Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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VII
L'ANIMA DELL'APOSTOLATO

| [198] Maria santissima ha veramente eletto la parte migliore perché fra tutti i seggi di gloria in cielo, quello della Madonna è il più sublime. Maria è al di sopra dei cherubini e dei serafini, i quali la onorano come loro Regina. Fra lei ed il Signore, non v'è altra creatura. Sia benedetta adunque nel più alto dei cieli! Oggi, dì della sua beata Assunzione, offriamole molti ossequi.
Chi conosce Maria, conosce Gesù. È in questo senso che si dice: «Per Mariam ad Jesum»1. Chi studia la santa Madonna, studia contemporaneamente Gesù; chi la imita, imita Gesù; chi l'onora, onora Gesù.
Il Vangelo di stamane parla delle due sorelle di Lazzaro2: Maria, modello di vita contemplativa, Marta di vita attiva.
Ebbene, sapete la storia di queste due sante? | [199] Scoppiata una forte persecuzione (vari anni dopo la morte del Salvatore) molti discepoli e le due sorelle si misero in salvo su di una piccola nave senza sapere precisamente ove sarebbero arrivati. Ma un vento provvidenziale fece approdare il battello sulle coste della Gallia (ora Francia) ove di poi le due sante si spesero nella divulgazione del santo Vangelo.
Marta si diede di preferenza alle fatiche apostoliche e Maria si dedicò di gran cuore alla contemplazione. Scelse per sé una misera spelonca e vi visse trent'anni in preghiere e lacrime finché nel 66 d.C. s'addormentò nel bacio del Signore e precisamente durante un'estasi. Marta, dopo aver fondato una comunità di vergini ed averle governate ed edificate col suo spirito di sacrificio, passò nell'84 d.C al gaudio eterno3.
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Ambedue queste fortunate sorelle, prime seguaci di Gesù e prime vergini dopo Maria santissima, possono servirvi di esempio nella vostra vita di apostolato, vita di attività e di orazione. Parliamo adunque dell'apostolato e incominciamo con un atto di profonda umiliazione.

I. UMILTÀ NELL'APOSTOLATO

Gesù disse ai suoi discepoli: «Rallegrati, o piccolo gregge, perché è piaciuto al Padre di dare a te il regno»4. Noi siamo veramente un piccolo gregge: piccolo, insufficiente, incapace. Abbiamo veduto la moltitudine delle anime che hanno una fede languida o non l'hanno affatto. | [200] Bisognerebbe far loro conoscere Gesù. Ma come? Visitare tutte le case del mondo? E basterebbe poi? In questo caso occorrerebbero dei milioni di Figlie di San Paolo!... Ciò è irrealizzabile e ipotetico e a voi viene subito da dire: Ai bisogni dell'umanità pensino i superiori! Loro possono disporre del personale, dei mezzi della divina Provvidenza, ecc. È giusto? No, la comunità non è costituita soltanto di chi guida; ognuna deve concorrere a formare lo spirito perché ognuna ha il dovere di dare il buon esempio. Così si forma il buon ambiente: quando tutti fanno bene. Inoltre la preghiera deve ottenere dal cuore di Dio buoni e santi operai.
Diceva Gesù ai dodici, attraversando un campo di grano: «Alzate gli occhi, osservate le messi che biondeggiano...5 Gli operai sono scarsi. Pregate dunque il Padrone della messe ché mandi buoni operai alla messe sua»6.
Facciamo un atto di profonda umiliazione, pensando a quanto inetti sono quei pochi operai che lavorano; siamo tutti così poco preparati alla nostra grande missione!... Oh, se almeno fossimo più fervorosi! Umiliazione dunque e nel contempo confidenza, giacché il Signore è potente. E perché non potrà servirsi degli strumenti più inabili? Se si servì di Pietro che era un povero pescatore ignorante, anche un po' debole di volontà
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per quanto grande avesse il cuore, non potrà valersi anche di noi? Pietro piacque a Gesù, perché non avrebbe saputo insuperbirsi. E di che cosa poteva insuperbirsi? Della sua | [201] scienza? Della sua abilità nel parlare? No, perché era un pover'uomo come tutti gli altri Apostoli.

