Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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La Visitazione


Due cose consideriamo in questa festa: 1) Maria portò i frutti della Redenzione a S. Elisabetta; 2) la carità di Maria Santissima.
1) Maria, entrando in casa d'Elisabetta, portò i frutti della Redenzione. La Vergine Santissima, ricevuto Gesù, corre a far parte del suo tesoro alla cugina Elisabetta che abitava in una piccola città della Giudea. Al primo entrarle in casa, il bambino che Elisabetta aveva concepito e che si chiamerà Giovanni Battista, le balza pel gaudio nel seno e viene mondato dal peccato originale. Anche Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo e si mise a profetare: «Ed avvenne che, appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel seno; ed Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo ed esclamò ad alta voce: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del
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tuo seno. E d'onde mi è dato che venga a me la Madre del mio Signore? Ecco, infatti, appena il suono del tuo saluto mi è giunto all'orecchio il bambino mi è balzato per il giubilo nel seno» (Luc. 1, 41-44).
Sempre così avverrà nei secoli: ogni volta che la Madre di Gesù si avvicina ad un'anima sarà per recarle suo Figlio e le grazie da lui meritateci, grazie che lei pure ci meritò con lui e per lui.
2) La SS.ma Vergine diede prova della sua grande carità. Infatti, benché Madre di Dio e Regina del cielo e della terra, si recò da Elisabetta e la servì per tre mesi come umile ancella.
L'Arcangelo Gabriele per provare la veracità delle sue parole e l'onnipotenza di Dio che può unire nella stessa persona l'eccellenza della vergine e la dignità della madre, disse a Maria: «Elisabetta, tua parente, ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia, ed è già nel sesto mese, lei che era detta sterile, ché niente e impossibile davanti a Dio» (Luc. 1, 36-37).
La santa donna si teneva nascosta; Maria però, appena saputa la cosa dall'Angelo, pensò che la cugina avesse bisogno di aiuto e, non badando alle difficoltà, si recò da lei. Fu allora, nel suo incontro con Elisabetta, che Maria elevò a Dio quell'altissimo cantico del Magnificat, canto che si tramando nei secoli e che si ripete ogni giorno dai Sacerdoti e spesso dai fedeli.
Nell'Incarnazione il Figlio di Dio si unisce
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in strettissima comunione con Maria: è la prima comunione di Dio con la creatura, ed il Magnificat ne è degno ringraziamento.
Il meditarlo gioverà certamente e servirà come guida al ringraziamento dopo la Comunione.
Magnificat anima mea Dominum. La SS.ma Vergine, perché umilissima, non si compiace delle lodi di S. Elisabetta, né della dignità a cui è stata elevata, ma riferisce a Dio ogni onore.
L'anima mia magnifica il Signore: Maria glorifica il Signore con tutte le forze e la sua preghiera parte dal più profondo del cuore.
Anche noi, ripetendo il Cantico della Vergine, lodiamo e benediciamo il Signore, fonte di ogni nostro bene, ed esaltiamo la sua bontà, onnipotenza e provvidenza.
Et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo. Maria non può non esultare in Dio il quale l'ha colmata di tante grazie, ornata di eccelse virtù e s'è degnato di scendere in Lei per vivere della sua vita, mentre le comunicava la propria.
Noi pure nella S. Comunione, riceviamo nel nostro cuore quello stesso Gesù che nacque da Maria Vergine e che santificò colla sua presenza Giovanni Battista. Accostiamoci dunque ben preparati.
Quia respexit humilitatem ancillae suae, ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes
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generationes. Il Signore riconobbe in Maria la più umile di tutte le creature e l'esaltò. Egli rigetta i superbi, ma colma di beni gli umili. Maria si riteneva la serva di Dio ed attribuiva a Lui quanto di bene aveva ed Egli l'onorò in modo che tutte le genti la chiamarono beata.
Quia fecit mihi magna qui potens est et sanctum nomen eius. Iddio operò grandi cose in Maria, delle quali la maggiore fu quella predetta dal Profeta Isaia: Ecco: una Vergine concepirà e partorirà un Figlio che sarà detto Emanuele, cioè Dio con noi. Solo Iddio poteva fare di quella debole creatura la Madre di Dio.
Et misericordia eius a progenie in progenies timentibus eum. Le grazie concesse a Maria non sono per Lei sola. Il Signore si servì della beata Vergine per incarnarsi e compiere l'opera della Redenzione, manifestando così la sua grande misericordia verso di noi. Speriamo quindi in Dio e non saremo confusi.
