Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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22. L'IMMACOLATA E LA CONFESSIONE*

Abbiamo da ottenere dalla santa Madonna Immacolata la grazia di vincere il peccato e quindi, in questo mese, confessioni buone e fatte bene. È utile perciò che si spieghi il modo di confessarsi molto diligentemente.
Nel prossimo ritiro mensile si faccia una confessione nuova, specialissima, che sia di preparazione alla festa dell'Immacolata.
Le nuove [entrate], senza aspettare gli Esercizi annuali o il primo ritiro, come di solito si fa, è bene che facciano subito la confessione straordinaria, dopo essersi un poco ambientate e dopo aver avuto campo di sentire avvisi e meditare i comandamenti. Così viene tolto ogni dubbio, l'anima si mette in pace e nella disposizione di apprendere quanto le verrà detto; anche le Comunioni saranno subito ben fatte, altrimenti trascinando avanti dubbi, venialità, ecc., si farebbero confessioni poco proficue e le Comunioni perderebbero il fervore. Questo è dannoso perché facilmente mette nella tiepidezza e, o non si scaldano più o è difficile riuscirvi. Quando si è freddi le grazie non si ricevono più, quando invece si incomincia con un buon grado di fervore è difficile che si perda.
Bisogna sempre tenere il fuoco acceso, specialmente da principio, perché se il bracere è ben acceso non vi è pericolo che ogni soffio di vento lo spenga, che anzi ne avviverà la fiamma; lo stesso faranno le brevi piogge che serviranno ad aiutarne la combustione, come fa il fabbro che mette dell'acqua nel fuoco, per attizzarlo. Se il bracere è quasi spento o si ha un solo zolfanello acceso, un po' di vento lo spegnerà se non è accudito bene.
Fate bene dunque, la confessione in preparazione all'Immacolata, togliendo i peccati e i difetti che ne sono la causa, chiedendo la grazia che non si facciano più peccati in Casa.
La santa Madonna schiacci la testa al serpente della superbia e metta l'umiltà, schiacci la testa allo spirito di comodità, ce n'è
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troppo in giro, e vi metta la povertà, quella del Presepio, quella di Nazareth perché possiamo imparare a vivere almeno come Gesù e Maria. Vi basta? Non sono degni i modelli?
La santa Madonna schiacci il serpente della lussuria con la mortificazione e l'amor di Dio. Guardando con amore l'Immacolata vi sentirete accese d'amor di Dio e di desiderio di imitarla. Preparatevi alla sua festa, parlandone in tutti i periodici, mandando solo cartoline dell'Immacolata, parlandone, sempre che potete. Gesù non ha voluto nascere, né vivere, né morire, né stare in paradiso senza la mamma. Siamo anche noi come il nostro Maestro che non sappiamo vivere e non vogliamo morire senza la Madonna! La Madonna verrà nel nostro cuore, ci guiderà, ci salverà in ogni pericolo e ci accompagnerà al giudizio piene di meriti.

La via della Salute: «L'anima presentata al giudizio di Dio» (pag. 48)1.
Altro che sudar freddo quando ci presenteremo al giudizio di Dio! Gesù non avrà bisogno che ci manifestiamo; nulla è rimasto nascosto ai suoi occhi di ciò che è passato in noi, né il buio, né la solitudine hanno potuto nasconderci ai suoi occhi, nulla gli è sfuggito di ciò che è passato nella nostra mente. Ora teniamo gelosamente nascoste certe sporcizie che si nascondono nelle pieghe dell'anima, nelle orecchie, nella gola, nelle unghie, perché le nostre mani non sono sempre innocenti; nei capelli, per le fantasiacce che sono passate in questa nostra testa. Vorremmo che neanche l'aria le conoscesse, ma Gesù ha tutto veduto e in un istante al giudizio ci metterà tutto davanti, mostrandoci le sue piaghe che hanno pagato per noi.
Oh, la vista di quelle piaghe! L'anima vorrebbe fuggirla, nascondersi per la troppa confusione, per la cognizione della sua ingratitudine mostruosa, ma dovrà sopportarne la vista suo malgrado e se non le ha amate in vita ne avrà spavento in morte.
Quella corona di spine, che fa scendere il sangue su tutto il volto del Salvatore, per quanti pensieri ha pagato! Oh, la nostra testa
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che ha macchinato intenzioni storte, quei capelli troppo aggiustati, e specialmente ciò che c'è sotto, quanta sporcizia!
Che vanità, che compiacenze sciocche, che invidie, che lavorio per mettere in salvo l'amor proprio e fare bella figura! Oh, spine del Salvatore, altro che toglierle! Le abbiamo conficcate più in fondo, con una crudeltà superiore a quella dei carnefici.
O Gesù, gli diremo, per quei tuoi occhi che hanno tanto pianto per noi, perdona i peccati dei nostri occhi, le lacrime versate per i capricci, perché la mamma non ci aggiustava bene il vestito, non ci lasciava andare a passeggio, e poi... per l'amor proprio ferito che si ribellava. Perdono, o Gesù, per i tuoi occhi che hanno pianto tanto! La tua divina sete paghi per la nostra gola, la tua pazienza nel portare la croce paghi per le nostre impazienze; le tue mani forate... i tuoi piedi piagati paghino i nostri passi fatti nel peccato: le disubbidienze, le pigrizie nostre.
Oh, la vista di quelle piaghe, quale spavento! Hai sofferto tanto, o mio Gesù, gli diremo, ed io non ho mai riflettuto abbastanza a questo; lo leggevo sui libri, lo meditavo, lo sentivo ripetere, ma misurando le sofferenze tue con la mia incapacità a soffrire, non ne intendevo tutta la gravità; ora lo vedo ed inorridisco della mia ingratitudine. Perdono, o Gesù, e giacché tanto ti sono costata, non lasciare che io debba perdermi, non scacciarmi lontano da te.
Piaghe del mio Gesù, siate la mia salvezza! Imprimetevi nella mia mente e nel mio cuore perché, detestandone la causa che è il mio peccato, possa, giunta in punto di morte, riguardarvi come la mia salvezza e non la mia condanna.
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* Meditazione, in dattiloscritto, fogli 1 (23x35), tenuta ad Alba il 12.11.1931, dal Primo Maestro. L'originale porta come titolo: «Meditazione del Primo Maestro».

1 Probabilmente questo testo è stato letto e il seguito della meditazione sembra essere un commento (cf Sant'Alfonso M. de' Liguori, La via della salute, Pia Società San Paolo, Alba-Roma 1931, pp. 48-49).