Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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EROICA PREGHIERA
DI S. GIOVANNI DELLA CROCE

Il Santo è a Segovia, prostrato innanzi ad una immagine di Cristo portante la Croce. Quella contemplazione lo immerge nell'estasi. Tornato ai sensi ode una voce partire dal quadro e chiamarlo per nome: Giovanni!
Tenendo per sospetto queste sensibili rivelazioni, egli non ne fa conto; ma alla terza replica provando nell'anima quegli intimi affetti della grazia che la natura non può contraffare, risponde: «Eccomi, Signore!». «Che mercede vuoi, dice allora il Divin Maestro, in cambio di quello che hai sofferto per me?» «Soffrire, Signore, soffrire, ed essere disprezzato per te».
«Oh, preghiera altrettanto intrepida che rara! esclama un antico biografo del Santo. Oh, cuore d'indomito coraggio! Chi mai udì simile risposta ad offerta o promessa simile? Mosè chiede di vedere il volto di Dio; la Samaritana chiede l'acqua della vita eterna; Filippo, che gli si mostri il Padre; Giacomo e Giovanni, i primi luoghi nel regno dei cieli; Pietro, la gloria del Tabor; Paolo, la liberazione dalla tentazione; l'angelico San Tommaso il possesso dello stesso Signore, e fin la nostra gloriosa Madre, S. Teresa, implorerà la grazia di soffrire o di morire.
Ma il nostro serafico Padre, elevato al disopra di sé da un cuore di eroe, lungi dal bramare la gloria o il riposo, o l'alternativa del dolore o della morte, chiede risolutamente il disprezzo e il dolore, e ciò quale ricompensa del dolore e del disprezzo!....».
«Signore, patire ed essere per te disprezzato». È la preghiera più eroica che mai sia uscita dal petto umano. Con essa il Santo chiede a Dio tutto ciò che più ripugna alla nostra natura.
Creata per la felicità, essa ne ha sete; creata per la gloria, istintivamente la cerca fin dalla vita presente; creata per l'amore, pare non possa vivere priva d'amore; creata grande, ne ha in sé
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innato il sentimento, e, da ciò, il bisogno d'approvazione e di stima.
Ma Giovanni nulla vuole di tutto questo.
Col dolore e col disprezzo Gesù Cristo salvò il mondo, ed egli, slanciandosi sulle orme di Lui, vuol soffrire ed essere per Lui disprezzato. Così, compiendo in sé ciò che manca alla passione di Gesù Cristo, egli darà a Lui la massima gloria che possa dargli una creatura quaggiù.
Il suo grido traverserà i secoli, avrà la sua ripercussione in altre anime che chiederanno a loro volta il disprezzo, il dolore, l'oblio. E così quella catena di cuori generosi, di cui egli fu il primo anello, non si spezzerà quaggiù che nell'ultimo giorno, e su nel cielo risplenderà in eterno di eccezionalissima luce.

(Dalla Vita).

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