Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

VII. NEL GAUDIO DEL SIGNORE (1)
Da Pasqua all'Ascensione: quaranta giorni. Questo periodo di quaranta giorni si divide in due parti. Primo [periodo]: la celebrazione della risurrezione di nostro Signore, la redenzione del mondo.
Secondo periodo, che è cominciato domenica scorsa, va dalla domenica scorsa medesima fino alla ascensione. Comprende tre domeniche.
146
In questo [secondo] periodo particolarmente si ha da ricordare il paradiso, perché nella prima domenica (a) il Signore dice agli apostoli: «Ancora un poco, non mi vedrete più, perché vado al Padre. E poi mi rivedrete di nuovo» [cf. Gv 16,16].
147
In tre domeniche <il si> noi leggiamo sempre lo stesso pensiero: «Son venuto /al mondo.. lascio di nuovo il mondo e ritorno/ (a) al Padre» [Gv 16,28]. Ritorno cioè al Padre celeste, al paradiso, da cui sono venuto. Oh, perciò il pensiero predominante di questo tempo fino alla Pentecoste è il pensiero del paradiso che domina la liturgia e ricorda a noi che cosa ci attende, a che cosa siam destinati, dove dobbiamo arrivare: paradiso.
148
Parlare spesso del paradiso. Perché? Perché gli uomini sono inclinati a dimenticare, e quindi Gesù tanto ne parla del paradiso durante il suo ministero pubblico, e tanti richiami ci sono al paradiso, al cielo, alla ricompensa eterna nei quattro evangeli.
149
Tutti tendono alla felicità. Ognuno vuole arrivare a star bene, perché l'uomo è creato per essere felice: è creato per il bene, per la gioia, per la felicità.
150
Ora, ecco: vi sono uomini che cercano la felicità solamente quaggiù, e quindi si danno ai divertimenti <se> quanto possono. Cercano con avidità la ricchezza. Vogliono arrivare a posti di onore e, in sostanza [cercano] le loro soddisfazioni: crearsi quaggiù tutto un cumulo di gioia e di beni che, secondo loro, secondo il mondo servirebbe a contentarli. Ma questa è una speranza illusoria, perché quaggiù più si cerca la soddisfazione, la ricchezza, l'onore, l'ambizione ecc. e più si troveranno pene. Le pene verranno dal cercar <le> proprio le gioie di quaggiù. Tormenti.
151
Allora l'altra specie di uomini che sono saggi, che hanno la luce dello Spirito Santo, come voi: la felicità lassù! La felicità guadagnata col sacrificio. La felicità guadagnata con il compimento della volontà di Dio, facendo il dovere quotidiano, crescendo in virtù, attendendo alla preghiera.
152
E più di tutto le suore, che si consacrano a Dio, rinunciano a quel che il mondo può proporre per conquistare quello che è eterno. Il mondo può proporre, ma poi ci porterà tutti al cimitero! E sarà finito per noi. Ma l'anima sarà invitata: Veni, sponsa Christi (a). Intra in gaudium Domini tui [Mt 25,23], entra nel gaudio del tuo Signore: la gioia, la felicità, la beatitudine stessa di Gesù, per noi. Diversa di grado, ma la stessa però. La stessa felicità che è la visione, il possesso, il gaudio di Dio!
153
Ecco, per cercar vocazioni, bisogna sempre che si dica: se vuoi venire con Gesù, rinnega te stessa. Rinunzia a molte cose, a quel che ti può proporre il mondo, la famiglia, ecc. Rinnega te stessa: abbraccia la tua croce, cioè la vita cristiana, la vita religiosa, e seguimi. E cioè: vieni con me, vivi con me.
154
Allora, ecco: Pietro ebbe un giorno un dubbio e cioè diceva al Signore: «Maestro, noi ti abbiamo seguito, abbiam lasciato tutto. Adesso che cosa ci darai?» [cf. Mt 19,27]. «Riceverete il centuplo di grazia quaggiù e possederete il paradiso» [cf. Mt 19,29 e par].
Il paradiso!
155
