Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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L'Annunciazione


E' desiderio della Chiesa che sia ricordata spesso l'Annunciazione di Maria SS. Tre volte al giorno la campana ricorda ai fedeli il grande mistero, affinché tutti ringrazino Dio della Redenzione.
Due sono i misteri principali della fede: 1. Unità e Trinità di Dio. 2. Incarnazione, passione e Morte di N. S. Gesù Cristo.
Nella festa dell'Annunciazione dobbiamo ricordare il mistero dell'Incarnazione.
L'umanità era decaduta e si trovava come sommersa in un mare d'iniquità e di miserie.
Gli uomini si erano allontanati da Dio per assecondare le proprie passioni. Erano precipitati di errore in errore, di vizio in vizio, nella idolatria.
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Iddio però, nell'infinita sua bontà, ebbe compassione di essi e decise di mandare lo stesso suo Figliuolo per salvarli.
Giunta la pienezza dei tempi, «l'Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea detta Nazaret, ad una Vergine sposata ad un uomo della casa di David, di nome Giuseppe, e la vergine si chiamava Maria. Ed entrato da lei l'Angelo disse: Salute, o piena di grazia; il Signore è teco! Benedetta tu fra le donne. Le quali cose, avendo ella udito, si turbò alle sue parole e andava pensando che sorta di saluto fosse quello. E l'Angelo le disse: Non temere, Maria, poiché hai trovato grazia presso Dio. Ecco che concepirai e partorirai un figlio e gli porrai nome Gesù» (Luca 1, 26 31).
«Io vi saluto, esclama S. Gregorio Taumaturgo, tempio del Dio vivente; perché voi darete alla luce la suprema gioia del mondo: sarete la gloria delle vergini, il giubilo delle madri: Ave, animatum Dei templum, quia summum totius mundi gaudium paries, eris virginum gloriatio, et matrum jubilatio».
Era preparata e divinamente adorna, la casa in cui doveva abitare Colui che né il cielo, né la terra non possono contenere. A Maria Vergine, a questa prediletta creatura, Dio mandò l'Angelo Gabriele, che con grande riverenza la salutò: Ave, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus.
«Maria, commenta S. Pier Grisologo, è piena
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di quella grazia che diede gloria al Paradiso, Iddio alla terra, la fede alle genti, la morte ai vizi, l'ordine alla vita, una regola ai costumi».
E S. Agostino: «Maria è riempita di grazia, Eva è mondata dalla sua colpa; la maledizione di Eva si cambiò nella benedizione di Maria».
Una giovane vergine riceve un Dio nel suo seno immacolato, per dar pace al mondo, trionfo al cielo, salute agli uomini, vita ai morti; per congiungere l'uomo a Dio, per abbassare Dio fino all'uomo e fare di questo quasi un Dio.
Grande amore del Padre Celeste verso l'umanità! «Sic Deus dilexit mundum ut Filium suum Unigenitum daret: Così Dio amò il mondo da dare il suo Figlio Unigenito» (Jo. 3, 16).
Amore ancora dello Spirito Santo per la cui opera fu concepito il Figlio di Dio nel seno purissimo di Maria Vergine; amore del Figlio che assunse l'umana carne per salvare gli uomini.
S. Bernardo dice: «La meravigliosa Incarnazione del Verbo è un mistero che la SS. Trinità ha voluto operare da se stessa in Maria sola e con Maria sola. Solo alla B. Vergine fu dato a comprendere quello che Ella doveva provare».
Il Signore promette al re Achaz un prodigio e questo è che una Vergine concepirà e partorirà un Figlio: Dabit Dominus ipse vobis signum: Ecce virgo concipiet et pariet Filium (Is. 7, 14).
Nel giorno dell'Incarnazione il Cielo cominciò a riguardare benignamente la terra, l'uomo
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poté sollevare il capo e il demonio cominciò a tremare perché la preda stava per sfuggirgli.
Per molti secoli la festa dell'Annunciazione fu di precetto, ora non lo è più; tuttavia la divozione dei fedeli non deve diminuire, ma seguire la Chiesa la quale in questo giorno canta alla Vergine le più belle lodi.
Ecco quanto leggiamo nel Breviario:
«Dio onnipotente e clemente, la cui natura è bontà, il cui volere è potere, la cui opera è misericordia, appena la malizia del diavolo ci attossicò col veleno della sua invidia fin dagli stessi primordi del mondo preannunziò il rimedio della sua pietà destinato a rinnovare i mortali, quando dichiarò al serpente che dalla donna sarebbe nato uno il quale con la sua virtù avrebbe schiacciato la sua testa orgogliosa e maliziosa annunziando con ciò che il Cristo sarebbe venuto nella nostra carne, Dio insieme e uomo, e che nato da una Vergine, avrebbe condannato con la sua nascita immacolata il rovinatore del genere umano.
«E perché il diavolo dopo aver ingannato l'uomo con la sua astuzia si rallegrava nel vederlo privato dei doni celesti e, spogliato del privilegio dell'immortalità, sottoposto ad una terribile sentenza di morte, e d'aver così trovato una certa consolazione ai suoi mali nella compagnia d'un prevaricatore, e che anche Dio, obbedendo alle esigenze d'una giusta severità, aveva cambiato le sue disposizioni a riguardo dell'uomo che aveva
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creato in uno stato così onorifico; fu necessaria, dilettissimi, l'economia d'un profondo disegno, perché un Dio immutabile, la cui volontà non può cessare di essere buona, compisse con un mistero ancor più profondo, le prime intenzioni del suo amore; e perché l'uomo trascinato nella colpa dall'astuzia e malvagità del demonio, non perisse, contrariamente al fine che Dio s'era proposto.
«Giunti pertanto, dilettissimi, i tempi prestabiliti alla redenzione degli uomini, nostro Signore Gesù Cristo dalla sede del cielo discende e viene quaggiù, senza però lasciare la gloria del Padre, generato con un procedimento nuovo, con una natività; con un procedimento nuovo, perché, invisibile nella sua natura, s'è fatto visibile nella nostra; immenso, ha voluto essere limitato; sussistente innanzi al tempo, cominciò ad essere nel tempo; Signore dell'universo, ha presa la forma di un servo, velando la dignità della sua maestà; Dio impassibile, non isdegnò di farsi uomo passibile; e, immortale, di assoggettarsi alle leggi della morte».

