Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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57. NECESSITA' DI ESSERE UMILI57
1. Questa mattina chiediamo a Gesù buon Pastore la grazia della santa umiltà. «Fa il mio cuore simile al tuo», diciamo a Gesù che è dolce e mite di cuore. Se noi otterremo questa grazia, assomiglieremo a Maria, la Virgo humillima, ci metteremo nell'infinita misericordia di Dio, porteremo tanto frutto nell'apostolato, avremo tanta serenità in morte e tanta gloria in cielo.
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2. Considerate l'umiltà come un dono grande, segreto di tutta la riuscita in terra e di tutta la beatitudine in paradiso. L'orgoglio invece è la rovina di tutto, rende la vita sterile, priva l'anima di infiniti meriti e di quella esaltazione a cui Dio l'aveva chiamata. Aver paura di noi, del nostro io, dell'orgoglio e pregare per non cadere, come facevano i santi. L'orgoglio opera in noi ogni distruzione e rende l'anima cieca a tutto.
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3. L'umiltà è ubbidienza verso chi guida, è carità verso tutti, è inclinazione a occuparsi delle cose umili, è tenersi un nulla, considerarsi carichi di peccati. L'umiltà ci fa considerare deboli, ci fa chiedere perdono e aiuto, è quella virtù che ci carica di meriti, è il sentimento di diffidenza di se stessi e ci porta a consigliarci, a farci dirigere, ad accettare dal Signore le prove della vita e gli uffici che ci vengono assegnati. L'umiltà è tanto più preziosa, quanto più abbiamo dei doni. Non vuole che neghiamo i doni, ma vuole che li consideriamo di Dio, non nostri.
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4. La vocazione, i doni di intelligenza, i desideri di bene, tutto è di Dio. L'unica cosa che è nostra è il peccato. Rendersi capaci di ricevere le grazie che Dio non nega ad alcuno. Il Signore va in cerca delle anime che sappiano ricevere le sue grazie. L'orgoglio è come una peste, è la nostra testa piena di presunzione e di boria, è presunzione che guarda solo a ciò che ha di bene per gloriarsi.
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5. Il Signore nega le grazie ad un'anima presuntuosa. Ad esempio, se avete in mano un candeliere, voi cercate un piano per poggiarlo, non una punta. L'acqua non rimane sul monte, ma scende a valle. L'orgoglio è la punta e il monte che respingono le grazie di Dio. L'umiltà invece è il piano e la valle a cui affluiscono e poggiano tutte le benedizioni e tutte le grazie.
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6. Vi sono diversi gradi di umiltà: i santi ne enumerano parecchi, ma tutti indicano il primo grado nell'obbedienza.
Essere disposti sempre alla volontà di Dio, dovunque egli voglia metterci.
Credere che tutto il bene che c'è in noi è di Dio e se c'è del male, questo solo è nostro. Di fronte a un bel quadro noi ammiriamo il pittore, così di fronte ai doni, ammiriamo Dio.
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7. L'umiltà riconosce anche il male che c'è in noi. Abbiamo peccato perché abbiamo confidato in noi stesse. Com'è diversa la confessione di un'anima umile da quella di un'anima superba! Com'è diverso leggere o ricevere le confidenze da un'anima umile e leggere o ricevere le confidenze da un'anima orgogliosa! Guai a chi confida in sé! San Pio X che ha fatto tante e grandi cose, si umiliava sempre a chiedere consigli anche ai semplici sacerdoti. E fu uno di questi che gli suggerì di scrivere il Diritto Canonico. Si può domandare consiglio a tutti.
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8. Siamo tutti peccatori. Una vita intera di penitenza non potrebbe soddisfare un solo peccato. Ci vuole sempre il sangue di Gesù.
Ricordare spesso la frase di Gesù: «Chi è primo tra voi, sia il servo di tutti» (Mc 9,35). Chi è più in alto, deve amare di più, aiutare, soccorrere, confortare. Saper capire le anime: lo stesso scrupolo ed immaginazione diventano una malattia, un dolore. Tutti possiamo cadere ed aver bisogno di chi ci aiuti a rialzarci.
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9. Facciamo come il pubblicano che si batté il petto chiedendo perdono al Signore e rimanendo in fondo alla chiesa.
Guardiamoci dall'orgoglio che ha fatto cadere Lucifero ed Eva. Le donne in generale vanno più soggette alla vanità, all'orgoglio, facendo poi cadere anche l'uomo. Fu Maria che con la sua umiltà rialzò le sorti dell'umanità. Perciò chiediamo alla Madonna questa virtù, chiediamogliela sempre e specialmente con la recita dell'Angelus.
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10. La vocazione è il più prezioso dono che Dio possa dare ad un'anima: è il dono di privilegio, di benevolenza. L'umiltà è il segreto di ogni riuscita. Imitare gli esempi di Gesù che si umiliò fino a farsi uomo e a morire in croce. Non solo, si è fatto pane: l'eucaristia è lo stato di umiltà di Gesù.
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11. Stare a capo chino e invocare misericordia. Se c'è una paura da avere è questa: paura dell'orgoglio. Anche l'impurità, come ogni altra mancanza, viene dall'orgoglio.
Dopo tanti meriti san Francesco si stimava il più grande peccatore. Se c'è una paura da avere è quella dell'orgoglio. Ma, direte, non c'è d'aver più paura dell'impurità? L'impurità la commettono le persone orgogliose.
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12. Tempo fa andai a vedere una chiesa che non avevo più vista da tanti anni. La trovai letteralmente trasformata. Che splendore, che ricchezza in quella chiesa! Restai ammirato a così bella opera e pensai subito: chissà quanti meriti chi aveva fatto fare tutto quel lavoro per la casa di Dio! Chiesi chi l'aveva fatta e mi fu risposto che quella persona poi si inorgoglì ed ora il Signore l'ha fatta ridurre nella miseria e nell'abbandono, dove soltanto ha potuto ravvedersi e riparare.
Io sono sicuro che se questa predica porta frutto, sarà la fortuna vostra e per tutta l'eternità. Lo volete? Sì.
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13. Seguire Maria nell'umiltà: ha voluto partecipare a tutte le umiliazioni del Figlio per la salvezza nostra. Anche noi dobbiamo associarci a Gesù e a Maria.
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14. Un grande augurio vi faccio: che siate umili. Il Signore vi farà sante e la congregazione si svilupperà. Questo è l'augurio e la preghiera che faccio per voi e voi farete altrettanto per me e per tutti, perché siamo umili, ognuno nella nostra posizione.
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15. Oggi ciò che aiuterà tanto ad essere umili sarà la considerazione «Memento homo, quia pulver es et in pulverem reverteris» (lit.).
Fra un po' daremo l'ultimo saluto alla cara salma di madre Claudia. La sua vita e la sua morte ci siano di ammonimento e di esempio.

Albano Laziale (Roma)
16 febbraio 1957

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57 Albano Laziale (Roma), 16 febbraio 1957