Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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XIX. TESTIMONIANZA DELLE COSE (*) (1)
Abbiamo /benedetto/ (a) la casa in questo giorno consacrato a onorare il privilegio maggiore di Maria. E' anche il privilegio conclusivo degli altri privilegi, perché Maria, entrando nel mondo, cominciò ad essere rivestita, ornata di un grande privilegio: l'Immacolata Concezione. E poi ne ricevette altri, molti altri nel corso della vita. L'ultimo [è] l'assunzione al cielo; il giorno in cui ella venne incoronata regina del cielo e della terra e dispensiera delle grazie.
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Va bene che celebriate in questo giorno anche il nome di Celina che significa aspirante al paradiso. Oppure significa persona che deve avere pensieri di cielo, di eternità, e che tutto ciò si fa, tutto ciò che viene compito nella vita, [è] ordinato al cielo.
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Questi sono buoni auguri: di entrare un giorno lassù.
Maria è la prima Celina dopo Gesù Cristo. E allora, vicino a lei e tutte un po' Celina, no? Più o meno secondo le vostre aspirazioni sono rivolte al cielo, le vostre attività, gli studi, l'apostolato, la vita religiosa, secondo che è ordinata al cielo.
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Ecco, nel Vangelo di quest'oggi (a) la Chiesa ci ha fatto leggere l'ingresso di Maria nella casa di Elisabetta. E ricevendo da Elisabetta il saluto, Maria intonò il suo cantico: Magnificat anima mea Dominum [Lc 1,46], l'anima mia loda il Signore. Perché? Perché è lui che mi ha fatto cose grandi e che ha guardato la miseria della sua serva. Ecco, humilitatem ancillae suae [Lc 1,48]. Ha ringraziato quindi il Signore; non si è invanita.
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E così ella continua a cantare in eterno il Magnificat, là davanti alla santissima Trinità, innanzi al figliuolo suo: «L'anima mia loda il Signore perché mi ha fatto cose grandi il Signore. Cose grandi perché ha considerato la mia nullità, la mia umiltà» [cf. Lc 1,46-49], cioè è tradotto nel messalino: la mia miseria.
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Ora ecco, voi avete da cantare il Magnificat per molte ragioni sulla terra: per la vocazione, per la vita religiosa, per il vostro buon apostolato, per la vostra buona formazione, e poi per tante grazie personali.
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E fra le grazie, quest'oggi potete cantare il Magnificat anche per il dono di questa casa. Questa casa che abbiamo benedetta adesso. Perché ringraziare il Signore? E perché il Signore vi ha dato questa nuova casa? che ormai con l'aggiunta è stata compita, in attesa poi di altre case. Oh! La casa è per la vita religiosa, per riempirla di meriti.
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Ho visto che buona parte dei locali sono già destinati al loro uso. Ma tutti i locali, qualunque sia l'uso che se ne fa materialmente, tutti i locali son destinati a esser riempiti di meriti. Locali a destra e locali a sinistra: meriti a destra e meriti a sinistra, ecco. E vi son locali un po' più grandi e vi son locali un po' più piccoli, ma riempirli tutti di meriti, che si fanno vivendo da buone pastorelle, da buone religiose.
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Riempir la casa di vocazioni, perché si è raddoppiata la casa, ma vedo che ce ne stanno ancora dei letti. E quelle camere, quei locali ancora vuoti si lamentano: vogliono esser riempiti, riempiti di vocazioni. E voi le cercate? Sì? E poi le formate bene? I locali sono adatti per una miglior formazione. Perché quando le divisioni sono più compite, più adatte, anche i locali <si> son conformati a una miglior formazione. Quindi, riempirli di vocazioni belle e formare queste vocazioni nello spirito dell'istituto, delle costituzioni. Sì.
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Riempire poi anche di apostolato, perché già alcune hanno qui il loro apostolato, per esempio insegnare. E quelle che non hanno ancora l'apostolato qui, che sono in preparazione, tanto cominciano già ad avere il merito dell'apostolato, perché vi si preparano con dedizione, con generosità.
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Riempire la casa di persone sante. La casa adattata allo studio, sì! Domandare al Signore questa grazia d'imparare non soltanto perché sia promossa all'esame, ma perché la promozione indica che si è più preparate per un apostolato futuro. Sì. Oh la casa! Riconoscenza al Signore: Magnificat anima mea Dominum [Lc 1,46]. Sì.
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Se si santifica quindi la vita religiosa, se aumentate le vocazioni e le formate bene, se voi riempite la casa di opere sante tra cui lo studio, un giorno canterete con Maria in cielo il Magnificat. Ecco.
Maria è lassù. Intona il Magnificat alla santissima Trinità e tutte le vergini la seguono. Tutti i beati la seguono; tutti gli angioli la seguono. Che grandiosità! Che lode perfetta lassù alla santissima Trinità. Sì: guardare lassù!
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La vita può presentarvi anche delle sorprese, e poi il Signore non si sarà dimenticato di voi, perché qualche croce ve la manda. Le croci sono i segni che il Signore vi ricorda, affinché possiate aver occasione di guadagnarvi i meriti.
Allora, quando sarete in paradiso, penserete poi ai locali dove vi siete fatte i meriti. «Io ero là, là ho studiato. Là ho pregato. Là mi son presa qualche sgridatina (a). Là ho cercato di formare la mia vita alla vita religiosa. Sì!
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Questi locali parleranno per voi perché son testimoni del bene che avrete fatto. /Clamabunt lapides/ (a) [Lc 19,40] de pariete [Ab 2,11], dice un santo. Le pietre dei muri saranno testimoni di quello che si è fatto di bene. Grideranno al Signore <che quest> che loro, esse, le mura sono state testimoni della vostra applicazione allo studio, della vostra applicazione alla pietà, all'apostolato e della vostra osservanza religiosa, dei vostri uffici fatti bene. Quelle mura si diranno testimoni di quel bene <che ave> che avete fatto qui sulla terra: lo - testimonieranno davanti a Dio, davanti al giudice supremo. E allora: il premio.
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Ora che è stata benedetta la casa, do anche la benedizione a ciascheduna di voi, in generale, e però con le intenzioni che la benedizione discenda sopra di voi secondo i bisogni particolari che ciascheduna anima ha.

Albano Laziale (Roma)
15 agosto 1961

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(*) Meditazione tenuta in occasione della benedizione della casa nuova (seconda ala di casa madre).
(1) Albano Laziale (Roma), 15 agosto 1961.
505 (a) R: benedetta.

508 (a) Assunzione della B. Vergine Maria. Cf. Messale pag. 1335.

517 (a) Tono lieto e risposta gioiosa delle uditrici.

518 (a) V: Lapides clamabunt.