Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Maria consolatrice degli afflitti


La festa di Maria Consolatrice degli afflitti si celebra il 20 giugno. Nella città di Torino, il Santuario della Consolata e quello dell'Ausiliatrice sono come due troni di grazia, non solo per i Torinesi, ma per l'Italia tutta.
L'origine del Santuario della Consolata risale al secolo XI. In quel tempo la città di Torino era quasi completamente rovinata: il terremoto e altre calamità vi avevano reso impossibile la dimora e molte famiglie benestanti se ne erano allontanate; il Vescovo stesso in seguito alla distruzione del Monastero di S. Andrea, erasi rifugiato a Testona, presso Moncalieri.
Viveva allora a Brianzone, in Francia, un certo Giovanni Ravacchi, persona dotata di elette virtù, ma sventuratamente, cieco dalla
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nascita. Gli apparve un giorno la B. Vergine e gli ordinò di recarsi a Torino, e di far cercare colà tra i ruderi di un antico Santuario una sua immagine ch'Ella voleva esposta al culto dei fedeli.
Il pio Giovanni invitò i suoi fratelli a condurlo a Torino, ma essi non gli diedero ascolto, anzi se ne fecero beffe; onde egli fu costretto a farsi accompagnare da una buona persona. Giunto, tra fatiche e stenti indicibili, ad un borgo chiamato Pozzo di Strada, ricuperò istantaneamente la vista e vide accanto ad una antica torre una luce risplendentissima. Capì allora per divina ispirazione, essere quello il luogo dove trovavasi l'immagine di Maria e nonostante avesse nuovamente perduta la vista affrettò i passi per arrivare in città a portare il lieto annunzio. Il Vescovo avvisato dell'accaduto si recò sollecitamente a Torino ove per impulso della Vergine, risolse di far scavare, dopo un triduo di preghiere e digiuni, il terreno nel luogo indicato dal cieco. Il 20 giugno, si trovò, a quasi tre metri sotto le macerie, tra la commozione di tutti, una bellissima immagine. Il cieco si prostrò in preghiera e riebbe la vista. Si edificò allora una Cappella mutata ben presto in splendido Santuario, Santuario che si può dire il cuore di Torino, il luogo del suo riposo, della sua preghiera, il suo rifugio in tutte le necessità.
Soccorrere e consolare è la grande missione di Maria. Ella si può chiamare, applicandole il
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titolo che S. Paolo attribuisce a Dio, Madre della misericordia e Regina d'ogni consolazione. I suoi sentimenti di tenerezza e di ineffabile amore verso gli uomini, sono come ali sulle quali vola in soccorso a chi l'invoca.
Dio che ha così amato il mondo fino a dargli il suo stesso Figlio Unigenito (Giov. 3, 16), ha pure dimostrato lo sconfinato suo amore per l'uomo, nel darci Maria e nel farla così grande e potente, dice il santo Curato d'Ars.
Già nell'Antico Testamento Iddio aveva detto: «Come una madre che tiene il suo bambino sulle ginocchia, e lo va vezzeggiando, così io farò con voi: ita ego consolabor vos». (Isai. 66, 13).
Queste parole divine si avverano pienamente in Maria, cui Dio affidò la Chiesa, il nuovo Israele, affinché, qual Madre tenerissima, ci assista, ci soccorra, ci consoli nei nostri bisogni.
Maria è la consolatrice di tutta l'umanità. Ella è la grande Donna promessa che deve schiacciare il capo al nemico infernale, la novella Eva che deve riparare le rovine causate dalla prima Eva e sanare la povera umanità.
A lei si rivolse fin da principio, l'uomo colpevole, misero e sofferente, alzando gli occhi pieni di lacrime e il cuore oppresso. E Maria sorse bella e vaga come l'aurora, a soccorrere, a consolare l'afflitta umanità.
Come fu consolatrice dell'umanità, così, e tanto più, lo fu per la Chiesa nascente. Ella agiva
