Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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La Traslazione della S. Casa di Loreto


La S. Casa ove trascorsero la loro vita terrena Gesù, Maria e Giuseppe venne trasportata miracolosamente dalla Palestina, prima in Dalmazia, indi nella nostra Italia. Iddio volle così onorata quella casetta ove si santificò una famiglia: la famiglia è base della società. Gesù infatti era venuto sulla terra per redimere la umanità e restaurare ogni cosa: era giusto quindi cominciasse dal fondamento, cioè dalla famiglia.
Quali sono le virtù domestiche che devono santificare la famiglia? Sono principalmente due: l'obbedienza e l'umile sottomissione da parte di chi è inferiore; l'amore ed il compatimento da parte di chi guida: il tutto però si svolge in una sola grande virtù: la pazienza.
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«Patientia vobis necessaria est» dice S. Paolo (Hebr. X, 36): la pazienza ci è continuamente necessaria perché quaggiù tutto la mette alla prova. In seguito alla caduta di Adamo tutti abbiamo da soffrire; la terra è luogo di esilio, luogo maledetto coperto di sassi e di spine, valle di pianto, di miserie, di malattie, di morte: tutti siamo condannati a sottostare a mille afflizioni e perciò a tutti è necessaria la pazienza. «L'uomo paziente vale di più che un ardito guerriero: chi è padrone dell'animo suo, vale di più che un espugnatore di fortezze: Melior est patiens viro forti; et qui dominabitur animo suo, exspugnatore urbium (Prov. 16 32). La pazienza è una vera potenza, mentre la collera e l'impazienza sono nota di debolezza, di pusillanimità, d'impotenza. La pazienza rende dolce la convivenza coi famigliari, fa dimenticare le piccole offese, aiuta a sostenere serenamente le difficoltà, fa coprire i difetti del prossimo e fa compiere con gioia anche i più grandi sacrifizi. La pazienza è come il tetto che difende gli abitanti dalle intemperie: senza di essa non si dà virtù vera, perché tutte le virtù sono il risultato di prove sostenute.
Maria ornò la casa di Nazaret con queste virtù: la sottomissione a S. Gioacchino ed a S. Anna prima, indi a S. Giuseppe, lo sconfinato suo amore verso Gesù, suo divin Figliuolo; e perciò le più squisite delicatezze verso di Lui. Gesù dimostrò per ben trent'anni la sua vita di
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sottomissione: erat subditus illis (Luca 2, 51); e S. Giuseppe santificò quella casetta col silenzio e colla pazienza. Così le mura fortunate di quella casetta furono testimoni delle più elette virtù; santificate dalla presenza reale delle persone più sante che siano esistite.
Il Breviario di oggi così celebra le virtù di Maria:
«La sapienza ch'era di Dio ed era Dio, venendo a noi dal seno del Padre si fabbricò una casa, cioè la sua stessa Madre, la Vergine Maria, in cui si lavorò sette colonne (Prov. 9, 1). Che vuol dire questo lavorarsi in lei sette colonne se non per prepararsi lei stessa colla fede e colle opere per sua degna abitazione? Poiché il numero tre si riferisce alla fede a motivo della Santa Trinità, e il numero quattro ai costumi, a motivo delle quattro virtù cardinali. Che poi in Maria ci fosse la santa Trinità e ci fosse, dico, colla presenza della maestà, mentre il Figliuolo c'era solo coll'assunta umanità, ce lo attesta il messaggero celeste, il quale, svelandole gli arcani disegni, dice: «Salve, o piena di grazia, il Signore è con te» (Luc. 1, 28); e dopo poche altre cose: «Lo Spirito Santo discenderà in te, e la potenza dell'Altissimo ti farà Madre» (Luc. 1, 35). Ecco, hai il Signore, hai la potenza dell'Altissimo, hai io Spirito Santo, hai il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo.
