Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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2. L'ANIMA APOSTOLA*

| [121] L'Apostolato della stampa è la continuazione dell'apostolato del divin Maestro. Egli discese dal cielo per insegnare la via del cielo, perciò predicò le sue verità divine, anzi c'insegnò, prima con l'esempio e poi con la parola la via della santità; infine ci diede i mezzi di grazia, specialmente i santi sacramenti, la preghiera, la Messa, i sacramentali.
Oggi dovremmo considerare non semplicemente che cos'è l'apostolato, ma chi è l'apostolo, e più precisamente chi è l'anima apostola della stampa.

| [122] [I.Qualità dell'apostola]

L'anima apostola della stampa è colei che è innamorata di Dio, innamorata delle anime e prudente nella scelta dei mezzi atti a dare «gloria a Dio e pace agli uomini»1.
Gli apostoli sono tanti come vari sono gli apostolati: vi è l'apostolato delle opere, l'apostolato delle missioni, l'apostolato della parola, l'apostolato dell'esempio, l'apostolato della preghiera e l'apostolato della stampa.
Ma qual è l'anima che si può chiamare apostola?
L'anima apostola è quell'anima che ama il Signore, conosce il Signore, predica il Signore, conosce i suoi attributi, conosce i suoi diritti di Creatore, di Redentore e di Santificatore.
L'anima apostola è un'anima la quale ha meditato lungamente, è un'anima che ha fatto come S. Paolo, il quale si ritirò per tre anni nel deserto: là ha meditato le cose sante; ha meditato la vita di Gesù, e fu istruito direttamente da Gesù Cristo stesso.
L'anima apostola è un'anima che ha impiegato la sua gioventù
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a farsi santa. Ai nostri giorni si crede di fare santi gli altri, prima di attendere a santificare se stessi, e questo è la rovina dell'apostolato. Bisogna mettere a base dell'apostolato la santità dell'anima nostra.
| [123] L'anima apostola non è un'anima che ama l'esteriorità, è un'anima che riempie il proprio cuore di fede, di speranza dei beni eterni; è un'anima che ama ed esercita la virtù della povertà, della castità, dell'umiltà, dell'ubbidienza alla Chiesa e ai suoi Pastori; è un'anima che ha purificato e riempito il proprio cuore e vuol purificare e riempire di benedizioni e di grazie celesti il cuore degli altri; l'anima apostola, infine, è un'anima innamorata del paradiso.
Quindi, prima di tutto, siate sante voi, siate anime che amano il Signore, anime che desiderano intensamente il paradiso, e poi sarete anime apostole.

In secondo luogo, l'anima apostola è un'anima che ama gli uomini. Gesù quando è venuto sulla terra, prima di tutto ha fatto cantare sulla capanna di Betlemme: «Gloria a Dio e pace agli uomini».
L'anima apostola vuole dunque la gloria di Dio e la pace degli uomini, cioè il loro bene per quanto è possibile su questa terra, ma essenzialmente, fermamente, e vorrei dire inesorabilmente, il loro bene eterno: il paradiso.
L'anima apostola ha compreso che abbiamo tutti un'eternità che ci aspetta e un giudizio che ci attende; che al di là della tomba vi è un posto riservato ai buoni, cioè il paradiso, la casa del Padre celeste dove Dio chiama gli uomini suoi figliuoli a godere della sua stessa felicità, e un posto riservato ai tristi, cioè il luogo dei tormenti.
[124] | L'anima apostola vorrebbe allora mettersi sulla strada che conduce all'inferno e gridare: Arrestatevi, o uomini! «Questa via è larga, ma conduce alla perdizione. Prendete la via stretta che conduce alla felicità eterna»2.
L'anima apostola vorrebbe vuotare l'inferno e riempire il paradiso. Ed ecco che essa va sognando di conservare nell'innocenza i fanciulli, di dare aiuto alla gioventù a combattere le prime battaglie della vita; va sognando di fermare gli uomini sulla
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strada del peccato, anzi di chiamare a salute i peccatori, di condurre a gran perfezione quelli che sono già buoni, a gran santità i fervorosi.
L'anima apostola vorrebbe aiutare tutti i moribondi, vorrebbe liberare dal purgatorio tutte le anime che sono là a purificarsi; vorrebbe l'anima apostola, uscire di casa, andare per le vie, per le città, per le spiagge, sulle montagne, nelle grotte; vorrebbe andare in Africa, in America, in Asia, nell'Oceania, e poter dire a tutti: O uomini, Dio vi attende in cielo. Salvatevi! Salvatevi! L'anima apostola ha un solo grido: «Datemi anime e prendetevi tutto il resto»3. Io sulla terra non cerco che la gloria di Dio e la pace degli uomini.