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cogli Apostoli e coi primi fedeli come aveva fatto col suo Gesù ancor bambino perché vedeva in essi lo stesso suo Figliuolo. Pregava per quanti soffrivano e consolava con parole che soltanto una madre sa trovare per asciugare le lacrime. Se alcuno poté esclamare con l'Apostolo, e forse meglio ancora: «Chi è debole senza ch'io ne soffra, chi si scandalizza senza ch'io ne arda» (II Cor. ll, 29), certamente questi è la beata Vergine Maria. Il Damasceno pone perciò sulle labbra degli Apostoli e dei discepoli riuniti trepidanti attorno al letto di Maria morente, queste commoventi parole: «O nostra unica consolazione sulla terra, non ci abbandonate, non ci lasciate orfani, esposti come siamo a mille pericoli!».
Maria accolse la preghiera della Chiesa, dei suoi figli di adozione e continua ancora in modo visibile, la sua missione di Madre e Consolatrice.
E' questa la storia della Chiesa, la storia intima di infinite anime.
Maria è la consolatrice dei singoli fedeli. Così appunto dimostra la storia del Santuario a Lei dedicato in Torino.
Quante lacrime vennero asterse colà, quante piaghe spirituali e anche temporali furono medicate, curate, risanate! Innumerevoli anime protesero in quel Santuario, le mani supplichevoli a Maria, l'invocarono fidenti nelle loro angustie, nei loro pericoli e furono esauditi.
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In quel caro Santuario s'avverano alla lettera le parole scritturali: «Clamabimus ad te in tribolationibus et salvos facies... (II Paral. 20, 9); In Te speraverunt patres nostri et liberasti eos» (Sal. 21, 5).
E' sempre Gesù tuttavia «il Dio d'ogni consolazione» (II Cor. 1, 3), è sempre Gesù la speranza, la gloria, la salvezza, la consolazione di Israele e perciò Maria non chiama a sé le anime, che per darle a Gesù, il buon Samaritano affinché versi sulle loro piaghe il suo olio di misericordia e il suo vino di carità che le purifica e rinnova.
Nell'ufficiatura di questa festa la devozione della Chiesa verso Maria Consolatrice, viene così espressa:
«La B. Vergine Maria che, alle parole di Gesù: Donna ecco il tuo Figlio, abbracciò al materno suo affetto, nella persona dell'Apostolo Giovanni, tutti coloro che sarebbero rinati in Cristo, dimostrò sempre ed ovunque di essere la Madre per cui Gesù accoglie le preghiere degli esuli figli di Eva. Perciò con amplissima e materna sollecitudine, Ella soccorse in ogni tempo i miseri, aiutò i pusillanimi, consolò i piangenti, pregò per il popolo, intercedette per il devoto femmineo sesso, sollevò nelle tribolazioni, esaudì coloro che invocarono il suo patrocinio, onde i fedeli la salutarono unanimemente: Consolatrice degli afflitti.
Particolarmente l'Ordine dei Fratelli Eremiti
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di S. Agostino, manifesta la sua filiale pietà alla Madre della Consolazione, invocando il suo soccorso e promovendo ovunque questo culto.
«Fin dai tempi più antichi i cristiani usavano cingersi con un cingolo speciale affinché esso fosse segno visibile del particolare culto verso la B. Vergine Maria, che ci consola attraverso Gesù». Di qui ebbe origine il fatto che l'umile cingolo portato dai Religiosi Agostiniani in segno di castità religiosa e di devozione alla Vergine Madre, fu assunto da molti cristiani come particolare tessera della loro pietà verso la Beatissima Vergine, S. Agostino e S. Monica.
«Quest'Ordine accettato dalla Madre di Cristo, invocata sotto il titolo della Consolazione, fu arricchito d'innumerevoli grazie e diede ubertosi frutti di santità, ai quali la posterità agostiniana si unisce in Cielo. Eugenio IV, ne approvò la società, la quale si diffuse largamente in breve tempo.
«Allietati dall'eccellenza di tanta tessera, i fedeli cristiani diedero il loro nome al terz'Ordine degli Eremiti di S. Agostino e molti di essi furono decorati della palma del martirio, ed altri annoverati nell'albo dei beati. Segno della particolare devozione verso la Divina Madre della Consolazione fu quello di cingere i fianchi, con grande vantaggio spirituale. Gregorio XIII riunì in uno solo i vari sodalizi e lo chiamò Sodalizio della B. Vergine della Consolazione, il
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quale eretto in Confraternita, fu dallo stesso Pontefice e dai suoi successori, arricchito di privilegi e di particolari indulgenze».