Rimane a vedere se abbia posseduto anche
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le quattro virtù cardinali come altrettante colonne. Prima dunque vediamo se abbia avuto la fortezza. E come poteva mancare questa virtù a colei che, sprezzante delle pompe del secolo e aborrendo i piaceri della carne, s'era proposta di vivere per Iddio solo, nella verginità? Se non m'inganno, questa è quella vergine di cui si legge in Salomone: «Chi troverà una donna forte? il suo pregio è come delle cose portate di lontano e dall'estremità della terra» (Prov. 31, 10). Che poi abbia posseduto la temperanza, la prudenza e la giustizia, appare più chiaro della luce dal discorso dell'Angelo e dalla risposta di lei medesima. Salutata infatti con tanta venerazione dall'Angelo: «Salve. o piena di grazia; il Signore è con te» (Luc. 1, 28). Non si esaltò come colei che era benedetta per singolare privilegio della grazia, ma si tacque e pensava tra sé che specie di saluto fosse quello così insolito. Nella qual cosa non mostrò ella temperanza? E mentre l'Angelo l'istruiva intorno ai misteri del Cielo, si fece premura di domandare, come sarebbe diventata madre ed avrebbe dato alla luce ella che non conosceva uomo. E in ciò mostrò senza dubbio prudenza.
Dimostra, infine, di possedere grande giustizia allorché si professa ancella del Signore. Infatti è proprio dei giusti protestarsi tale, secondo che dice il salmista: «E i giusti celebreranno il tuo nome» (Ps. 139, 14). La beata
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Vergine Maria fu dunque forte nel proposito, temperante nel silenzio, prudente nell'interrogazione, giusta nella confessione.
Pertanto colle sopradette quattro colonne riguardanti i costumi e colle tre riguardanti la fede, la divina sapienza si fabbricò in lei una casa; ed ella riempi talmente l'anima di lei, che da questa pienezza rimase fecondata anche la sua carne. Ora, la casa dove nacque la stessa Vergine, consacrata dagli avvenimenti misteriosi d'un Dio, fu da prima trasferita per ministero di angeli dal potere degli infedeli nella Dalmazia, dipoi sotto il Papa S. Celestino V, nella terra di Loreto nella provincia Picena: e che essa sia proprio la stessa in cui il Verbo si fece uomo ed abitò fra di noi, lo provano e le bolle pontificie e la celebratissima venerazione di tutto il mondo, e il continuo operarsi dei miracoli e il dono dei celesti benefici. In considerazione di tutto ciò Innocenzo XII, ad eccitare maggiormente nell'animo dei fedeli il culto verso la Madre amantissima, ordinò che si celebrasse ogni anno la festa della Traslazione della stessa santa Casa, con Messa ed Ufficio proprii».
Loreto divenne come la reggia terrena della celeste Regina. Là Maria dispensa continuamente grazie ai divoti che la visitano ed opera miracoli tali che non lasciano nemmeno dubitare che quella non sia la sua vera Casa.
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Quale frutto ricaveremo da questa meditazione?