In terzo luogo, l'anima apostola è quella che raccogliendosi in se stessa ed esaminando i vari apostolati a cui può darsi, sceglie quello che è il più efficace.
Essa è un'anima prudente: vuole dare gloria a Dio, aumentare la sua gloria eterna, vuole | [125] difenderne i diritti, vuole estenderne la sua dottrina, vuole salvare gli uomini, vorrebbe portarli tutti sulla via del cielo, ma, sentendo che le sue forze sono limitate, ricorre alla preghiera; poi vedendo che può ancora fare qualche cosa di più, quest'anima sceglie tra gli apostolati quello che è più vasto, volendo salvare il maggior numero di anime.
Essa vorrebbe moltiplicarsi, vorrebbe arrivare a tutti. E come si moltiplicherà? Col mezzo della macchina che moltiplica i fogli su cui sono stampate quelle verità che conducono al cielo.
L'anima apostola tende molto facilmente all'apostolato della stampa, appunto perché è il più largo.
Vedete: la suora che fa scuola potrà avere quaranta o cinquanta alunne; ma la macchina può moltiplicare a quaranta, cinquanta mila i fogli.
E questo è ancora poco. Nell'Italia ci sono circa 12 milioni di famiglie: a dodici milioni bisogna arrivare, e arrivando a dodici milioni di famiglie si arriva a oltre quaranta milioni di abitanti. Difatti in ogni famiglia il foglio è poi letto da varie persone, specialmente dal capo di casa o dalla mamma, i quali lo spiegano o lo danno agli altri membri della famiglia. Vedete come si
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moltiplica il bene, mediante l'apostolato della stampa?
Ma anche questo è ancor poco. Vi sono delle | [126] macchine che in una notte stampano un milione e duecento, trecento e fino a un milione e cinquecento mila copie. E mentre tutti dormono, mentre dorme anche la maestra dell'asilo, mentre dorme la maestra del catechismo e delle scuole elementari, le quali pure spendono la loro vita per il bene del prossimo, l'anima apostola della stampa non dorme: ha una macchina che va avanti, lavora, lavora a moltiplicare i fogli ed è come un grido possente per far arrivare a tutti gli uomini, la parola di Dio.
Vi è un Dio da servire, un Dio da amare! Con la morte finisce tutto ciò che è transitorio, e comincia nell'eternità la vita che non avrà più fine.

[II. Qualità dell'apostola della stampa]