Fecit potentiam in brachio suo, dispersit superbos mente cordis sui. Iddio è misericordioso ma è anche giusto. Egli ci diede il suo Unigenito, ma vuole che speriamo in Lui, che lo adoriamo, che osserviamo i suoi Comandamenti. Ecco perché dissipa i superbi, coloro che non vogliono piegarsi alla sua volontà.
Deposuit potentes de sede et exaltavit humiles. La superbia vuotò il Paradiso e solo l'umiltà lo potrà ripopolare. Iddio umilia i potenti, ossia quelli che confidano nelle proprie forze,
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ingegno, abilità, e non ricorrono umilmente a Lui con la preghiera. Iddio stima di più un'anima semplice e virtuosa che un dotto, ma superbo.
Esurientes implevit bonis et divites dimisit inanes. Beati i famelici e sitibondi di giustizia perché saranno saziati. Coloro invece che disprezzano i beni soprannaturali, si troveranno poi in punto di morte a mani vuote e, ciò che è peggio, nella impossibilità di rimediare alla loro stoltezza.
Suscepit Jsrael puerum suum recordatus misericordiae suae. Dopo tanti secoli d'ira e di maledizione in cui l'uomo colpevole non osava quasi più rivolgere a Dio la sua preghiera, venne il tempo della conciliazione. Dio chiamò al suo cuore il figlio traviato, lo perdonò e gli riaprì le porte del Paradiso.
Sicut locutus est ad patres nostros, Abraham et semini eius in saecula. Dopo il peccato Dio punì severamente Adamo ed Eva, ma, qual padre amoroso, promise la Redenzione
Una donna singolare, immune da ogni colpa, ha partorito il Redentore del mondo, Colui che avrebbe portato la salvezza a tutti gli uomini.
Assai utile è la considerazione dell'Ufficiatura di questa festa.
«Appena venne in terra il Redentore del genere umano, andò dal suo amico Giovanni, che si trovava ancora nel seno di sua madre. Giovanni dal seno materno vede il Redentore
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nel seno (di Maria) e, scuotendo il naturale involucro, esclama: Vedo il Signore che ha fissato i limiti della natura e io non aspetto il tempo della nascita. Il tempo di nove mesi non m'è più necessario, perché in me è Colui che è eterno. Uscirò da questa oscura dimora e promulgherò la cognizione sommaria di cose meravigliose. Sono un segno: significherò la venuta del Messia. Sono una tromba: annunzierò il mistero dell'incarnazione del Figliuolo di Dio. Darò fiato alla tromba; e con ciò stesso sarò di benedizione alla lingua di mio padre e la scioglierò a parlare. Darò fiato alla tromba e vivificherò il seno di mia madre.
«Vedi, o diletto, quanto nuovo e mirabile è questo mistero. Non è ancora nato, e già parla coi suoi balzi; non è ancora apparso, e già indirizza minacce; non è ancora in istato di gridare e già si fa udire coi fatti; non ha ancora incominciata la sua vita, e già predica Dio; non ha ancora visto la luce e già indica il sole; non è ancora nato e già affretta a farsi precursore. Alla presenza del Signore non può contenersi; non tollera di attendere al termine della natura; ma si sforza di rompere il carcere del seno materno e si studia di far conoscere innanzi tempo la venuta del Signore. E' venuto, dice, Colui che scioglie i legami; e perché io sto qui stretto e legato e costretto a rimanerci? E' venuto il Verbo per ricostruire ogni cosa ed io rimango ancora qui legato? Uscirò, gli andrò
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avanti e dirò a tutti: Ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.
«Ma dì, o Giovanni, come mai, nascosto ancora nell'oscuro seno di tua madre, vedi e odi? come contempli le cose divine? come sussulti e balzi? Ciò che si compie, risponde, è un grande mistero, è un atto che sorpassa ogni intelligenza umana. Giustamente io innovo la natura a cagione di Colui che è per innovare ciò ch'è sopra la natura. Vedo, sebbene sia ancora nel seno materno, perché mi fa vedere il sole di giustizia ch'è nel seno (della Vergine). Odo colle orecchie, perché nasco per essere la voce del Verbo per eccellenza. Parlo, perché considero i! Figliuolo unigenito del Padre rivestito di carne. Sussulto perché vedo il Creatore dell'universo assumere la natura umana. Balzo, perché vedo che il Redentore del mondo ha preso un corpo. Sono il precursore della sua venuta, e gli vado in certo qual modo innanzi, per annunziarlo».
Uniamoci a Maria nel ringraziare Iddio per le grazie a Lei concesse, grazie che dalla Vergine SS.ma vengono quotidianamente dispensate a ciascuno di noi.