II. CONFIDENZA

Confidiamo in Dio dunque, che elegge le cose che non sono per confondere quelle che sono7.
Pietro avrebbe dovuto dominare dal Vaticano tutto il mondo spirituale e lassù si sarebbe eretto il maggior tempio della cristianità, punto di convegno per tutti i popoli della terra.
Son passati diciannove secoli, ma Pietro regna ancora, maestro di fede, di morale, di culto, Vicario di G[esù] Cristo!
Eppure, era un ignorante, apparteneva alla classe più povera dell'umana società!... Che conta? Ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio. Non potrà quindi il Signore servirsi anche di persone deboli per compiere le cose sue? Una donna8 fondò l'opera grandiosa della Propagazione della Fede, una donna9 fu a capo della divozione delle genti all'Immacolata, come una donna dette al mondo Dio, la redenzione, il cristianesimo: Maria.
Ma torniamo a S. Pietro: Gesù lo rimproverò per la sua poca fede che avrebbe potuto essere l'unico ostacolo all'azione sua divina. Altrettanto il Signore potrebbe fare con noi. Come a Pietro egli ci domanda: Credi? Credete in me?. Abbiamo una fede viva; il Signore è | [202] molto offeso dalle mancanze di fede! Il tabernacolo è sempre aperto perché l'afflusso delle grazie non deve mai cessare, ma noi sappiamo raccoglierle queste grazie; non lasciamole cadere a terra per la nostra scarsità di fede!
Il popolo ebreo era assetato. Dio disse a Mosé: «Percuoti la roccia e ne zampillerà acqua in abbondanza». Mosé dubitò un
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istante, ma poi percosse la rupe e l'acqua venne come era stato predetto10.
Quella mancanza di fede però, per quanto breve, spiacque tanto al Signore, che Mosé in penitenza dové rinunziare ad entrare nella sospirata terra promessa11.
Vedete? Iddio castiga anche in questa vita le mancanze di fede facendo diminuire l'afflusso delle grazie, privando delle sue benedizioni le nostre povere fatiche!
Non bisogna dubitare. Bisogna aver fede, e una fede viva, costante, ferma.
Abbiate fede nel vostro apostolato, credete che esso salva le anime; non lo considerate dal punto di vista materiale! Sarebbe un grave danno per voi! Credete all'efficacia della parola di Dio. «Dopo la morte di Lazzaro, le sorelle Marta e Maria sfogarono a Gesù il loro grande dolore dicendo: Se tu fossi stato qui il nostro fratello non sarebbe morto. Ma Gesù rivolto a Marta: Ebbene, credi tu che io sono la risurrezione e la vita? E Marta: Credo, Signore. Dopo questa | [203] professione di fede Gesù s'incamminò verso il sepolcro. Lazzaro vi giaceva da quattro giorni. Le due sorelle glielo fecero notare dicendo: Ormai il suo corpo è in corruzione. Ma Gesù soggiunse: Non vi ho forse detto che se crederete vedrete la gloria di Dio? Ed entrato nella tomba esclamò: Lazzaro, vieni fuori! A quelle parole il morto si levò a sedere e sviluppate le bende che lo avvolgevano tornò a camminare, tornò alla vita»12.
Se avrete fede opererete miracoli. Non sapete parlare? Il Signore darà una forza di convinzione tutta speciale alle vostre parole e sarete più efficaci di un oratore.
Fede ed umiltà alimentino la vostra vita interiore, ma per la vita attiva è necessario il lavoro, lo sforzo.

