Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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S. PIETRO CLAVER

«A più eccitar in sé stesso fervore e riverenza verso la divina Maestà, orava d'ordinario genuflesso in mezzo alla camera a capo scoperto e a mani giunte, con tal attenzion di mente, che ricoperto da sciami di zanzare, di tafani e di mosche che ne traevano vivo sangue, punto non si risentiva. Confuso tal altra volta alla considerazione de' suoi peccati, gettavasi con la bocca sopra la polvere, trattenendosi le ore intiere in quell'umile positura. In alcun suo straordinario travaglio, o ad ottenere la conversione di qualche anima, ebbe in costume di presentarsi dinanzi a Dio non solo carico di cilici e di catene (ciò ch'era di ogni volta), ma coronato di spine il capo, con una grossa fune al collo, e le braccia aperte in forma di croce.
In meditando la dolorosa passione di Gesù Cristo, teneva in mano alcune divote immagini rappresentanti al vivo quei divini misteri, affinché l'anima informata per via de' sensi di tutte le circostanze di quelli, più si accendesse nell'amore di chi tanto patito aveva per sua salute: immagini, che trovandosi dopo sua morte poco men che cancellate affatto e consunte dal continuo imprimervi sopra tenerissimi baci e dal tanto bagnarle con le sue lacrime.
Che poi questa divina passione fosse per lui quell'ardente fornace, in cui concepì egli quel gran fuoco di amore di Dio, che gli vampava nel petto, e dove il suo cuore ricevette quella tempera così forte da regger a fatiche e stenti naturali insoffribili, vuole inferirsi dall'averne egli fatto il pascolo più frequente e più gradito delle sue contemplazioni, delle sue prediche, di ogn'altro suo più famigliare discorso. La sola vista del crocifisso l'accendeva in faccia come un carbone: né sapeva, per dir così, nominarlo, senza tutto disciogliersi in un soavissimo pianto.
Frequentissime, comeché brevi, eran le sue stazioni dinanzi a un gran crocifisso molto divoto, che pendeva
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da una parete in non so qual parte della casa; e allorché credeva, che nessuno l'udisse o il vedesse, uscendo in un alto sospiro: «Ah! mio Gesù, diceva, mio Gesù, io t'amo molto, molto, molto». Salutava ogni dì più volte le sacratissime piaghe; al qual effetto estratte avea dalle opere di San Bernardo alcune divote meditazioni tessute di tenerissimi sentimenti ed affetti: e una sola occhiata verso di quelle bastava a incoraggiarlo per qualunque impresa più ardua, e a raddolcirgli l'amaro d'ogni travaglio».

(Dalla Vita).

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