Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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10. L'ESTREMA UNZIONE*

Il pensiero dei defunti ci ricorda il sacramento che precederà il nostro passaggio all'eterna vita: l'estrema unzione.
Che cosa è? L'estrema unzione è il sacramento istituito da nostro Signor Gesù Cristo a sollievo spirituale ed anche corporale dei cristiani gravemente infermi. E molti cristiani hanno paura di questo sacramento.
Sacramento istituito da nostro Signor Gesù Cristo. Tutti i sacramenti hanno questa particolarità della divina istituzione dovendo non solo significare, ma dare la grazia. L'estrema unzione, la cui materia è l'olio, benedetto nel giovedì santo dal Vescovo, conferisce la grazia soprannaturale agli infermi affinché possano sopportare pazientemente e meritoriamente le pene della malattia e tornare alla sanità se è espediente per l'anima.
Perché usare l'olio? Perché l'olio fu sempre ritenuto, e specialmente nei tempi antichi, come grande mitigatore di certe asprezze. Anzi una volta era molto adoperato nella medicina. Nostro Signore Gesù Cristo volle farne materia della estrema unzione come fece l'acqua materia del battesimo: tanto l'acqua come l'olio indicano i vari effetti dei sacramenti.
Forma dell'estrema unzione sono le parole: «Per questa santa unzione e per la sua pietosissima misericordia il Signore ti perdoni ogni colpa commessa con la vista, con l'udito, ecc. Così sia». Il sacerdote pronunzia la formula ungendo in forma di croce i singoli sensi e, se non vi fosse tempo, ungendo la sola fronte.
Effetti del sacramento. L'estrema unzione accresce la grazia santificante; cancella i peccati veniali ed anche i mortali che l'infermo attrito non potesse confessare; dà forza per sopportare
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pazientemente il male, resistere alle tentazioni e morire santamente, e aiuta anche a ricuperare la sanità se è bene per l'anima.
S. Francesco di Sales, quand'era ancora studente, cadde gravemente infermo, ma l'estrema unzione gli ridette la sanità perché il Signore prevedeva quanto sarebbe stato utile alla Chiesa. E infatti egli divenne vescovo e difensore della fede contro i calvinisti, dottore della Chiesa, padre spirituale molto santo di innumerevoli anime.
Assieme ai peccati l'estrema unzione rimette la pena ad essi dovuta, se non tutta, in parte, a seconda della disposizione dell'infermo. Essa rimette anche i peccati mortali commessi dopo la confessione se questa fu possibile.
Dice S. Giacomo apostolo: «Infirmatur quis in vobis? Inducat presbiteros Ecclesiae ut orent super eum ungentes eum oleo in nomine Domini; et oratio fidei salvabit infirmum; et alleviabit eum Dominus; et si in peccatis sit remittentur ei: Vi è fra di voi qualcuno ammalato? Chiami i sacerdoti perché preghino per lui e lo ungano con olio nel nome del Signore. L'orazione della fede salverà l'infermo e il Signore lo solleverà, e se avrà dei peccati gli saranno rimessi»1.
Come si riceve l'estrema unzione? Anzitutto è necessario considerarla, come un sacramento, effetto della misericordia di Dio. Ne hanno una grande paura certi cristiani che non sono cristiani. L'estrema unzione va conosciuta nei suoi effetti per essere stimata come merita. Essa, come abbiamo detto, giova infallibilmente all'anima, e molto sovente al corpo. Gli stessi medici la consigliano quando vedono che il malato ha bisogno di pace e di tranquillità.
È bene riceverla al più presto, cioè quando la malattia è grave, non è però necessario che sia gravissima, non essendo il sacramento destinato ai moribondi. Poniamo il caso di un malato di polmonite. Questa infermità generalmente in sette giorni compie il suo corso e si risolve in bene o in male. Al sesto giorno sarà bene amministrare l'estrema unzione, ma per maggior
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sicurezza si potrebbe amministrare anche prima, cioè appena si manifestano sintomi mortali.
Condizione essenziale per ricevere questo sacramento è lo stato d'infermità. Un condannato a morte, un soldato che parte per l'assalto non possono essere confortati dall'olio santo, avendo altri mezzi a disposizione: la santa Comunione, la confessione, l'orazione, ecc. Pecca gravemente chi tramanda la recezione di questo sacramento agli ultimi momenti, quando non può più usare delle proprie facoltà. Chi non prevedesse il pericolo è scusato, non però chi lo trascura volontariamente per motivi umani.