L'Apostolato della stampa è l'apostolato dell'anima prudente. Che cosa vuol dire prudente? Gesù fu abbastanza espressivo quando disse: «I figli delle tenebre sono nel loro genere più prudenti dei figli della luce»4. Prudenza ci vuole nello scegliere i mezzi di apostolato.
Bisogna che fra tutti gli apostolati cerchiamo il più largo affinché l'anima si elevi a grandi aspirazioni; bisogna che il cuore somigli di più al cuore di Gesù e divenga più largo, sia simile al suo.
[127] | Certe animucce piccole io non le so comprendere: hanno un piccolo amore a Gesù, un piccolo amore alle anime, si vogliono rivolgere a due o tre persone. Ma abbiate il cuore di Gesù! Egli diceva: «Venite ad me omnes»5. Io vi voglio tutti, dice Gesù.
Se è vero che il vostro cuore rassomiglia al cuore di Gesù, voi dovete avere le stesse aspirazioni del cuore di Gesù. E non dite: Poche anime, una scuola, mi basta; quattro o cinque infermi in un ospedale, mi bastano. Ma dite: Tutti gli uomini io vorrei, per condurli tutti sulla via della salvezza, a Dio.
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L'Apostolato della stampa è l'apostolato dell'anima prudente, perché è efficacissimo. Pochi vengono in chiesa, ma molti leggono. E quelli che non sanno leggere le parole scritte con le lettere dell'alfabeto, sanno leggere almeno le figure.
Le macchine stamperanno anche la verità della religione in figure. E precisamente la figura della santissima Trinità, della creazione, della caduta di Adamo ed Eva, la profezia che accenna alla venuta di nostro Signore Gesù Cristo e alla sua nascita da una Vergine. Poi la figura della nascita di Gesù, la sua presentazione al Tempio, la sua vita privata in Nazaret, la sua predicazione, la figura di Gesù che dà le chiavi del cielo a S. Pietro, la sua agonia nel Getsemani, la sua morte in croce; la sua risurrezione, la sua ascensione, la sua gloria. Poi i sette sacramenti: il Battesimo, la Cresima, e il Vescovo che | [128] la conferisce; l'ultima cena, la Comunione, la santa Messa, il conferimento dell'Estrema Unzione, dell'Ordine, il Matrimonio. In modo particolare la Penitenza, e finalmente la morte, il giudizio, la figura del purgatorio, dell'inferno, del paradiso.
Vedete, le figure possono capirle tutti. Oh, sì, tutti quelli che hanno gli occhi. E i ciechi? Per i ciechi il Signore provvede in altre maniere che non è il caso di spiegare ora. Ma voglio dire, o attraverso le figure o attraverso la lettura si può far entrare in tutti gli uomini le verità necessarie per salvarsi. Che cosa m'importa che vi siano medici, avvocati, farmacisti o tecnici dell'industria, o periti dell'agraria, ancorché abbiano tutti i titoloni possibili e immaginabili? Morì un tale e ricordo che sulla partecipazione di morte vi erano sette righe di titoli, alcuni addirittura strani che io non avevo mai sentito fino allora; ma vi posso assicurare che era un ignorante in religione, e non so come se la sia cavata al giudizio...
L'unica scienza necessaria è la religione, ebbene, l'apostolato della stampa può farla conoscere e farla arrivare a tutti, perché si estende a tutti.
L'Apostolato della stampa è più largo che l'apostolato della parola. Ad esempio, al catechismo, la maggior parte dei fanciulli vengono fino ai dieci o i dodici anni, e poi non si vedono più.
L'Apostolato della stampa andrà a casa e | [129] parlerà a costoro quando avranno diciotto, venti, trenta, quaranta, cinquanta, sessant'anni, allorché si riposeranno dalle fatiche della vita.
È ancora l'Apostolato della stampa che sarà là sul tavolo, accanto al
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loro letto, alla sera, per dire una parola buona nelle notti insonni, per essere pronto, al mattino, magari con una figura di Gesù Crocifisso o con la figura del giudizio particolare, per dire all'anima che sta per incominciare la sua giornata: «Ricorda, tutte le azioni di questa giornata saranno scritte nel libro della vita».
Ecco come è largo questo apostolato che abbraccia tutti gli uomini e tutte le età della vita, in ogni periodo della loro esistenza e persino nell'eternità.
Daremo il pane della verità spezzato ai bambini, agli adulti, agli uomini di affari, ai padri di famiglia, alle donne, ai professionisti, agli avvocati, ai medici; per tutti la religione ha le sue verità.
Dio dà il suo comando: «Andate per tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura»6.
Ecco perché l'Apostolato della stampa è l'apostolato dell'anima prudente: esso è efficacissimo ed è il più largo.
Si può dire che l'Apostolato della stampa fu istituito da Dio medesimo: È Dio che dice più di duecento volte nella sacra Scrittura: «Scrivi». È Gesù che | [130] ha voluto il Vangelo predicato e scritto. Or quando una cosa è istituita da Dio, essa è necessaria; quando una cosa è voluta da Dio è benedetta.