Quali frutti ricaveremo?

1. Nell'Incarnazione Iddio è venuto ad abitare fra gli uomini; chiedere quindi che l'umanità creda alla Redenzione e speri in Gesù Salvatore degli uomini. Chi spera in Lui non sarà confuso in eterno.
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Gran delitto è questo: «In propria venit et sui eum non receperunt: Venne in casa sua ed i suoi non lo ricevettero» (Jo. 1, 11). Ecco perciò il dovere di chiedere la propagazione del regno di Dio: «Adveniat regnum tuum».

2. Maria divenne degna di essere la Madre di Dio, per atto di fede e di obbedienza che fece acconsentendo, dietro alla parola dell'Angelo, all'Incarnazione del Verbo.

Ad imitazione della Vergine quindi, diciamo sempre di sì al Signore e grande sarà il merito che acquisteremo. Val più un atto di conformità alla volontà di Dio che una grande penitenza sostenuta per propria volontà.
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Messa dell'Annunciazione

Introitus. Ps. 44, 13, 15 et 16. Vultum tuum deprecabuntur omnes divites plebis: adducentur regi virgines post eam: proximae ejus adducentur tibi in laetitia et exultatione.
Ps. ibid., 2. - Eructavit cor meum verbum bonum, dico ego opera mea regi.
V). Gloria Patri.

Oratio. Deus, qui de beatae Mariae Virginis utero Verbum tuum Angelo nuntiante carnem suscipere voluisti: praesta supplicibus tuis, ut qui vere eam Genitricem Dei credimus ejus apud te intercessionibus adjuvemur. Per eundem Dominum.

Lectio lsaiae Prophetae. Is. 7, 10-15
In diebus illis: Locutus est Dominus ad Achaz, dicens: Pete tibi signum a Domino Deo tuo, in profundum inferni, sive in excelsum supra. Et dixit Achaz: Non petam et non tentabo

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Introito. 44, 13, 15 e 16. - Tutti i potenti della plebe ti porteranno doni per rendersi a te accetti; ti seguiranno cori di vergini per essere condotti al Re; a Lui saranno presentate nella gioia e nell'esultanza.
SAL ivi, 2. - Dal mio cuore sgorgò una buona parola: io innalzo al re il mio canto.
V). Gloria al Padre.

Orazione. - O Dio che, all'annuncio dell'Angelo, volesti che il Verbo prendesse carne nel seno della Beata Vergine Maria, concedi a noi supplichevoli che mentre la crediamo vera Madre di Dio, siamo aiutati presso di te dalla sua intercessione. Per lo stesso Signore.

Lettura del Profeta Isaia. Is. 7. 10-15.
In quei giorni parlò il Signore ad Achaz dicendo: Domanda al Signore Dio tuo un prodigio dal profondo della terra o lassù nell'eccelso. E rispose Achaz: non chiederò e non tenterò il Signore. E disse (Isaia)
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Dominum. Et dixit: Audite ergo domus David: Numquam vobis parum est, molestos esse hominibus, qui molesti estis et Deo meo? Propter hoc dabit Dominus ipse vobis signum. Ecce Virgo concipiet, et pariet Filium; et vocabitur nomen ejus Emmanuel. Butyrum et mel comedet, ut sciat reprobare malum et eligere bonum.

Graduale. Sal. 44, 3 et 5. - Diffusa est gratia in labiis tuis; propterea benedixit te Deus in aeternum.
V). Propter veritatem, et mansuetudinem, et justitiam: et deducet te mirabiliter dextera tua.

