Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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19. VERGINITÀ DELLA MENTE, DEL CUORE E DEL CORPO *


Questa mattina abbiamo considerato la necessità della pace nelle nostre Famiglie, quella che viene dall’intimità con Gesù. Vi sia nelle nostre case sana letizia, carità vera, in modo che in tutte si possa dire: «Requiescite pusillum»1. Passar sopra a tante cose, entrare in cappella e dire tutto a Gesù, alla Madonna, e specialmente sottoporre a Gesù quanto si tratta di apostolato.
Quel testo di S. Paolo: «Beati i passi di chi porta il Vangelo»2 si riferisce specialmente all’apostolato, alla vita religiosa.
Passare sopra a molte cose, volersi proprio bene. Il Vangelo è carità, vivere il Vangelo è amore. Giova anche moderare il lavoro. Non va bene fare la casa delle nervose oppure, come dicevano in una adunanza dei superiori, la confraternita delle scontente.
Siamo destinate alla letizia eterna. Qui però, su questa terra, si è sempre in una valle di lacrime e bisogna aver pazienza. È utile che si leggano e si meditino spesso i «Caratteri della carità»3 e le «Beatitudini»4. Che si possa offrire tutto a Dio come a un fuoco che consuma tutto! Spendiamo le nostre forze per Gesù: verginità del cuore, della mente, del corpo fino all’ultimo. Il legno si consumi tutto, si consumi [anche] l’amor proprio.
Al mattino rinnovare la nostra professione, rinnovare la consacrazione a Dio: essere sempre giovani di professione, fino alla morte si è sempre in noviziato. Dopo che in vita avremo sempre risposto sì al Signore, diremo poi l’ultimo sì alle porte dell’eternità. Ho incontrato un sacerdote in Canada il quale ha predicato diverse volte anche ai nostri e gli ho chiesto: Continua
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dunque [ad] andare in giro a far le prediche?. Il superiore mi ha detto: Ancora dieci anni di lavoro e poi il premio: «Laetantes ibimus»5.
Non fare mai il broncio a nessuno. Non vogliamo presentarci al Signore con il broncio! Presentiamoci liete a ricevere il premio. «Mi hai dato cinque talenti e ne ho trafficati [altri] cinque»6, ossia ho consumato tutte le forze per Gesù. Si può dire così quando tutto il legno si è consumato, quando avremo consumato tutte noi stesse per il Signore. Quindi, tutti i giorni, [essere] sempre professine nuove, in attesa della professione eterna.
Verginità della mente. Quando è che la mente è vergine? Quando non mescoliamo pensieri di Dio con pensieri contro la carità, contro i superiori, contro l’apostolato, ecc., quando non si pensa contro i superiori, contro l’apostolato, quando con la mente non si offendono le virtù. Questa verginità della mente è la più essenziale, la più importante ed è la più violata, la più offesa. Quante immaginazioni, quanti pensieri contro la carità! Quante preoccupazioni, quante sofferenze ci procuriamo con i pensieri!
Non sprecare la mente, sia tutta diretta a Dio. Secondo che la mente pensa, si opera lungo il giorno. Nessun merito si fa senza la mente. Il maggior bene si fa con la mente.
Verginità della volontà: tutto il nostro essere al Signore. Dirgli: Sono nelle tue mani, o Signore; che tu, o Signore, possa disporre di me come desideri, possa fare intieramente di me quello che vuoi. Essere di Gesù, essere del Signore! Non preoccupiamoci che di essere ben volute da Gesù! Verginità di volontà: non un atto di bontà verso una e di dispetto verso un’altra, non aver cose nostre da far valere, da difendere: abbiamo da salvare anime!
Verginità di cuore. Si ama veramente il Signore con tutto il cuore? Chi ama il Signore si industria ed è generoso nell’apostolato.
Che ci sia l’amore alle anime, non l’ambizione di fare di più per essere stimate. Non ci siano questioni personali. Per voi ci
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vuole dell’eroismo, ma se al mattino avete pregato bene è facile superare gli ostacoli, i pericoli della giornata!
Sempre più la Comunione sia ben fatta, così la professione sempre più perfetta fino all’ultimo giorno, quando si rinnoverà sul letto di morte.
Verginità del corpo: non che un giorno si guardi il Crocifisso e domani un libro o una pellicola pericolosa. Occhi sempre aperti a vedere, a osservare quello che piace a Gesù.
Verginità di occhi, verginità di lingua, verginità di tutti i sensi compresa la fantasia, l’immaginativa. Donazione completa a Gesù, in questa donazione ci sarà la nostra felicità, ci sarà anche salute fisica. E poi doppia gloria: questo corpo conservato nella verginità darà gloria a Dio e risusciterà glorioso.
Offrendoci ogni giorno a Gesù facciamo l’esame di coscienza. Buone Comunioni. Offrirsi come un’ostia viva gradita a Dio. Allora le nostre giornate saranno complete e Gesù stesso si donerà a noi interamente e la nostra vita sarà bella, serena.
Non basta offrire Gesù al Padre, ma offrire noi, offrire le nostre fatiche. Gesù nella sua vita si è stancato. Ha offerto tutte le sue forze al Padre celeste.
Per la mia parte sono contento delle Figlie di San Paolo, specialmente della formazione che avete. Ci sono degli inconvenienti, ma senza fatiche, senza donazione non si va in paradiso. Non si potrebbero risparmiare per metà le lagnanze? Vorrei però che a questo riguardo mi capiste bene. Certo, ai superiori si può sempre scrivere, ma certe lagnanze, certe lamentele mi pare che si potrebbero eliminare.
Dobbiamo presentare al Signore qualche cosa che sappia di sacrificio, di rinuncia. Camminare serene, con gli occhi verso il cielo, [come] le turbe entravano liete nella città santa. Ma questa era solo una figura della celeste Gerusalemme.
Ma stamattina sono tanto oppressa!. Prima va’ a sfogarti con Gesù, altrimenti in casa fai il temporale. [Così] la vita in famiglia sarà un lembo di paradiso, un angolo di cielo.
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* Meditazione tenuta durante un corso di Esercizi spirituali a [Roma?], il 10 luglio 1954, stampata nel sedicesimo citato nella meditazione n. 17, nota dell’asterisco (*).

1 Cf Mc 6,31: «Riposatevi un poco».

2 Cf Rm 10,15.

3 Cf 1Cor 13,1-13.

4 Cf Mt 5,3-10.

5 Cf Sal 122,1: «Lieti andremo [alla casa del Signore]».

6 Cf Mt 25,20.