L'apostolato della stampa deve predicare le stesse verità predicate da Gesù Cristo: prima di tutto deve predicare il Credo. Chi non predica il Credo farà della stampa buona, ma non sarà l'apostolato della stampa.
Può essere stampa buona anche la geografia, l'aritmetica, la storia, ma l'apostolato della stampa è quello che insegna le verità della fede per mezzo della stampa.
In secondo luogo l'apostolato della stampa insegna i Comandamenti, ossia la morale cristiana, i consigli evangelici, i doveri del proprio stato, le virtù che ha predicato e praticate Gesù Cristo, vale a dire, le virtù cristiane.
In terzo luogo, oggetto dell'Apostolato stampa sono i mezzi della grazia, e cioè: i sacramenti, i sacramentali, la liturgia in genere, la santa Messa, le varie divozioni: a Maria santissima, a S. Giuseppe, a S. Paolo e a tutti i santi, la divozione all'Eucaristia e soprattutto la preghiera
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Vedete, se non è divino questo Apostolato? È impossibile che non sia benedetto da Dio. Ah, io dico così, se un'anima avrà proprio l'innocenza e adopera quelle macchine o scrive quelle pagine con sincerità di amore verso Dio e verso il prossimo, e trova la maniera di far arrivare la parola di Dio a tutti, quest'anima sarà | [131] l'oggetto delle compiacenze divine e gli angeli, al termine della sua vita, raccoglieranno le parole seminate e le porteranno al tribunale di Dio, quale testimonianza di buone opere.

[III. Qualità dell'apostola paolina]

L'apostolato della stampa, inoltre, è accessibile a tutti. Datemi chi volete, purché siano anime prudenti e lo abbracceranno.
Una può dire: «Io non so scrivere»; ma tu sai comporre; «Io non so stampare»; ma tu sai spedire. Non c'è nessuno che non sappia far niente. Anche uno che sia d'intelligenza scarsissima, può scopare almeno la tipografia. Quale insegnamento si esplichi con tale atto, noi non lo comprendiamo, sappiamo però che tanto fa adoperar la penna come adoperar la scopa, purché vi sia un uguale amor di Dio.
«Vecchierella, vecchierella, se tu amerai il Signore più di Padre Bonaventura, sarai più santa di Padre Bonaventura», diceva quel fraticello7.
Nell'Apostolato della stampa non c'è nessuno che non sappia far niente; tutti possono fare qualche cosa. Sono i cattivi che non sanno far niente.
Chi ha l'anima macchiata, chi ha l'ambizione | [132] nel cuore, chi cerca se stesso, chi non ama il Signore, chi non capisce il prezzo delle anime, costui non sa far niente. Ma quelli che amano il Signore e amano le anime possono far tutto quel che vogliono.
Vi ho chiamate quasi tutte fra gente umile, come Gesù ha chiamato quasi tutti i suoi Apostoli fra i pescatori. E sono stati efficaci gli Apostoli? Anche se pescatori? Sicuro che sono stati efficaci! Oh, vi era anche Mosè che diceva: «Signore, io non
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sono mai stato di facile parola, e dacché tu hai parlato al tuo servo, la mia lingua è più imbarazzata e più tarda che mai. Ma dice il Signore: Vai!»8. Quando il Signore ci chiama, dobbiamo star sicure, poiché noi non siamo che deboli strumenti nelle sue mani.