Sequentia sancti Evangelii secundum Lucam. Luc. 1, 26- 38.
In illo tempore: Missus est Angelus Gabriel a Deo in civitatem Galileae, cui nomen Nazareth, ad Virginem desponsatam viro, cui nomen erat Joseph de domo David et nomen Virginis Maria. Et ingressus Angelus ad eam dixit: Ave, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus. Quae cum audisset, turbata est in sermone ejus et cogitabat qualis esset ista salutatio. Et ait Angelus ei: Ne timeas, Maria; invenisti enim gratiam apud Deum. Ecce concipies

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Vi par dunque poco il far torto agli uomini che volete far tanto anche al mio Dio? Per questo il Signore stesso darà a voi un segno. Ecco che una vergine concepirà e partorirà un Figlio, che sarà chiamato Emmanuele. Ei mangerà burro e miele, affinché sappia rigettare il male e scegliere il bene.

Graduale. SAL.. 44, 3 e 5. - La grazia è sparsa sulle vostre labbra: perciò Dio vi benedisse in eterno.
V). Voi regnerete per mezzo della verità, della mansuetudine e della giustizia; la vostra destra opererà meraviglie.

Seguito del Santo Vangelo secondo S. Luca. Luc. 1, 26-38.
In quel tempo: Fu mandato l'Angelo Gabriele da Dio in una città della Galilea chiamata Nazaret, ad una Vergine sposata ad un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe; e la Vergine si chiamava Maria. Ed entrato l'Angelo da lei, disse: Dio ti salvi, piena di grazia; il Signore è teco: benedetta tu fra le donne. Le quali cose, avendo ella udito, si turbò alle sue parole; e andava pensando che sorta di saluto fosse questo. E l'Angelo le disse: Non temere, Maria, poiché hai trovato grazia presso Dio. Ecco che
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in utero, et paries filium et vocabis nomen ejus Jesum. Hic erit magnus et Filius Altissimi vocabitur; et dabit illi Dominus Deus sedem David, patris ejus, et regnabit in domo Jacob in aeternum; et regni eius non erit finis. Dixit autem Maria ad Angelus: Quomodo fiet istud quoniam virum non cognosco? Et respondens Angelus, dixit ei: Spiritus Sanctus superveniet in te et virtus Altissimi obumbrabit tibi. Ideoque et quod nascetur ex te Sanctum, vocabitur Filius Dei. Et ecce Elisabeth, cognata tua, et ipsa concepit filium in senectute sua- et hic mensis sextus est illi quae vocatur sterilis; quia non erit impossibile apud Deum omne verbum. Dixit autem Maria: Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum.

Offertorium. Luc. 1, 28 et 42. - Ave, Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui.

Secreta. - In mentibus nostris, quaesumus, Domine, verae fidei sacramenta confirma: ut, qui conceptum de Virgine Deum verum et hominem confitemur per ejus salutiferae resurrectionis

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concepirai e partorirai un figlio e gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figliuolo dell'Altissimo; e a Lui darà il Signore Iddio la sede di Davide, suo padre; e regnerà sopra la casa di Giacobbe in eterno; e il suo regno non avrà fine. E Maria disse all'Angelo: In qual modo avverrà questo mentre io non conosco uomo? E l'Angelo le rispose e disse: Lo Spirito Santo scenderà sopra di te, e la virtù dell'Altissimo ti adombrerà. Per questo ancora quello che nascerà da te Santo, sarà chiamato figlio di Dio. Ed ecco che Elisabetta, tua parente, ha concepito anch'essa un figlio nella sua vecchiaia ed è nel sesto mese quella che dicesi sterile; imperocché nulla sarà impossibile a Dio. E Maria disse: Ecco l'ancella del Signore; facciasi di me secondo la tua parola.

Offertorio. Luc. 1, 28-42 - Ave, o Maria, piena di grazia: il Signore è teco; benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del ventre tuo.

Secreta - Degnati, o Signore, di confermare nelle anime nostre i misteri della vera fede: affinché noi, i quali confessiamo vero Dio e vero uomo Lui che fu concepito da una Vergine, meritiamo in
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potentiam, aeternam mereamur pervenire laetitiam. Per eundem Dominum nostrum, etc.

Communio. Is. 7, 14. - Ecce Virgo concipiet, et pariet Filium: et vocabitur nomen ejus Emmanuel.

Postcommunio - Gratiam tuam quasumus, Domine, mentibus nostris infunde; ut qui, Angelo nuntiante, Christi filii tui incarnationem cognovimus, per passionem ejus et crucem, ad resurrectionis gloriam perducamur. Per eundem Christum.

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virtù della sua salutare risurrezione la grazia di pervenire all'eterna felicità. Per lo stesso Signor nostro, ecc.

Comunione. Is. 7, 14. - Ecco che una Vergine concepirà e partorirà un Figlio che sarà chiamato Emmanuele.

Dopocomunione. - Infondi ti preghiamo, o Signore, nelle nostre menti la tua grazia affinché noi che all'annuncio dell'Angelo abbiamo conosciuto l'incarnazione di Gesù Cristo tuo Figlio, in virtù della sua passione e della sua croce, giungiamo alla gloria della risurrezione. Per il medesimo Cristo.
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