1. Preghiamo per la santificazione delle famiglie. Oggi si fa una vera guerra alla santità della famiglia, si rovinano le società perché ne è rovinata la base. L'amore alla famiglia va sempre diminuendo: di qui il bisogno di pregare.

2. Santifichiamo la nostra vita famigliare. Questo si ottiene con l'ubbidienza, l'amore scambievole e la pazienza. Avere pazienza coi famigliari; la carità di famiglia è grande virtù.

3. Preghiamo per i nostri famigliari; chiediamo alla Vergine SS. che ci aiuti a progredire ogni giorno nella virtù per poterci riunire felicemente in Cielo. Le mura delle nostre case possano al giorno del giudizio essere fedeli testimoni dei nostri atti buoni ed intercedere presso il Giudice Divino per la nostra salvezza.
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Messa della Traslazione

Introitus. GEN. 28,17.- Terribilis est locus iste: hic domus Dei est, et porta caeli: et vocabitur aula Dei.

Ps. 83, 2-3. - Quam dilecta tabernacula tua, Domine virtutum! concupiscit, et deficit anima mea in atria Domini.

V). Gloria Patri.

Oratio. - Deus, qui beatae Mariae Virginis domum per incarnati Verbi mysterium misericorditer consecrasti, eamque in sinu Ecclesiae tuae mirabiliter collocasti: concede: ut, segregati a tabernaculis peccatorum, digni efficiamur habitatores domus sanctae tuae. Per eumdem Dominum.

Lectio libri Sapientiae. ECCLI. 24, 11-13, 15-20.
In omnibus requiem quaesivi, et in hereditate Domini morabor. Tunc

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Introito. GEN. 28, 17. Questo luogo è terribile: qui è la casa di Dio e la porta del cielo: e sarà chiamata l'aula di Dio.

SAL. 83, 2-3. - Quanto sono amabili i tuoi tabernacoli, o Signore degli eserciti! L'anima mia si consuma di desiderio verso gli atrii del Signore. V). Gloria al Padre.

Orazione. - O Dio, che nella tua misericordia consacrasti mediante il mistero dell'incarnazione del Verbo, la casa della beata Vergine Maria e la collocasti miracolosamente nel seno della tua Chiesa, concedici che siamo segregati dal consorzio dei peccatori e siamo resi degni di abitare la Tua santa casa. Per lo stesso Signore.

Lettura del libro della Sapienza. ECCLI. 24, 11-13, 15-20.
Tra tutti io cercai un luogo di riposo e decisi di dimorare nell'eredità del Signore. Allora
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praecepit, et dixit mihi Creator omnium, requievit in tabernaculo meo, et dixit mihi: In Jacob inhabita, et in Israel haereditare, et in electis meis mitte radices. Et sic in Sion firmata sum, et in civitate sanctificata similiter requievi, et in Jerusalem potestas mea. Et radicavi in populo honorificato, et in parte Dei mei haereditas illius, et in plenitudine sanctorum detentio mea. Quasi cedrus exaltata sum in Libano, et quasi cypressus in monte Sion. Quasi palma exaltata sum in Cades, et quasi plantatio rosae in Jericho. Quasi oliva speciosa in campis, et quasi platanus exaltata sum juxta aquam in plateis. Sicut cinnamomum et balsamum aromatizans odorem dedi: quasi myrrha electa dedi suavitatem odoris.

Graduale. Ps. 26, 4. - Unam petii a Domino, hanc requiram, ut inhabitem in domo Domini omnibus diebus vitae meae.
V). Ut videam voluptatem Domini, et visitem templum ejus.
Alleluja, alleluja.

V). Ps. 83, 5. - Beati qui habitant in domo tua, Domine: in saecula seculorum laudabunt te.
Alleluja.

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il Creatore di tutte le cose mi parlò e mi diede i suoi ordini, e colui che mi creò riposò nel mio tabernacolo e mi disse: Abita in Giacobbe, tuo retaggio sia Israele, getta le tue radici tra i miei eletti. Così ebbi fissa dimora in Sionne, e la città santa fu il luogo del mio riposo, e Gerusalemme fu la mia capitale. Gettai le mie radici in un popolo illustre, nella porzione del mio Dio, nel suo retaggio, ho presa dimora tra la moltitudine dei santi. Mi sono elevata come cedro sul Libano, e qual cipresso sul monte Sion. Mi sono innalzata come una palma di Cades e come un roseto di Gerico. Come bell'ulivo nei campi, mi sono innalzata come platano nelle piazze, lungo l'acqua. Come cinnamomo e balsamo mandai profumi qual mirra finissima esalai soavissimo odore.

Graduale. SAL. 26, 4. - Una sola cosa ho chiesto al Signore e cerco questa sola: d'abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita.
V). Per contemplare la bellezza del Signore ed ammirare il suo tempio.
Alleluia, alleluia.

