Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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61. AMORE A DIO E AL PROSSIMO61
1. La vocazione religiosa è la vocazione all'amore perfetto di Dio e la vocazione delle suore pastorelle è la vocazione all'amore del prossimo, sicché le pastorelle hanno da vivere di due amori: al Signore e alle anime. L'amore al Signore: amarlo con tutta la mente, il cuore e le forze. Amore al prossimo: lavorare con impegno per la santificazione delle anime a voi affidate come lavorate con impegno per la vostra santificazione.
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2. Agire con retta intenzione, vedere di averla anche negli studi che fate e nel lavoro spirituale. Noi dobbiamo purificarci dal difetto che come un ladro entra in casa, ad esempio dal cercare la riconoscenza degli uomini, dal godere dell'approvazione e della lode, dal voler mettere in mostra il proprio bene.
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3. Chi fa il bene, non deve aspirare alla lode, alla simpatia, all'ammirazione degli uomini, ma al riconoscimento da parte di Dio. Quando una persona dimostra riconoscenza, è facile che la stimiamo ed amiamo di più; invece se non ce la dimostra, facilmente la guardiamo con occhio torvo: qui c'entra l'amor proprio.
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4. Quanto al tratto dobbiamo essere uguali con tutti. San Paolo dice e continua a fare il bene nonostante gli si oppongano.
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5. Avere sempre le stesse intenzioni di Gesù: gloria a Dio e pace agli uomini, con questo programma gli angeli hanno salutato la nascita di Gesù. Egli ha attuato sempre questo programma. Ha amato tanto Giuda che è stato così ingrato da venderlo e da mettersi a capo dei nemici. Nonostante sapesse che era un segnale di tradimento, si è lasciato baciare. Aveva tanto beneficato gli apostoli, eppure nell'orto di Getsemani lo abbandonarono e Pietro lo rinnegò.
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6. Non cerchiamo mai la gratitudine umana. Guardiamo che la nostra vita piaccia a Gesù, cerchiamo di fare sempre e tutto per la gloria di Dio e per la santità degli uomini.
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7. Non fermarsi e fare sforzi enormi in propositi che non hanno importanza, ma guardare al «primum et maximum» comandamento. Offrire azioni e patimenti con le stesse intenzioni di Gesù che si offre sugli altari.
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8. Animare tutto col soprannaturale, vedere nel prossimo Gesù. Fare il bene al povero, al peccatore, all'ignorante, al misero. «Tutto quel che farete ad uno di questi minimi l'avrete fatto a me» (Mt 25,40).
Domandare al Signore che ci apra un po' la testa.

Albano Laziale (Roma)
23 febbraio 1957

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61 Albano Laziale (Roma), 23 febbraio 1957