Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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71. DALLA CROCE ALLA GLORIA71
1. Nel Vangelo di oggi abbiamo letto le belle parole che Gesù disse: «E' vicino il tempo della mia glorificazione» (Gv 12,23), e voleva alludere alla sua risurrezione. Vi è anche la glorificazione terrena, perché lo avrebbero crocifisso. Infatti egli disse: «Quando sarò innalzato da terra, trarrò tutti a me» (Gv 12,32).
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2. La croce era simbolo di umiliazione, perché si condannavano a questa morte i delinquenti. Lo avevano umiliato fino all'ultimo. Gesù del resto ci ha detto: «Se il grano di frumento non muore non dà frutti» (Gv 12,24).
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3. Gesù fu sepolto ma la quantità degli uomini che credettero in Lui fu grande. Gli uomini credevano di aver portato vittoria, ma egli risorse e la sua parola si fece sentire in tutto il mondo.
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4. Se vengono delle croci, non bisogna che vi spaventiate perché la conquista delle anime si paga e i frutti del nostro apostolato li dobbiamo guadagnare personalmente.
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5. Fiducia, perché ogni visita che fa il Signore con la sua croce non è per far morire. Se la congregazione ha qualche infermità non è per la morte ma per la gloria di Dio e per il maggior sviluppo.
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6. Oh, se sarete buone e vi seppellirete sotto terra, quanto il Signore sarà glorificato, quante anime si salveranno! L'umiliazione consiste nel conoscere i propri difetti. «Il Signore possa far di me quel che vuole. Io sono la pallina di Gesù, faccia di me quello che vuole. Se io mi vuoto di me, Lui mi riempirà tutto».
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7. Guardate la divina Pastorella Maria: chiamata ad essere Madre di Dio si dichiara serva. Ci è di grande esempio la divina Pastora, che è tale perché il Pastore divino è suo figlio. Voi avete la devozione a Gesù buon Pastore, è la sua mamma che ce lo ha dato.
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8. Come il segno dell'amore di Gesù per noi è la morte di croce, così il segno del nostro amore per le anime è la nostra donazione e sofferenza.
Colui che ama dà la vita per l'amato; il buon Pastore ha dato la vita per le pecorelle. Col sacrificio si guadagnano le anime e si conquistano. Se ci abbandoniamo nelle mani di Dio, ci umiliamo, allora Gesù ci riempie con la sua grazia, con la sua luce, ed anche con le sue consolazioni.
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9. Notare che il buon Pastore morì e fu sepolto e allora produsse il cento per uno. Se sarete capaci di morire, produrrete il cento per uno. Occorre seppellire quella stima che abbiamo di noi, quel credere che ci facciano dei torti, quel vedere solo noi, quel che siamo, facciamo, sappiamo.
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10. Potete pensare che una pastorella produca, per esempio, il cento di vocazioni e ne condurrà tante. Il Signore ci adopererà in quello che vuole e anche se una non andasse mai in apostolato, agisce e opera per mezzo delle altre con la sua umiltà è il suo amore.
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11. Chiediamo alla divina Pastora questo stato di umiltà, allora Gesù comunicherà la sua grazia, i suoi doni, le beatitudini. Bisogna che seppelliamo il nostro egoismo. Noi siamo nulla, e non abbiamo nulla di che inorgoglirci, ma nello spirito di Maria riconosciamo i doni di Dio e ci abbandoniamo in Lui. Domandiamo questa grazia dell'umiltà alla divina Pastorella.

Albano Laziale (Roma)
13 aprile 1957

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71 Albano Laziale (Roma), 13 aprile 1957