Come frutto proponiamo di acquistare una filiale fiducia nella Materna misericordia di Maria.
Non cerchiamo il conforto dalle creature, le quali spesso non fanno che accrescere la pena. Andiamo da Maria e troveremo sempre la Madre pietosa che solleva e conforta. Se anche non ci libera sempre dai dolori, dà però sempre un po' di sollievo e la forza per soffrire con merito.
S. Francesco de' Paoli trovava tutta la sua consolazione nel cantare la Salve Regina. Impariamo dai Santi, e nelle nostre pene rivolgiamoci sempre a Maria.
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Messa della Madonna della Consolazione

Introitus. Ps 44, 10. - Astitit Regina a dextris tuis in vestitu deaurato: circumdata varietate.
Ps. ibid. 2. - Eructavit cor meum verbum bonum: dico ego opera mea regi.
Gloria Patri.

Oratio. - Domine Jesu Christe, pater misericordiarum, et Deus totius consolationis: concede propitius; ut, sicut lumbos praecincti, purissimam Genitricem tuam Mariam sub Consolationis titulo gaudentes veneramur in terris, ita perenni ejusdem consortio perfrui mereamur in caelis: Qui vivis.

Lectio Isaiae Prophetae. ISAI. 11, 1-5.
Haee dicit Dominus Deus: Egredietur virga de radice Jesse, et flos de radice ejus ascendet. Et requiescet super eum spiritus Domini: spiritus sapientiae, et intellectus, spiritus consilii, et fortitudinis, spiritus scientiae,

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Introito. SAL. 44, 10. - Alla tua destra sta la Regina colla veste ricamata d'oro e coperta d'ornamenti.
SAL. ivi, 2. - Un bel canto m'è sgorgato dal cuore, vo' recitare al re la mia canzone.
Gloria al Padre.

Orazione. - Signore Gesù Cristo, padre delle misericordie, Dio d'ogni consolazione, concedici nella tua bontà, che, come coi lombi cinti veneriamo con gioia sulla terra la tua purissima Madre Maria sotto il titolo della Consolazione, così meritiamo in cielo di godere dell'eterna sua compagnia: Tu che vivi.

Lettura del Profeta Isaia. ISAI. 11, 1-5.
Questo dice il Signore Dio: Un germoglio spunterà dalla radice di Iesse, un fiore verrà su da questa radice e sopra di lui si riposerà lo Spirito del Signore, spirito di sapienza e d'intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito
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et pietatis- et replebit eum spiritus timoris Domini. Non secundum visionem oculorum judicabit: neque secundum auditum aurium arguet: sed judicabit in justitia pauperes, et arguet in aequitate pro mansuetis terrae: et percutiet terram virga oris sui et spiritu labiorum suorum, interficiet impium. Et erit justitia cingulum lumborum ejus: et fides cinctorium renum ejus.

Graduale. Ps. 44, 8.9. - Unxit te Deus, Deus tuus, oleo laetitiae prae consortibus tuis.
V). Myrrha, et gutta, et casia a vestimentis tuis.
Alleluja, alleluja.
V). CANT. 2, 14. - Sonet vox tua in auribus meis: vox enim tua dulcis, et facies tua decora. Alleluja.