V). SAL. 83, 5.- Beati coloro che abitano nella tua casa, o Signore: ti loderanno sempre! Alleluia.
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+ Sequentia Sancti Evangelii secundum Lucam. Luc. 1, 26-38.
In illo tempore: Missus est Angelus Gabriel a Deo in civitatem Galileae, cui nomen Nazareth, ad Virginem desponsatam viro, cui nomen erat Joseph, de domo David, et nomen Virgini Maria. Et ingressus Angelus ad eam, dixit: Ave, gratia plena: Dominus tecum benedicta tu in mulieribus. Quae cum audisset, turbata est in sermone ejus: et cogitabat, qualis esset ista salutatio. Et ait Angelus ei: Ne timeas, Maria, invenisti enim gratiam apud Deum: ecce concipies in utero, et paries filium, et vocabis nomen ejus: Jesum. Hic erit magnus, et Filius Altissimi vocabitur, et dabit illi Dominus Deus sedem David Patris ejus: et regnabit in domo Jacob in aeternum, et regni ejus non erit finis. Dixit autem Maria ad Angelum: Quomodo fiet istud, quoniam viro non cognosco? Et respondens Angelus, dixit ei: Spiritus Sanctus supervenit in te, et virtus Altissimi obumbrabit tibi. Ideoque et quod nascetur ex te Sanctum, vocabitur Filius Dei. Et ecce Elisabeth cognata tua, et ipsa concepit filium in senectute sua: et hic mensis sextus est illi, quae vocatur sterilis;

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Seguito del S. Vangelo secondo Luca. 1, 26-38.
In quel tempo: L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea detta Nazareth, ad una Vergine sposata ad un uomo della casa di David, di nome Giuseppe, e la Vergine si chiamava Maria. Ed entrato da lei l'Angelo disse: Salute, o piena di grazia: il Signore è teco! Benedetta tu fra le donne! Ed essa turbata a queste parole pensava che specie di saluto fosse quello. E l'angelo le disse. Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio; ecco tu concepirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato figlio dell'Altissimo; ed il Signore Dio gli darà il trono di David suo padre; e regnerà in eterno sulla casa di Giacobbe; e il suo regno non avrà mai fine. Allora Maria disse all'Angelo: Come avverrà questo se io non conosco uomo? E l'Angelo rispose: Lo Spirito Santo scenderà in te e la potenza dell'Altissimo ti adombrerà, per questo il santo che nascerà da te sarà chiamato figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia, ed è già nel sesto mese, lei che era detta sterile, che niente è impossibile davanti a Dio. E Maria disse: Ecco l'Ancella del Signore: si faccia di me secondo la tua parola.
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quia non erit impossibile apud Deum omne verbum. Dixit autem Maria: Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum.
Credo.

Offertorium. Ps. 5, 8. - Introibo in domum tuam, adorabo ad templum sanctum tuum, et confitebor nomini tuo.

Secreta. - Accipe, quaesumus, Domine, munera in hac sacra domo dignanter oblata: et beatae Mariae Virginis suffragantibus meritis, ad nostrae salutis auxilium provenire concede. Per Dominum.

Communio. Prov. 8, 34 - 35. - Beatus qui audit me, et qui vigilat ad fores meas quotidie, et observat ad postes ostii mei. Qui me invenerit, inveniet vitam, et hauriet salutem a Domino.

Postcommunio. - Quaesumus, Domine Deus noster: ut sacrosancta mysteria, quae pro reparationis nostrae munimine contulisti, intercedente beata Maria semper Virgine, et praesens nobis remedium esse facias, et futurum. Per Dominum.

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Offertorio. SAL. 5, 8. - Io entro nella tua casa, mi prostro nel tuo santo tempio e do lode al tuo nome.

Secreta. - Deh, degnati, o Signore, di accogliere le offerte che ti presentiamo in questa santa casa e concedici per i meriti della beata Vergine Maria che ridondino ad aiuto della nostra salvezza. Per il Signore.

Comunione. PROV. 8, 34-35. - Beato l'uomo che mi ascolta e veglia ogni giorno alla mia porta, e aspetta all'ingresso della mia casa. Chi troverà me avrà trovato la vita, e riceverà dal Signore la salute.

Dopocomunione. - Ti preghiamo, o Signore nostro Dio, di far sì che i sacrosanti misteri donatici per sostegno della nostra debolezza per intercessione della beata e sempre Vergine Maria, ci siano di rimedio presente e futuro. Pel Signore.
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