Che cosa chiederemo in questa meditazione?
1. Che si applichino anche a noi i frutti della Redenzione.
2. Una grande carità e fervore nelle nostre Comunioni.
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Messa della Visitazione

Introitus. - Salve, sancta Parens, enixa puerpera Regem: qui coelorum regit in saecula saeculorum.
Pr. 44, 2. Eructavit cor meum verbum bonum: dico ego opera mea regi. Gloria Patri.

Oratio. - Famulis tuis, quaesumus, Domine, coelestis gratiae munus impertire: ut quibus beatae Virginis partus extitit salutis exordium, visitationis ejus votiva solemnitas, pacis tribuat incrementum. Per Dominum.

Lectio libri Sapientiae. CANT. 2, 8-14.
Ecce iste venit saliens in montibus, transiliens colles. Similis est dilectus meus capreae hinnuloque cervorum: en ipse stat post parietem nostrum, respicens per fenestras, prospicens per cancellos. En dilectus meus loquitur mihi: Surge, propera, amica mea, columba mea, formosa mea, et veni. Jam enim hiems transiit;

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Introito. - A te il saluto, o santa Madre, che hai messo al mondo il Re che governa il cielo e la terra per tutti i secoli dei secoli.
SAL. 44, 2. Dal mio cuore sgorgò una buona parola: io innalzerò al Re il mio canto.

Orazione. - Concedi, o Signore, ai tuoi servi il dono della grazia celeste, e come il parto della B. Vergine fu loro principio di salvezza, così l'annuale solennità della sua Visitazione porti loro un aumento di pace. Per il Signore.

Lettura del libro della Sapienza. CANT. 2, 8 - 14.
Ecco ch'Egli viene saltellando pei monti, valicando i colli. Il mio diletto è simile ad un capriolo o ad un cerbiatto: ecco che si sta dietro alla nostra parete, riguardando per le finestre, osservando per le gelosie. Ecco che il mio diletto mi parla: Sorgi, affrettati, o mia diletta, colomba mia, speciosa mia, e vieni. L'inverno passò, il tempo piovoso andò via e
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imber abiit et recessit. Flores apparuerunt in terra nostra, tempus putationis advenit: vox turturis audita est in terra nostra. Ficus protulit grossos suos, vinae florentes dederunt odorem suum. Surge, amica mea, speciosa mea, et veni: columba mea in foraminibus petrae, in caverna maceriae, ostende mihi faciem tuam, sonet vox tua in auribus meis: vox enim dulcis, facies tua decora.

Graduale. - Benedicta et venerabilis es, Virgo Maria: quae sine tactu pudoris inventa es mater Salvatoris.
Virgo Dei Genitrix, quem totus non capit orbis, in tua se clausit viscera, factus homo.
Alleluja, alleluja!
Felix es sacra Virgo, Maria, et omni laude dignissima: quia ex te ortus est sol justitiae, Christus Deus noster. Alleluja.