Sequentia Sancti Evangelii secundum Lucam. 1, 39-47.
In illo tempore: exsurgens Maria abiit in montana cum festinatione in civitatem Juda: et intravit in domum Zachariae, et salutavit Elisabeth. Et factum est, ut audivit salutationem Mariae Elisabeth, exsultavit infans in utero ejus: et repleta est Spiritu Sancto Elisabeth, et exclamavit voce magna, et dixit:

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di scienza e di pietà; lo riempirà lo spirito del timor di Dio. Egli non giudicherà secondo quello che apparisce agli occhi, non condannerà secondo quello che si sente cogli orecchi; ma giudicherà con giustizia i poveri, e prenderà le giuste difese degli umili della terra; percuoterà la terra colla verga della sua bocca, col soffio delle sue labbra farà morire l'empio. La giustizia cingerà i suoi fianchi, la fede fascerà il suo dorso.

Graduale. SAL. 44, 8-9. - O Dio il tuo Dio ti ha unto con unguento di letizia a preferenza delle tue compagne.
V). Profumo di mirra, d'aloe e di cassia vien dalle tue vesti.
Alleluia, Alleluia.
V).CANT. 2, 14. - Fammi sentir la tua voce, chè la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro. Alleluia.

Seguito del santo Vangelo secondo Luca. Luc. 1, 39-47.
In quel tempo: Maria si mise in viaggio per recarsi frettolosamente in una città di Giuda, sulle montagne, ed entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. Ed avvenne che appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel seno- ed Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo; ed esclamò ad alta voce: Benedetta tu fra le donne, e
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Benedicta tu inter mulieres, et benedictus fructus ventris tui. Et unde hoc mihi, ut veniat Mater Domini mei ad me? Ecce enim ut facta est vox salutationis tuae in auribus meis, exsultavit in gaudio infans in utero meo. Et beata quae credidisti, quoniam perficientur ea, quae dicta sunt tibi a Domino. Et ait Maria: Magnificat anima mea Dominum: et exsultavit spiritus meus in Deo salutari meo.
Credo.

Offertorium. JEREM. 18, 20. - Recordare, Virgo Mater, in conspectu Dei, ut loquaris pro nobis bona, et ut avertat indignationem suam a nobis.

Secreta. - Suscipe, Domine, munus, quod tibi offerimus, memoriam recolentes purissimae Virginis Mariae, quae, consolatur nos in omni tribulatione nostra: et praesta, ut mens nostra superno lumine Sancti Spiritus irradiata, terrena despiciat, et ad celestia semper aspiret. Per Dominum... in unitate ejusdem.

Communio. JEREM. 2, 32. - Numquid obliviscetur virgo ornamenti sui, aut sponsa fasciae pectoralis suae?

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benedetto il frutto del tuo seno. E d'onde mi è dato che venga a me la madre del mio Signore? Ecco, infatti, appena il suono del tuo saluto mi è giunto all'orecchio il bambino m'è balzato pel giubilo nel seno. E te beata che hai creduto, perché s'adempiranno le cose a te predette dal Signore. E Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore; ed il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore.
Credo.

Offertorio. GEREM. 18, 20. - Quando stai al cospetto di Dio, ricordati, o Vergine Madre, di parlargli in nostro favore, affinché allontani da noi il suo sdegno.

Segreta. - Accogli, o Signore, l'offerta che ti presentiamo nel celebrare la memoria della purissima Vergine Maria, che è per noi fonte di consolazione in ogni nostra tribolazione, e fa' che la nostra mente, irradiata dal supremo lume dello Spirito Santo, disprezzi le cose terrene e aspiri continuamente alle cose celesti. Per il Signore... nell'unità dello stesso.

Comunione. GEREM. 2, 32. - Può forse una vergine dimenticare i suoi ornamenti, o una sposa la sua cintura?
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Postcommunio - Fons vitae, Domine Jesu, reple mentem nostram torrente voluptatis tuae: ut, beatissimae semper Virginis Mariae Consolationis Matris praesidio terrena calcantes, caelestibus semper recreari valeamus: Qui vivis.

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Dopocomunione. - O Signore Gesù, fonte di vita, riempi la nostra anima del torrente di tua voluttà, in modo che, calpestando, sotto la protezione della beatissima e sempre Vergine Maria, madre della Consolazione, le cose terrene, possiamo sempre trovar sollievo nelle celesti. Tu che vivi.
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