E ora tre applicazioni pratiche:
1. L'anima che si vuol dare all'apostolato bisogna che sia santa. Si può essere santi in vari gradi. Quanto più l'anima è santa tanto più farà del bene, tanto più è preparata a diventare apostola.
Prima di tutto si può essere santi al punto di schivare il peccato mortale. Questo è necessario per tutti. Poi si può essere santi al punto di schivare anche il veniale. Questo bisogna che noi tutti lo facciamo. Poi si può essere santi al | [133] punto di praticare le virtù cristiane più comuni in un grado più o meno elevato. Anche qui, tutti bisogna sforzarsi di acquistar più fede, più speranza, più carità, più umiltà. Ma in modo speciale l'anima è preparata all'apostolato quando arriva a fare e a osservare i tre voti religiosi. Anche una figlia che vive nel mondo può fare un po' di apostolato. Ad esempio, vi sono tante figlie nell'Azione Cattolica che sono zelanti nel fare scuola di catechismo, nel preparare i bambini alla prima Comunione, ecc., ma l'apostolato vero, voglio dire, la vita di apostolato è quello riservato all'anima che fa i voti religiosi e trascorre tutta la vita compiendo il bene per amor di Dio. A questo, lega la sua esistenza e si unisce ad una società per rinforzarsi insieme e fare una vita comune di apostolato, nell'osservanza della povertà e di tutte le virtù cristiane.
Se vi è un'anima preparata all'apostolato è l'anima religiosa.
Se voi volete veramente capire l'apostolato, oltre ad osservare i comandamenti e le virtù cristiane, siate anche brave religiose, anime che non solo fanno i voti e mirano all'apostolato, ma che [mirano] più in alto, osservano i voti di povertà volontaria, di castità perpetua e di obbedienza perfetta. La castità perpetua vi farà madri di tante anime. La povertà volontaria vi farà trovare i | [134] mezzi per esercitare l'apostolato della stampa. L'obbedienza perfetta vi renderà soggette, umili e docili le anime ad
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accettare il nostro apostolato. Chi è colei che fa bene l'apostolato? È la figlia obbediente. Chi obbedisce bene, troverà le anime obbedienti a tutti i consigli. Quando parlerà di vocazione, convincerà le anime, quando consiglierà un dato libro, persuaderà.
2. Per diventare apostoli bisogna essere innamorati delle anime. Chi ama davvero le anime, cerca di renderle partecipi del sommo Bene. Bisognerebbe comprendere il prezzo di un'anima redenta da Gesù Cristo. Egli ha dato tutto il suo sangue. Meditate la Passione, meditate la santa Messa, meditate che cosa significa perdersi o salvarsi.
Voi avete un cuore così tenero, così delicato che se vedete una pecorella soffrire perché ha fame, un agnellino che bela perché soffre, subito vi commuovete. E vedere un fiume di anime che vanno a perdersi negli abissi dell'inferno, non vi commuove? Ma dite: che cosa vuol dire salvarsi, che cosa vuol dire perdersi?
Oh, quando S. Teresa si alzava su da quelle sante meditazioni, aveva il cuore così pieno che, ancor bambina, prendeva il fratellino per le mani e gli diceva: «Vieni, fratello, andiamo in Africa, andiamo a convertire quei selvaggi che andranno all'inferno: noi li salveremo. Se poi | [135] non ci crederanno e ci uccideranno, andremo in paradiso»9.
Così si vuol bene alle anime.
S. Teresa del Bambino Gesù, sfinita dalla malattia, invitata a riposarsi, rispondeva: «Cammino per un missionario»10. E voleva dire: perché possa cercare ancora qualche anima e salvarla.
3. In terzo luogo, è necessario dedicarsi all'apostolato della stampa con cuore largo.
Pregate il Signore ad illuminarvi. Vi dev'essere un segreto nell'apostolato dello scrivere, se Dio per ben duecento volte ordina di scrivere. Se i santi hanno tanto scritto, se S. Alfonso diceva del suo libro sulla preghiera: «Vorrei farne stampare tante copie quanti sono gli uomini sulla terra, e darne a tutti una copia, perché tutti capiscano il gran mezzo della preghiera»11, vi
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dev'essere qualche segreto; dico, qualche segreto che noi ignoriamo. Preghiamo il Signore che ci illumini!
Vedendo un S. Alfonso, un S. Francesco di Sales, un S. Tommaso d'Aquino12, un B. Alberto Magno13, un S. Giovanni Damasceno14, un S. Gregorio Nisseno15, [specialmente S. Paolo] e tanti altri santi che scrivono, scrivono.... dobbiamo convincerci che è ben grande l'importanza dell'apostolato della stampa.
Pregate così: «Signore, datemi la grazia di imparare a scrivere; a scrivere che vi è un Dio | [136] solo in tre Persone; che i sacramenti sono i canali della grazia; che Gesù Cristo è morto sulla croce per noi; che chi prega si salva e chi non prega si danna». Riempite i fogli di queste verità, spargeteli, dateli a tutti gli uomini, affinché tutti imparino almeno le verità più essenziali per salvarsi: «Dio vuole tutte le anime salve»16. Abbiate lo stesso cuore di Dio. Pregate per imparare a scrivere. Prima imparare bene a leggere e scrivere, poi imparare bene a stampare, a comporre, a legare, a brossurare; imparare bene specialmente la diffusione, perché quello che manca veramente è la diffusione. Che cosa vale se Gesù è nel Tabernacolo e nessuno va a riceverlo? Io voglio degli apostoli che portino Gesù alle anime e diano la Comunione. Sappiamo già che Gesù c'è nel Tabernacolo e che il Vangelo è la sua parola. L'apostolato è già scritto dagli agiografi della sacra Scrittura, dai Padri e dai Dottori; il resto ce lo dà la Chiesa. Qualche cosa di più popolare possiamo scriverlo noi. È necessario imparare bene la diffusione. Pregate così: «Signore, fatemi sapiente, io voglio trovare tali macchine, tali mezzi che un giorno abbia da moltiplicare tanti fogli quanti sono gli uomini». Le famiglie nel mondo sono circa cinquecento milioni.
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Ma non basta stampare cinquecento milioni di fogli, bisogna che questi fogli arrivino a tutti, che li leggano tutti.
[137] | Vi sono milioni di libri santi, milioni di catechismi, ma non li prendono, non li leggono, e non li prendono e non li leggono perché non vi è chi li porti alle famiglie. Oh, la diffusione, quanto è importante!
Pregate il Signore che vi moltiplichi e vi renda capaci a questa missione. Qualcuna obietterà: Ma io sono così ignorante!... Non temete: il Signore è il Dio della predicazione. Gesù, dice il Vangelo, è venuto per insegnare agli uomini la verità. E se il Figliuolo di Dio è partito dal cielo per venirci a dire: «Andate, ammaestrate tutte le genti»17, non un popolo solo, ma tutte le genti, egli ci darà la grazia di effettuare questo comando.
E ora riassumiamo.
Qual è l'anima apostola? È l'anima santa che volgendo gli occhi attorno vede tante altre anime e vorrebbe condurle tutte al cielo.

