Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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74. LA FEDE74
1. La seconda parola di Gesù è per rafforzare la fede. Certamente abbiamo bisogno di accrescerla sempre. Mi sembra di dover dire che il Credo, alle volte, si recita un po' meccanicamente. Quando si chiede al Signore si sente di più il bisogno, il Credo invece sembra una formula fredda, eppure deve essere la prima preghiera.
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2. Si parte sempre dalla fede, perciò l'atto di fede precede gli altri. Di conseguenza si guardi il Credo come la preghiera fondamentale, non si fa solo un esercizio di memoria o un'esortazione che non tocca il nostro essere, esso tocca tutta la mente, l'intelligenza che è la parte più nobile.
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3. Il Credo è una grande preghiera che piace a Dio. Se si dovessero fare gli esercizi da soli, bisognerebbe meditare sul Credo, poi sui comandamenti, poi sulla preghiera. Anche se un giorno dovrete predicare gli esercizi alla gioventù, sempre seguite questa maniera.
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4. Oltre che la fede nei dodici articoli, pensare molto al primo «Credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra». Dio è creatore, Dio è Provvidenza. La Provvidenza consiste in questo: che il Signore ci provvede i mezzi necessari per salvarci e i mezzi per la vita presente.
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5. Se il Signore vuole che si studi, egli illuminerà la mente, ci farà capire e ritenere. Ognuno deve conoscere quanto dovrà fare nella vita. Una si dovrà santificare in cucina, l'altra facendo scuola. Se una studia, si applica e prega, il Signore le farà imparare bene quanto le serve per compiere la missione che un giorno le verrà affidata.
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6. Il Signore è buono e disponendo l'anima a fare un certo ufficio, già creandola le dà i doni e nella vita le darà le grazie necessarie. Lasciare fare a Lui, da parte nostra mettere la nostra buona volontà, poi abbandonarsi a Lui. Dio provvederà, è la storia della bontà di Dio.
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7. Tante volte crediamo di aver fatto noi, ma è il Signore che dispone, guida e porta tutto alla sua gloria. Il Signore arricchisce sempre di più di grazia quando non trova ostacolo in noi e fa quel che vuole. Ma siccome Lui fa quel che vuole, guai a chi si insuperbisce! Abbiamo sempre paura del nostro orgoglio, nello stesso tempo facciamo quanto possiamo da noi.
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8. Dichiariamoci servi inutili e diciamo: Signore fa di me quello che ti piace. Ognuna si consideri nelle mani del Signore, come una palla di cui egli possa fare ciò che vuole.
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9. Fidiamoci di lui nello spirito, nello studio, nell'apostolato, nella povertà. Dunque aumentare la nostra fede. Sì, c'è già la fede di salvarsi, ma ci vuole quella di santificarsi e di fare di più.
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10. Il Signore alle volte ci fa esercitare la fede, ma se noi la mettiamo egli poi interverrà. Mettere fede nel lavoro spirituale: che riusciamo a vincerci e a progredire. Fede nello studio: che riusciamo ad acquistare la scienza necessaria. Fede nell'apostolato: che riusciamo perché è nella vocazione nostra.
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11. Sempre dire al Signore: aumenta in noi la fede. Avere fiducia nel Signore e sarete sempre più benedette, avrete sempre più luce nel lavoro spirituale, sempre più grazia e coraggio, sempre più luce nello studio. Così la vostra congregazione progredirà. E sempre ricordarsi che Dio resiste ai superbi e dà la grazia agli umili.

Albano Laziale (Roma)
24 aprile 1957

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74 Albano Laziale (Roma), 24 aprile 1957