L'olio santo viene amministrato dal sacerdote in cura d'anime rivestito del rocchetto e della stola violacea. Si richiede una doppia preparazione.
Una, dei membri tutti della famiglia, i quali possibilmente debbono presenziare al rito per poter meditare sulla brevità delle cose terrene e sull'unica speranza dell'uomo: il Signore. Per molti vale più questa meditazione di una lunga predica. Poi ci vuole una preparazione materiale. Si dispongano due candele sopra un tavolino ed un piatto con dentro sei batuffoli di cotone, due fette di pane quasi mollica, e se è possibile un pezzo di limone. Il sacerdote ungerà ed asciugherà gli organi dei sensi dell'infermo. La persona che assiste provveda per tempo a lavare i piedi all'ammalato, a scoprirlo secondo il bisogno, affinché il ministro di Dio possa usare tutta la delicatezza e il decoro che si richiede per un rito così santo. Il cotone o il pane o il limone usati debbono essere gettati nel fuoco, oppure nel sacrario della chiesa.
Anche l'infermo venga istruito per tempo. Se è persona che conosce il catechismo non è necessario spiegare che cosa sia l'olio santo, ma se trattasi di uno poco istruito è meglio far comprendere la grandezza del sacramento. Si aiuti però l'infermo, si aiuti anche se è una suora, e non si dica: Ma è una suora, se non le sa lei queste cose... chi deve saperle? No, quando si è tanto ammalati non si può riflettere, spesso non si concatenano le idee, e quanto si apprese da sani si scancella dalla mente con tutta facilità. Il Confiteor lo dica chi assiste, ottimo se l'infermo lo ripete.
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Ai vescovi ed ai parroci, quando le circostanze lo permettono, l'estrema unzione viene amministrata con solennità e allora precede la professione di fede dell'ammalato alla presenza del Capitolo e segue il Viatico. Bisogna tener presente che in ogni caso al malato spetta la parte principale, quindi non si aspetti che non comprenda più. Se poi ricupera la sanità, racconti pure i benefici ricevuti dall'estrema unzione!
Non si tema di avvertire l'infermo: è carità fiorita. Vi sono delle persone che si vogliono bene e che fanno un patto fra loro: Se mi ammalo, avvisami per tempo, suggeriscimi di ricevere i santi sacramenti. E spesso aggiungono: Quando sarò morta prega per me, ché una volta in Paradiso mi ricorderò di te. Queste sono vere amicizie, quelle che il Signore benedice.
Ricordiamo poi sempre che il sacramento dell'estrema unzione ha un duplice carattere: un carattere di misericordia, è infatti l'ultimo sforzo della divina bontà che vuole salva l'anima nostra; un carattere suppletivo: nella vita vi possono essere state tante mancanze, seguite forse da poco dolore, reliquie di peccato, omissioni, a tutto porta rimedio l'estrema unzione, da tutto purifica.
Ho dimenticato di dire che la vecchiaia per se stessa è considerata come una malattia, perciò i vecchi godono del privilegio di ricevere l'estrema unzione anche molto prima di essere in serio pericolo di vita, però bisogna aggiungere che nello stesso pericolo il sacramento non si può ricevere due volte. In un secondo attacco pur della medesima malattia è permesso. Così ad esempio un tubercoloso può ricevere l'estrema unzione ogni qualvolta si aggrava seriamente.
A che età si può ricevere l'olio santo? All'età in cui si è capaci di peccare, perciò anche a quattro anni se si ha l'uso di ragione. Uno che fosse stato sempre folle non può, perché il folle non fu mai capace di peccare, eccetto il caso che abbia avuto dei momenti di lucidità.
Conclusione: esageriamo nella fretta, piuttosto di ritardare l'amministrazione della estrema unzione a noi o a qualche infermo di cui abbiamo la cura. Ringraziamo il Signore per averci dato anche questo attestato della sua infinita misericordia e preghiamo per non morirne privi.
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* Istruzione in ciclostilato. Un plico di 8 pagine (22,5x35) che raccoglie 4 meditazioni: “L'estrema unzione, Preparazione all'Immacolata, L'Ordine sacro, Paradiso”. In altro luogo, data e autore sono indicati nel modo seguente: “Divin Maestro, 10/XI/35. Primo Sig. Maestro”. “Divin Maestro”, indica il complesso di Borgo Piave dove è in costruzione la chiesa a Lui dedicata.

1 Cf Gc 5,14-15.