Promettere alle vocazioni: se corrispondi, se vieni, non troverai la felicità, non troverai la poltroneria cioè una vita del tutto comoda, una vita senza fatiche, una vita senza ripiegamenti, no. Il Maestro divino invitando gli apostoli, invitando tutti a seguirlo, dice [di] rinnegar noi stessi, ma poi il paradiso: «Seguimi» [Mt 19,21]. Seguimi dove? Fino al cielo! Non solo al calvario - lì è un passaggio, il calvario - ma poi c'è il monte dell'ascensione e lassù c'è il paradiso che aspetta. Ecco! Ecco quello che ci attende.
156
La prudenza, la saggezza, la luce dello Spirito Santo ci porta a considerare: il mondo promette felicità, ma non mantiene la parola e ci porterà tutti al camposanto, al cimitero. Gesù ci domanda dei sacrifici, ci domanda di essere intieramente suore. Sì, che rinneghiamo davvero noi stessi, ma poi: Centuplum /accipietis/ (a), [et] vitam aeternam /possidebitis/ (b) [Mt 19,29]: il paradiso eterno!
157
I primi che scelgono la felicità quaggiù si chiamano mondani: persone che pensano alla felicità in questo mondo. Invece quelli che cercan la felicità al di là sono i sapienti.
158
Nel libro della sapienza si dice appunto che i dannati, alzando gli occhi dalle loro pene, guardando i beati in paradiso, diranno: Oh, quanto siamo stati stolti! [cf. Sap 5,4]. Noi credevamo che loro, facendo quei sacrifici, rinnegando se stessi, attendendo alla preghiera, facendo i loro doveri fossero poveri insipienti, fossero schiocchi, e che fosse meglio che andassero a cercare i piaceri. Ma noi abbiamo sbagliato. Ergo erravimus [Sap 5,6]. Siamo noi che /abbiam sbagliato/ (a).
Abbiam sbagliato il ragionamento. Essi ora sono ammessi fra il numero dei beati. E noi? Voi fate il voto di povertà «perché di /voi/ (b) è il regno dei cieli» [Mt 5,3]. Quanto più [ci] si rinnega, Quanto più si rinunzia, tanto più [ci] si assicura il cielo, il paradiso.
159
Vedete di credere poco al mondo. Credere poco ai mondani, qualche volta ai parenti stessi. Credere poco a giovani spensierate, che si abbandonano a una vita alle volte non tanto buona. Voi avete scelto bene. /Optimam partem elegit Maria/ (a) [Lc 10,42]. Scelta l'ottima parte!
160
Fedeltà dunque alla vocazione. E cercar le vocazioni. E spiegare bene: non vi promettiamo felicità quaggiù, che tanto durerebbe poco, ma vi promettiamo una felicità piena ed eterna in cielo. Questo pensiero vi domini sempre, vi guidi sempre. Perché si capisce: la vita religiosa è un dono di noi medesimi a Dio, e l'amor proprio si risente.
161
Ma perseverate, perseverate! Qui [autem] perseveraverit usque in finem, hic salvus erit [Mt 10,22], chi persevererà fino alla fine sarà salvo. Sempre più avanti, invece. Più avanti nella pietà, nello studio, nel vostro apostolato, nell'osservanza religiosa della povertà, castità, obbedienza. Sempre più spirituali.
162
Che il Signore possa infondere una gran luce! Che occupi tutto il cuore vostro, perché sia cacciato l'amor proprio, l'egoismo. E se egli, Gesù, occuperà il vostro cuore, questo cuore sarà pieno di letizia: Gaudium Domini tui [Mt 25,23], la gioia, la felicità del Signore stesso.
Perciò questo tempo che precede l'Ascensione e poi anche alcuni giorni dopo l'Ascensione, pensiero dominante: il paradiso.

Albano Laziale (Roma)
26 aprile 1961

163

(1) Albano Laziale (Roma), 26 aprile 1961.

147 (a) Domenica terza dopo Pasqua. Il Vangelo proposto era Gv 16,16-22. Cf. Messale, pag. 559.

148 (a) V: nel mondo, or lascio il mondo e torno.

153 (a) Messa del Comune di una Vergine. Cf. Messale pag. 885.

157 (a) V: Accipiet.
(b) V: Possidebit.

159 (a) R: l'abbiam sbagliata.
(b) V: essi.

160 (a) V: Maria optimam partem elegit.