III. COOPERAZIONE

Il grano non darà il suo frutto per opera del contadino; nondimeno la cooperazione del contadino è necessaria. La vita della
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pianta viene da Dio, ma se il contadino non la coltiva Iddio non manda la vita.
La vita del vostro apostolato è Dio, ma se voi non mettete la parte vostra, Dio non viene a vivificare. E l'apostolato consta di tre parti: redazione, tecnica, diffusione.
La più importante è la diffusione; la più difficile è la redazione. Occorre lavorare come lavorò Gesù, anche perché siamo uomini e non | [204] dobbiamo vivere a carico degli altri. Lavoro costosissimo fra tutti è lo studio: infatti la percentuale dei giovani studenti che muoiono è superiore a quella dei semplici operai. Come potremmo dire di far l'apostolato se ce ne rimanessimo con le braccia conserte? Non è così che fecero i nostri grandi maestri; non è così che fece il padre nostro S. Paolo13! Bisogna che ce lo fissiamo bene in mente: dobbiamo lavorare! Lavorare per vivere, lavorare per l'apostolato. Si dirà che ci si consuma la vita. È vero, ma la vita si consuma a tutti: ed in generale coloro che vivono di più sono proprio i grandi lavoratori. La vita dev'essere spesa come vuole il Signore. Da noi il Signore la pretende tra le fatiche dell'apostolato. E sia!
Alternare lo studio con il lavoro meccanico è da saggi. E la maggioranza di voi, anzi tutte, alternate lo studio col lavoro, in varia misura.
Diciamo dunque una buona volta al Signore: Tutte le energie che mi hai date, te le voglio consacrare. Servano alla tua maggior gloria.
S. Chiara d'Assisi, spossata dalle malattie e dagli stenti, non cessava mai di occuparsi; magari sostenuta da cuscini si applicava a qualche lavoruccio e così finché ebbe un alito di vita.
Facciamo quanto ci è possibile, procuriamo di realizzare l'ideale per cui il Signore ci ha creati e ci volle in questo stato aiutandoci con innumerevoli grazie! Solo in questo modo | [205] potremo dire con verità sul letto di morte: «Cursum consummavi»14.
Lavora, fatica pure così, diceva una suora di poco spirito ad una consorella, poi vedrai dove andrai a finire!.
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Voleva dire: Andrai a finire in una Casa di salute. Ma poi?
Poi in Paradiso! È questo che sta a cuore alla religiosa fervente; tutto il resto passa.
Non siate esagerate, ma siate costanti nel lavoro; chiedete lo spirito per esercitare santamente l'apostolato. Diceva Geremia al Signore che lo aveva mandato a predicare: «Dio mio, Dio mio, come farò che non so parlare?»15.
Ma poi andò e come parlò! Lavoriamo dunque, facciamo quanto Dio vuole da noi! I più zelanti raccoglieranno i maggiori meriti: molte volte le imprese non riusciranno, forse impedite da ostacoli, o da invidie, ma il merito vi sarà ugualmente. Non è la grandezza delle opere in sé che vale, ma l'amore con cui si compiono anche le minime azioni!
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1 «A Gesù per mezzo di Maria». Espressione che sintetizza il contenuto cristologico della devozione e consacrazione a Maria di S. Luigi M. Grignion de Montfort nel suo Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, Edizioni Paoline, Roma 1985, n.121; e in Il segreto di Maria, n.28.

2 Cf Lc 10,38-42.

3 Episodi appartenenti alla leggenda di S. Marta che si trovano nella Legenda Aurea di Giacomo da Varazze.

4 Cf Lc 12,32.

5 Cf Gv 4,35.

6 Cf Mt 9,37-38.

7 Cf 1Cor 1,27.

8 Pauline Marie Jaricot (1799-1862), francese. Ebbe l'intuizione dell'Opera della Propagazione della Fede: movimento di preghiera e di raccolta di offerte per le missioni cattoliche.

9 Santa Bernadette Soubirous (1844-1879), francese. È la veggente delle apparizioni di Lourdes del 1858.

10 Cf Es 17,3-6.

11 Cf Dt 32,48-52.

12 Cf Gv 11,21-44.

13 Cf 2Ts 3,7-8.

14 2Tm 4,7: «Ho terminato la mia corsa».

15 Cf Ger 1,6.