Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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17. LA SOLITUDINE INTERIORE *


Certamente il Signore si compiace di vedervi tutte qui radunate in un solo spirito, con l’animo teso verso la santità, verso la sua gloria, verso il paradiso. «Dove sono due o tre raccolti nel mio nome, io sono con loro»1. Gesù è quindi con voi, e voi siete con Gesù? Se Gesù è con voi, fiducia! Avete sentito il suo bell’invito, vi siete raccolte per vivere in una solitudine morale.
È dolce riposare nel Signore, è dolce sentire di nuovo l’intimità con Gesù, è dolce togliere quelle cose che possono dividervi da Gesù. Non vi saranno certo delle pietre, ossia peccati, ma vi possono essere dei fogli di carta che vi separano da lui. È dolce quindi sentire di nuovo, rinnovata la vostra intimità con Gesù.
Abbiate fiducia, voi avete accettato l’invito ed egli manterrà la sua promessa: «Loquar ad cor ejus»2. Gesù vi aspetta per grandi grazie, non ci sia quindi posto per la sfiducia, lo scoraggiamento: siete tutte chiamate alla santità! Fiducia che il Signore mentre chiama, dà la grazia. Vivere nell’intimità con Gesù, vivere in solitudine.
In che cosa consiste questa solitudine? Sentire solo Gesù, sentire Gesù che dà le grazie. Ascoltare lui solo, non le creature se non in quanto sono necessarie: prediche, direzione spirituale, assoluzione, indirizzi per la vita di apostolato. Il vostro parlatorio sia aperto solo per Gesù, Maria e S. Paolo. La solitudine interiore vuol dire raccoglimento. Ciascuna dica: Adesso ho da attendere a me, mettermi davanti al Signore. Lungo l’anno faccio tante cose: apostolato, propaganda, feste del Vangelo, ecc.; ora devo attendere solo a me. Trattare anche di queste cose, ma fermarsi più al bene, se è stato fatto bene, piuttosto che al mal fatto.
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Ovunque vado, vedo con grande consolazione, e questo credo sia anche consolazione di Dio, che avete impegno. È facile fare rinunzie, ma è difficile fare piccole rinunzie. A volte si verifica questo fatto: si danno dei grandi pranzi a favore dei poveri e a servirli vanno dei signori, ma se si tratta di mettersi alla loro pari non ci sono più. Vedere se in noi c’è la vera virtù, che sta in tante piccole cose: calpestare l’orgoglio, mettersi alla pari delle sorelle inferiori a noi.
Stare raccolte. Nel raccoglimento è tanto facile che in primo luogo si venga all’esame di coscienza, e si arrivi poi al proposito. Gli Esercizi sono una fermata lungo il cammino, come chi scala una vetta e trova un piano dove si ferma per respirare, riprendere forza e intanto guarda al cammino che ancora gli resta da fare. Perciò sguardo al passato e sguardo all’avvenire. Su quanti punti? Su due: 1) Faccio bene nella mia vita individuale, nella mia vita di apostolato? Come ho fatto come individuo e come apostolo? 2) In avvenire come voglio fare nella vita e nell’apostolato?
Hai avuto una bella vocazione. Hai corrisposto con generosità. Hai fatto un’intima professione: Mi dono, mi consacro... La professione si è andata perfezionando? Sono stata abbastanza casta, ubbidiente, osservante della povertà?
Bisogna considerare la professione come l’arrivo ai piedi del monte della santità. Sono salita? Sono delicata? Come amo l’Istituto? Sono più suora, più di Gesù ora che nel giorno della mia professione? Vedere il progresso, non neghiamolo, però le grazie attribuiamole al Signore e siamogliene riconoscenti.
Come preparo l’anima al paradiso? Mi pare di essere distaccata da tutto, di non aver più nessun filo che mi lega alla terra? Mi pare di essere sempre più celestiale, più elevata? La vita religiosa è un noviziato per il cielo, andiamo verso il cielo.
A me pare che la vita paolina rappresenti sempre più una vita di cielo. La Congregazione deve rappresentare sulla terra quello che essa è già in paradiso per i membri che già vi si trovano. Non avere scrupoli, ma detestare le imperfezioni come le detesta nostro Signore. Avere tanto desiderio di correzione come l’ha Gesù. Gesù desidera che la sua sposa sia sempre più intima con lui, sia sempre più bella all’esterno come all’interno.
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Cosa si aspetta da te Gesù per il nuovo anno spirituale? Vi è qualcuna che progredisce? Vada diritta, non si intoppi in tanti cavilli... Superi le tentazioni, le battaglie con merito. Molte volte basta un piccolo sacrificio per superare certe difficoltà. C’è chi dice: Io non mi trovo con il confessore, allora parlare di più con Gesù, senza troppi uomini di mezzo.
L’esame sull’apostolato consiste nell’esame su il determinato ufficio che una ha. Tutta la Congregazione assieme fa l’apostolato, non importa se una prepara la minestra e l’altra le legature! Vedere piuttosto se ci sono state le forze dell’intelligenza, della volontà, del corpo e se queste sono state applicate all’apostolato. Le bellezze del nostro apostolato si possono capire sempre meglio. Che cosa richiede la propaganda collettiva? Sforzo di intelligenza per risparmiare le forze e aumentare il risultato. Ci mettiamo l’intelligenza nelle cose? Nel presentarci? Nell’esporre il libro? Mettere le forze della volontà. Vi sono persone che hanno già tanti anni di meriti, di apostolato fatto con dedizione, queste hanno messo in esso tutte le proprie forze morali e fisiche. L’apostolato non è una attività semplice, è difficile, ci vogliono proprio dei voglio sinceri, profondi.
Mettere nell’apostolato il cuore. Amare ciò che si fa, non accettare un ufficio per forza, ma per amore. Quando c’è il cuore, se ne parla con entusiasmo, si studia il meglio.
Mettere nell’apostolato le forze del corpo, quelle che si hanno. Metterle però con economia: guadagnar tempo, inventar modi per riuscire bene, prendere il riposo necessario e a tempo. Il vostro corpo è vergine, ha tante energie, dovete portarlo in paradiso. Economia di forze: non fare cose inutili, ma quelle utili. Non si voglia guadagnar tempo facendo eccessivi sforzi, come lavorare dopo cena, [perché] si finisce per non far tutto quello che si sarebbe potuto compiere.
Contemplate lo spettacolo delle vergini in cielo: vergini di mente, vergini di volontà, vergini di forze. La conclusione di questi Esercizi deve essere per voi un giorno di grande letizia: che la vita della Congregazione sia sempre più conforme alla vita celeste, che questa sia preambolo di quella.
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* Predica tenuta durante un corso di Esercizi a [Roma], il 21 giugno 1954, stampata in sedicesimo, pp. 1-4. Esiste anche un dattiloscritto successivo, carta vergata, fogli due. Si ritiene come originale lo stampato.

1 Cf Mt 18,20.

2 Cf Os 2, 14: «Parlerò al suo cuore».