Sequentia S. Evangelii secundum Lucam. Luc. 1,39-47.
In illo tempore: Exurgens Maria abiit in montana cum festinatione in civitatem Judae; et intravit in domum Zachariae et salutavit Elisabeth. Et factum est, ut audivit salutationem Mariae Elisabeth, exsultavit infans iu utero ejus; et

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sparì. Spuntarono i fiori sulla nostra terra, il tempo di potare è venuto: la voce della tortorella s'udì nella nostra campagna. Il fico ha messo fiori e frutti suoi primaticci, le vigne fiorite han dato il loro odore. Sorgi, o mia diletta, o mia speciosa e vieni; colomba mia nelle fessure della pietra, nell'apertura delle macerie, fammi vedere il tuo volto; la tua voce risuoni al mio orecchio ché dolce è la tua voce, bello il tuo volto.

Graduale. - Benedetta e venerabile sei, o Vergine Maria, che conservando la tua integrità, fosti Madre del Salvatore.
Vergine Madre di Dio, Colui che i cieli non possono contenere, si chiuse nelle tue viscere fatto uomo.
Alleluia, alleluia.
Felice tu sei, o sacra Vergine Maria, e d'ogni lode degnissima perché da te spuntò il sole della giustizia, Cristo Dio nostro. Alleluia.

Seguito del S. Vangelo secondo Luca. Luc. 1, 39-47.
In quel tempo: Maria andò frettolosamente nella montagna a una città di Giudea; ed entrò in casa di Zaccaria, e salutò Elisabetta. E avvenne che appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino esultò nel suo seno; ed Elisabetta fu ripiena di Spirito
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repleta est Spiritu Sancto Elisabeth, et exclamavit voce magna, et dixit: Benedicta tu inter mulieres, et benedictus fructus ventris tui. Et unde hoc mihi, ut veniat Mater Domini mei ad me? Ecce enim ut facta est vox salutationis tuae iu auribus meis, exsultavit in gaudio infans in utero meo. Et beata quae credidisti, quoniam perficientur ea, quae dicta sunt tibi a Domino. Et ait Maria: Magnificat anima mea Dominum; et exsultavit spiritus meus in Deo salutari meo.

Offertorium. - Beata es, Virgo Maria, quae omnium portasti Creatorem: genuisti qui te fecit, et in aeternum permanes Virgo.

Secreta - Unigeniti tui, Domine, nobis succurrat humanitas: ut qui natus de Virgine, Matris integritatem non minuit, sed sacravit, in visitationis ejus solemniis, nostris nos piaculis exuens, oblationem nostram tibi faciat acceptam Jesus Christus Dominus noster: qui tecum vivit.

Communio. - Beata viscera Mariae Virginis, quae portaverunt aeterni Patris Filium.

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Santo ed esclamò ad alta voce, e disse: benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno. E donde a me questo che la madre del Signor mio venga da me? Ecco, infatti, appena il suono del tuo saluto giunse alle mie orecchie, saltellò per giubilo nel mio seno il bambino. E beata te che hai creduto; perché s'adempiranno le cose dette a te dal Signore. E Maria disse: L'anima mia esalta la grandezza del Signore; ed esulta il mio spirito in Dio, mio Salvatore.

Offertorio. - Beata sei, Vergine Maria, che portasti il Creatore di tutti, hai generato Colui che ti fece conservando completa verginità.

Segreta. - Ci venga in aiuto, Signore, l'umanità del tuo Unigenito: affinché Egli che nato da una Vergine, non diminuì, ma consacrò l'integrità di sua madre, nella solenne memoria della sua Visitazione, ci liberi dai nostri peccati, e renda accetta la nostra offerta, Gesù Cristo Signor nostro che con te vive.

Comunione. - Beate le viscere della Vergine Maria che portarono il Figlio dell'Eterno Padre.
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Postcommunio. - Sumpsimus, Domine, celebritatis annuae votiva Sacramenta: praesta, quaesumus, ut et temporalis vitae nobis remedia praebeant, et aeternae. Per Dominum.

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Dopocomunione. - Abbiamo ricevuto, o Signore, i sacramenti votivi di questa festa annuale: deh! fa' che ci conferiscano i rimedi per la vita temporale ed eterna. Per il Signore.

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