia Paolina, Ed. 1996, pp. 227-231.

8 Teresa d’Avila (1515-1582), carmelitana, mistica spagnola, riformatrice del Carmelo, Dottore della Chiesa.

9 Caterina da Siena (1347-1380), terziaria domenicana, Dottore della Chiesa, patrona d’Italia.