Ed allora essa abbraccia l'Apostolato della stampa che è l'apostolato più largo, più efficace, più atto quindi a soddisfare la sua sete di anime che è il «sitio»18 del cuore di Gesù.
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* Un ciclostilato precedente di fogli 5 (24x35,5) permette di stabilire la data: Alba, 14 luglio 1931, e l'autore: Primo Maestro. Nel ciclostilato il testo è presentato come un'unica meditazione. Si è assunto come originale il testo stampato in HM I, l, pp.121-137, diviso in tre parti a forma di ritiro.

1 Cf Lc 2,14. Versetto del Vangelo assunto da Don Alberione come motto per tutta la FP.

2 Cf Mt 7,13-14.

3 Cf Gen 14,21. S. Giovanni Bosco si ispirò a questo versetto della Scrittura e ne fece il motto della Famiglia Salesiana.

4 Cf Lc 16,8.

5 «Venite a me voi tutti … «, cf Mt 11,28. Versetto che richiama quanto Don Alberione scrive in AD 15: «Una particolare luce venne dall'Ostia: maggior comprensione dell'invito di Gesù: Venite ad me, omnes…».

6 Mc 16,15.

7 S. Bonaventura (1221-1274), di Bagnoregio (Viterbo). Maestro di teologia a Parigi. Ministro generale dei francescani, Vescovo di Albano. Scrittore di opere spirituali, Dottore della Chiesa.

8 Cf Es 4,10.12.

9 Cf Teresa d'Avila, Libro della vita, I, 4.

10 Cf S. Teresa di Gesù Bambino, Opere complete, Libreria Ed. Vaticana - Edizioni OCD, Roma 1997, p. 1164.

11 Cf Introduzione, Alfonso M. de' Liguori, Del gran mezzo della preghiera, PSSP, Roma-Alba 1937.

12 Tommaso d'Aquino (1225-1274) nativo della Campania. Sacerdote domenicano, contemplativo, studioso, Dottore della Chiesa. Le sue opere di filosofia e teologia sono notevoli capolavori: Summa Theologica, Summa contra gentiles.

13 S. Alberto Magno (1200-1280). Nato in Baviera, sacerdote domenicano, Vescovo e Dottore della Chiesa. Luminare del sapere, insegnò filosofia in varie università. Ebbe tra i suoi alunni Tommaso d'Aquino.

14 Giovanni Damasceno (650c.-750c.), presbitero, monaco a S. Saba (Gerusalemme). Difensore delle sacre immagini contro gli iconoclasti. Autore di numerose opere per approfondire la dottrina cristiana.

15 Gregorio Nisseno (335c.-394c.), nato in Cappadocia, fratello minore di S. Basilio, monaco, Vescovo. Scrisse prevalentemente opere di carattere ascetico.

16 Cf 1Tm 2,4.

17 Cf Mt 28,19.

18 Cf Gv 19,28.