Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

RITIRO PER LE SUPERIORE - FEBBRAIO 1957
54. BEATO CHI OPERA CON COSCIENZA RETTA54
1. Come vi ho detto ieri sera (1), nella professione l'anima si dona tutta al Signore. Allora si stabilisce tra l'anima e Gesù una comunione di beni; l'anima che ama Gesù e Maria madre del divino Pastore, riceve grazie particolari e così va avanti di virtù in virtù fino a stabilirsi per sempre in Dio.
~
2. L'anima che ama Gesù, porta dei frutti di santità che si ripercuoteranno su tutte le anime che avvicina. Il vostro amore a Gesù si rende concreto nell'amore alle anime: per queste voi date forze, capacità, tutta la vita, come avete professato. Come Gesù che non era solo del Padre, ma anche delle anime. Infatti «propter nos homines et propter nostran salutem descendit de coelis» (lit.). E patì e morì per noi.
~
3. Così voi, giorno per giorno, donate la vostra vita, finché viene il giorno in cui il Signore vi chiede il dono supremo della vita. Vi dirà: «Vieni sposa di Cristo, vieni a ricevere la corona di gloria». L'ultima professione la farete sulle porte del paradiso. Perciò è sempre bene sul letto di morte ripetere la formula della professione. Così, come la si può rinnovare ogni giorno nella comunione. Sulle porte del cielo si fa una professione eterna, indissolubile fatta direttamente con Gesù e accettata da Lui e da Maria madre del divino Pastore, Regina dei vergini.
~
4. Certamente avete dolore per aver perduto una vostra sorella, tanto buona e zelante. Ma niente vi turbi! Vi sono tre chiese: la militante, la purgante, la trionfante. La congregazione può avere membri nelle tre diverse chiese: l'amore però vi terrà sempre unite. Madre Claudia è la seconda sorella che avete mandato al gaudio eterno. Per lei tre cose sono da farsi.
~
5. I suffragi: lo stesso amore che vi ha unite in vita, vi deve unire nella morte. Come eravate tutte sollecite negli ultimi momenti per non lasciarle mancare nessun conforto, così dovete essere sollecite ora pregando e suffragando, qualora avesse qualche necessità.
~
6. Imitare le virtù. La stessa perseveranza di una persona ne indica l'amore. Particolarmente è da imitare in lei la fortezza nel combattere il male e nel compiere il bene. I caratteri forti soffrono tentazioni maggiori, però sanno anche vincerle. La fortezza è un dono dello Spirito Santo. Ci vuole fortezza per umiliarsi, per superare le difficoltà, per vincere le tentazioni.
~
7. Chiedere una vocazionista. Madre Claudia ebbe nell'istituto anche l'importante ufficio della ricerca delle vocazioni. Chiedere al Signore che ce ne dia un'altra, zelante come lei per le vocazioni, come lei che aveva proprio un occhio clinico, direi psicologico per le vocazioni, per riconoscerle e prepararle, poi le consegnava a casa madre per la formazione definitiva. Aveva un grande ufficio nella congregazione. Certamente il Signore ha già provveduto un'altra, ma noi abbiamo bisogno di pregare per individuarla.
~
8. Il Papa nel discorso sulla formazione della coscienza insiste che si abbia rettitudine (di coscienza). La coscienza è la parte più intima della persona, è lì che l'uomo si raccoglie per giudicarsi, per orientare bene le sue azioni, per considerare e giudicare il bene e il male. Poi con la luce di Dio, con gli insegnamenti ricevuti, si applica a sé il bene che si intravede.
~
9. Saper determinare sempre con rettitudine il bene da farsi e il male da fuggirsi. E' bene per voi, oltre i comandamenti e i consigli evangelici, sono le costituzioni, in quanto determinano come vivere la vita religiosa e come osservare i voti. Nelle costituzioni infatti c'è tutto questo.
~
10. Prendete bene l'indirizzo e le consuetudini di casa madre, quegli usi che pian piano si sono introdotti, sempre per un maggior bene, come, ad esempio, il modo di comportarsi in apostolato, di trattare coi parroci, ecc. Così che la pastorella sia veramente e sempre pastorella, religiosa e cooperatrice dei pastori. La coscienza è una cosa segreta, un affare esclusivo tra noi e Dio. Il Signore infatti ci giudicherà secondo la nostra coscienza. Può essere alle volte che si sbagli, ma se si opera con coscienza, riceveremo ugualmente il premio da Dio. «Dio scruta il cuore degli uomini». E se avessimo fatto il male, anche se gli uomini ci approvassero, Dio che ha giudizi diversi, ci giudicherà e condannerà. Formarsi una coscienza delicata. A chi ha una coscienza delicata il Signore dà una luce interiore che fa capire subito il bene e il male. Non essere di quelle che hanno una coscienza lassa, capace di qualsiasi azione.
~
11. L'anima delicata, se si presenta un'occasione di bene, subito la fa per non lasciarsi scappare il merito. Delicatezza di coscienza vuol dire, perciò, avere luce interiore per evitare anche i piccoli mali e farsi anche i piccoli meriti. Come la nostra vita è tessuta di minuti, così la santità è tessuta di piccoli meriti. Dice il Papa che per avere delicata coscienza bisogna considerare spesso il Vangelo. Considerare che l'operare bene ci fa acquistare il paradiso, d'altra parte chi fa il male, anche leggero, oltre che recare dispiacere a Gesù, ritarda la sua corona e diminuisce il premio.
~
12. La strada del paradiso è stretta, piena di sacrifici Gesù ha detto: «Chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso» (Mc 8,34). Non essere di quelle persone che non vogliono fare sacrifici e intanto non vogliono nemmeno andare all'inferno: non c'è gloria senza lotta e fatica. Seguire Gesù fino al calvario per arrivare attraverso al calvario in paradiso. Non pensare tanto al martirio che può durare un poco: è il martirio di ogni giorno che conta. C'è la pigrizia da vincere, il cuore da dominare, la vanità da rinnegare. La vita religiosa va vissuta camminando nella via stretta che conduce al paradiso dove ci aspettano Gesù e Maria.
E allora pensiamo di vivere bene la nostra consacrazione.
~
13. Coloro che ancora non hanno i voti possono farli, incominciando per una settimana col consenso dei superiori e del confessore. Chi li ha fatti veda di viverli bene ogni giorno e chi ha fatto la professione perpetua rinnovi spesso la sua totale consacrazione al Signore. Operare sempre alla presenza di Dio ed egli ci ricompenserà anche di un bicchiere d'acqua dato in nome suo. Ricordare spesso che la vita termina presto: il Signore può chiamarci a qualunque ora.
~
14. Ora la benedetta anima di madre Claudia è giunta al suo posto. Non può più tornare indietro per farsi un merito, nemmeno per dirsi una Ave Maria.
~
15. Beato chi opera con coscienza retta.

Albano Laziale (Roma)
15 febbraio 1957

~

54 Albano Laziale (Roma), 15 febbraio 1957
(1) La predica a cui si allude non è stata rintracciata. E' stata tenuta (e interrotta) nel giorno della morte della cosigliera generale sr. Claudia Da Sois.